La coscienza dell’acqua di Masaru Emoto

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La coscienza dell’acqua di Masaru Emoto

Memoria dell’Acqua

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Abitualmente pensiamo che ciò che ci circonda sia già qualcosa e che questo qualcosa esista senza la
nostra intenzione. Di fatto invece dobbiamo cambiare questo nostro modo di pensare, perché persino
un elettrone, come ha ammesso lo stesso premio Nobel Carlo Rubbia, ha una tendenza mentale. Dobbiamo
quindi riconoscere che persino il mondo materiale che ci circonda, essendo costituito da particelle
che vanno a comporre, per esempio, la struttura di una sedia, di un tavolo, di un muro, di un
tappeto, di una stanza o di qualsiasi altra cosa che sia solida, non è nient’altro che uno dei
possibili atti di coscienza.

Vittorio Marchi – 27/09/2022

Tratto da La Coscienza dell’Acqua (DVD), Macro Video.

La cosa più solida che possiamo dire a proposito di questa materia inconsistente è che essa
assomiglia più a un PENSIERO (L.U.C.E., acronimo che sta per la unica cosa esistente) che ad ogni
altra cosa. Tutto è coscienza, e da essa il Tutto emerge come da una grande Matrix – diceva Max
Planck, padre della fisica quantistica, fin dal lontano 1944. E noi altro non facciamo che scegliere
di volta in volta quale di questi atti del campo universale intelligente portare alla realtà.

Il fatto è che un oceano di onde di varia ampiezza e frequenza è alla base del nostro esistere. La
stessa poltrona su cui sediamo è, infatti, costituita solo di onde, nient’altro che di onde di
energia, formate da microparticelle quali, elettroni, bosoni, gluoni, fermioni, barioni, adroni,
fotoni, quark, e altro, tutti elementi che si muovono ad una velocità vertiginosa, in una condizione
dunque che permette a questo comodo sedile di mantenere la propria forma. Il fenomeno è
spettacolare, certo, ma per le persone rimane di una particolare bizzarria perché sembra sfidare le
regole e la logica della nostra mente razionale.

Tuttavia, è stato a partire da questo spettacolo che Masaru Emoto, nato in Giappone nel 1943, ha
cominciato ad occuparsi fin dal 1984 delle sue ricerche approfondite sull’acqua, iniziando, a sua
insaputa, da un presupposto: che gli atomi non sono oggetti, ma solo tendenze.

Partendo quindi da questo presupposto, il ricercatore giapponese, ha inventato un procedimento
scientifico per dimostrare che l’acqua ha una memoria, che è influenzata da inquinamento, musica,
parole, scritte e intenzioni. I cristalli dell’acqua influenzata assumerebbero, a suo dire, una
forma armonicamente simmetrica o, al contrario, caotica e disordinata, conseguenza dell’energia a
cui sono esposti, sia essa sotto forma di suono (voce, musica), parola scritta (etichetta applicata
al contenitore) o di pensiero.

Per associazione d’idee, non possiamo a questo proposito, non ricordare quanto sulle proprietà dei
cristalli ebbe a dire Katrina Raphael, fondatrice nel 1989 in New Mexico della Crystal Academy of
Advanced Healing Arts. I cristalli hanno proprietà fenomenali. Non sono solo il risultato di una
reazione chimica. Crescono, con funzioni molto simili all’essere umano, di cui mostrano di avere
simili campi energetici di forma esagonale, con figure, geometrie e simmetrie, costruite da
un’auto-intelligenza che lascia sbalorditi.

In più, i cristalli hanno un sesso, ovvero hanno una natura sia maschile che femminile. (cfr. L’Uno
detto Dio, pag 77,79 – Macroedizioni, Vittorio Marchi). Insomma, il mondo che sembrava un mar morto
di esistenza si rivela invece un mare vivente di particelle che strutturano la materia, anch’essa
quindi una sostanza interamente e totalmente vivente, mentalmente viva.

Ed ecco allora che di colpo le regole del gioco, sperimentate in base alla classica visione
meccanicistica dell’Inerte, concepite per ben quattro secoli in base ai modelli cartesiani e
newtoniani, oggi non reggono più. E si assiste al crollo dell’Inorganico. A sostenerlo, insieme alle
prove di laboratorio di Masaru Emoto, esiste una definizione da manuale di Marylin Schlitz,
vicepresidente per la Ricerca e l’Educazione dell’Istituto di Scienze Noetiche, la quale afferma che
l’intenzione, sotto forma di pensiero, è un piano premeditato volto a compiere un’azione che
condurrà ad un esito desiderato. Ovvero, l’intenzione è una proiezione della consapevolezza con
proposito di efficacia verso un oggetto o un esito.

Pertanto ora tocca a noi. La maggior parte delle persone non influenza la realtà in modo
consistente, significativo, perché non crede di poterlo fare. Le persone in genere scrivono nella
mente un’intenzione e poi la cancellano, poiché pensano: non è possibile, è un’idea assurda! A cosa
porta tutto questo? A nulla, alla distruzione della possibilità. Tant’è che molti ricercatori si
chiedono ancora oggi: possibile dunque che un individuo, con la propria osservazione, possa
influenzare il mondo della realtà presente davanti ai propri occhi? Certo che sì, se quella realtà è
viva!

Lo stesso Werner Karl Heisemberg, negli anni ‘30 del secolo appena trascorso, fu molto esplicito al
riguardo: gli atomi non sono oggetti, ma solo tendenze. E anche John Wheeler, uno dei padri della
bomba atomica, lo fu in modo ancora più eclatante, quando dichiarò che la Realtà del mondo non è
altro che Un atto di Coscienza partecipata.

Aiutato allora dal biochimico Lee H. Lorenzen, Masaru Emoto ha avuto l’opportunità di rendersi ben
presto conto di questa realtà, e l’ha applicata in modo specifico alla particolare struttura
molecolare dell’acqua, quale elemento ideale, nel rispondere a sollecitazioni non fisiche, previa
l’applicazione ad essa di un’azione mentale.

Le più piccole particelle scoperte recentemente dalla fisica si chiamano mnemini. Ciò spiegherebbe
allora la particolare capacità dell’acqua di memorizzare le informazioni ricevute dall’ambiente.

Ma perché proprio l’acqua? Perché l’acqua è il più ricettivo dei quattro elementi base esistenti in
natura: gli altri tre, come

è noto sono l’aria, il fuoco e la terra. Perché il nostro organismo è costituito per il 72% di
acqua, un dato che non

bisognerebbe trascurare e che, guarda caso, coincide sorprendentemente con la percentuale di
distribuzione dello stesso elemento nei mari, negli oceani e nelle acque circolanti del nostro
pianeta.

È stato allora, in base a quest’osservazione che Masaru Emoto ha avuto l’idea di eseguire tutta una
serie di esperimenti sulle varie fasi e forme di cristallizzazione di questo elemento, ottenendo
come risultato forme geometriche, armoniche o dissociative, dipendenti di volta in volta dalla
natura delle varie sollecitazioni psichiche ricevute per poi fotografarne la riuscita con un
microscopio a campo oscuro.

Le conseguenze sarebbero strabilianti. Osservatore e Osservato interagiscono tra loro
intelligentemente. Si capiscono. Anzi sono un tutt’UNO, così come il redattore di questa
introduzione fece notare un giorno in un convegno di Bellaria al ricercatore giapponese, tra lo
stupore dei presenti.

Ciò significherebbe che nel nostro partecipare al mondo in qualità di osservatori,

noi potremmo essere benissimo non solo creatori, ma anche influenzatori.

Questo perché ex duo Unus: creandosi il mondo si osserva e osservandosi si crea. E allora ci sarebbe
da chiedersi: data la sperimentazione resa da Masaru Emoto su una Forza, il Pensiero, che produce
tutto ciò che rappresenta una sua modificazione sull’acqua, immaginiamo cosa potrebbe fare il
Pensiero se noi ne avessimo il controllo per agire su di noi.

Ebbene, se un giorno, riusciremo a rendercene conto, allora in quel giorno dovremo rendere merito
anche a Masaru Emoto, per averci aiutato in questa impresa e per averci offerto la possibilità di
cambiare la nostra Coscienza, di migliorarla e di renderla più felice e consapevole circa la realtà
delle cose del Mondo. Cioè di quel Qualcosa che ha a che fare con l’Esistente come Matrix o Matrice
di noi stessi.

Per cui è bene sapere che, se per caso, a noi dovesse accadere di chiederci se nella nostra vita ci
sia qualcosa di più, quale sia lo scopo della nostra esistenza, perché siamo qui, dove stiamo
andando, cosa succede quando moriamo, se insomma incominciamo a farci queste domande, ciò non
significa che siamo in preda ad un esaurimento nervoso o a un attacco di incipiente demenza.

Significa invece, molto più semplicemente, che abbiamo incominciato a connetterci con noi stessi e
che, in realtà, quello che stiamo facendo è che stiamo iniziando a superare una vecchia visione del
mondo.

Ora, se gli esperimenti di Masaru Emoto hanno un valore, è possibile che mentre stiamo percorrendo
la strada dell’Astratto, essi possano ricondurci sulla diritta via, a percorrere il sentiero del
Reale. C’è solo da augurarci che così sia.

Tratto da La Coscienza dell’Acqua (DVD), Macro Video 2010:

Video Download – La Coscienza dell’Acqua — Digitale >> bit.ly/3DTSRvP

I cristalli d’acqua rivelano l’influenza dei pensieri sulla realtà fisica

Masaru Emoto

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