La depressione – del Prof. Robert Westermeier

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LA DEPRESSIONE

del Dr. Prof. Robert Westermeier

La depressione e’ uno stato d’animo che puo’ essere causato da un’errata
percezione – esageratamente negativa – del se’ e degli eventi. I pensieri
negativi non sono l’unica causa della depressione: cambiamenti nella
biochimica dei neurotrasmettitori del cervello, fattori ereditari, eventi
catastrofici nell’esistenza dell’individuo possono tutti generare uno stato
depressivo.

Comunque, quale che sia l’evento scatenante, la ricerca ha dimostrato che il
pensiero negativo e’ sempre presente. E cio’ che e’ particolarmente
insidioso nella depressione e’ che il pensiero negativo, lasciato
incontrollato, precipita automaticamente in una spirale di autopotenziamento
che peggiora drammaticamente lo stato depressivo.

Non e’ difficile capire come funziona questo meccanismo. Il pensiero
negativo genera depressione, la quale aumenta la quantita’ di pensieri
negativi, i quali a loro volta peggiorano lo stato depressivo. Gli altri
sintomi della depressione contribuiscono ad esacerbare il tono depresso
dell’umore.

Consideriamo l’isolamento ed il fatto che il depresso generalmente si
“ritira” dalla vita di relazione. Allontanandosi progressivamente dagli
altri, il depresso viene distratto sempre meno dai propri pensieri negativi,
ed ha sempre meno esperienze che possano contraddire cio’ di cui – in
maniera distorta – e’ intimamente convinto. Di conseguenza la depressione
peggiora. La depressione causa anche quella che viene definita “anedonia”,
ovvero la perdita della capacita’ di provare piacere. Quindi il depresso ha
la tendenza a trascurare le attivita’ piacevoli, che potrebbero invece
migliorare il suo stato dell’umore.

Anche le caratteristiche che definiremmo “sociali” sono influenzate dalla
depressione. I depressi tendono a curare meno il loro aspetto, ed il loro
“linguaggio del corpo” cosi’ come il loro stile di comunicazione divengono
ambigui, sfiduciati, ed infine dichiaratamente negativi. I depressi vengono
spesso evitati socialmente in quanto averli attorno genera cattivo umore. E’
chiaro come questo fatto contribuisca a sua volta ad aumentare la
depressione. Quindi, a differenza di una ferita, in cui i sintomi (gonfiore,
sanguinamento, eccetera) non contribuiscono a peggiorare la patologia, i
sintomi depressivi aggravano sostanzialmente e prolungano la depressione.

Ma agire su questi sintomi e’ possibile: combattere i sintomi significa
interrompere il circolo vizioso, migliorare lo stato depressivo ed elevare
il tono dell’umore.

Il pensiero negativo e’ certamente uno dei carburanti della depressione.
Abbiamo gia’ visto come, quando i depressi imparano ad identificare le
distorsioni cognitive ed a rimpiazzarle con interpretazioni piu’
realistiche, la depressione si riduce considerevolmente. Dobbiamo pero’
ricordare che la terapia cognitiva si indirizza anche agli altri sintomi
della depressione, lavorando per ridurre l’isolamento, aumentare le
attivita’ piacevoli, e migliorare le qualita’ sociali. Per fare questo
bisogna spesso “mettere il carro di fronte ai buoi”, vale a dire aiutare i
pazienti ad impegnarsi in attivita’ che, visto il loro attuale stato
depressivo, non sembrano per nulla attraenti. La motivazione verso queste
attivita’ arriva solo dopo che il paziente ha cominciato a farle.

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