La Dottrina del Cuore – Cenni sul Buddismo

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LA DOTTRINA DEL CUORE

– CENNI SUL BUDDHISMO

di Eugenio Miccone

– Caratteri generali del buddhismo –

Fra le varie Religioni del mondo il Buddhismo occupa un posto unico, come
unica è la posizione del Buddha, il primo essere umano che abbia realizzato,
con la Sua Perfetta Illuminazione, l’Identità con la Verità; l’unico che non
si sia presentato come un essere investito di una divina missione, ma come
Uomo perfetto fra gli uomini; l’unico che, animato dal solo grande desiderio
di liberare l’uomo, gli abbia indicato non solo una Via di perfetta purezza,
ma anche una Via di vera e totale Libertà.

Egli non chiese che si credesse in Lui quale condizione per la salvezza;
Egli non si pretese intermediario tra l’Uomo e la Verità; Egli – e questo
solo basta a dirne la grandezza – fu l’unico che incitò coloro che lo
ascoltavano a sottoporre le Sue stesse parole al vaglio della ragione e del
buonsenso, prima di accettarle come vere.

Egli non venne per dare agli uomini nuovi miti per una nuova idolatria, per
porre le basi di una nuova vasta sacerdotale; Egli venne per liberare l’Uomo
non solo dalle illusioni di questo mondo, ma anche dai fantasmi dell’altro.
In quale altra Religione troviamo un Maestro che paragoni il proprio
Insegnamento ad una zattera, utile per traversare la corrente, ma di nessun
uso una volta giunti all’altra riva?

“Fratelli, persino questa visione delle cose, così pura, così chiara, se voi
ne siete legati, se voi le siete affezionati, se voi la serbate come un
tesoro, se vi siete attaccati ad essa, allora voi non comprendete che
l’insegnamento è simile ad una zattera, che è fatta per traversare, non per
restarvi attaccati”.

“Un uomo, o Fratelli, è in viaggio. Egli giunge ad una grande distesa d’
acqua, di cui la riva dal suo lato è pericolosa e paurosa, mentre l’altra
riva è sicura e senza pericoli. Egli non ha una barca per giungere all’altra
riva e non c’è alcun ponte per traversare.

Egli pensa: “. Sarebbe bene che io raccogliessi dell’erba, del legno, rami e
foglie per fare una zattera, mediante la quale giungere sicuro all’altra
riva, servendomi delle mani e dei piedi”. Allora quest’uomo, o Fratelli,
raccoglie dell’erba, del legno, rami e foglie, costruisce una zattera e con
questa passa sicuro all’altra riva, servendosi delle mani e dei piedi.
Traversata la corrente e giunto all’altra riva egli pensa: “Questa zattera
mi è stata di grande aiuto. Per mezzo di essa io sono passato sicuro all’
altra riva. Sarebbe bene che io portassi questa zattera sulla testa o sulle
spalle dovunque andrò”. Che cosa pensate, Fratelli? Agendo in questo modo
questo uomo agirebbe convenientemente riguardo alla zattera?”

“No, Signore.”

“Come dunque agirà quest’uomo in modo conveniente riguardo alla zattera?
Ora, compiuta la traversata e giunto all’altra riva egli pensa: “Questa
zattera mi è stata di grande aiuto. Per mezzo di essa io sono passato sicuro
all’altra riva. Sarebbe bene che io ora la deponessi a riva, o la lasciassi
andare con la corrente e che io me ne andassi libero dove vorrò.” In questo
modo quest’uomo agirebbe in modo conveniente riguardo alla zattera.

Così, Fratelli, io ho insegnato una dottrina simile ad una zattera; essa è
fatta per traversare, non per rimanervi attaccati”.

Il Buddhismo non mira a fare dell’Umanità un gregge sottoposto alla autorità
di qualche pastore, che decida per noi quello che è vero o falso, giusto o
ingiusto; nelle Parole del Buddha l’Ideale posto davanti all’Uomo è quello
di una libertà perfetta da ogni illusione e da ogni servitù; di una libertà
di coscienza assoluta, di una vita libera e lieta, per la fiducia illimitata
che il Buddha pone nelle possibilità dell’essere umano di divenire, facendo
appello solo alle proprie forze, supremamente saggio, supremamente
compassionevole, supremamente puro – in una parola: Buddha.

Per questo nel Buddhismo non esiste autorità spirituale, non esistono dogmi
e non si pronunciano anatemi.

Il Buddhismo non ha mai promosso, ma sempre subito, persecuzioni religiose.
In nessuna Religione come nel Buddhismo troviamo quel sublime spirito di
amore e di compassione esteso a tutto ciò che vive, a tutto ciò che sente e
che soffre. Ascoltiamo le parole dell’Illuminato: queste furono rivolte ai
Kâlâma, una popolazione del Regno di Kosala, che un giorno si recarono dal
Buddha per conoscere il Suo parere circa le varie dottrine che udivano
predicare dai più disparati maestri. Ed il Buddha disse loro:

“Si o Kâlâma, è giusto che voi siate nel dubbio e nella perplessità, poiché
questo dubbio è sorto per un soggetto il quale è fonte di dubbi. Ora
ascoltate, Kâlâma: non lasciatevi guidare da quanto vi viene riferito, dalla
tradizione o da quello che sentite dire. Non lasciatevi guidare dll’autorità
dei testi religiosi, né dalla semplice logica e deduzione, né dalle
apparenze, né dal piacere di speculare su delle opinioni, né da possibili
verosimiglianze, né dal pensiero: “egli è il mio Maestro”. Ma, o Kâlâma,
quando voi sapete da voi stessi che certe cose sono utili e buone, allora
accettatele e seguitele”

Lo stesso spirito di tolleranza si ritrova negli Editti di Âsôka, il grande
Imperatore Buddhista del III secolo a.C.:

“Non si deve onorare soltanto la propria religione e condannare quelle degli
altri, ma si deve onorare anche le religioni degli altri. Agendo così si
aiuta lo sviluppo della propria religione e si rende un servizio a quelle
altrui. Agendo altrimenti si scava la tomba della propria religione e si fa
pure del male a quelle altrui. Chiunque onora la propria religione,
condannando le altre, lo fa beninteso per amore della propria, pensando: “io
glorificherò la mia religione”. Ma, in tal modo, egli invece arreca un grave
danno alla propria religione. Così la concordia è buona: che tutti ascoltino
e vogliano ascoltare le dottrine delle altre religioni”.

Così il Buddhismo non è basato sulla “fede”, una parola che significa in
occidente l’abdicazione dell’intelligenza e l’usurpazione del suo trono da
parte dell’autorità sacerdotale. Per il Buddhista, il Signore è un grande
Medico, il Maestro – medico (Bhaisajya Guru) che ha diagnosticato il male
del mondo, ne ha indicato le cause, ne ha assicurata la guarigione e ne ha
prescritta la cura.

Il Buddhista ha fiducia nel grande Medico e, se vuole guarire dalla
sofferenza, ne segue la cura; se no, nessuno lo condanna a soffrire ancor più
nell’inferno e perfino su questa terra, qualora il progresso della civiltà
umana non lo abbia messo al riparo dai persecutori.

Il Buddha si è sempre preoccupato di insegnare una dottrina verificabile
dall’Uomo stesso; il Suo insegnamento è piano e logico e la Via che Egli
indicò è alla portata di tutti. I Punti essenziali della Sua Dottrina
possono essere direttamente sperimentati e verificati nella stessa vita di
tuttii giorni, dall’Uomo nella stessa vita umana. Come il Buddha disse:

“In questo stesso corpo alto sei piedi, con le sue sensazioni, i suoi
pensieri, le sue idee, io dichiaro a voi che ivi è il mondo, e l’origine del
mondo, e la cessazione del mondo e così pure la Via che conduce alla
cessazione del mondo”. Egli insegnava così che non dobbiamo aspettare la
fine del mondo per vedere la fine del dolore, e che è in noi il potere di
giungere qui ed ora alla Verità ed alla Libertà.

“Voi stessi dovete compiere l’opera; i tathâgatâ indicano soltanto la via”
(Dhammapada, 276). É evidente, quindi, che nostra è la responsabilità, nelle
nostre mani il potere di salvarci o di perderci.

Due versetti del Dhammapada vengono, di solito, citati per porre in rilievo
questa particolare attitudine buddhista; sono i primi due versetti di quel
Libro stupendo e dicono:

Gli elementi sono predeterminati dai pensieri, sono cumuli di pensieri, sono
fatti di pensieri.

Se un uomo oscuramente parla od agisce il dolore lo segue, come la ruota
segue il piede di chi la tira.

Gli elementi sono predeterminati dai pensieri, sono cumuli di pensieri, sono
fatti di pensieri.

Se un uomo chiaramente parla od agisce la gioia lo segue, come ombra che non
abbandona.

Gli elementi (dhammâ) sono i fili che compongono la trama del divenire,
quelli di cui è fatto il mondo, esterno ed interno, oggettivo e soggettivo.
La stessa parola dhammâ spesso è perciò tradotta “Il mondo” oppure “tutto
quello che siamo”, etc. Quello che è importante notare è:

L’Uomo è l’artefice assoluto del proprio destino, secondo un processo (Kamma
o Karma), il quale aggiusta esattamente l’effetto alla causa.

Astenersi da ogni male,
Esercitarsi nel bene,
Purificare la propria mente:
Tale è l’insegnamento dei Buddha.
(Dhammapada, 183)

Tale è il Buddhismo: una Via di intelligente e consapevole rettitudine, di
libertà spirituale e di compassione senza limiti.

(Eugenio Miccone)

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