La Bhagavad Gita di Yoganandaji – 9

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La Bhagavad Gita di Yoganandaji – 9

< LA BHAGAVAD-GITA >

(CON IL COMMENTO DI PARAMAHANSA YOGANANDA)

PREFAZIONE EDITORIALE

Ed. Vidyananda

(Parte nona)

(Con la rivelazione dei suoni segreti dei chakras)

Verso 10°

“Questo nostro esercito protetto da Bhishma è difficile da contare, mentre il loro esercito, difeso
da Bhima, è facile da contare”.

– Interpretazione Spirituale –

Quando il devoto spirituale si svincola dalla trappola dei sensi, pratica gli esercizi di
respirazione e cerca di controllare la forza vitale, il desiderio materiale (con la pseudo-anima, o
principe Ego) e i suoi innumerevoli soldati d’inclinazioni terrene cercano da combattere gli sforzi
spirituali dell’aspirante divino.
L’uomo che scivola giù lungo i sentieri del male non trova resistenza, ma non appena cerca di
contrastare le sue cattive abitudini adottando leggi di disciplina spirituale, trova innumerevoli
istinti di tentazioni sollevati per combattere e sventare i suoi nobili sforzi.
I due più importanti generali nemici delle forze del bene e del male sono Bhima e Bhishma.
Vediamo che Bhima – il controllo del respiro e la forza vitale guidata dall’anima – conduce alla
coscienza dell’anima. Per questo motivo la forza vitale guidata dall’anima è considerata il più
grande nemico di bhishma, o l’ego identificato al corpo.

Come Bhima, o gli Esercizi di Respirazione,
Vi Aiutano a Essere Spirituale

Con appropriati esercizi di respirazione, come quelli che s’insegnano nelle classi dell’
‘Autorealizzazione Superiore’, il sangue velenoso viene eliminato e il corpo viene elettrizzato.
Quando il corpo smette di decadere, il cuore si riposa ed impara a controllare la forza vitale che
si muove attraverso i cinque sensi-telefoni di tatto, odorato, gusto, udito e vista.
Naturalmente, quando la forza vitale è staccata, le sensazioni materiali non possono
raggiungere il cervello per allontanare l’attenzione da Dio ed impigliarla nel mondo materiale. Ecco
perché Bhima – o gli appropriati esercizi di respirazione – e alcuni forti soldati di
concentrazione, intuizione, percezione interiore, calma, autocontrollo, e così via, possono essere
destati per combattere le forze della pseudo- anima o ego.
Sono gli esercizi di respirazione che interrompono la forza nervosa attraverso cui gli impulsi
dei sensi raggiungono il cervello ed invadono l’attenzione con i dardi dei desideri materiali.
Perciò Bhima, o la forza vitale guidata dall’anima, è il principale nemico dell’ego, o Bhishma.

Rivelazioni sulla Genesi della Coscienza dell’Ego

D’altro canto, lo scopo di Bhishma, o dell’ego, è di mantenere l’attenzione dell’anima
continuamente impegnata con le relazioni viventi e le innumerevoli e seducenti vie delle sensazioni.
L’ego, o pseudo-anima, invece di puntare il riflettore dell’attenzione su Dio, lo tiene riflesso sui
sensi. La coscienza dell’ego è la coscienza di principe Anima in schiavitù nei bassifondi del corpo.
Quindi l’ego, e l’illusa coscienza dell’anima legata alla carne, è responsabile di ridestare gli
innumerevoli soldati delle tentazioni addormentati nel corpo umano.

Senza la coscienza dell’ego, l’intero esercito del male e della tentazione svanisce come un
sogno presto dimenticato. Se l’anima dimorasse nel corpo senza identificarsi non esso, come fanno le
anime dei santi, allora nessuna tentazione potrebbe tenerla legata al corpo; ma il problema è che
non appena l’anima discende nel corpo proietta la sua natura individualizzata di Beatitudine sempre
cosciente e sempre nuova, s’identifica con le limitazioni del corpo e le sue relazioni, e quindi si
considera l’infelice ego dalle molte tentazioni.

A questo punto bisogna realizzare che l’identificazione dell’anima col corpo è solo immaginaria
e non reale. Essenzialmente l’anima è sempre pura. I comuni mortali permettono alle loro anime di
vivere come ego irretiti nella carne, e con come riflessioni dello Spirito, o vere anime.

Un ricco e giovane principe andò nei bassifondi, e visse colà così a lungo che pensò d’essere
povero ed infelice. Egli attribuì a se stesso tutti i guai che accompagnano la povertà, ma quando fu
riportato con forza nel suo palazzo e visse là per qualche tempo realizzò che non era mai stato
povero eccetto che nella sua immaginazione.

Similmente, quando con appropriati esercizi di respirazione i cinque sensi-telefoni sono
staccati, allora l’attenzione di principe Anima viene automaticamente staccata dalla coscienza
dell’ego e dai tormentosi sensi. Quindi l’anima, ritrovandosi, si dice: “Non sono mai stata altro
che sempre nuovo e gioioso Spirito, e ho solo immaginato che ero un essere mortale soggetto alle
tentazioni”.

Tuttavia è difficile realizzare che non siete un essere fisico e che in realtà non siete né un
tempio indù né uno americano, né alcuna delle altre cose limitate e legate ai sensi che sembrate
essere. Nel sonno Dio va dimenticare completamente, in maniera incosciente, la vostra coscienza
fisica. Il sonno è un balsamo per farvi dimenticare temporaneamente la vostra allucinazione nei
confronti della materia. La meditazione è la vera panacea con la quale potete curarvi
permanentemente del sogno ad occhi aperti della materia e di tutti i suoi mali, e realizzare voi
stesso come puro Spirito.

Naturalmente, fino a quando l’ego non è ucciso staccando l’attenzione dai sensi e
identificandola con Dio, il devoto trova le sue esperienze spirituali di vitalità, autocontrollo, e
così via – nate dagli esercizi di respirazione e dall’autocontrollo, o Bhima – pronte a essere
sfidate dalla coscienza dell’ego e dai sui innumerevoli soldati di tentazioni.

Verso 11°
\

Re Desiderio Materiale (Duryodhana) dice al precettore Abitudine Passata (Drona):
“Perciò tutti voi, stando nei vostri rispettivi posti nei reparti dell’esercito, proteggete
Bhishma”.

Interpretazione Spirituale

Come descritto nella stanza precedente, Bhishma, o l’Ego, è il principale potere che combatte
le forze dell’anima. La meditazione rilassa la mente dalla materia, e mostra il regno illimitato
dello Spirito e lo porta nella materia e nel corpo fisico. Re Desiderio Materiale considera la
coscienza dell’Ego come il potere primario che ingannò l’anima e fece sì che s’impigliasse nelle
reti di carne e materia.

L’Ego è più potente del suo precettore Abitudine Passata, nell’esercitare l’influenza illusoria
e sconfiggere i soldati dell’anima. Anche Tendenza o Abitudine Passata può essere ucciso da una
buona, forte e nuova tendenza, ma è molto difficile uccidere la coscienza dell’Ego, che fa pensare
all’anima d’essere un corpo che pesa tanti chili, contenente fragili ossa, soggetto a povertà,
malattia e morte, e a molte altre limitazioni.

Questo ego, cosciente d’essere identificato con un corpo, viene portato nel cuore dell’anima
per molte incarnazioni. Ecco perché re Desiderio Materiale è forte e si sforza di proteggere la
coscienza del corpo con tutti i mezzi, poiché quella coscienza – insieme all’esercito delle
limitazioni – può mantenere l’anima prigioniera della materia.

Re Desiderio pensa che anche se la Cattiva Tendenza Passata fosse distrutta, altre cattive
tendenze potrebbero essere create per mantenere l’anima in schiavitù; ma re Desiderio Materiale ha
paura che se la coscienza dell’Ego viene uccisa nella battaglia psicologica durante la schermaglia
spirituale della meditazione, l’anima ricorderà il suo stato di Coscienza Cosmica e, con il suo
potere, sarà in grado di annientare tutti gli eserciti dell’illusione e del desiderio. L’esistenza
di re Desiderio Materiale dipende dall’esistenza della coscienza dell’Ego.

Lo schieramento della battaglia spirituale è come segue: I soldati dell’anima sono disposti
prima. Essi sono il potere di seguire le regole prescritte, il potere di astenersi dalle regole
proibite, l’autocontrollo, il respiro e la forza vitale controllati dall’anima, la calma e
l’intuizione, e sono situati rispettivamente nei centri coccigeo, sacrale, lombare, dorsale,
cervicale, e del centro del midollo allungato e dell’occhio spirituale riflesso. I soldati di re
Desiderio Materiale occupano, insieme alle vere forze del Bene, i plessi coccigeo, sacrale e
lombare, più l’intera superficie della pelle e le trincee dei sensi incontrollati.

Un’altra versione di questa stanza è che da un lato sono radunati:

1) Lo Spirito come Coscienza Cristica (Krishna, nella Bhagavad Gita);
2) il potere del samadhi (o unione intuitiva con Dio) nel midollo allungato e nel punto tra le
sopracciglia;
3) re Calma (Yudhisthira) accentrato nell’etereo plesso cervicale come Devozione Divina;
4) Bhima, o potere e respiro vitale, nel centro dorsale del respiro;
5) Arjuna, o Forza vitale, pazienza e adesso controllo, nel centro lombare del fuoco;
6) Nakula, o potere di seguire le buone regole, nel centro sacrale dell’acqua, e
7) Sahadeva, o potere di seguire le regole prescritte, nel centro coccigeo o di terra.

Quindi, dall’altra parte, anche i sensi sono radunati nei centri coccigeo, sacrale, lombare,
dorsale, cervicale e del midollo allungato, rispettivamente come Bhishma, Drona, Kripa (l’ego e le
sue inclinazioni), Shalya (orgoglio materiale), Shakuni (attaccamento materiale), Karna e Vikarna
(avidità ed avversione), Dushasana (collera difficile da controllare), Jayadratha (paura della
morte) e Duryodhama (re Desiderio Materiale).

Versi 12° e 13°

“Il più forte e il più anziano dei Kaurava, Bhishma, il grande avo, allo scopo di rincuorare
Duryodhana ora ruggì forte come un leone e suonò la sua conchiglia.
Allora, seguendo Bhishma, dal lato dei Kaurava suonarono conchiglie, grancasse, tamburi, corni e
trombe, e il rumore fu tremendo”.

Interpretazione Spirituale

Re Desiderio Materiale aveva inviato il precettore Passate Abitudini a proteggere generale Ego
con tutti i soldati dei sensi, ma quando il precettore Abitudine non diede alcun sostegno interiore,
lo stesso generale Ego ruggì con la vibrazione dell’orgoglio.

Gli studenti di meditazione vedranno che durante la meditazione profonda e l’identificazione
con l’anima, il respiro diventa calmo; ma per mancanza di una lunga e continua pratica della
meditazione, l’ego riporta la coscienza del corpo, che ravviva la respirazione che comincia a
ruggire come un leone. Questo suono ruggente è la conchiglia vibratoria dell’Ego, che ravviva i
soldati dei sensi ed incoraggia re Desiderio Materiale a ricuperare le forze contro i poteri
acquisiti dalla meditazione profonda.

Il devoto deve ricordare che durante la meditazione profonda, quando il respiro diventa calmo,
si produce uno stato di pace molto piacevole; ma a causa della coscienza dell’ego ritorna il
pensiero del corpo e si ravviva il respiro forte ed irregolare, risvegliando tutti i desideri
materiali e le distrazioni dei sensi. A questo punto il devoto non dev’essere scoraggiato, ma
facendo la concentrazione più profonda deve imparare a calmare il respiro e i sensi. Quando re
Desiderio Materiale non riceve sostegno dalle cattive Abitudini Passate, l’Ego si fa avanti per
confortarlo e dargli forza.

Verso 14°

“Allora anche Madhava e il Pandava, stando nel loro grande carro tirato da cavalli bianchi,
suonarono splendidamente le loro conchiglie celestiali”.

Interpretazione Spirituale

Nella dodicesima e tredicesima stanza abbiamo visto come la coscienza dell’ego ravviva il
desiderio materiale e i sensi, interrompendo il calmo respiro. I quattro fattori di mente, respiro,
essenza vitale e corpo sono sempre interdipendenti. Quando uno qualsiasi dei quattro fattori è
disturbato, automaticamente vengono disturbati anche gli altri tre.

Perciò, il devoto che aspira a svilupparsi uniformemente a costantemente nella vita spirituale
deve sempre calmare la mente con la pratica della concentrazione, mantenere il respiro quieto con
appropriati esercizi di respirazione, preservare l’essenza vitale con l’autocontrollo e la buona
compagnia, e tenere il corpo quieto e non in continuo movimento ed agitazione.

Quando l’ego disturba il respiro dopo la meditazione profonda, l’anima cerca nuovamente di
ravvivare la sua coscienza intuitiva con il risveglio delle vibrazioni astrali. Quando il principe
Anima ritorna nel suo regno spirituale in meditazione, dalla coscienza fisica passa attraverso il
regno astrale. La via dell’anima, dal corpo alla supercoscienza, passa attraverso il regno astrale.
Il regno astrale costituisce il sistema elettro-vitale del corpo. Come il corpo è fatto con tessuti
di carne, così il corpo astrale è fatto coi filamenti della forza vitale elettrica.

La circolazione sanguigna, il pompare del cuore e i movimenti del respiro nel corpo fisico
emanano tutti i suoni fisici. L’anima ascolta questi suoni, quando è concentrata all’interno del
corpo. Quando l’anima, come ego, si concentra sul corpo esterno, ascolta i suoni del mondo fisico;
ma quando l’anima – in meditazione – passa attraverso i suoni fisici della materia e i suoni
ronzanti della circolazione, e il battito del cuore, essa comincia a sentire i diversi suoni
vibratori delle forze vitali astrali, simili a suoni di conchiglie o vibrazioni ondulate, sonore e
piene.

Nella battaglia tra l’ego e i sensi che spingono verso il corpo e l’anima che si muove verso
l’astrale, il devoto ascolta il suono ruggente del respiro quando s’identifica col corpo, ma ascolta
le campane astrali e la musica delle sfere quando s’avvicina all’anima attraverso il regno astrale.

La stanza tredicesima descrive in particolare quelle brutte vibrazioni dei sensi (Kaurava), che
mantengono l’attenzione del devoto sul corpo fisico interno. Questi suoni, emanati dalle vibrazioni
dei sensi, sono striduli e fastidiosi come quelli di corni, tamburi e timpani.

La quattordicesima stanza descrive come la coscienza del devoto (Arjuna) in meditazione si vede
seduta nel carro dell’intuizione, con la Forza dell’Anima (Madhava) vibrante differenti suoni
cosmici simili a quelli emessi dalle conchiglie.

In meditazione, contemplate il carro dell’intuizione, tirato da cavalli di luci bianche che
corrono in tutte le direzioni da uno scuro centro blu (la dimora dell’anima).

Madhava = Ma (Lakshmi o la Natura primordiale) + Dhava (Sposo, o Krishna – il telescopio occhio
spirituale blu attraverso il quale può Essere percepita la Coscienza Cristica). Intorno a questa
luce blu c’è la luminosa luce bianca o dorata, il telescopico occhio astrale attraverso il quale si
percepisce tutta la Natura.

Le stanze dodici e tredici descrivono le vibrazioni grossolane che emanano dai sensi, mentre le
stanze quattordici, quindici, sedici, diciassette e diciotto descrivono le vibrazioni e le
esperienze spirituali che emanano dall’anima e dal regno astrale. Le vibrazioni grossolane vengono
sentite quando l’anima è ancora sul piano della coscienza del corpo interno, coi suoi battiti
cardiaci, e così via. Le vibrazioni astrali vengono sentite quando l’anima va oltre i suoni del
corpo fisico interno. Le vibrazioni spirituali astrali, ascoltate dall’anima durante il suo viaggio
attraverso l’astrale, sono descritte nelle stanze quattordici, quindici, sedici, diciassette e
diciotto. Questi suoni spirituali sono diversi suoni astrali uditi solamente in meditazione e non
possono essere spiegati con le parole.

Versi 15°, 16°, 17° e 18°

“Hrishikesha (Krishna) suonò il suo Panchajanya, Dhananjaya (Arjuna) il suo Devadatta, e Vrikodara
(Bhima) dalle imprese terrificanti suonò la sua grande conchiglia Paudra. Re Yudhisthira, il figlio
di Kunti, suonò la sua conchiglia chiamata Anantavijaya, e Nakula e Sahadeva le loro Sughosha e
Manipushpaka. E il grande arciere re di Kashi, e il grande guerriero Shikhandi, e Dhristadyumna e
Virata e l’invitto Satyaki, Drupada e i figli di Draupadi, e il figlio di Subhadra dalle forti
braccia, tutti insieme – o Signore della terra – fecero risuonare le loro conchiglie da tutte le
parti”.

Terra – Plesso Coccigeo, col
Suono Cosmico Simile a Quello dell’Ape

L’elemento terra è rappresentato nel plesso coccigeo. Concentrandosi su questo plesso il devoto
ascolta il Cosmico Aum come il ronzio di un’ape matta. Ascoltando questo suono il devoto si chiede
dubbioso se esso è una vibrazione corporea o il suono cosmico. Ecco perché questo stato di
concentrazione è chiamato ‘Savitarka Samprajnata Samadhi’, o stato mentale d’assorbimento interiore
dominato dal dubbio. Questa è la dimora della mente legata al corpo.

Acqua – Plesso Sacrale, col
Suono Cosmico Simile a Quello del Flauto

L’elemento acqua è manifestato nel plesso sacrale. Concentrandosi su questo, il devoto è
sollevato dallo stato mentale dubbioso allo stato discriminativo dell’intelligenza, ed ascolta il
suono superiore del flauto astrale nel centro sacrale. Questo stato è chiamato ‘Savichara
Samprajnata Samadhi’, o stato intellettuale d’assorbimento interiore guidato dalla ragione.

Fuoco. Plesso Lombare, col
Suono Cosmico Simile a Quello dell’Arpa

L’elemento fuoco è espresso nel plesso lombare manipura. Concentrandosi su questo, il devoto
ascolta l’arpa astrale e – col dissolversi del dubbioso stato mentale e dello stato intellettuale
discriminativo – ottiene lo stato d’autorealizizzazione percettiva e d’assorbimento interiore nella
Beatitudine, o ‘Sananda Samprajnata Samadhi’.

Aria o Forza Vitale – Plesso Dorsale, col
Suono Cosmico Simile a Quello delle Campane

L’aria – o l’elemento della forza vitale – è manifestata nel plesso dorsale di fronte al cuore,
nella spina dorsale. Concentrandosi su questo centro, il devoto ascolta il suono lungo e profondo
delle campane astrali, il ‘Simbolo di Dio’; e grazie alla dissoluzione degli stati mentale,
intellettuale e percettivo, perviene allo stato intuitivo misto all’ego d’assorbimento nella
Beatitudine interiore, o ‘Asmita Samprajnata Samadhi’.

Etere – Plesso Cervicale, col
Suono Cosmico Simile a Quello del Mare

L’elemento etere è manifestato nel centro cervicale nella spina dorsale. Il devoto che si
concentra qui, ascolta il suono cosmico che dirige l’eternità e diffonde l’infinità e che vibra come
il mugghiare dell’oceano. A questo punto, i quattro stati mentale, intellettuale, percettivo ed
egoistico sono tutti dissolti, dando vita allo stato più vasto e profondo della gioia illimitata
della percezione intuitiva, chiamato ‘Asamprajnata Samadhi’.
Sebbene in questo stato siano estinti gli Stati più bassi della coscienza umana, tuttavia non è
incoscienza, ma uno stato espanso di più alta percezione intuitiva in cui si è vittoriosi su tutto
lo spazio e s’abbraccia ovunque l’Onnipresenza.
‘Panchajanyam Hrishikesha’ rappresenta la conglomerazione dei cinque suoni dei cinque plessi,
uditi nel centro della Coscienza Cristica tra le sopracciglia e il plesso midollare. Qui il devoto
gode un più grande ‘Savikalpa Samadhi’, o unione con Dio in tutto. Quando il devoto raggiunge il
plesso cerebrale, ottiene il più alto samadhi cosciente con Dio, chiamato ‘Nirvikalpa Samadhi’.

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