La grande Invocazione per la Nuova Era

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L’Invocazione per la Nuova Era

di Alice A. Bailey

Dopo aver riassunto la scienza dei mantrams, e’ giunta l’ora di poter
inquadrare nella coscienza dello studioso il significato del Mantram della
Nuova Era.

Molti sono coloro che gia’ lo pronunciano, creando determinati effetti
nell’atmosfera invisibile del nostro pianeta, pure se inconsciamente. E lo
abbiamo gia’ visto: un mantram puo’ essere potente, anche senza la
cognizione specifica dei suoi valori intimi, da parte di colui che lo
pronuncia.

Vitale, pero’, risulta sapere cio’ che si fa, in campo occulto. Ed una breve
spiegazione del lato tecnico di questo mantram ne rendera’ gli effetti piu’
incisivi e potenti, da parte di colui che lo adopera.

Dice la tradizione che il “Mantram della Nuova Era” e’ tanto antico, che
pochi possono fissarne, alla luce della ragione attuale, i primordi.

Appartiene, da tempi incalcolabili, alla Gerarchia ed e’ valido, ciclo per
ciclo, anche se cambiano i tempi ed i modi di pensare, perche’ contiene, in
astratto, delle verita’ eterne, che nessun fluttuare di tempo e spazio
potra’ mai mutare.

Il Re del Mondo (Sanat Kumara) lo allaccia ad un ciclo particolare, con la
Sua Universale Saggezza ed il Suo Potere, vivificandolo, a seconda della
necessita’.

Per questo ciclo, quando, nel plenilunio di Asala (spiegheremo, in prossime
monografie, il significato dei due Sacri pleniluni orientali) del 1945, il
Cristo convalido’ alla Gerarchia Bianca la Sua Volonta’ definitiva di
ritornare nel mondo, il Re del Pianeta concesse all’uomo l’uso del Mantram,
in premio ed in aiuto al Sacro Avvento; sia del ritorno del Cristo, che
dell’affermarsi dell’Epoca dell’Aquario.

Molto potenziale energetico e’ racchiuso nell’affermazione. Cerchiamo di
recuperarlo, affermando incisivamente che, ogni volta lo si pronunci, ci si
collega, coscientemente o meno – secondo la logica scientifica dei
mantrams – alla sua tradizione; cioe’, alla Gerarchia Bianca, al Suo Re, e
piu’ su ancora.

LA GRANDE INVOCAZIONE

Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca la Luce nelle menti degli uomini.
Scenda la Luce sulla Terra.

Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca l’Amore nei cuori degli uomini.
Possa Cristo tornare sulla Terra.

Dal Centro ove il Volere di Dio e’ conosciuto
Un proposito guidi i piccoli voleri degli uomini:
Il proposito che i Grandi Esseri conoscono e servono.

Dal centro che e’ chiamato il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce
E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.

Che la Luce, l’Amore e la Potenza
Ristabiliscano il Piano sulla Terra.

Tre aspetti bisogna considerare, che riguardano l’evoluzione umana, in
proposito.

Il significato della Luce.

Il rapporto che la Luce ha con l’uomo.

Il ciclo evolutivo che la nostra terra sta attraversando.

Da sempre, una costellazione ha avuto un grande influsso sul sistema solare:
la Costellazione delle Pleiadi.

Nel libro di Giobbe, si parla del “dolce influsso delle Pleiadi”.

Punto centrale delle Pleiadi e’ la Stella Alcione, che, in altri termini, e’
stata chiamata:

“Colui che non si deve nominare”.

Nelle Pleiadi, quindi, risiede il Padre Cosmico dell’uomo, da cui il nostro
sistema solare dipende.

Narra, ancora, la tradizione, che, sino a qualche decennio fa, solamente
poco piu’ di un centinaio di Grandi Esseri ne avevano ospitato la Pulsazione
Superiore, in animo, coscientemente.

La Costellazione delle Pleiadi e’ inserita in quella del Toro, e, per
comprenderla, bisogna brevemente studiare il Toro, che la ospita,
all’altezza della sua “spalla”.

Il Toro e’ chiamato il segno della Luce, per antonomasia.

Nel trattato di Magia Bianca, il Maestro Tibetano riporta la descrizione
spirituale di colui che ha in se’, pienamente sviluppate, le caratteristiche
del Segno del Toro:

“Sfolgorante Potere, Sapere e Forza,
il Toro Sta. Dal Centro della Sua
Testa, il Diamante Fiammeggia con
Balenio ultraterreno”

Sia, quindi, per il suo rapporto con il Centro da dove proviene ogni Luce,
al sistema solare – Le Pleiadi – sia per il suo significato simbolico, il
Toro e’ il segno dell’evoluto.

Il centro ajna, tra i due occhi, e’quello che proietta la Vibrazione
Monadica, racchiusa nel centro alla sommita’ del capo (brahmanandra).

Solo il centro ajna lo puo’ fare, e, quando e’ risvegliato, collega lo
Spirito alla Materia.

Ed il risveglio del centro ajna e’ la meta di ogni nato sotto il Toro.

(Notizie sulla Costellazione del Toro, lo studioso potra’ trovarle, nelle
prossime monografie, sui pleniluni)

Budda collega la Gerarchia e Shamballa – rappresentando, in grazia alla Sua
evoluzione – l’Illuminato per eccellenza; ed e’, appunto, le energie delle
Pleiadi che, ogni anno, nella Cerimonia del Wesak, Egli offre alla richiesta
del Cristo.

Significativo e’ il fatto che Egli sia morto sotto un plenilunio del Toro;
significativo e simbolico.

Budda, occultamente parlando, ha un compito ben preciso, riguardo
all’umanita’.

“Portare luce, nell’annebbiamento astrale”.

Dice la tradizione, che, 2.500 anni fa, un “Punto di luce sfolgoro’ – e
tuttora permane”, nel piano astrale, iniziando il lavoro di bruciare le
scorie che, da millenni, lo alimentano e di tramutare “l’umidita’ occulta”
del pianeta, in ardore solare.

Questo “Punto” e’ Budda.

Egli, quindi, collega l’uomo – e lo fa costantemente, piu’ di quanto non
possa crederlo l’umanita’ – alla Luce di Alcione;

collega l’uomo alla Gerarchia, dando un rapporto preciso alla Luce “Oltre il
Cosmo”,

e fa scendere la Luce sulla terra, dissolvendo l’annebbiamento astrale.

Dice, ancora, la tradizione che ogni discepolo puo’ avere contatti definiti
con Budda, ogni volta egli segua tali binari di servizio al mondo.

Abbiamo, quindi, spiegato il primo versetto. Tutto resta all’intuito di chi
lo enuncia. Grandi sono le distanze a cui il mantram puo’ portarlo; ma,
comunque, sta a lui scegliere quale rapporto debba instaurare, in questa
prima parte del mantram.

E` consigliabile pronunciare tale primo versetto, tenendo in attivita’ il
chakra della testa e quello ajna.

Dal punto di amore entro il cuore di Dio
affluisca l’amore nei cuori degli uomini
possa Cristo tornare sulla terra

Nella rivista “Verso la Luce” – una delle divulgatrici, in Italia, del
Messaggio della Nuova Era – leggemmo, un giorno, un articolo significativo.
Chi scriveva affermava che l’amore avrebbe dovuto essere, al grado di
evoluzione dell’epoca attuale, considerato, non gia’ come sentimento
aleatorio e romantico, ma come una grande forza effettiva; una energia dal
chiaro peso specifico, capace di giungere dove la stessa energia atomica non
sapeva e non sapra’.

Questo e’ l’amore occulto di cui parlano gli Adepti.

Un Amore-Volontà; un Amore-Materia cosmica. Un Amore-Vergine Maria.

Nel primo versetto, per: “Mente di Dio”, si intende parlare di Shamballa,
che e’ il sistema cerebrale del nostro pianeta, in senso occulto.

Nel secondo versetto, parlando del “Cuore di Dio”, si intende parlare della
Gerarchia, in cui “le correnti spirituali vanno e vengono senza posa”.

Il mantram della Nuova Era non e’ solo una preghiera, ma un atto di volonta’
e di partecipazione ad uno sforzo Spirituale Planetario.

Vi sono delle mete che devono raggiungere l’attuale razza e l’attuale ciclo
evolutivo. Ed il discepolo si allinea alla Gerarchia e mette in movimento, a
seconda del suo potenziale energetico e della sua iniziazione, un flusso
cosciente di energie, che hanno delle caratteristiche potenziali e
determinate.

Questo versetto pone in contatto il discepolo con la Gerarchia, come il
primo gli da’ il rapporto con Shamballa e con la “Luce che sta oltre”.

Infine, come gli creo’, prima, il contatto con il Budda, ora lo “accorda”
con il Cristo.

Difatti, duemila anni fa (narra sempre la Rivelazione) Cristo si inseri’ nel
piano mentale – e, da allora, ivi permane – per dissipare le illusioni
secolari di questa nostra terra, con l’aura amorevolmente cosmica del Suo
Io.

E` significativo constatare che, nelle formule pratiche che, oggi, numerosi
gruppi di iniziati e di discepoli adoperano per dissolvere l’annebbiamento
occulto che opprime gli uomini (vedi il “Movimento dei Triangoli”), sul
piano astrale sia protagonista dell’atto la “luce della propria anima”,
proiettata con volonta’ e capacità; mentre, per dissipare le illusioni del
piano mentale, tali gruppi adoperino la forza dell’amore, e non quella della
luce.

E` chiaro che tutto e’ un procedimento che si riassomma in un solo scopo, e
che non puo’ scindersi l’annebbiamento dall’illusione; ma, per quanto
riguarda il procedere della tecnica occulta, gli scalini sono successivi.

Nel piano mentale v’e’ il Cristo, che – occultamente parlando – va incontro
al discepolo agente, e collabora con lui.

Mentre “la Luce” del primo versetto affluisce, dai piani mentali dell’uomo,
e viene raccolta dal Budda, per rischiarare l’annebbiamento astrale,
“l’Amore” del secondo versetto viene raccolto da Cristo che, dal piano
mentale crea un binomio con Budda – nell’astrale – e dissipa le illusioni
dello stesso piano mentale.

Con tale spirito di collaborazione, il mantram acquista un tono ben preciso
ed un potere che non avrebbe avuto, se ripetuto misticamente ed
emotivamente.

Nel rapporto con Cristo, inoltre, il discepolo afferma:

“Possa Cristo tornare sulla terra”.

Perchè fa questo? Perche’ e’ stato spiegato ed e’ stato detto che, senza il
richiamo dal basso, la risposta dall’alto non puo’ venire.

Il Cielo va preso con violenza (volonta’).

Ed anche se e’ certo che – maturati oramai i tempi – Cristo verra’ a
mostrarsi pubblicamente, il discepolo glielo torna a chiedere, per
accelerare l’Avvento, in modo personale.

E stia certo che il messaggio, per quanto piccolo possa sembrare, viene
raccolto e registrato, in alto.

Il versetto venga ripetuto, dal centro del cuore.

Dal centro ove il Volere di Dio e` conosciuto
Un proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il proposito che i Grandi Esseri conoscono e servono

Questo versetto torna a ripetere la verita’ che vi e’ uno stretto legame tra
l’umanità ed un “Centro ove il Volere di Dio è conosciuto”, cioe’ la
Gerarchia Bianca.

Ripeterlo e mettersi coscientemente in contatto con Essa, aprendo il loto
della propria anima, per ospitarne il riverbero, e’ lo scopo primo del
discepolo.

Il Volere di “Dio”, per questo ciclo, e’ un contatto definito con Shamballa.

Uno sviluppo della volonta’, da parte dell’uomo, e non piu’ del solo amore
interiore.

I centri della testa e del cuore, in questo ciclo, devono agire
all’unisono.

Non piu’ solamente buona volonta’, ma “volonta’ di bene”.

A tal proposito, molto lavoro, oltre il velo, in questa direzione, viene
fatto dagli Adepti.

Gli Ashram di Primo Raggio – della volonta’ e del potere – collaborano
vivamente con gli Ashram del Secondo Raggio – dell’amore e saggezza.

Il “proposito” puo’ scaturire soltanto da coloro che hanno volonta’
spirituale risvegliata e lucidita’ d’animo, frutto di una lunga maturazione
reincarnativa.

Ed il proposito assume veste definita ed angolature precise.

Ecco la ragione per cui, durante il Plenilunio del Wesak, il Re del Mondo,
nei cinque giorni fatidici, si pone a contatto diretto con l’umanita’, cosa
mai fatta prima d’ora; per risvegliare in essa la profonda radice della
volonta’ spirituale.

Solo cinque giorni all’anno dura il Fenomeno, o la stessa umanita’
resterebbe incenerita da tanta Luce.

Il Proposito del Re del Mondo, è “il Proposito che i Grandi Esseri conoscono
e servono”.

Proposito inteso come volonta’ e maturita’ spirituale, ma anche come Piano
evolutivo dettagliato, gia’ esposto nelle precedenti monografie, in lista.

Dal centro che e` chiamato il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce
e possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede

L’umanita’ e’ il chakra della gola del Logos Planetario; questo versetto
acquistera’ una nota spirituale, se il discepolo, meditando, accentrera’ la
sua essenza spirituale nel proprio centro della gola.

La Gerarchia, in base all’Avvento della Nuova Era, cerca la collaborazione
dell’umanita’, per quattro grandi compiti, che saranno le causali profonde
del “Piano d’Amore e di Luce”, delineato nel versetto, e che potranno
sbarrare la porta, “dietro cui il male risiede”.

Un male di antica data e che si riallaccia, non tanto alla tradizionale idea
che si ha del diavolo, o dei cosiddetti “fratelli neri”, quanto ad un karma
solare molto antico.

Mentre pronuncia il versetto, il discepolo terra’ presenti le Cause che deve
manifestare l’umanita’, per realizzare cio’ che il versetto gli chiede.

I compiti sono:

· il primo e piu’ importante, consiste nello stabilire, per mezzo
dell’umanita’, un avamposto della Coscienza del Logos, nel sistema solare.
E`, questa, una corrispondenza – in senso macrocosmico – del rapporto
esistente fra un Maestro ed il Suo gruppo di discepoli;

· istituire sulla terra una “Centrale” di energia di tale potenza ed un
punto focale di tale intensita’, che l’umanita’, nel suo assieme, possa
costituire un centro nel Sistema Solare, il quale produca cambiamenti ed
eventi di natura particolare nella vita e nelle vite del pianeta (e percio’
del sistema solare) e determini anche un’attivita’ interstellare;

· sviluppare una “Stazione di Luce”, mediante il Quarto Regno della Natura
(l’Umanita’), che servira’ non soltanto il Pianeta, non soltanto il nostro
sistema solare, ma anche i sette sistemi solari di cui uno e’ il nostro;

· formare un Centro magnetico nell’universo, in cui il Regno Umano ed il
Regno delle Anime, uniti e coordinati, costituiranno il punto del piu’
intenso potere, e che servira’ le vite evolute entro la sfera di
irradiazione di “Colui di cui nulla può essere detto”.

Come si puo’ notare, un profondo significato ha il quarto versetto del
Mantram.

Ed il discepolo, probabilmente, sara’ tentato di osservare:

“Ma come posso, nel pronunciare le ultime righe, inserirmi in tale vastita’
di visione, o, piu’ ancora, come collaborarvi?”

E` un fatto graduale; ma e’ anche una profonda verita’ che ogni frammento
di umanita’ e’ gia’ “inserita” nel Piano.

Il mantram lo rivela, ed esorta il discepolo a rintracciare, da se’, i
rapporti che ha con il medesimo Piano.

Cosa che, senza dubbio, e’ possibile, ma di spettanza al suggerimento
silente del proprio Sè Superiore.

Che la Luce, l’Amore e la Potenza
Ristabiliscano il piano sulla terra

Molti nomi occulti vengono dati al Cristo, in rapporto al Suo compito di
ristabilire l’ordine e imporre un nuovo Ritmo ai Regni della natura
planetaria.

Egli e’ chiamato il Donatore di Acqua.

Cio’, a significare che dispensera’ l’acqua spirituale dell’Epoca
dell’Aquario, a tutti.

Un’Acqua che penetrera’ ovunque, che innaffiera’ terreni sterili, che
alimentera’ una visione prettamente aquariana (vedi lo studio dell’Aquario,
in appendice, sui pleniluni) di sviluppo e di gioia.

Egli e’ chiamato il Protettore dei “piccoli”.

E, in senso occulto, i “piccoli” nati sono coloro che posseggono la seconda
iniziazione.

Cio’ vuol dire che molti acquisteranno la seconda iniziazione, con il Suo
Avvento; e che, addirittura, essa verra’ data pubblicamente.

Cio’ sia di speranza e di fiducia a tutti coloro che calcano il Sentiero.

Inoltre, Egli e’ chiamato “il Punto al Centro del Triangolo”.

Perche’, questo?

Tre Grandi Poteri collaborano con Cristo, nell’instaurare l’Epoca
dell’Aquario; ed Egli ne riflette le conseguenti Energie Universali.

Essi sono:

Budda, che, nel versetto, e’ chiamato “la Luce”;

uno dei Sei Kumara (la Potenza), Discepoli del Re del Mondo, ed esattamente
il Kumara di Primo Raggio, della Volonta’ e del Potere (ed ecco, anche,
spiegata la ragione per cui l’amore si tramuterà, nella Nuova Era, in
volonta’ illuminata; la buona volonta’, in volonta’ di bene);

ed una Entita’ di livello Cosmico (l’Amore), che incarna l’Amore Puro, il
Secondo Raggio Cosmico.

Al centro del triangolo, v’e’ Cristo.

E questo triangolo occulto, aleggiante sul pianeta terra, ristabilira’ il
“Piano sulla Terra”.

Cose astratte? Utopistiche?

Noi sappiamo di no. Noi sappiamo che molti eletti vivono con la prova di
quanto abbiamo detto, e, per loro, non v’e’ ragione di dubitare di una
realta’ che costituisce evidenza, per ogni atto quotidiano che esprimono.

Essi hanno disimparato a dire frasi di antico retaggio, come:

“Troppo alto per me; impossibile che la realizzazione cosciente del
contatto con Simili Creature riguardi proprio me”.

Essi hanno appreso a realizzare che la grandezza di Dio e’ proprio quella di
farsi piccolo verso i picccoli e di abitare nel cuore di ognuno, sotto il
velo della propria anima.

Il rapporto tra il Cristo-Principio, in loro, ed il Cristo storico e’ oramai
stabilito e nessuno potra’ mai toglierli dall’atmosfera della Gerarchia, ove
una fede illuminata li ha portati.

Noi facciamo i piu’ profondi voti a che lo studioso si immerga nella Luce
dorata di questi Sacri Principi e li senta palpitare in lui, di suo diritto
definitivo e dell’umanita’.

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