La “ferita” dei non amati – Come guarirla con il Reiki

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La “ferita dei non amati”: come guarirla con il Reiki

di Patrizia Capodicasa

“La ferita dei non amati”. E’ così che Peter Schellenbaum, psicoterapeuta e scrittore, ha intitolato
un suo libro che espone un concetto molto interessante.

La ferita in oggetto, secondo l’autore, è l’impronta di un’antica mancanza d’affetto, che
difficilmente si cancella e che, proprio perché retaggio di un vissuto lontano, resta sensibile ai
processi evolutivi della nostra crescita emozionale e subisce le influenze provenienti da microcosmo
e macrocosmo. Quando un evento scatenante tocca il tessuto non cicatrizzato, la ferita si riapre e
torna a sanguinare.

Questi momenti, presenti e, più o meno, evidenti per ognuno, fanno assumere al mondo circostante
tinte forti e forme distorte: il tempo passato a lavorare su noi stessi sembra svanire nel nulla, il
tempo dedicato alla meditazione, ai cammini evolutivi, sembra sprecato e completamente inutile. Ci
sentiamo soli, incompresi, poco amati, impotenti, e il senso di sconforto ci assale.

La sensazione è quella d’essere impantanati, prigionieri di un labirinto senza vie d’uscita o peggio
di sentirsi ancora al punto di partenza

USCIRE DALL’ILLUSIONE

In realtà, nella spirale che segna il tempo vissuto, nulla torna ad uno stato “precedente”. Anche
gli elettroni del nostro organismo si muovono nel loro strato alla ricerca d’un assestamento,
dell’armonia. Poi, al momento giusto, spiccano il salto energetico che li porterà ad una
trasformazione.

In questi momenti, la ricerca di una nuova disciplina, di una nuova religione, di un nuovo Maestro,
o di un nuovo corso da seguire sembrano portare sollievo a quel dolore.

In tale visione distorta, queste nuove opportunità appaiono come panacea del nostro mal-di-vivere,
illusione e sogno d’una definitiva risoluzione del problema.

Togliersi dall’illusione, dal sogno, richiede spesso molto tempo, e il rischio è che il circolo
vizioso si ripresenti.

Non vi saranno discipline, o nuove religioni, che potranno compiere miracoli, senza un preciso
progetto, affinché possano manifestarsi. Una stressante ricerca spesso non fa altro che alimentare
il bisogno di spiritualità. Un bisogno di spiritualità che nasce dalla nostra mente, non dal nostro
cuore.

Questa necessità è quella che si può definire Spiritualità Materiale, un concetto ben lontano
dall’idea di Divino ed Elevazione dell’Anima, tanto cercata nella Nuova Era La Spiritualità
Materiale non porta alla guarigione della “ferita”, ma solo ad un’anestesia locale, con durata
variabile nel tempo, dipendente da noi stessi e dalla generosità della Vita, che, a tempo debito,
saprà offrirci una nuova occasione per considerare il problema irrisolto.

Quella cicatrice, ha solo bisogno di CONSIDERAZIONE: la considerazione indispensabile a far sì che
sia possibile comprendere che quel processo di cicatrizzazione altro non è che un’indicazione, una
strategia di sopravvivenza messa in atto dalla nostra parte emozionale.

Tormentando la ferita con troppe elucubrazioni mentali, non faremo altro che farla sanguinare ancora
con dolore, perché i tentativi sono casuali; stando nello spazio creato dalla considerazione e
contemplazione (che non sono sinonimo di fare finta di nulla) é possibile ascoltare l’Energia
Cosmica che fluisce in noi, permettendo al tessuto emozionale di rimarginarsi con un processo del
tutto naturale.

Questo processo ha tempi non definibili, perché ognuno viaggia col proprio ritmo: quello utile a
consentire che un’altra piccola evoluzione si compia.

– L’ENERGIA REIKI PER GUARIRE –

Qui entra in gioco l’Energia Reiki.

In questo periodo, si parla molto di Reiki. E, più che in ogni altra disciplina, lo si fa in modo
confuso, contraddittorio e frammentario.

Il Reiki è una tecnica di semplice apprendimento, consente d’aprire la strada che conduce al nostro
Cuore, dove l’Energia del Guaritore Interiore risiede.

L’Energia Reiki attiva il Guaritore Interiore, che facilita i processi d’auto-guarigione, partendo
dal Corpo Emozionale, quello dove le ferite s’imprimono.

Per consentire all’Energia Cosmica di fluire pienamente è necessario apprendere alcune semplici
posizioni e ricevere da un Master Reiki l’Armonizzazione Energetica.

Esistono tre livelli d’apprendimento e svariate tecniche per ogni livello: ognuno si ferma dove e
quando vuole.

Ultimamente, essere Master Reiki è un fattore moda, una gara ad ostacoli per chi vuole misurarsi in
una competizione di bravura.

Master è una parola che piace; esserlo in questa disciplina, fa sentire improvvisamente
“arrivati”.Ma arrivati dove?

Essere Master Reiki, dal mio punto di vista, richiede responsabilità e grande impegno, che non è
quello di pagare una quota ad un corso oppure quella di leggere un paio di libri e autoproclamarsi
insegnanti.

Certo, il tempo dedicato ad impartire o apprendere un insegnamento va ricompensato, e leggere,
studiare e praticare sono fattori importanti al fine di conseguire una valida esperienza, ma tutto
ciò, difficilmente, ci rende improvvisamente illuminati.

Non vi sono libri o corsi per diventare illuminati.

Non si deve neppure necessariamente soffrire tutta una vita per esserlo.

– PRATICARE IL “SERVIZIO CONSAPEVOLE” –

Si è cercato di definire ed etichettare in vari modi l’energia Reiki e quando mi chiedono “cos’è?”,
io stessa sono in difficoltà, perché è come se nel nostro lessico non vi siano parole che possano
spiegare in modo esauriente il termine.

L’energia Reiki è da sperimentare.

Il Reiki, semplicemente E’, ed essere Master in questa disciplina è un “Servizio Consapevole”. Vuol
dire essere un insegnante anche per se stessi e continuare a lavorare per trasmettere la tecnica e
la filosofia nel migliore dei modi, usando umiltà, amore, rispetto e impegno.

Molte persone hanno tratto e traggono beneficio dall’esperienza del Reiki, altre invece sono rimaste
deluse, hanno avuto esperienze spiacevoli, se non addirittura quasi traumatiche. Sento ogni giorno
storie pittoresche.Dare un giudizio sarebbe in assoluto mettersi su un podio di sabbia e non sono
interessata a questo.

Quello che mi sento di raccomandare è di ascoltare e ascoltarsi, percepire le proprie sensazioni,
andare oltre le parole per capire con chi veramente ci stiamo relazionando.

Fatelo anche ora, con quello che state leggendo. E’ un esercizio. Chi avete davanti? Chi sono io?
Come mi percepite? Si può fare anche con le parole scritte!

Non abbiate timore a porre domande all’insegnante. Un Master Reiki è abituato alle domande e … Non
morde!

Ascoltate con l’orecchio interiore le sue risposte, chiedete da chi ha avuto gli insegnamenti, qual
è il lignaggio; chiedete se può mostrarvi i suoi attestati e se ne rilascerà uno firmato anche a
voi, chiedete quanto dura l’apprendimento, se avrete del materiale cartaceo o no, e tutto quello che
può esservi d’aiuto per comprendere se chi avete davanti è in sintonia con voi.

Quando si “decide” di iniziare un percorso d’evoluzione interiore, le persone e le situazioni
“giuste” arrivano a noi naturalmente… Decidere è il primo passo, l’iniziazione.

E’ l’intenzione che sostiene il processo evolutivo.

L’intenzione crea: i nostri pensieri sono prodotti bio-chimici che creano la realtà in cui viviamo.
Eppure, siamo così concentrati nell’egoistico processo personale di cicatrizzazione delle ferite da
difendere a spada tratta solo la NOSTRA personale verità, dimenticandoci spesso che la visione
terrena è fatta di punti di vista differenti.

Nascono così le confusioni, le distorsioni, l’annodarsi in strani giochi di potere che a nulla
portano se non ad alimentare una dimensione egoica che si trasforma in prigione per la nostra anima.

Il Reiki, è una delle tecniche più semplici per iniziare a lavorare con l’energia. Il Reiki è
semplicità, un semplice modo per iniziare consapevolmente un processo d’auto-guarigione e
purificazione energetica, attraverso il quale imparare a percepire le tensioni del corpo, a
rilassarsi. Il Reiki è un modo per migliorare la relazione con se stessi e gli altri, per imparare a
dedicarsi del tempo e amarsi di più.

E’ l’inizio di un viaggio che porta ad un contatto profondo con tutto quel che ci circonda,
permettendo di aprire il cuore, migliorare e rafforzare il nostro “sentire”, dandoci finalmente il
coraggio di essere chi siamo.

“Sentire” vuol dire abbandonare le motivazioni dei bisogni indotti e aprirsi ai messaggi del nostro
“Vero Essere”, la cui fonte è nel cuore.

Il coraggio d’Essere permetterà a quella famosa ferita di sanguinare sempre meno e in modo meno
doloroso, fino a guarire, dando all’evento una connotazione impercettibile, restituendoci una
sensazione di leggerezza e buonumore. Si può essere impegnati nel cammino evolutivo anche con la
gioia nel cuore!!!

Il Reiki porta con sé una storia antica, che si perde nei tempi più lontani; una storia pronta per
essere raccontata e vissuta. Una storia da vivere in ogni soffio, nel quotidiano dei piccoli gesti
di routine che diventano così gesti consapevoli e assumono un sapore meditativo.

Mai come in questi tempi, diventa importante mantenere alta la Vibrazione Energetica del pianeta. E’
una preparazione collettiva, a quel bellissimo Salto Vibrazionale che ci aspetta e che faremo
insieme, proprio come fanno gli elettroni dei nostri atomi, da sempre, in cerca dell’Armonia.

– NOTE: DUE ESERCIZI REIKI PER CICATRIZZARE LA FERITA DEI NON AMATI –

1) Scegli un luogo tranquillo. Puoi mettere una musica ispirante e tranquilla di sottofondo e anche
accendere un incenso profumato.

Siedi o, se preferisci, sdraiati e chiudi gli occhi.

Poni l’attenzione sul respiro, sentilo penetrare nei tuoi polmoni e uscire ad ogni espirazione.
allontana dolcemente i pensieri che in questo momento non sono necessari. Fallo senza sforzo, perché
i pensieri arriveranno insistenti. Solo considerandoli e lasciandoli andare, via via sbiadiranno
fino a sparire.

Quando pensi di aver raggiunto un soddisfacente stato di rilassatezza, visualizza una luce
bianco-dorata, che entra dalla sommità del capo (il settimo chakra); immagina il raggio raggiungere
il cuore e dal cuore espandersi fino a scendere lungo le braccia, fino al palmo delle mani. Potresti
percepire calore, o formicolio. Incrocia le mani sul cuore e chiudi il cerchio energetico,
permettendo al raggio luminoso di raggiungere dalle mani il suo “centro”. Percepisci il battito e
tutte le sensazioni. Mantieni questo contatto amorevole con il tuo cuore per tutto il tempo che
“senti” necessario per te.

Quando senti che il circuito fluisce con naturalezza, espandi questo raggio a tutto il tuo corpo,
fino a sentirti completamente immerso in questa luce bianco-dorata. Lentamente, sentila
affievolirsi, fino a tornare al cuore e, poi, alle tue mani, risalire lungo le braccia, passare
nuovamente dal cuore e risalire, fino a raggiungere nuovamente la sommità del capo e sparire.

Riprendi il contatto con il tuo corpo, percepisci lo spazio che occupi fisicamente, sorridi, poi
apri gli occhi e ringraziati per questo contatto con il cuore.

2) Scegli un luogo tranquillo. Puoi mettere una musica ispirante e tranquilla di sottofondo e anche
accendere un incenso profumato.

Siedi o, se preferisci, sdraiati e chiudi gli occhi.

Poni l’attenzione sul respiro, sentilo penetrare nei tuoi polmoni e uscire, ad ogni espirazione,
allontana dolcemente i pensieri che in questo momento non sono necessari. Fallo senza sforzo, perché
i pensieri arriveranno insistenti. Solo considerandoli e lasciandoli andare, via via sbiadiranno
fino a sparire.

Quando pensi di aver raggiunto un soddisfacente stato di rilassatezza, visualizza una luce
bianco-dorata che entra dalla sommità del capo (il settimo chakra). Immagina il raggio raggiungere
il cuore e dal cuore espandersi fino a scendere lungo le braccia, fino al palmo delle mani. Potresti
percepire calore o formicolio.

Incrocia le mani sul cuore e chiudi il cerchio energetico permettendo al raggio luminoso di
raggiungere dalle mani il suo “centro”. Percepisci il battito del cuore e tutte le tue sensazioni.

Pensa a quella “ferita che non cicatrizza” e SENTI dove potresti localizzarla nel tuo corpo. Fatti
guidare dall’intuito, senza porti domande e rimanendo fiducioso.

Appena localizzata la parte (potrebbe essere la gola, oppure un ginocchio, o gli occi, non importa),
poni le tue mani sulla zona e lascia che il raggio, attraverso le mani, fluisca sulla “ferita da
cicatrizzare”.

Lascia pure che l’energia scorra per il tempo che riterrai necessario. Poi, con molta calma, sentila
affievolirsi, fino a tornare al cuore risalendo lungo le braccia, e fino a raggiungere nuovamente la
sommità del capo e tornare all’Universo.

Riprendi il contatto con il tuo corpo, percepisci lo spazio che occupi fisicamente, sorridi, poi
apri gli occhi e ringraziati per questo passo amorevole verso te stesso.

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