La felicità allunga la vita

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La felicità allunga la vita

Non è un proverbio della nonna, ma il risultato di uno studio dell’University College di Londra,
appena pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Tra le persone che
si definiscono felici il rischio di morte è più basso anche del 35 per cento rispetto a quanti si
reputano insoddisfatti.

Perfino il primo ministro inglese David Cameron, nel pieno delle proteste degli indignati di tutto
il mondo, britannici in testa, si è imbarcato in un’operazione ad alto rischio di figuracce
investendo 2 milioni di pubbliche sterline per stabilire quale sia l’indice di felicità dei suoi
concittadini, convinto com’è che nonostante l’austerity imposta dal suo governo, autore di severi
tagli al welfare, vi possano ancora essere “sacche” di inaspettata felicità nella popolazione, basta
saperle cercare.

Ma vediamo prima cosa ha stabilito la ricerca appena pubblicata. Gli studiosi hanno chiesto a un
campione di 3.853 persone, di età compresa tra i 52 e i 79 anni, di misurare su una scala da 1 a 4
il proprio livello di felicità in 4 momenti della giornata: al risveglio, mezz’ora dopo, alle 7 di
sera e prima di dormire. Analizzando le risposte, gli studiosi hanno individuato tre gruppi in base
al tasso di felicità (alto, medio e basso) e i soggetti sono stati monitorati per cinque anni per
verificarne la mortalità.

Nel gruppo dei felici la percentuale di decessi è risultata pari al 3,6%, nel gruppo intermedio è
stata del 4,6% e nel gruppo a basso tasso di felicità del 7,3%. Aggiustati i risultati in modo da
annullare l’interferenza di altri fattori come l’età e lo stile di vita, quel che emerge dallo
studio è che coloro che si ritengono felici fanno registrare un rischio di morte del 35% più basso
rispetto agli infelici.

Second Andrew Steptoe, uno degli autori, “la felicità potrebbe essere il marcatore di qualche altro
aspetto della vita delle persone che è particolarmente importante per la salute”. Per esempio, che
cosa? “La felicità è fortemente legata alle buone relazioni sociali, e forse sono cose come queste
ad essere responsabili del legame tra felicità e salute”.

Guarda caso si tratta proprio di una delle motivazioni alla base della scelta delle 10 domande che
Cameron vuole rivolgere ai cittadini britannici per stabilire il grado di benessere della
popolazione, ed elaborare in base a quello le future politiche del governo. Una delle domande
riguarda proprio la qualità delle relazioni interpersonali. Vi sono anche domande sul rapporto di
coppia (siete soddisfatti di vostra moglie/marito?), sulla salute, sul proprio quartiere e sulla
criminalità, sullo stipendio e sul livello di istruzione, nonché sul grado di fiducia nei politici.
La parola ora passa ai cittadini.

marta.buonadonna – blog.panorama.it

Martedì 1 Novembre 2011

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