La guarigione spirituale

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La guarigione spirituale

di Geoffrey Hodson

Tratto dal Theosophy in New Zealand, dicembre 1979;
pubblicato nella ‘Rivista Italiana di Teosofia’ del dicembre 1985.
Traduzione di Edoardo Bratina

La guarigione spirituale costituisce una delle più elevate e più
comuni aspira zioni umane. Cerchiamo di esaminare questo concetto nei
suoi particolari e coloro i quali desiderano andare direttamente al
sog­getto devono scusare se poniamo l’accento sul ruolo che deve
svolgere il paziente stesso nella sua guarigione.

Non esiste una panacea che si possa applicare a tutti per ottenere
immediati risultati. È ne­cessario dapprima chiarire che:

a) vi sono cause fisiche della malattia e rimedi fisici;

b) per cui, in caso di gravi malattie, è necessario consultare
dapprima un medico esperto.

Bisogna tenere presente quattro condizioni:

1. che cosa si può o non si può ottenere mediante la sola cura spirituale?

2. quale parte debbono avere rispettivamente il guaritore e il
paziente, ovvero in che modo il paziente può collaborare con il
guaritore?

3. qual è la tecnica?

4. come ci si può allenare in modo efficace per
essere in grado di curare mediante i poteri della mente e dello
spirito?

Per poter rispondere a tali quesiti dobbia­mo dapprima conoscere tanto
l’individuo che aspira a curare quanto il paziente da curare. Si
tratta di esseri umani, quindi di esseri dotati di pensiero, di
emozioni e di azione fisica, esseri dotati di volontà, la quale si
esprime per mezzo di pensieri, emozioni, parole e azioni.

L’essere umano è triplice ed in lui lo spirito più elevato e la
materia più bassa si trovano uni­ti mediante l’intelletto. Inoltre il
Sé spirituale è unito con la Sorgente unica della vita. Questo è il
concetto centrale riguardante la struttu­ra dell’uomo. La Verità
spirituale più elevata è della massima importanza nella guarigione. Lo
spirito divino e lo spirito umano sono una cosa sola. L’uomo, con la
sua natura spirituale, deriva totalmente dalla potenza della Sorgente
universale inesauribile che è Dio.

La forza divina creatrice della vita fluisce continuamente in tutta la
Natura e in tutti gli esseri umani. Il non ostacolato flusso ritmico
di questo divino potere della vita è essenziale per la salute e la
felicità, poiché la forza vitale creativa è una forza possente ed
irresistibile. Quando fluisce liberamente attraverso l’essere umano,
vitalizza e cura integralmente. Ogni resistenza a questo flusso nel
pensiero, emozione o azione, provoca attrito, discordanza, distorsione
e con ciò determina disfunzioni e malattie.

Posta tale premessa possiamo definire la salute in questi termini: a.
la salute consiste nel rapporto armonico, cioè integrazione,
comple­tezza, unione, tra il Sé superiore ed i suoi corpi. b. libero
flusso di forza vitale e coscienza che passa dal Sé Superiore
attraverso tutti i suoi veicoli.

Da ciò deriva che la vera causa della cattiva salute è esclusivamente
interiore. La causa radicale di ogni sofferenza è dentro di noi. Per
que­sta ragione anche la cura deve essere interiore.

Quando ci ammaliamo in qualche punto nella nostra struttura, esiste
una condizione di ostruzione o deviazione dal giusto tragitto della
forza vitale universale e la cura spirituale può rimuovere queste
ostruzioni interiori. Che cosa impedisce il libero flusso della forza
vitale? Ovviamente certe barriere a livello mentale, emo­zionale o
fisico o in tutti e tre. Queste barriere costituiscono le anormalità
causate da errati pensieri od emozioni o, fisicamente, da errate
azioni, da un errato comportamento nella vita.

Che cosa si intende per “errato”?

Pensieri erronei, sentimenti non equilibrati, azioni dannose,
provocano una discordanza tra le varie parti e i principi della nostra
struttura ed in questo violano le leggi basilari della vita.

Vi sono due principi fondamentali che non possono essere violati
impunemente: a. l’Unità della vita e b. la suprema importanza del
cor­po fisico. Cerchiamo di esaminare brevemente queste violazioni o
trasgressioni dell’uomo, poiché dobbiamo scoprire le cause radicali
delle malattie e la loro cura definitiva.

Talvolta la vita per noi può essere molto dif­ficile e spesso, anche
inconsapevolmente, siamo indotti in errore, talvolta sembra quasi di
esse­re spinti ad errare. Ma noi siamo tutti uno: vi è una fratellanza
nell’errore come pure nella sofferenza: non esistono “gli altri”.
Eugene Debts, presidente della “Labour Union” americana ebbe a dire:
“Dove vi è una classe più povera, io ne faccio parte; dove vi è una
classe criminale, io vi appartengo; quando vi è un’anima in carcere,
io non sono libero”. Queste parole indicano la realizza­zione
dell’Unità! Quando ci riferiamo agli erro­ri umani pertanto non
possiamo né criticare né condannare gli altri!

Quali dunque sono gli errori che violano il Principio dell’Unità della
Vita? Vi sono due for­me di violazione: oggettiva e soggettiva.

1. La violazione oggettiva consiste nell’egoismo e nella crudeltà di
parole e di azioni. In questo modo, come con i pensieri ed i
sen­timenti centrati su noi stessi, ci separiamo da quella persona e
dalla Vita Una che alberga in essa, cioè tagliamo od ostruiamo
un’arteria attraverso la quale fluisce l’Unica Vita, così in noi
si instaurano una carenza, dapprima soltanto locale, e una
discordanza. Dentro e fuori di noi vi sono un disaccordo ed
auto-isolamento dalla vita degli altri. Cercando di vivere soltanto
per sé si diviene separati, auto-centrati, alla ricerca di una propria
unità, anziché essere membri utili della famiglia umana. In altre
parole ci ren­diamo auto-affamati della Vita divina che fluisce
perennemente.

2. La violazione soggettiva consiste nei pen­sieri ed emozioni di
avversione, odio, desiderio di dominare, passione per il potere,
vendetta, risentimento, ansietà, coltivazione di errori,
im­perdonabilità, invidia, ira, odio, malizia. Tutte queste sono
sostanze tossiche e possono avvelenare l’intero sistema. Se divengono
abituali, o ripetuti spesso, questi difetti producono una
sostanza inerte e disordinata nei corpi superfi­sici e ciò ne
ostruisce il flusso. In questo modo si genera il karma della cattiva
salute ed inevita­bilmente ne soffre il corpo fisico. Questa è una
specie di trasgressione la quale contribuisce a provocare la malattia:
recare danno agli altri od essere abitualmente egoisti.

La salute perciò dipende in primo luogo dall’etica: retta condotta nel
pensiero, nelle parole, nelle azioni, nell’alimentazione, nelle
abitudini di vita. Il Signore ammonì coloro che guarì: “Va e non
peccare più! ” In queste semplici parole si trova tutta la verità
riguardante la salu­te e la malattia.

La cattiva salute è come un maestro che at­tira l’attenzione sui
nostri errori; il Sé interiore sa, impara e desidera cooperare con la
persona­lità. La missione del guaritore non consiste sol­tanto
nell’alleviare il dolore e curare la malattia, bensì anche nell’aprire
il Sé inferiore all’influs­so del Sé superiore ed in questo modo
aiutare a ristabilire l’armonia interiore ed esteriore con la giusta
condotta. Il guaritore potrebbe accele­rare l’evoluzione del paziente,
aiutare a rimuo­vere le barriere, ristabilire il ritmo. Il vero scopo
del guaritore consiste nell’assistere il sofferente a ritornare ad un
corretto atteggiamento verso la vita, rimuovendo gli impedimenti
interiori e ristabilendo l’armonico flusso in tutta la strut­tura del
paziente. Una cura spirituale efficace fa discendere un immenso flusso
di vita divina. Questo fatto riporta il sofferente nel suo centro e,
nello stesso tempo, lo purifica. Il guaritore spirituale per questa
ragione può essere di gran­de aiuto evolutivo per il paziente.

Qual è il metodo operativo?

Nel trattare con un profano e specialmente curando senza la presenza
del curatore, si applicano gli stessi principi e l’atteggiamento del
paziente dovrebbe essere: a. di accettazione, abbandono, perdono,
senza alcun risentimen­to ed in deliberato ri-equilibrio con persone e
circostanze;

b. di cooperazione con il guaritore mediante:

1. una tranquilla ricettività nei mo­menti specifici con il pensiero
fissato sulle cose più elevate e,

2. la correzione degli errori della propria condotta, del carattere o
del pensiero e nella conduzione della propria vita, ma special­mente
nell’atteggiamento verso la vita stessa e nel modo abituale di
pensare.

Come una persona pensa, così diviene: pen­sieri velenosi avvelenano il
corpo. L’odio, la paura, l’invidia, la gelosia ed il rancore sono veri
veleni distruttivi che abbattono il corpo. A prescindere dalla loro
natura sgradevole, sono sentimenti separativi che violano il Principio
dell’Unità, separano l’individuo dalla Vita Una e dal suo prossimo.
Quando ci distacchiamo in qualche modo dal nostro prossimo, recidiamo
i fili di amore che ci legano agli esseri umani e, nello stesso tempo,
ostruiamo le vene e le ar­terie nelle quali scorre la Vita universale.
Così diventiamo un fascio di nervi tesi, tremanti di debolezza e di
paura, ed infine moriamo per mancanza dell’amore di Dio.

Cinque regole sul come curare se stessi:

1. coltivare uno stato di buona volontà per tutti; mai urtare alcuno
con pensieri parole o azioni. La più grande prevenzione consiste nella
innocuità;

2. Sviluppare l’abitudine di essere felici, gioiosi. Per esempio
l’artrite è dovuta al risentimento covato “sotto la cenere”. Il
lubrifican­te perfetto per le articolazioni indurite è l’olio della
gioia;

3. Non coltivare il malcontento, ma deliberatamente perdonare tutto.
E. H. Griggs scrive: “Essere capace di stare nelle tenebre e vivere
come se tutto intorno fosse luce: questa è la prova finale dello
spirito umano”.

4. Sprigionare affetto per tutti, inondando ogni creatura vivente con
il potere dell’amore e mai fare torto neppure alla più umile creatura.
Allo stesso modo come l’innocuità previene, così la buona volontà cura
le malattie e le sofferenze. Entrambi questi atteggiamenti aprono e
tengono aperti i canali lungo i quali scorre la forza vitale. Non
sfidare l’azione correttiva della Legge!

5. Collegarsi regolarmente con la Sorgente spirituale, invocare ed
aver fiducia nella Forza Spirituale.

Affermare che tali atteggiamenti possono effettivamente curare le
malattie può sembrare lungimirante poiché queste azioni producono
assai di più che la cura delle malattie stesse, prevenendo gli
incidenti, assicurando una buona salute, esattamente l’opposto degli
atteggia­menti contrari.

Questo processo di auto-armonizzazione, effettuato deliberatamente,
apporta la tranquillità, la calma dei nervi e la pace della mente;
ristabilisce l’armonia interiore e dilata i canali attraverso i quali
viene convogliata nuova vita ad ogni singola cellula del corpo. In
questo modo la vita ricostruisce tutto il corpo dal di dentro; così
possiamo ri-creare noi stessi, prevenire le malattie e anche curare
noi stessi. Possiamo emergere da un’infermità spiritualmente
rinnovati e fisicamente riorientati. Il guaritore deve istruire in
questo modo i suoi pazienti ed ottenere la loro cooperazione.

La guarigione sacramentale

La guarigione sacramentale impiega il pote­re di un sacerdote
regolarmente ordinato con l’imposizione delle mani e con l’unzione
mediante l’olio. In questo caso: 1. l’impulso spiri­tuale accelera
l’evoluzione ed amplia l’orizzon­te mentale, apporta un flusso di vita
spirituale risanatrice e la potenza della benedizione del secondo
aspetto della divinità; talvolta apporta anche una visione; 2.
conferisce incoraggiamen­to e conforto; 3. stimola un atteggiamento
più armonico; 4. la correzione psicologica purifica l’aura; 5.
talvolta si consegue la guarigione fisica con tale procedimento.

– Applicazione dello Yoga –

Hai paura della morte? Se è così devi ripeterti: “Io sono un essere
divino ed immortale: anche se il mio corpo muore, io vivrò per
sempre”.

“Io sono un essere divino ed immortale. Io sono uno spirito puro:
anche se il mio corpo si ammala io sono sempre di una salute e forza
radianti”.

Hai paura della malattia? Se è così, devi ripeterti: “Io sono un
essere divino ed immortale. Io sono uno spirito puro: anche se il mio
corpo si ammala io sono sempre di una salute e forza radianti”.

Hai paura della vecchiaia? Se è così, devi ripeterti: “Io sono un
essere divino ed immortale: anche se il mio corpo morirà, nella mia
natura spirituale vivrò per sempre; anche se il mio corpo invecchia,
io possiedo l’eterna giovinezza”.

Hai paura della solitudine? Se è così, devi ri­peterti: “Io sono un
essere divino ed immortale: anche se il mio corpo è nella solitudine,
io sono da sempre uno con Dio e, per suo mezzo, unito con tutto quello
che vive”.

La pratica regolare di queste Verità le rende reali.

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Geoffrey Hodson (1886-1983) è stato uno degli autori teosofici che
meglio ha rappresentato la stretta relazione fra questa e le altre
realtà.

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