La funzione della mente – Krishnamurti

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La funzione della mente.

La via dell’amore non può essere trovata attraverso l’intelletto. L’intelletto, con tutte le sue
ramificazioni, i desideri, le ambizioni, le finalità, deve arrestarsi affinché l’amore possa
vedere la luce. […] Quando i vostri interessi privati sono presenti, non ci può essere amore, ma
solo il processo di sfruttamenteo che nasce dalla paura. Dunque, l’amore può nascere solo quando la
mente non è presente. […] La mente non è creativa, ma è ripetitiva, imitativa. Attualmente stiamo
cercando di trovare la verità attraverso l’intelletto, cioè attraverso l’imitazione – ma questa è
idolatria.

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L’individuo e la società.

Le idee sono sempre fonte di inimicizia, confusione, conflitto. […] La società è strutturata in
maniera tale da costituire un processo continuo di conflittualità. […] Le credenze creano
divisioni tra le persone. E’ evidente che la società immobilizza e assorbe l’individuo, e che una
rivoluzione creativa permanente può avvenire soltanto nell’individuo, non nella società, non nel
mondo esterno. Poiché noi non siamo creativi, vediamo la società disgregarsi, crollare. Anziché
essere creativi noi siamo imitativi, ci limitiamo a copiare, esternamete e internamente. Quando c’è
imitazione interiore, psicologica, allora, inevitabilmente, cessiamo di essere creativi. La nostra
educazione, la nostra struttura sociale, la nostra cosiddetta vita religiosa, si fondano tutte
sull’imitazione. In altre parole, io sono inquadrato in una particolare formula sociale o
religiosa; ho smesso di essere un individuo reale: psicologicamente, sono diventato un semplice
automa ripetitivo che fornisce una serie di risposte condizionate. Le nostre risposte sono
condizionate a seconda del modello di società, orientale o occidentale, religiosa o materialistica.
Non avete notato che nei momenti di creatività, in quegli attimi piuttosto felici di coinvogimento
vitale, non si avverte alcun senso di ripetizione, di imitazione? Quei momenti sono sempre nuovi,
creativi, felici.

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Il desiderio.

Per la maggior parte di noi il desiderio costituisce un problema notevole: il desiderio di
possesso, di prestigio, di potere, di comodità, di immortalità, di stabilità, il desiderio di
essere amati, di avere qualcosa di permanente, di soddisfacente, di duraturo, qualcosa che sia
oltre il tempo. Cos’è questa cosa che ci assilla, che ci costringe? Essendo insoddisfatti di un
certo oggetto di desiderio, ne cerchiamo un altro che riteniamo essere più elevato, più nobile,
più raffinato; ma, per quanto raffinato, il desiderio è pur sempre desiderio, e in questo movimento
del desiderio c’è una lotta incessante, il conflitto degli opposti. Di tanto in tanto, a seconda
delle mie inclinazioni ed energie, cambio il quadro, l’immagine, l’oggetto. Una certa forma di
piacere mi ha saziato, sono stanco ed annoiato, e allora cerco una nuova sensazione, una nuova
idea, un nuovo simbolo. Se osservo l’intero processo del desiderio in me stesso, posso constatare
che c’è sempre un oggetto verso il quale la mia mente è rivolta nella ricerca di nuove sensazioni.
[…] La parola “Dio”, la parola “amore”, la parola “comunismo”, la parola “democrazia”, la parola
“nazionalismo” – sono tutte simboli che procurano sensazioni alla mente, e per questo la mente si
aggrappa ad esse. La mente diventa dunque un mero strumento della sensazione e della memoria, e noi
restiamo intrappolati in tale processo. A quel punto l’esperineza è morta e la mente diventa nulla
di più di un riflesso stagnante del passato. Se mai abbiamo esplorato in profondità tale processo,
ne conosciamo bene la natura; e sembriamo incapaci di andare oltre. Anche così, però, ci sono
momenti improvvisi di creazione, in cui prevale ciò che è della mente, che non è della memoria,
che non è della sensazione o del desiderio. Il nostro problema è dunque comprendere il desiderio –
non fin dove potrebbe spingersi o dove arrestarsi, ma comprendere l’intero processo, le bramosie,
gli struggimenti, le voglie brucianti. La mente è menomata da innumerevoli voglie, da infiniti
desideri, credenze, conflitti. E’ lì che deve avvenre la rivoluzione. […] Le nostre menti sono
molto superficiali. Simili menti sono incapaci di accogliere o percepire il nuovo. Dunque, questo
processo meccanico, con le sensazioni che comporta, deve cessare, non è così? Solo allora è
possibile per la mente essere in quello stato di creatività in cui il nuovo può in qualunque
momento realizzarsi. Se si comprenderà questo, senza lasciarsi ipnotizzare dalle parole, dalle
abitudini, dalle idee, se ci si rende conto di quanto è importane che la mente avverta l’impatto
costante con il nuovo, allora, forse, si comprenderà il processo del desiderio, la routine, la
noia, la brama costante di esperienza.

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Il bisogno di amore.

La maggior parte di noi si trova in questa situazione… tutti quanti vogliamo essere amati,
soprattutto da una persona in particolare. E’ un problema molto complesso …

Perché vogliamo essere amati? … E perché questa pretesa diventa tanto angosciosa? Qual é la
causa, la radice, il motivo di pretendere che qualcuno ci ami? … Capite la mia domanda? Desidero
che voi mi amiate. Io non “voglio”, ma diciamo che lo desidero. Perché ? E’ perché mi sento solo?
E’ perché sento che se nessuno mi ama non ho alcuna ragione d’essere, alcuna ragione di vivere? E’
perché sento che se sono amato posso crescere, fiorire, essere felice? ..O è forse perché in me
stesso non sono niente ?! Quel “me stesso” non è niente, ma quando voi mi amate divento qualcosa,
seguite? Vi prego, questa è la vostra vita, non è la mia vita; perciò, per favore, ascoltate! C’è
una causa che mi induce a chiedervi il vostro amore? C’è una causa! C’è un motivo! C’è uno stato
interiore che dice: “Devo avere quella tal cosa!”. Abbiamo visto quali sono alcune di queste cause.
Una disperata solitudine… Tutti voi siete disperatamente soli, non è vero? Sposati, non sposati,
in mezzo a un gruppo: gli esseri umani, che si interessano solo a se stessi, non fanno altro che
generare solitudine. E’ questa una delle cause che ci fa desiderare che qualcuno ci ami. Finché
c’è la causa, questa avrà come effetto l’esigenza che qualcuno ci ami. Ma, allora, posso capire la
causa ed esserne libero? Avete capito che cosa sto dicendo? Vi prego, signori, questa è la vostra
vita! Mi sento solo, depresso, isolato, mi sento disperatamente infelice e se voi mi amate …
questo vostro amore… mi farà sembrare meravigliosa qualsiasi cosa. Così… la mia esigenza, la
mia sete di amore, il mio bisogno di compagnia, di stare con qualcuno con cui possa parlare,
spiegarmi e così via, tutto questo scaturisce dalla mia solitudine, c’è una causa, capite? Ora…
mi accorgo di questa causa?, la vedo come qualcosa di attuale? La causa è che sono solo.

Mi sento solo, e voglio, che, per amor del Cielo, voi mi amiate. Ma voi non vi curate di me, ve ne
andate per i fatti vostri… e allora !?! …e allora …o mi uccido dalla disperazione, mi lascio
prendere dall’angoscia, mi lascio deprimere sempre di più… oppure fuggo da me stesso, mi interesso
di calcio, vado in chiesa, divento seguace di un guru, mi interesso delle ultime novità di
letteratura o di pittura… Ma… si può vedere qual’é la causa della solitudine? La solitudine è un
senso di isolamento. Questo isolamento viene quando non faccio altro che interessarmi a me stesso,
pensare a me stesso: “…sono infelice, voglio essere amato…”, seguite? Ho ridotto tutta quanta
la mia vita – che è qualcosa di straordinario (!) – ad una faccenda meschina, al bisogno che
qualcuno mi ami. Capite? E’ una faccenda tanto insignificante! Sentendomi isolato sono infelice, e
allora spasimo dal desiderio che voi mi amiate… Capite?… Vedete la tremenda complessità di una
questione tanto semplice? “Voglio essere amato, ma nessuno mi ama e così sono pieno d’angoscia”.
Chi pone la domanda chiede: “Che cosa devo fare?” Quando il cervello è assalito da tanta angoscia
non può pensare con chiarezza -vi pare?-. Non può nemmeno ascoltare, tormentato com’è da una
disperazione profonda. E come è possibile che esista un intervallo nel quale possiate ascoltare?..

Capite? Un breve periodo nel quale siate disposti ad ascoltare… oppure continuerete a non essere
disposti ad ascoltare perché preferite rimanere col vostro tremendo senso di angoscia? -Capite?-
E’ questo che fa la maggior parte della gente. Senza quel senso di angoscia voi non siete niente.
E’ quel senso di angoscia che vi fa sentire vivi, non è vero? Su avanti, signori, questa è comune
psicologia, è psicologia infantile! .. Così allora, voi, con tutta la vostra angoscia, sarete
disposti ad ascoltare per qualche minuto,… oppure amate a tal punto la vostra angoscia da non
avere alcuna intenzione di ascoltare quello che stiamo dicendo? .. Come stavamo dicendo l’altro
giorno… se voi ascoltate realmente, col vostro cuore, con la vostra mente, con tutto il vostro
essere… allora avete spazio. Il vostro cervello si acquieta, e allora potete ascoltare… allora
proprio quell’ascolto è come un seme caduto nel terreno. Voi non avete più niente da fare perché il
seme cresce per conto suo… e si moltiplica. L’amore non è qualcosa che possiate chiedere, che
possiate mendicare. Questo significherebbe che voi state dipendendo da qualcuno. E quando
dipendete, in voi non c’è amore. Quando chiedete a qualcuno di amarvi, questo significa che in voi
non c’è amore. E’ ovvio! Se in voi ci fosse amore, non lo chiedereste a nessuno. A nessuno
chiedereste di amarvi. Vedete,… ci siamo ridotti ad essere dei mendicanti. E’ questo che accade.
Quando entrate in chiesa a pregare siete dei mendicanti. Quando vogliamo che qualcuno ci aiuti
siamo dei mendicanti. Quando dipendiamo dai libri siamo dei mendicanti. Può non esserci nulla di
male ad essere un mendicante, ma rendetevi conto di quali sono le conseguenze: voi state sempre
dipendendo da qualcun altro. E ci saranno sempre persone che vi aiuteranno. Che riempiranno la
vostra ciotola della loro spazzatura. .. Così…, guardate che cosa è accaduto ascoltando la domanda
che ci siamo fatti. “Voglio essere amato, ma non lo sono, e allora vivo in un’angoscia tremenda.
Che cosa devo fare?”. Questo significa non avere amore in se stessi… E allora come può amarvi
un’altra persona? -capite?-… Se voi non avete amore siete incapaci di riceverne. L’amore non è un
senso di vuoto. Al contrario! Se avete quel sentimento vibrante … non sentimento, piuttosto…
una qualità, una profondità, una bellezza… se lo avete non andrete a chiederlo a nessun altro, e
con una tazza piena fino all’orlo. .. Se avete ascoltato attentamente, il problema è risolto.

– J. Krishnamurti

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