La ghiandola pineale e le intuizioni

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La ghiandola pineale e le intuizioni

di Angela Panarese

14 aprile 2014

L’epifisi, chiamata anche ghiandola pineale, per la sua forma simile ad una pigna, è una ghiandola
endocrina, situata al centro del nostro cervello, dietro e sopra la ghiandola pituitaria, ed è
attivata direttamente da impulsi nervosi provenienti dalla retina.

Le palpebre, infatti, in quanto trasparenti, sono lo strumento attraverso il quale l’epifisi si
attiva per la produzione di due importantissimi neurotrasmettitori, responsabili del nostro ciclo di
veglia/sonno, precisamente la serotonina di giorno, e la melatonina, non appena la luce diminuisce.

Non solo. La ghiandola pineale sintetizza dalla melatonina una droga allucinogena chiamata pinealina
che, come sostenuto da Rathma durante i suoi insegnamenti, è lo strumento attraverso il quale il
nostro subconscio permette al cervello di comunicare con le sfere più profonde, seppur in un arco
temporale limitato.

La pinealina, infatti, concorre all’induzione della fase Rem del sonno, al processo che da luogo ai
sogni lucidi e alle esperienze extracorporee, nonché all’induzione in strati superiori di coscienza,
consente l’accesso ad una moltitudine di poteri psichici.

Rathma, raffigura il processo di formazione della pinealina, come la fase finale di un percorso in
salita della Kundalini, energia divina presente in ogni individuo seppur in forma quiescente, che
giunta nell’area della ghiandola pineale, passa attraverso la serotonina provocandone il
frazionamento e la trasformazione nella sua forma a più alto potenziale energetico, la pinealina,
che è in grado di accogliere e registrare linee del tempo che risalgono a qualche punto
dell’eternità.

Nella tradizione esoterica la ghiandola pineale, viene chiamata anche “terzo occhio”, o “sesto
chakra”, ed è considerata il presupposto dell’intuito, inteso come capacità di captare una verità
senza l’uso della logica mentale. Rientra nella sfera irrazionale dell’individuo ed è legato alla
percezione extrasensoriale, alla visione di dimensioni normalmente invisibili. Per Cartesio è il
punto privilegiato in cui anima e corpo interagiscono, in quanto unica parte dell’encefalo a non
essere doppia.

La Dott.ssa Saskia Bosman è andata oltre, affermando che in un lontano passato la ghiandola pineale
chiamata anche “ghiandola maestra” è un ricevitore cosmico, è l’emittente e il destinatario di
informazioni multidimensionali provenienti dalla Sorgente.

Come si sia arrivati in passato a conferire a questa ghiandola un nome effettivamente corrispondente
alla sua tipica forma, nonostante all’epoca non esistessero microscopi, non è dato saperlo al di là
di qualche ipotesi molto suggestiva.

Ed ancora, perché in molte culture passate sia stranamente reperibile nell’iconografia e nel
simbolismo l’immagine della pigna sia associata agli Dei, non è dato saperlo con certezza. Si è
ritenuto al proposito che la pigna rappresenti la ghiandola Pineale e sia il segno distintivo di
un’élite spirituale.

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