La follia dell’Egoismo (Paramhansa Yogananda) – Parte 1 di 2

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La follia dell’Egoismo (Paramhansa Yogananda) – Parte 1 di 2

Il giudizio

Ogni volta che sparli di un’altra persona per il gusto del pettegolezzo o per la forza dell’abitudine, ricordati che sarai giudicato, allo stesso modo, dal Padre Celeste. Quello che semini, raccogli. Se racconti ai quattro venti le debolezze degli altri, la Legge Divina, come per mistero, renderà pubbliche le tue intime colpe.

Il pettegolezzo non guarisce mai chi ne è vittima: scatena soltanto rabbia, disperazione e vergogna, e rafforza la determinazione a continuare a sbagliare. C’è un proverbio che dice: «L’uomo che ha perso un orecchio attraversa il villaggio rasentando i muri, per mostrare agli abitanti l’orecchio sano e nascondere quello che ha perduto. Ma chi ha perso tutte e due le orecchie passa per la piazza del paese, perché non può più nascondersi».

Se si parla in maniera inopportuna degli errori morali di qualcun altro, quella persona non proverà più vergogna e disperazione, come l’uomo che ha perso tutte e due le orecchie, e così non farà nessuno sforzo per migliorare. Ecco perché non devi mai giudicare gli altri, per non danneggiarli con il tuo giudizio.

«Non giudicare gli altri. Giudica te stesso». Se ti piace parlare a gran voce delle colpe degli altri, allora soddisfa la tua brama parlando apertamente dei tuoi peccati segreti, e guarda se è piacevole anche solo per un minuto. Se non puoi sopportare che i tuoi difetti siano sotto gli occhi di tutti nemmeno per un minuto, allora non devi gioire nel parlare male degli altri.

Quando parli male di un’altra persona, tu ingigantisci le sue colpe. La gente è pronta a crocifiggere la vittima dei tuoi pettegolezzi senza conoscere le circostanze che l’hanno resa moralmente debole. Naturalmente, in casi molto rari, la paura delle critiche può spingere le persone a comportarsi in maniera corretta, ma spettegolare dei difetti di qualcun altro serve soltanto a fargli perdere il desiderio di comportarsi bene. Inoltre, se parli male di qualcuno, le sue piccole debolezze verranno ingigantite, mentre chi commette debolezze ben più grandi passerà inosservato.

Se nella casa della tua mente c’è sporcizia, rimboccati le maniche e comincia a pulire, invece di perdere tempo sparlando della sporcizia mentale degli altri. Di solito, coloro che si autoeleggono a giudici si dimenticano di esaminare le proprie debolezze interiori e pensano di essere nel giusto perché percepiscono le colpe degli altri. Non nasconderti dietro questa ingannevole cortina di fumo mentale. Finché non ti liberi dalle tue colpe, non hai nessun diritto di dire agli altri come liberarsi da quelle stesse colpe che ti tormentano.

Soltanto una persona gentile, saggia e perfettamente equilibrata è nella posizione di giudicare gli altri. Secondo la legge di causa ed effetto, se giudichi gli altri con gentilezza, riceverai lo stesso trattamento dal principio della Verità che governa segretamente tutte le nostre vite. Se giudichi gli altri con cattiveria, riceverai critiche negative dagli altri e ti sentirai infelice.

Non è saggio rivelare le debolezze degli altri, provocando imbarazzo e risentimento. Giudicare con crudeltà le azioni sbagliate degli altri ti fa dimenticare che il peccatore è soltanto un figlio di Dio in preda all’errore. Dovresti odiare il peccato ma non il peccatore, poiché egli è un tuo fratello divino, la cui comprensione è oscurata dall’ignoranza. Il giudizio deve avere soltanto il fine di curare, e non essere un’impietosa espressione di rabbia. Dovresti trattare la persona in preda all’errore come tratteresti te stesso se fossi colpito dall’errore. La legge divina ti giudica con lo stesso spirito con cui tu giudichi gli altri.

La scortesia

Le parole scortesi sono le spietate assassine delle amicizie di una vita e dell’armonia familiare. Bandisci per sempre le parole scortesi dalle tue labbra, e la tua vita domestica sarà al sicuro dai problemi. Le parole dolci e sincere sono nettare per le anime assetate.
Vestiti in maniera attraente, indossando gli abiti eleganti delle parole cortesi e sincere. Per prima cosa, sii gentile con i tuoi parenti prossimi. Se riesci a esserlo, sarai naturalmente gentile con tutti gli altri. La vera felicità domestica è fondata sull’altare della comprensione e delle parole gentili.

Per essere gentili, non è necessario essere d’accordo su ogni cosa. Anche se non sei d’accordo, rimani sempre calmo e cortese. È debolezza umana arrabbiarsi e rimproverare, ma è segno di forza divina tenere le redini della collera e delle parole. Comportati bene, a prescindere da cosa sia a provocarti. Con calmo silenzio o con parole sinceramente gentili, dimostra che la tua gentilezza è più potente della cattiveria dell’altra persona. Davanti alla calda luce del tuo perdono, tutto l’odio accumulato dai tuoi nemici si scioglierà.

(continua)

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