LA BIOETICA VAISNAVA

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LA BIOETICA VAISNAVA
nella scienza e nella religione

di Rupa Vilasa dasa

Sappiamo con certezza che la società attuale si evolve a ritmi vertiginosi; la nascita di nuove
scienze positive (che rifiutano ogni forma di metafisica — Dio — e pongono i dati scientifici come
unico fondamento della conoscenza filosofica) abbinate a quelle del passato, hanno rivoluzionato il
nostro modo di pensare e di agire. Interventi più o meno leciti sull’ambiente e sull’uomo da parte
dello stesso hanno reso il nostro futuro più incerto, mettendoci a confronto con problematiche nuove
e a volte difficilmente risolvibili; il ruolo della persona ed il concetto di anima sono messe in
seria discussione, relegando le stesse ad oggetti sacrificabili sull’altare della globalizzazione e
a luoghi di confronto fra i vari saperi; la sacralità della vita sembra avere lasciato il posto alla
massiccia ondata degli interessi egoistici personali, come a volere indicare che il denaro, anche in
casi estremi, riferito al bene più prezioso che possediamo, può essere comprato: tutto ha un prezzo.

La cultura vaisnava è consapevole e prende atto che sulla Terra esistono problemi gravi di vasta
portata sociale: l’ingegneria genetica, la ricombinazione del DNA, la clonazione, l’aborto, il
traffico degli organi, la contraccezione, l’eutanasia, l’uso di psicofarmaci, le droghe, la
massiccia e reiterata uccisione di animali per il proprio uso e consumo come fonte di piacere, la
contaminazione e il degrado della biosfera, i problemi di giustizia sociale di distribuzione delle
risorse sanitarie e quelle relative al cibo, la dimenticanza di Dio, in virtù di una propria e
personale visione, libera da obblighi religiosi o spirituali; ecc.

Queste aberrazioni riguardano l’umanità intera e la cultura vaisnava è in grado di indicare la
soluzione per uscire da questo tunnel e può essere seguita solo con l’applicazione pratica dei
principi universali in essa contenute. L’indicazione a seguire questi principi universali è dettata
dall’esigenza, perché mai come in questo momento l’uomo ha conosciuto una potenza manipolatrice così
grande: l’uomo interviene sull’uomo, decide del suo e dell’altrui destino, non tenendo conto in
primis che la vita viene data e tolta solo da Dio e da nessun altro. Per l’uomo è diventata solo una
questione di potere, in quanto questo potere sulla vita gli viene dato dal sapere acquisito sulla
vita stessa.

Egli demanda alle sue creazioni il risolvimento dei suoi problemi, ben sapendo che solo lui, in
prima persona, può chiarirli. Se l’uomo non riuscirà a guardare dentro di sé e ad ottenere la pace
dentro di sé, ad essere introspettivo, a capire che la sfrenata gratificazione dei sensi porta a
ricercare fuori di sé quello che ciascuno dovrebbe trovare dentro di sé, allora il raggiungimento
della pace collettiva non resterà nient’altro che un sogno vano e tutto ciò imprimerà accelerazioni
vertiginose alla società attuale. Il capire che siamo valore, unici e preziosi, proprio come lo è
Dio, ed in relazione a Dio, ci permette di comprendere che anche l’ambiente, le persone, gli
animali, la natura in generale sono valore.

Mai come oggi, assistiamo ad un forte rigoglio nel campo dell’etica, perchè l’uomo di buon senso,
sente la necessità di dotarsi di strumenti adatti a fare fronte a questa assoluta mancanza di regole
[1]. I fatti però, sembrano dimostrare una realtà diversa e prendere la direzione opposta. Ogni
scienza sembra si sia dotata di una propria linea di condotta etica chiudendosi a riccio, non esiste
collaborazione, coralità di intenti fra le varie scienze, ponendo sé stesse non come mezzo
conoscitivo, ma come fine assoluto. Le scienze biologiche hanno smarrito la via della verità perché
mettono al primo posto sé stesse invece che la persona.

Esse promuovono una linea di condotta che non tiene minimamente in considerazione chi, come l’uomo,
dovrebbe esserne il beneficiario e apologeticamente si pubblicizzano come unica verità, rischiando
di mettere in serio pericolo l’esistenza umana invece che aiutarla. I cibi transgenici, le ricerche
neurologiche, il riduzionismo scientista, ecc., hanno alimentato ulteriore disagio in chi
precedentemente credeva che la scienza fosse la soluzione a tutti i mali. È chiaro che il progresso
è diventato un mondo a parte ed estraneo all’uomo che oggi si sente impotente, schiavo delle sue
stesse manipolazioni, dando persino l’impressione che si stia prendendo cura di tutto ciò che lo
circonda meno che di sé stesso, mentre tratta la sua persona come cosa estranea a sé, come se fosse
votata all’autolesionismo.

Oggi non esiste più concertazione fra il particolarismo e l’universalismo etico; la singolarità,
l’individuo e la folle rincorsa alla gratificazione dei sensi, al raggiungimento dei propri fini a
tutti i costi, a un impersonalismo imperante, la non coesione con tutto ciò che circonda la persona
e la dicotomia fra pensiero e azione hanno portato l’uomo a gestire in proprio ed in base alla
propria coscienza cosa è bene e cosa è male. Ma noi sappiamo che oltre la coscienza, qualità eterna
ed innata dell’anima, esiste una coscienza morale che si forma a contatto con la materia e che è
ragione pratica. Essa si forma con l’esperienza della vita, azioni che per un singolo individuo
sembrano giuste in quel determinato tempo, luogo e circostanza, non possono esserlo per altri.

L’atto morale ha un suo equilibrio, un proprio valore che deve realizzarsi in un contesto , non solo
per la persona congeniale, ma deve servire come esempio anche per gli altri, l’atto stesso deve
potere giustificare la propria significanza, che è quello di portare il bene alla persona, per
poterla completare nella sua evoluzione spirituale, responsabilizzare; altrimenti è un atto
sprecato. Ed è in base a questo grande spreco, che è appunto la vita come la intendiamo oggi, che
tutto diventa relativo, non esistono più certezze; le fondamenta, le basi armoniche su cui devono
poggiare le regole etiche fra il particolarismo e l’universalismo, sembrano sparite nel nulla.
L’esigenza dell’uomo è quella di trovare scienze che lo comprendano, lo valutino per quello che è,
lo seguano nel difficile compito della vita, lo consiglino, lo curino senza pensarlo come ad una
cavia da laboratorio, lo innalzino e lo rispettino come creatura di Dio.

L’uomo è il centro, il fulcro della società e non tenerlo in debita considerazione aumenta in modo
esponenziale il fallimento di chi si produce in sforzi senza conoscere la sua materia di studio:
l’uomo. Così come la scienza, allo stesso modo la religione, per non rischiare d’incorrere in manie
di onnipotenza, deve mettersi al servizio della persona e con i suoi enunciati e i suoi principi
religiosi scuotere dal torpore l’anima, per farle comprendere la relazione che la unisce a Dio. La
cultura vaisnava intende con i suoi enunciati (non solo relegabili alla cultura indiana e alla
religione induista e per questo universali) rendere edotte le persone dei suoi principi e farne dono
a tutta l’umanità, per contrastare in modo massiccio l’avanzare dell’irreligiosità e la perdita dei
valori etici, morali e deontologici.

L’uomo è molto più importante della religione e della scienza messe insieme, e se esse non volgono
il loro proprio sguardo verso Dio diventano nelle loro esposizioni, fuorvianti, perché mancano il
loro obiettivo. Nella cultura vedica non esiste dicotomia fra scienza e spiritualità, tutte due
concorrono con le loro conoscenze al fine ultimo (conoscere Dio) perché esse sono realtà, facce
diverse della stessa medaglia.

[1] Toudam Damodara Singh, Seven Nobel Laureates on Science and Spirituality, Bhaktivedanta
Institute, Calcutta 2004, pp. 14-15, (tra. It.)
“L’etica è la qualità più buona della vita umana da cui le azioni umane possono essere giudicate.
Gli argomenti morali sono sempre stati strettamente connessi con le tradizioni religiose. D’altra
parte, i valori etici sono sempre stati seriamente considerati come una parte della scienza.
Fondamentalmente ciò è dovuto all’enfasi sull’obiettività, sul riduzionismo e sul materialismo nella
scienza. Noi tutti siamo consapevoli che sebbene i recenti avanzamenti nella scienza e nella
tecnologia abbiano portato enormi benefici all’umanità, essi hanno anche fatto sorgere sempre più le
preoccupazioni etiche. I valori etici non sono stati capaci di andare al passo dello sviluppo
esplosivo della scienza e della tecnologia. Questa tendenza è una minaccia seria per l’umanità. Così
c’è un importante bisogno di generare delle indicazioni etiche nella nostra ricerca scientifica,
specialmente nei campi della bio-ingegneria e della bio-tecnologia. Gli argomenti etici di oggi sono
diventati un punto d’incontro tra la scienza e la religione. Un’unione della scienza e della
religione porterà una giustizia più universale sugli argomenti etici nelle azioni umane accelerate
dal progresso scientifico. Molti problemi etici sono stati generati nella scienza medica che implica
argomenti legali, sociali e spirituali come i trapianti di organi, l’eutanasia, l’aborto, i bambini
in provetta, la clonazione, ecc.molte persone preoccupate concordano che in ogni campo dell’attività
umana uno ‘standard’ etico è essenziale per una vita piena di significato. La signora Betty
Williams, il professor Richard Ernst e il professor Charles Townes nei loro articoli descrivono
l’importanza degli argomenti etici, come terreno comune per la scienza e per la religione”.

(Tratto da Movimento ISKCON)

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