La cultura umana più elevata
Il vero scopo della civiltà umana non dovrebbe essere il progresso materiale, ma il risveglio della
perduta coscienza spirituale delle persone
di SDG A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
ajnana-timirandhasya
jnananjana-salakaya
caksur-unmilitam yena
tasmai sri-gurave namah
“Sono nato nelle più profonde tenebre dell’ignoranza, ma il mio maestro spirituale mi ha aperto gli
occhi con la torcia della conoscenza. Offro a lui il mio rispettoso omaggio.”
Ajnana significa ignoranza e timira significa oscurità. Perciò ajnana-timirandhasya significa essere
nel buio dell’ignoranza. Tutti noi siamo in questa situazione. Il progresso materiale della civiltà
non è fondato sulla conoscenza. Le persone possono non essere d’accordo con noi, ma questa è la
verità. Questo progresso materiale è dominato dall’ignoranza.
Per esempio, io sono venuto qui nella vostra città, dove ho delle cose da fare, ma se dimentico i
miei impegni per occuparmi del mio appartamento, dimostro di avere vera conoscenza? Sono venuto qui
per compiere alcuni doveri. Qui c’è un mio tempio e ci sono i devoti. Essi desiderano incontrarmi ed
io desidero incontrare loro. Essi vogliono ricevere da me la conoscenza spirituale e il mio dovere è
di soddisfarli. Questa è la ragione per cui sono qua. Ma se m’impegno solo a decorare il mio
appartamento dimenticando il mio dovere, do prova di vera intelligenza? No.
Quindi questa è ignoranza. Dimentico il mio vero compito e m’impegno in qualche occupazione molto
temporanea. Starò qui due giorni, che trascorrerò in un appartamento, che può essere molto bello
oppure no.
Tuttavia però non ha molta importanza. Infatti, per due giorni posso vivere ovunque, perfino sotto
un albero. Questo non è un ostacolo per il mio lavoro, per cui devo però dimostrare una grande
serietà. Questa è intelligenza.
Mentre venivo qui ho visto una pubblicità: “La vita comoda comincia qui.” Quindi ci proponiamo di
vivere molto comodamente in questo mondo materiale. Questo è diventato il nostro scopo e questo è
molto evidente nei vostri paesi occidentali. Le persone sono sempre impegnate a cercare di vivere
comodamente in questo mondo, ma si dimenticano che un giorno – per quanto abbiamo reso sicuri e
comodi il nostro paese o la nostra casa – saremo buttati fuori: “Prego esci immediatamente.”
Non puoi dire: “Non ho ancora finito di decorare il mio appartamento. Lasciatemi qui ancora per
qualche giorno.”
No. La morte è così crudele che un bel giorno improvvisamente, verrà e dirà: “Prego, fuori
immediatamente.”
Se fossi buttato fuori senza aver finito il mio compito, provate ad immaginare quale danno ne avrei
e quanto sarei sciocco. La civiltà moderna non ha questa conoscenza. Le persone pensano: “Questo
corpo è venuto fuori improvvisamente, per caso” il corpo significa i sensi – “allora cerchiamo di
gratificare i sensi il più possibile. Questa è la perfezione della vita.”
Tutto il mondo e in particolare i paesi occidentali seguono l’ideologia, la filosofia dell’edonismo.
“Goditi la vita con grande comodità, nel modo più piacevole possibile.” Questo però è molto
sbagliato ed è un grande errore.
BHOGI, ROGI E YOGI
Coloro che si trovano al livello della gratificazione dei sensi grossolani hanno difficoltà a
comprendere la verità. Nella Bhagavad-gita (2.44) è affermato:
bhogaisvarya-prasaktanam
tayapahrita-cetasam
vyavasaytmika buddhih
samadhau na vidhiyate
“Nella mente di coloro che sono troppo attaccati al piacere dei sensi e alla ricchezza materiale e
sono sviati da questi desideri, la risoluta determinazione a servire con devozione il Signore
Supremo non trova posto.”
Bhoga significa il piacere dei sensi materiali. E roga significa quello che è di ostacolo al piacere
dei sensi, cioè una condizione di malattia. Non puoi godere la vita se sei malato. Bhoga, roga – e
c’è un’altra parola, yoga. Sono parole sanscrite.
Bhoga significa godere il piacere dei sensi, roga indica una condizione di malattia che impedisce di
provare piacere e yoga significa abbandonare bhoga e roga e tornare a casa da Dio. Questo è il
significato di yoga.
Bhogi, rogi e yogi. Bhogi sono quelli che si dedicano alla gratificazione dei sensi e rogi coloro
che stanno soffrendo. Tutti noi siamo più o meno soggetti alla sofferenza, perché questo è un posto
dove la sofferenza è una condizione naturale di vita. Ma lo dimentichiamo e questo è detto ajnana.
Noi esseri viventi, essendo parti integranti di Dio, abbiamo la stessa natura di Dio. Siamo piccoli
“dio” e qualitativamente abbiamo la Sua stessa natura. I filosofi Mayavadi affermano che noi siamo
del tutto uguali a Dio. No. Non è così. Una piccola particella d’oro è oro. Questo è vero, ma non ha
lo stesso valore di un mucchio d’oro. Il mucchio d’oro ha più valore. Una particella d’oro è oro, ma
non è uguale ad una miniera d’oro. La Verità Assoluta, Dio, è paragonabile ad una miniera d’oro e
noi, ognuno di noi – tutto – è parte integrante di quella miniera d’oro. Anche noi siamo oro.
LA TENDENZA A GODERE
Poiché la qualità è la stessa, anche le tendenze sono le stesse. Krishna prova piacere con le gopi,
le pastorelle e poiché noi siamo parti integranti di Krishna, anche noi desideriamo godere con le
giovani donne. Questa tendenza a godere della vita con le giovani donne o con gli uomini giovani è
naturale. Una donna e un uomo giovani hanno una tendenza naturale ad unirsi, ad amarsi. Questo non è
innaturale. Perché? Perché questa tendenza è nel Supremo, come potete vedere nelle raffigurazioni di
Radha-Krishna.
Govinda, Sri Krishna, ha espanso la Sua energia ananda-cinmaya-rasa, la Sua energia di piacere per
godere dei Suoi passatempi. Questa energia ananda-cinmaya-rasa si è espansa in molte gopi,
pastorelli, mucche e vitelli. Essi, tutti insieme danno a Krishna una felicità trascendentale,
ananda.
Non è molto difficile capirlo. Per esempio, c’è chi tiene un cucciolo di cane per amarlo, i cani
amano il padrone e il padrone ama i cani. Allora perché Krishna non dovrebbe amare le mucche e i
vitelli ed esserne ricambiato? È difficile capirlo? Cercate di comprendere questa inclinazione.
Il Vedanta-sutra afferma, athato brahma jijnasa: “Ora ponete domande sulla Verità Assoluta.” Che
cos’è la Verità Assoluta? Questa è la domanda del Vedanta-sutra. La risposta è janmady asya yata:
“La Verità Assoluta è quella da cui tutto emana.” E qual è la natura della Verità Assoluta?
Anandamayo ‘bhyasat: “Per natura Egli è pieno di felicità.”
Ora cercate di capire. Se la Verità Assoluta, Dio, è pieno di gioia, pieno di piacere – senza
piacere non c’è gioia – quindi noi dobbiamo essere, pieni di gioia. Dobbiamo godere veramente la
vita, ma questo non è possibile qui, perché ora siamo in una condizione di malattia. La prova di
questa condizione di malattia è che c’è la nascita, la morte, la vecchiaia e la malattia. Questo è
spiegato molto bene nella Bhagavad-gita. In questa condizione ci sforziamo moltissimo per superare
la nostra infelice situazione e raggiungere il livello della felicità. Tutto il nostro sforzo è per
questo. Perché le persone corrono in macchina in una direzione o nell’altra? Per essere felici. E
loro fanno progetti: “In questo modo sarò felice. In quest’altro modo sarò felice.” Le inserzioni
pubblicitarie ci sono: “Venite.” Ci sono fotografie di ragazze nude. Esse c’invitano: “Venite qua.
Sarete felici.”
Facciamo progetti per la felicità. Perché? Perché cerchiamo la felicità? Perché per natura siamo
felici. Per esempio, se ci ammaliamo andiamo dal dottore, dal farmacista per trovare rimedio alla
malattia. Perché? Perché per natura siamo sani. Restare sani è la normalità della nostra vita ed
ammalarsi non è normale; questo non è normale. Per questo andiamo dal farmacista, chiediamo cure e
prendiamo le medicine. Ci domandiamo: “Come sarò curato?”
Allo stesso modo cerchiamo la felicità. Perché? Perché la nostra posizione costituzionale è che
siamo parti integranti di Krishna, che è anandamayo ‘bhyasat: Egli è per natura pieno di gioia, ma
la nostra situazione di felicità è stata alterata. Ora, dobbiamo scoprire perché la nostra felicità
è stata alterata e vita dopo vita inseguiamo questa felicità, ma ne usciamo frustrati. Il nostro
dovere è quindi fare domande e non sforzarci di rendere più confortevole questa nostra posizione
temporanea.
Per esempio, quando andate in ufficio, vi può capitare che l’autobus sia troppo affollato e ciò non
vi rende felici. Purtroppo dovete stare in piedi. Questo non vi piace, ma poiché dovete andare in
ufficio, tollerate. “Il mio primo dovere è di arrivare in ufficio in orario. Cosa posso fare? Devo
sopportare questo disagio.”
Ugualmente, se siete seri per quanto riguarda il vostro vero dovere, questo dovere può essere
compreso quando si ha la forma umana. Gli animali non possono comprendere. Per esempio, gli animali
vengono portati al mattatoio e se uno di loro entra, anche tutti gli altri entreranno. Non sanno
fare di meglio. Anche se comprendono: “Stiamo per essere uccisi.” Essi non possono protestare o
andarsene. Ma se un essere umano viene ucciso in una strada, i suoi parenti ricorrono alla legge e
l’assassino viene arrestato.
ANIMALI SENZA NAZIONALITÀ
Un essere umano gode di molte facilitazioni, mentre un animale non ne ha alcuna. Una mucca nasce in
America e un signore nasce in America, ma lo Stato si prende cura del signore e non della mucca. Lo
Stato usa i termini nazionale e nazionalità, ma perché agli animali si rifiuta il riconoscimento
della nazionalità? È solo da pochi anni che nel vostro paese le persone di colore hanno la
nazionalità americana. Perché si dovrebbe negare ad una parte dell’umanità il riconoscimento della
nazionalità? Avere una nazionalità significa che l’essere vivente è nato in quella terra. Questo è
naturale, se un bambino, anche se indiano, nasce nel vostro paese, ha subito il diritto di
cittadinanza. Questa è la legge.
La conclusione è che chiunque nasca in questa terra, ne ha la nazionalità. Ma perché rifiutiamo
questo riconoscimento ai poveri animali? Questo è frutto d’ignoranza. Abbiamo concepito l’idea che
gli animali non hanno anima. Perché non hanno anima? Qual è la differenza fra voi e gli animali? Voi
mangiate; gli animali mangiano. Voi dormite; gli animali dormono. Voi avete una vita sessuale; gli
animali anche. Voi cercate di difendervi e anche gli animali fanno lo stesso.
Mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi – questi quattro principi propri dei corpi – valgono sia
per gli animali che per gli uomini. Allora perché si dovrebbe negare la nazionalità agli animali? Il
fatto che siano meno intelligenti non è un motivo per negargliela. No. Se un padre ha quattro figli
e non tutti ugualmente intelligenti, darà meno protezione a quello meno intelligente? No. La
protezione, la protezione che la famiglia dà, è uguale per tutti i figli.
DIRITTI UGUALI PER TUTTI
Questo è il concetto proprio della comunità bhagavata o divina – uguali diritti per tutti, anche per
gli animali. Questa è coscienza di Krishna. Coscienza di Krishna significa avere la conoscenza.
Colui che è cosciente di Krishna ha una piena conoscenza, è un pandita. Qual è la caratteristica di
un pandita, di un uomo che ha la conoscenza? Questo è affermato nella Bhagavad-gita (5.18):
vidya-vinaya sampanne
bramane gavi mastini
suni caiva sva-pake ca
panditah sama-darsinah
“Illuminati dalla vera conoscenza, gli umili saggi vedono con occhio uguale il brahmana nobile ed
erudito, la mucca, l’elefante, il cane e il mangiatore di cani [l’intoccabile].”
Nel nostro paese si suppone che un brahmana sia molto istruito, perciò viene chiamato pandita.
Pandita significa molto erudito. Ai giorni d’oggi si può essere sciocchi numero uno, ma si è
chiamati pandita anche se in realtà non lo si è. In verità però un pandita o un brahmana è qualcuno
molto istruito nella letteratura vedica.
Veda-pathad bhaved viprah: colui che ha studiato molto bene i Veda è un vipra cioè un brahmana. E
colui che è davvero un pandita vedrà il brahmana erudito, il maiale, il cane, il candala
[fuoricasta], l’elefante tutti gli esseri viventi – in modo equanime, perché vede l’anima e non il
corpo.
Per esempio, ci siamo incontrati qui e ci vediamo l’un l’altro. Non siamo venuti qui per vedere i
nostri abiti; siamo venuti per vedere o imparare un po’ di conoscenza. Allo stesso modo, la vita
umana è specificatamente fatta per ottenere la conoscenza che ci manca. La conoscenza che ci manca è
che ci siamo dimenticati che siamo anime spirituali, parti integranti di Dio, Krishna. Questo è
quello che manca.
RAVVIVARE LA COSCIENZA
Il nostro Movimento per la Coscienza di Krishna vuol far rivivere questa coscienza perduta. Questa è
la conoscenza che abbiamo perduto: “lo sono parte integrante di Krishna, il supremo goditore, pieno
di gioia, ma per una qualche ragione, essendo coinvolto nel mondo materiale, sto soffrendo. Sto
cercando la felicità in quest’atmosfera materiale, ma è impossibile.
Se ti trovi nell’acqua, anche se sei un nuotatore molto esperto non sarai felice, perché l’acqua non
è il tuo elemento. Tu sei un essere vivente della terraferma. Così se togli un pesce dall’acqua e lo
metti sul velluto – “Mio caro pesce, riposa su questo velluto” – egli morirà, perché quella
condizione non è naturale per lui. Parimenti, noi siamo anime spirituali, parti integranti di
Krishna. Perciò se non torniamo da Krishna – come le gopi e i pastorelli – non potremo essere
felici. Non c’è nessun’altra possibilità per noi di ottenere la felicità.
Questo è l’ideale: che diventiate coscienti di Krishna, torniate a casa, a casa da Krishna e siate
felici. Questo è il nostro programma. È un programma molto bello. Questo Movimento per la Coscienza
di Krishna non è un qualsiasi movimento per ingannare le persone. E un movimento stabile,
autorizzato e noi stiamo aprendo centri in tutto il mondo per dare a tutti, alle persone civili, la
possibilità di comprendere il valore della vita e come poter essere felici. E questo il nostro
compito.
Il nostro compito non è quello di ingannarvi. Non è che io vi do qualche mantra, voi mi date del
denaro e poi io me ne vado. No. Noi siamo venuti per servirvi in modo che ne possiate trarre
vantaggio. Non ci fraintendete – “Questa è una setta religiosa.” No. Non siamo una setta religiosa.
Siamo un’associazione culturale. Noi diamo la cultura più elevata alla società umana, per
risvegliare nelle persone la coscienza perduta. Sono molto felice di vedere tutti voi, Americani e
Indiani. Questo è ciò che vogliamo. Vogliamo unire il mondo intero con questo Movimento per la
Coscienza di Krishna. E in realtà questo è ciò che sta avvenendo. Nella nostra associazione vi sono
devoti di tutte le religioni – Cristiani, Ebrei, Indù, Maomettani, neri e bianchi.” Non fa
differenza, perché abbiamo la visione indicata dalla Bhagavad-gita, pandita sama-darsinah: il saggio
vede con equanimità ogni essere vivente. Noi cerchiamo di vedere sotto questa luce e cerchiamo
d’insegnare agli altri come accettare questo modo di vedere e come esserne felici.
Questo è un movimento molto serio e tutti voi potete trarne beneficio. La pratica non è difficile,
perché il nostro è un metodo molto semplice. Venite a cantare Hare Krishna con noi. Tutti possono
pronunciare le parole Hare Krishna. Vediamo in tutto il mondo che non è difficile cantare questo
mantra. E chiaro. Non vi sono segreti. Non diciamo: “Ti darò un mantra particolare.” No. Questo
mantra è uno solo ed è adatto a tutti – agli eruditi, agli ignoranti, ai bianchi e ai neri, ai
vecchi e ai giovani. Tutti possono cantare. E in realtà questo sta accadendo.
È molto facile. Cantate Hare Krishna. Non ci sono rigide regole. In qualsiasi situazione vi
troviate, cominciate a cantare e ne vedrete i risultati. Come esempi, abbiamo i nostri templi e i
nostri devoti. Osservate come vivono, come sono stati formati i loro caratteri, come si purificano e
come i loro volti siano splendenti. Si può vedere nella pratica.
Perciò la nostra richiesta è questa: per favore, venite regolarmente a questo tempio e traete ne
beneficio.
Vi ringrazio moltissimo.
(da Ritorno a Krishna di Novembre-Dicembre 2003)
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