La BENEDIZIONE della FEBBRE

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La BENEDIZIONE della FEBBRE

di Valdo Vaccaro

L’influenza è l’esatto contrario di una malattia: è una benettia, è una benedezione E’ esattamente
il contrario di una malattia. E’ una benettia, cioè un procedimento automatico e benefico di
recupero che ti permette nel modo più rapido e razionale possibile di ritornare in forma.

da scienzaeconoscenza.it

Insisto nel dire che non esiste l’influenza.
Non esiste come mostro, come malattia, come problema reale, come concetto medico al pari di tante
altre opinioni caratterizzanti la traballante e posticcia incastellatura sanitaria.
Non esiste l’influenza, e ancor meno esiste il virus che la causa, e non esiste il ceppo e i ceppi
che la fanno variare di anno in anno.
Gli unici veri ceppi che ammetto sono quelli degli alberi tagliati nei boschi che ci circondano.

Se non la chiami influenza, che cavolo è mai allora?
Ma qualcosa ci deve pur essere.
Facciamo finta di credere alle tue trovate. Cos’è che esiste allora, al posto dell’influenza?
Esiste un fatto preciso, e cioè che la gente, almeno parte di essa, è viva e sana nonostante tutto,
per cui il suo sistema immunitario reagisce agli insulti che l’organismo riceve oltre il livello di
tolleranza massima.
Esiste cioè la goccia che fa traboccare il vaso per tanta gente nello stesso periodo.

Di quale tolleranza parli? Noi conosciamo solo le case di tolleranza, chiuse per quella rimbambita
della Merlin.
Quale sarebbe questa goccia malandrina?
Il concetto di tossiemia, ossia del livello di tolleranza tossine nel sangue è un principio
elaborato dal dr John Tilden, medico-igienista, e colonna ideologica della ANHS (American Natural
Hygiene Society).
Esiste nel nostro sangue una certa sopportazione ai veleni ed alle tossine acidificanti, che varia
da persona a persona, da una stagione all’altra.
Quando questo limite viene superato, scatta il meccanismo della malattia e della febbre, in quanto
il sistema immunitario viene chiamato in causa e interviene per una espulsione di tali tossine dal
sistema, mediante una malattia chiamata in genere influenza.

La corresponsabilità dell’indebolimento stagionale
L’indebolimento stagionale è dovuto al cambio climatico, alla mancanza di vitamina D nelle ossa (per
carenza di sole), all’incremento di cibi iperproteici ed acidificanti, cotti, grassi e salati, ai
farmaci ed agli integratori che la gente prende, all’estrema penuria di vitamina C naturale.
L’indebolimento stagionale è imputabile ai cachi che restano sugli alberi come bandiera e simbolo
della imbecillità umana, e che fanno cantare però di giubilo i tordi e i merli, increduli di poter
usufruire di tanto ben di Dio che li ripara da ogni influenza stagionale nonostante siano senza
maglie e senza riscaldamento, e che li ripara pure dalla suina, dall’AIDS e dal Papilloma,
nonostante siano senza mascherine e senza profilattici.

E i malati veri allora quali sono?
I malati veri sono quelli che non reagiscono più all’indebolimento, quelli che sono malmessi a un
livello tale da non avere lo spunto necessario ad avviare il motore di recupero, quelli a cui manca
l’energia per condurre un processo di espulsione tossine.

E i falsi-sani quali sarebbero?
Quelli che non presentano alcun segno di febbre perché la loro circolazione è vischiosa e rallentata
e non riesce nemmeno a trasferire in superficie la febbre ed il surriscaldamento che caratterizzano
costantemente il loro tratto intestinale.

Un intestino flaccido e disattivato che è di peso più che di sostegno al sistema cellulare
In pratica uno mangia male, mangia troppe cose sbagliate, mangia troppe poche cose giuste, non
mangia affatto, integra in continuazione con porcherie di ogni genere e, quel che è peggio, non
elimina regolarmente il risultato delle sue assurde indiscrezioni alimentari, si ritrova con
l’intestino sostanzialmente flaccido e disattivato, con il metabolismo interrotto, con i suoi camion
interni di nettezza urbano-cellulare in sciopero e con le cellule affamate-assetate-moribonde,
pronte a defungere ed a trasformarsi in aggiuntivo carico virale-autologo da smaltire, e quindi in
motivo ulteriore di richiamo batterico.

Tale sporcizia interna è descritta al meglio da Ehret, Bircher e Lezaeta

Ecco spiegato il motivo per cui il dr Arnold Ehret (1866-1922) disse, poco prima dell’influenza
spagnola del 1918, che il grado di sporcizia interna dell’individuo medio è qualcosa di
inimmaginabile.
Ecco spiegato il motivo per cui il dr Manuel Lezaeta Acharan rimase sbalordito nello scoprire
tramite l’esame iridologico che la stragrande maggioranza della gente è febbricitante anche quando
il termometro sotto le ascelle segna 36 e sette, per colpa del surriscaldamento intestinale che gli
raffredda gli arti e la pelle esterna, mentre vulcanizza le sue viscere.

Ecco perché il dr Max Bircher-Benner (1867-1939) disse che l’uomo, nato per essere sano dal primo
all’ultimo giorno, spende il suo tempo e l’intera sua vita, non a consumare frutta e vegetali crudi
e a rispettare la sua natura e il suo creatore, ma ad avvelenarsi ed a sabotare la sua preziosa
dotazione originaria.
Cento anni dopo, la stessa sporcizia di allora non solo è rimasta, ma si è moltiplicata per quattro,
grazie alle meraviglie dei cuochi, dei nutrizionisti incompetenti e della medicalizzazione di
regime.

Esiste un tempio dentro di noi. Non è il cervello e nemmeno l’anima. E’ il colon.
Il tempio del corpo umano, il posto corporale da tenere con il massimo religioso rispetto non è il
cervello, il cuore, il sesso o persino l’anima, dato che con quel posto in disordine l’uomo degenera
ed incattivisce, perdendo l’ispirazione, l’amore, l’arte e la poesia.
Non è nemmeno il sorriso, gli occhi blu o neri, le labbra, i muscoli, la linea, le gambe.

Questa è proprio buona. Quale è allora sto magico posto?

E’ il colon.

Ma allora, che diavolo è l’influenza stagionale?
Restiamo però all’argomento di oggi che è la flu, il ricorrente ed innocente fenomeno fisiologico
chiamato influenza stagionale.
Trattasi forse di malattia? No.
Batteri? No. I batteri sono i nostri minuscoli collaboratori a tempo pieno, cointeressati ai residui
che produciamo. Quelli si moltiplicano ogni volta che c’è da banchettare e si contraggono
miracolosamente da soli, senza antibiotici, quando diminuisce o scompare la pappa.
Virus? Ancor meno.

Quella è al 99% la polvere delle nostre stesse cellule che se ne va fuori in continua abbondanza
tramite il metabolismo cellulare, e all’1% qualche pulviscolo esterno o eterologo che viene
fagocitato regolarmente dai legionari del nostro sistema immunitario.
L’eccesso di batteri e di virus che si riscontra in tutte le fasi di disequilibrio, sono conseguenza
dello stato patologico e mai causa specifica del medesimo.
Allora, cosa diavolo è l’influenza stagionale? Sospira il medico, asciugandosi la fronte con una
ennesima salvietta.

L’influenza è l’esatto contrario di una malattia: è una benettia, è una benedezione
E’ esattamente il contrario di una malattia.
E’ una benettia, cioè un procedimento automatico e benefico di recupero che ti permette nel modo più
rapido e razionale possibile di ritornare in forma.
E i farmaci?
Che roba è il farmaco? Trattasi forse di cibo costruttivo e di nutrimento? No. E allora non se ne
parla nemmeno.
Il nostro corpo riconosce le sostanze in arrivo con un criterio semplice e ferreo, quello della
catalogazione amico-nemico, self-nonself.
La sostanza nutriente è amica, quella drogante o stimolante è nemica, e la deve per questo espellere
nel modo più rapido e completo possibile, ricorrendo all’aiuto di tutto l’apparato immunitario.
E i vaccini protettivi?
Protettivi di cosa? Dai batteri? Guai. Essi sono nostri amici.
Protettivi dai virus? Triplo guai.
Ti taglieresti forse i coglioni per fare un ritocco alla tua stessa natura?

Eliminare i virus significa eliminare noi stessi

Voler eliminare il virus equivale rifiutarsi di essere vivi e di avere delle cellule che subiscono
un continuo ricambio e che morendo si disintegrano in frammenti o detriti cellulari, in polvere
umana.
Voler eliminare il virus significa voler eliminare noi stessi.
La polvere virale è poi priva di qualsiasi effetto patologico, se non quello di diventare
anormalmente intasante e battero-richiamante nei momenti di intensa debolezza organica causata dalla
costipazione e dallo stress, derivanti dagli stravizi, dalle pessime condizioni dell’ambiente
cittadino che ci circonda, dalle conseguenti patologie in corso.

Una dichiarazione importantissima. Qualcosa di simile a una benedizione solenne urbi et orbi.
A conferma di questo, il dr Anthony Morris, virologo ed esperto responsabile del controllo ai
vaccini della FDA, ha fatto una dichiarazione incredibilmente vera e trasparente: “Non esiste alcuna
prova che il vaccino contro l’influenza sia utile”.
I fabbricanti dei vaccini sanno benissimo che il loro prodotto non serve a niente, ma continuano
però a venderlo.

E’ come se il pontefice si affacciasse un giorno in Piazza San Pietro e dicesse: Fedeli, andare in
chiesa e toccare l’acqua santa non serve a niente e non vi fa alcun bene.

Un secondo studio importante fatto sui casi di influenza in Canada tra il 1990 e il 2005, riportato
dal quotidiano National Post di Ottawa il 2/5/2006, attesta che Il vaccino antinfluenzale non ha
ridotto il numero di casi, mentre questa campagna è costata ai contribuenti più di 200 milioni di
dollari.
In Giappone, dove nel 1976 fu resa obbligatoria la vaccinazione in massa per i bambini delle scuole,
prima della vaccinazione si ammalava 1 persona ogni 100 mila abitanti, dopo la vaccinazione se ne
ammalavano ben 60 ogni 100 mila.

Effetti collaterali che vanno dai problemi cardiaci, alle paraplegie, all’Alzheimer
Tra gli effetti secondari e collaterali del vaccino, riviste famose come la British Medical Journal,
citano lo sviluppo di pericarditi acute, problemi cardiaci, encefaliti, mielopatie, occlusione della
vena centrale della retina, paraplegie, e altre affezioni ancora.
Le ricerche del dr Hungh Fudenberg, immunologo statunitense, provano inoltre che esiste un legame
tra le vaccinazioni regolari contro l’influenza e un aumento sensibile del morbo di Alzheimer.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

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