La danza armonica dell’acqua
intervista a Emilio Del Giudice
Emilio Del Giudice spiega in questa intervista che cos’è l’acqua coerente e quali sono le sue proprietà…
di Vincent Gambino – 04/02/2014
La danza armonica dell’acqua: intervista a Emilio Del Giudice
Pragmatismo empirico? La scienza deve fondarsi sull’evidenza? Forse, ma tale affermazione pare non valere sempre e «grandi scoperte avvengono quando si scopre che l’apparenza ha torto» – per utilizzare le parole del dottor Emilio Del Giudice. Per chi ancora non lo conoscesse, il suo curriculum vanta la Laurea in Fisica all’Università di Napoli nel 1961, la specializzazione in Fisica Teorica e Nucleare presso l’Università di Napoli nel luglio del 1965, il ruolo di ricercatore emerito INFN, l’attività di studioso e conferenziere internazionale. Quello che però più l’ha fatto conoscere è la sua appartenenza a quella corrente di pensiero ancora oggi considerata “eretica” da quella scienza – permettetemi l’espressione – “oscurantista” che viene divulgata e proposta alle masse.
Non sempre però quello che è evidente corrisponde alla natura delle cose.
La fusione fredda, ad esempio, è un argomento maledetto nella scienza contemporanea. Come ha già detto Del Giudice, i no categorici che siamo abituati a sentire da più parti dovrebbero fornire delle ragioni per tale ostinata negazione.
Secondo una legge comunemente accettata in fisica, due nuclei, essendo carichi positivamente, si respingono tra loro: anche quando si tratta di nuclei differenti, la loro barriera energetica e la medesima carica fa si che si respingano. Per far superare ai nuclei la loro naturale barriera repulsiva è necessario apportare un’energia cinetica data da una temperatura di 60 milioni di gradi. Questo dato – calcolato dai fisici teorici con uno scarto in più o in meno di 10 milioni di gradi circa – crea evidenti problemi: il sole ha una temperatura di 2 milioni di gradi, ossia trenta volte inferiore. Vuoi vedere che, sotto sotto, anche il sole ha qualcosa a che vedere con la fusione fredda?
È possibile arrivare a superare questo ostacolo dato dalla repulsione solo tramite una bomba H? Come si può vincere la repulsione di due nuclei e ottenere una fusione nucleare? Si deve far scattare la “passione” – come sostiene Del Giudice –mettendo in intimo contatto i due nuclei, come si fa con due potenziali amanti.
Questi nuclei sulle lunghe distanze si respingono, ma se avvicinati fino a 10 fermi (fm, unità di misura, vedi box di approfondimento, ndr) di distanza, le forze nucleari presenti in essi (che sono un milione di volte più intense delle forze elettromagnetiche, ma hanno brevissimo raggio d’azione) possono entrare in azione bypassando la repulsione elettrostatica.
È sempre un processo in due fasi quello che ci interessa: un insieme di particelle cariche, superata una certa soglia, invece di respingersi si attrae. Questo processo scatta solo quando è presente un numero critico di particelle, nell’ordine di 10 miliardi di corpi. Quindi è facile comprendere come l’osservazione “classica” che si fa in fisica – quella dei corpi singoli – non è soddisfacente e non spiega i differenti funzionamenti della natura.
“Like likes like” (il simile attrae il simile), questo tipo di fenomeno, poco conosciuto dalla fisica teorica ma molto comune nell’ambito della fisica sperimentale, trova una sua collocazione teorica nella teoria dell’Elettodinamica Quantistica Coerente Elettrodinamica di cui il fisico italiano Giuliano Preparata (Padova, 1942 – Frascati, 2000) è stato fondatore. Utilizzando le proprietà della materia si fanno radunare i nuclei, anch’essi particelle cariche, fino a far raggiungere loro una massa critica (dieci alla ventidue nuclei per centimetro cubo) in cui il fenomeno dell’attrazione “spodesta” quello della repulsione e fa scattare la fusione. Così osservarono i pionieri della fusione fredda, Fleischman e Pons, con il Deuterio.
Dalle parole stesse di Del Giudice sappiamo che quando si desidera parlare di fusione fredda ci si dovrebbe più giustamente riferire alle fusioni fredde: ne esistono svariate varianti, svariati sono i “trucchi” usati dai differenti ricercatori per far scattare una fusione. Tutte però – come il professore spiega molto bene – riguardano il funzionamento collettivo della materia.
Dal mio punto di vista è proprio questo cambiamento radicale di paradigma – una visione “olistica” non atomistica, che cerca di comprendere la realtà delle cose nel suo insieme – ad essere veramente rivoluzionaria. Probabilmente proprio questo tipo di approccio ha spinto Emilio Del Giudice e tanti altri ricercatori a studiare sotto altre ottiche l’acqua e le sue caratteristiche.
Giuliano Preparata, grande amico e collaboratore di Emilio Del Giudice, scrisse quanto segue sull’acqua (in L’Acqua, la Coerenza Elettrodinamica Quantistica e l’Origine della Vita):
«La visione tradizionale a proposito dell’acqua dice che è una molecola stupidissima, non complessa come, ad esempio, il DNA; le molecole d’acqua stanno insieme perché delle forze elettrostatiche le tengono insieme.
C’è un problema: le forze dell’acqua sono diverse quando sono nel vapore, ma non si spiega perché. Perché l’acqua bolle proprio a 100 gradi? Dal mio studio venne fuori un’acqua completamente diversa: l’horror quietis porta le molecole dell’acqua a oscillare nel loro stato più basso, con frequenze caratteristiche: la singola molecola è come una radio che manda una radiazione elettromagnetica di frequenza ben precisa, proprio quella su cui oscillano tutte. Le molecole danzano in fase, si crea un campo elettromagnetico che le tiene insieme, per cui le molecole si conoscono le une con le altre, proprio come radio comunicano la loro musica a distanza, provocando una grande armonia. Un mondo caotico diventa, quindi, un mondo di armonia, in cui l’interazione fondamentale è a lungo raggio, e condensa un campo elettromagnetico potentissimo che mantiene questo ordine infinitamente. Mi sembra l’archetipo della vita: da un insieme slegato di oggetti individuali, a un oggetto che è un tutto».
Lascio immaginare al lettore quello che potrebbe cambiare nella nostra percezione del mondo se abbracciassimo – in vasto numero e in fase coerente – quello che qui viene proposto: Emilio Del Giudice ci accompagna alla scoperta delle inaspettate proprietà dell’acqua.
Dottor Del Giudice, ci potrebbe spiegare meglio che cosa si intende con moto all’interno della materia?
Ogni atomo e molecola ha un numero variabile di configurazioni interne, ovvero, nuclei ed elettroni sono disposti in più di un modo. È possibile che gli atomi oscillino tra queste configurazioni, purché ricevano un sufficiente apporto di energia. In una visione come quella della fisica classica, in cui esistono solo gli atomi e il mezzo circostante è passivo, questo moto degli atomi è possibile solamente se qualcuno o qualcosa fornisce l’energia necessaria.
Nella fisica quantistica invece – nella quale gli atomi e le molecole sono immerse nel vuoto, il quale non è il “nulla”, ma è un mezzo non costituito da atomi ma capace di oscillare – gli atomi e le molecole possono scambiare energia con il vuoto. In questo senso è possibile, tramite rapporti di energia, che atomi e molecole oscillino tra differenti configurazioni.
Questo è dimostrabile, purché vi sia una sufficiente densità degli atomi e la temperatura, che è l’agente distruttivo caotico, non sia eccessiva. Quindi – al di sopra di una soglia di densità ed al di sotto di una soglia di temperatura – questo movimento in comune tra gli atomi e il vuoto si può stabilizzare e dar vita a un moto collettivo di tutti gli atomi su di una distanza uguale a quella della lunghezza d’onda del moto elettromagnetico, che corrisponde al “soldo” di energia: tutti gli atomi oscillano in fase in regioni che vengono dette domini di coerenza.
Domini di coerenza capaci di mettersi in fase tra di loro: questa è la specificità dell’acqua
Affascinante! Un’altra cosa che mi ha affascinato dei suoi lavori, riguarda il fatto che la natura dei sistemi quantistici tende sempre al minimo di energia e che si può ottenere energia senza sforzo. Sembra quasi, per i non addetti ai lavori, un concetto Zen…
Si tratta però di ordine senza sforzo, in quanto se l’energia è minima non se ne può ottenere di più.
Quello a cui lei si riferisce si trova in realtà anche nella fisica classica, anche in questa tutti i sistemi tendono al minimo di energia. Va detto, però, che non essendoci in questa la possibilità di esplorare l’ambiente circostante perché non capace di oscillare, non sempre si raggiunge lo stato minimo d’energia. Nella fisica quantistica, invece – nella quale il sistema fisico è capace di oscillare e quindi di esplorare l’ambiente e “rendersi conto” delle differenti configurazioni – il minimo di energia è sempre raggiunto. Così, nello stato coerente, stato più ordinato di quello non coerente in quanto tutti i componenti si muovono all’unisono, è possibile avere un minimo di energia ed un massimo di ordine.
Ci stiamo avvicinando al concetto di acqua bifasica?
Sì perché questa tendenza è un aspetto della dinamica, che corrisponde, rifacendoci alla filosofia quantistica, allo Yin. Ma vi è anche un’altra tendenza: lo Yang. Questa corrisponde agli urti tra le molecole dovuti all’eccitazione termica, alla temperatura quindi. Se la temperatura è sufficientemente bassa prevale l’ordine, se invece è sufficientemente alta prevale il disordine. Quando prevale il disordine abbiamo il gas, quando prevale l’ordine abbiamo il liquido e il solido, e in particolar modo quel liquido che è materia vivente.
Da quanto mi sta descrivendo si può intuire che l’acqua è molto di più di quello che comunemente possiamo immaginare. Mi conceda una domanda diretta: che cos’è l’acqua e cosa si può fare con essa che ancora oggi fatichiamo a comprendere?
Come già diceva Talete, l’acqua è la matrice della vita, e lo è per un motivo molto semplice. Nel caso particolare dell’acqua infatti, l’oscillazione coerente unisce lo stato fondamentale di minima energia della molecola e lo stato eccitato in cui abbiamo un elettrone quasi libero, sulle soglie della libertà diciamo. Allora durante l’oscillazione coerente del dominio di coerenza dell’acqua, abbiamo gruppi di elettroni quasi liberi che possono essere ulteriormente eccitati. Si può generare quindi un effetto gerarchico, a catena, nel quale le molecole oscillano in fase formando un dominio di coerenza e questi domini di coerenza possono a loro volta oscillare in fase, per cui possiamo formare un insieme di domini di coerenza a loro volta coerenti, e così via. L’acqua ha questa capacità di formare vaste strutture, molto estese, che poi sono alla base degli esseri viventi. Il dominio di coerenza basilare è di un decimo di micron, però possiamo fare anche un elefante o un ippopotamo. Domini di coerenza capaci di mettersi in fase tra di loro, questa è la specificità dell’acqua.
È quindi questo che lei suggerisce quando scrive che insiemi differenti di frequenze possono dare l’aggregato e quindi il sistema vivente? Esattamente
Lei conosce i lavori di Benveniste ed Emoto?
Certamente. I lavori di Benveniste sono più profondi a mio avviso, mentre quelli di Emoto concedono molto allo spettacolo, pur basandosi su osservazioni reali. Mi è difficile però dare un parere a riguardo.
Sappiamo che suo fratello è un ottimo omeopata e che insieme avete svolto delle ricerche interessanti sull’omeopatia. Ogni buon omeopata potrà confermare che un rimedio preparato dall’uomo è di gran lunga superiore, rispetto a quello industriale in cui la diluizione, succussione e dinamizzazione sono operati da macchine. Addirittura la qualità vibratoria, mi conceda questa espressione, cambia da persona a persona. Pensa che tramite lo studio dell’acqua si possono sondare campi di studio riguardanti le differenti e molteplici potenzialità umane?
Certo! Grazie alla moltitudine di strutture di domini di coerenza che formano l’uomo, esso è sorgente di un grande numero di segnali elettromagnetici. Non campi, attenzione, questi sono una cosa ancora differente: si tratta in questo caso di potenziali elettromagnetici. Se fossero campi elettromagnetici ci sarebbe una perdita energetica da parte dell’organismo. Il sistema artificiale non ha questa capacità, agisce sull’acqua solo tramite forze, mentre l’organismo vivente è capace di trascrivere nell’acqua del preparato le sue proprie frequenze di oscillazione tramite i segnali che emette, si tratta, quindi, di un qualcosa di molto più ricco.
È possibile inviare per via telematica i segnali di una persona sana a una persona malata per poterla curare: anche se cose come queste sembrano ancora fantascienza non sono impossibili
Quali sono le possibilità applicative dei suoi studi nella scienza medica?
La rete di segnali elettromagnetici che si stabilisce nell’acqua è la rete di segnali che consente alle varie molecole di attrarsi tra di loro in modo selettivo, che poi è quello che accade nella materia vivente. Non si tratta di un processo casuale, ma di un processo regolato da un codice, come quello che si può avere nel DNA, o il codice della respirazione, o il ciclo di Krebs. Nel momento in cui si riesce a controllare questo tipo di dinamica, chiaramente l’intera medicina cambia.
Può azzardare un po’ di più?
Per esempio, recentemente, il Nobel per la medicina Luc Montagnier, ha scoperto che in corrispondenza dell’attività del DNA dei batteri si ha l’emergere di segnali elettromagnetici, i quali possono essere propagati. Questa era già un’idea di Benveniste. È possibile, ad esempio, inviare per via telematica i segnali di una persona sana a una persona malata per poterla curare. Anche se cose come queste sono ancora fantascienza non sono impossibili.
A proposito di premi nobel, l’ultima volta che ho incontrato Brian Josephson all’INFN di Frascati, si parlava anche di possibili applicazioni future dell’acqua nell’ambito dell’informatica: computer ad acqua per intenderci…
Non dovremmo però sopravvalutare il computer: sostanzialmente è uno strumento passivo che fa quello che un programma gli dice. Il cervello al contrario è uno strumento attivo capace di creare. La dinamica della coerenza è più legata a questo secondo aspetto. La dinamica della coerenza potrebbe creare un cervello più che un computer. Il cervello ha come sua fondamentale proprietà – come dice il mio amico Giuseppe Vitiello (fisico all’Università di Salerno, ndr) che si occupa di queste cose – la facoltà di sbagliare. Il computer ha solo la possibilità di guastarsi. Se uno strumento non ha questa facoltà di errare non può evolversi. Errare significa sia sbagliare che esplorare. La creatività è legata all’esplorazione. Una società basata sul computer è invece legata alla staticità, alla passività: segue le disposizioni e non è creativa.
Errare significa sia sbagliare che esplorare. La creatività è legata all’esplorazione
Cambiando argomento, lei e Preparata siete tra maggiori esponenti della fusione fredda in Italia. Lei ha affermato che il processo di fusione fredda è una realtà oggettiva confermata, in quanto riproducibile, e che mancano solamente i passaggi ingegneristici con i quali si possa captare e imbrigliare l’energia prodotta da questo processo…
Diciamo che ci sono aspetti ancora da capire, ma di base questo processo l’abbiamo riprodotto ed inquadrato in un sistema teorico coerente, ecco questo sì. Ma c’è ancora molto da studiare. La parte tecnologica è sicuramente da affrontare.
Nell’esperimento di Fleischmann e Pons avviene una trasmutazione degli elementi, assieme ad una cessione di energia… Si, viene introdotto del Deuterio e ne esce dell’Elio.
Non crede che sarebbe più corretto che si chiamasse il processo trasmutazione a debole energia o meglio reazione alchemica?
È sicuramente a debole energia, in quanto noi operiamo a temperatura bassa e la trasmutazione avviene, per cui è sicuramente una trasmutazione che non richiede un grande ammontare di energia.
Ho letto che però lei è dubbioso riguardo alle applicazioni delle trasmutazioni, per esempio, l’abbattimento delle scorie radioattive…
Non è che sono dubbioso, semplicemente non ne so abbastanza. Non escludo che si possa fare ma io non saprei come, tutto qui.
Lei ha anche affermato che di modi per produrre energia alternativi a quelli conosciuti dal grande pubblico ne esistono molti e più puliti. Che ne pensa del progetto Ignitur al quale partecipa il dottor Bruno Coppi e che attualmente è al centro delle collaborazioni tra Italia e Russia? Il progetto si propone di creare una fusione calda, ovvero un plasma che si autoalimenterebbe, dando energia stabile e pulita, confinato da enormi magneti. Crede che questa strada possa essere una di quelle che vale la pena seguire?
Non sono esperto di fisica dei plasmi ad alta temperatura – in questo è appunto esperto il dottor Coppi. Una cosa però la posso dire: la prima volta che ne ho sentito parlare è stato quarant’anni fa e non mi risulta che in questo settore in tutto questo tempo si sia ancora raggiunto l’obbiettivo. Ma non escludo che lo si possa raggiungere in futuro: ancora è una questione di competenze, che a riguardo mi mancano.
In un suo lavoro Lei propone una possibilità di comprensione della coscienza che “emerge” dalla materia. È un argomento delicato, molti fisici contemporanei si pongono problemi simili. Crede che la coscienza nasca dalla materia o pensa che avvenga il contrario?
Io sono convinto che la psiche nasca dalla materia. I meccanismi con i quali ciò avvenga sono ancora da sondare. Intervista realizzata nell’autunno del 2010.
Questo articolo è tratto dalla rivista
Scienza e Conoscenza – N. 34 >> http://goo.gl/8QTKJ8
Disponibile in versione cartacea, pdf e abbonamenti.
Editore: Scienza e Conoscenza – Editore
Data pubblicazione: Novembre 2010
Formato: Rivista – Pag 80 –
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-34.php?pn=1567
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