LA LEGGE DI < CAUSA-EFFETTO >
[Da: Yogarsi Yogasiromani Dr. Swami Gitananda Giri]La legge di causa-effetto è conosciuta nella cultura sanscrita come
< karman >; il termine deriva dalla radice sanscrita < kr > che significa
“fare, compiere, produrre, agire, movimento”.
Tutto l’universo nasce da un processo karmico: nel momento stesso che
Dio desidera la manifestazione inizia il karma, dove c’è desiderio c’è
karma. Karma è quel processo che veicola l’uomo o la manifestazione al
suo destino.
È un processo naturale scaturito da iccha sakti, potere che nasce dal
Divino come volizione, desiderio di determinazione.
L’origine, il primo karma, è il “desiderio di essere” che crea un
processo e da questo tutta una serie di fenomeni.
Un attento studio della natura rivela che i fenomeni del mondo sono
interrelati in una catena universale di causa-effetto: nessun evento può
avvenire senza una predeterminata causa.
Tutto ciò che vediamo, ascoltiamo o percepiamo con i nostri sensi, non è
altro che l’effetto di cause sia conosciute sia sconosciute.
Rintracciare le cause degli eventi e capire le condizioni da cui un
effetto è prodotto, è sempre stato lo scopo delle differenti branche
della scienza e della filosofia.
Tutte le scienze e le correnti filosofiche sostengono all’unanimità che
la legge di causa ed effetto è la più universale di tutte le leggi. Essa
governa tutti i fenomeni, da quelli più grossolani ai più sottili. Tutte
le forze della natura, sia fisiche che mentali, obbediscono a questa
legge e non possono mai trasgredirla.
Ogni evento è l’effetto di una qualche forza invisibile che interagisce
in armonia con la legge di causalità: dalle vibrazioni degli elettroni
alla rivoluzione della terra intorno al sole, dalla caduta di una mela
sul terreno al sollevamento di un arto per la forza di volontà.
Similarmente ogni azione del corpo o della mente è il risultato di forze
o energie che ne determinano la sua causa e allo stesso tempo ciò che è
l’effetto diventa a sua volta la causa di qualche altro risultato, che a
sua volta produce altri effetti grossolani e così via in un
concatenamento di cause ed effetti che continuano a prodursi
ininterrottamente senza arrivare ad una fine.
Quindi l’azione è sia causa che effetto e in questo senso tutte le
azioni del corpo, della mente e dei
sensi: attrazione, repulsione, camminare, parlare, vedere, ascoltare,
pensare e desiderare, ecc. sono karma, soggetti dunque alla legge di
causalità.
Nulla, nell’uomo non consapevole, avviene come libera scelta, il suo
agire viene determinato all’interno di questo processo ed è spinto dalle
tendenze che sono gli effetti di determinate cause. La legge karmica,
anche se evidente, non è facile da comprendere ed è necessario possedere
yoga drsti (visione yogica) per avere una più profonda conoscenza delle
sue implicazioni. Sicuramente possiamo accettare il concetto secondo il
quale “come si semina, così si raccoglie”.
L’uomo è il risultato delle proprie azioni e queste azioni non sono poi
così differenti da se stesso.
Comunemente l’individuo, per colpa della sua superficialità o
immaturità, non è cosciente delle sue stesse azioni, quasi come un folle
che non attribuisce a se stesso il proprio agire, atteggiamento che
denota l’assenza dell’unione di corpo e mente.
Ma l’uomo che segue un cammino evolutivo e pratica l’integrazione di
azione e personalità mantenendo l’unione corpo-mente, è maturo,
consapevole ed accetta naturalmente la responsabilità dei suoi pensieri
e delle sue azioni. I pensieri sono i propulsori dell’agire, essi sono
parte dell’attività karmica tanto quanto le azioni.
< Quell 'uomo menzognero che siede controllando gli organi dell'agire, ma
riempie la sua mente con gli oggetti dei sensi, è detto un ipocrita. >
[BG 3.6]
Il pensiero mette in moto potenti onde di attività mentale.
Le azioni sono normalmente limitate in uno specifico periodo di tempo,
ma i pensieri sono eterni. Una volta proiettati nel tempo e nello
spazio, essi continuano per sempre. Gli antichi yogarsi, consapevoli
della realtà, insegnarono come controllare emozioni e mente, soprattutto
la mente subconscia chiamata citta.
“Yoga citta vrtti nirodhah” [Yogasutra 1.2] = Lo yoga è ll controllo
delle modulazioni subconsce della mente.
Nella pratica dello yoga il controllo della mente è un dovere e una
necessità.
Controllo significa molto di più che la semplice inibizione dei pensieri
consci, lo yogi deve essere consapevole di tutto quello che attraverso
la mente viene assorbito e “depositato” negli oscuri recessi
dell’inconscio.
Per ottenere ciò le condizioni essenziali sono: osservare i pensieri
oscurati da paure, falsi credi, ipocrisie, non essere spaventati dalle
condizioni del proprio pensare, imparare a risolvere tutti i conflitti
in armonia con l’evoluzione della vita yogica.
Se non si controllano i pensieri, presto questi domineranno la mente.
Le ossessioni e le abitudini che inquinano negativamente la mente, sono
sicuramente difficili da controllare, ma possono essere affrontate con
successo dallo studente che desidera sinceramente l’autocontrollo.
Siamo consapevoli che anche i sogni sono pensieri di cui siamo
karmicamente responsabili?
Forse ciò, in un primo momento, può essere difficile da accettare, ma se
riflettiamo comprenderemo che i sogni sono un’attività della mente
subconscia (< citta >).
Noi “nascondiamo”, nei meandri del nostro cervello e in altre parti del
sistema nervoso centrale, tutte le reazioni e le attitudini vissute
nella nostra esistenza. Normalmente questi eventi ritornano come
esperienze oniriche durante il sonno. Il sognare è un mezzo insito nella
natura per “pulire” la mente.
La vera pratica dello yoga fa acquisire l’abilità di non immagazzinare,
ma di lasciar scorrere le impressioni del
senza sogni”.
Non solo i sogni notturni, ma anche le fantasie della mente o sogni
“diurni” (vikalpa) sono densi di implicazioni karmiche. Molte esistenze
sono rovinate dall’accettare queste fantasie piuttosto che il mondo
reale.
L’affermazione dell’ego e i suoi propositi espressi nel mondo moderno,
sono un esempio evidente di quanto affermato. Imparare a vivere nel
mondo reale, il mondo della pura coscienza e consapevolezza, è parte
integrante della < sadhana > yogica.
Karma non è solo “azione” ma anche “omissione” di ciò che si dovrebbe
fare, ma non si compie: a volte il non agire può produrre più karma che
non l’azione stessa.
Per vivere una vita yogica bisogna imparare a conoscere e fare ciò che è
necessario.
Ogni pensiero o azione è karma, ma si è consapevoli dell’azione karmica
solo quando l’intenzione di agire è presente nella mente. Questo tipo di
karma è facile da controllare in quanto esso è premeditato.
In questo caso si verifica nel risultato dell’azione, ogni possibilità
sia positiva che negativa.
Molte persone agiscono in uno stato non cosciente, cioè non pensano a
ciò che stanno per dire o fare. Questo stato della mente non-conscia è
difficile da controllare e normalmente produce una catena senza fine di
“colpi e contraccolpi”.
Dobbiamo osservare attentamente noi stessi, evitando questo stato di
inconsapevolezza; dobbiamo agire sapendo che potremmo essere danneggiati
dalle conseguenze dei nostri pensieri, parole ed azioni i quali
produrranno, come risultato karmico, debiti o crediti (anubandhana) che
dovranno essere “pagati” in un modo o nell’altro.
“Dà a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.”
In questa significativa affermazione “Cesare” è il mondo delle leggi
stabilite dall’uomo. È giusto obbedire ad ogni legge, purché non sia
ingiusta o contraria ai principi della vita interiore.
Dio e la sua legge sono uno; il saggio sa che vivere in armonia con la
legge karmica è il più elevato dharma < Dharma > è la parola sanscrita per
indicare il termine “legge”, virtù, dovere, giustizia.
La legge di Dio (dharma), legge universale, sorregge l’ordine cosmico,
in cui tutto si muove all’interno di un meraviglioso equilibrio, nessuno
può sfuggire a questa legge e se proviamo a eluderla ci accorgeremo che
è semplicemente un vano tentativo che porterà a spezzarci o a piegarci
tristemente.
“Piegarsi” equivale a produrre malattie e disagi di ogni tipo, mentre
spezzarsi equivale alla morte.
Questa è la legge karmica e sfuggirle è mera illusione, un gioco della
mente che non riconosce o non ricorda la legge causa-effetto.
Siamo tutti legati al karma e dobbiamo imparare a vivere in armonia con
la legge che governa tutti gli aspetti della vita, sia spirituali che
materiali.
È detto che una persona consiste di desideri.
Come è il suo desiderio così è la sua volontà, come è la sua volontà
così è la sua azione
Qualsiasi azione si compia, quella si raccoglierà.
Secondo come si agisce così si diventa.
Si diventa virtuosi per azioni virtuose, si diventa cattivi per cattive
azioni.
Questa legge non può essere violata perché essa è la stessa Natura
Suprema.
Nessuna altra parola è stata mai tanto usata in tutte le lingue come il
termine
parte delle lingue europee ed è ampiamente usato dove la parola yoga è
più conosciuta. Coloro che sono interessati alla filosofia e alla
metafisica usano ampiamente il termine, anche se gli viene attribuito un
significato più di “fato-sfortuna ” piuttosto che il suo senso logico di
causa-effetto.
Molti pensano che, accettando la
conseguenza una dottrina fatalistica e di predeterminismo. Al contrario,
si può produrre o modificare il proprio karma prendendo la vita nelle
proprie mani, e diventando maestri del proprio destino.
Il karma può che essere sperimentato in ogni momento della nostra
esistenza ed è più evidente quando constatiamo che al bene ritorna il
bene, al male il male, la gentilezza è ripagata con affezione e l’amore
con l’amore.
Se offriamo i nostri pensieri, saremo ripagati con la conoscenza, se
doniamo conoscenza verremo ricompensati con la sapienza; ma è vero anche
il contrario, un atto di violenza o malvagità ritornerà con altrettanta
violenza o odio.
Ovviamente la legge karmica non è così semplicistica, ogni reazione va
ad accumularsi e sommarsi in una miriade di impressioni la cui trama non
è facilmente “visibile” in una vita.
In effetti si possono vedere persone malvage condurre una vita
apparentemente felice, in realtà essi stanno godendo meriti già
acquisiti, ma nel futuro i demeriti si combineranno alle situazioni
della vita è sicuramente saranno pagati, in differenti forme di dolore e
sofferenza.
Ecco che si può spiegare il motivo di esistenze miti e tranquille che
sembrano subire disgrazie e sofferenze apparentemente ingiuste, ma che
hanno invece, evidentemente, un “pesante bagaglio karmico” cioè stanno
scontando debiti precedentemente accumulati.
Ogni evento che ora noi stiamo vivendo è il risultato di un pensiero o
una azione precedente.
Ciò è innegabile anche può essere difficile comprenderlo nel momento in
cui qualche calamità ci sorprende.
Se solo potessimo vedere dietro il velo delle nostre memorie, dentro le
azioni di questa vita e perché no, anche in quelle precedenti a questa,
allora capiremmo esattamente perché le cose accadono in un determinato
modo.
Vi è una continuità logica nella legge di causa ed effetto. È possibile
sapere come una azione specifica, sviluppandosi attraverso una catena di
causa ed effetto, influenzi la nostra vita.
“Semina un pensiero, raccogli un’azione
Semina un’azione, raccogli un’abitudine
Semina un’abitudine, raccogli un carattere
Semina un carattere, raccogli un destino.”
Il nostro destino o fato giace nelle nostre mani e il suo controllo si
ottiene pensando correttamente ed esprimendo, altrettanto correttamente,
parole e azioni.
Saremmo i maestri della nostra vita, se solo sapessimo osservare
giustamente la legge karmica.
Controllare il proprio karma richiede una totale consapevolezza, che
purtroppo la maggior parte degli esseri umani ha perduto o che nemmeno
aspira ad avere. Ciò è evidente in un atteggiamento diffuso: “vivi e
lascia vivere ” cioè si chiudono gli occhi sulle azioni altrui, pensando
che gli “altri” di conseguenza non pongano la loro attenzione sui nostri
errori, comportamento che nei limiti dell’ipocrisia corrente può essere
anche possibile. Con questa attitudine non vi è assolutamente
possibilità di evoluzione karmica.
Sotto il dominio della legge del karma non vi è spazio per la causalità
o accidentalità; ciò che ci sembra accadere accidentalmente o
casualmente è in realtà il prodotto di una determinata causa a noi
sconosciuta di cui non possiamo con la nostra conoscenza limitata
rintracciare l’origine. Infatti la causa può emergere da piani morali o
spirituali, mentre noi osserviamo solamente il piano fisico.
Nell’osservazione della vita, le menti incolte attribuivano agli eventi
che non sapevano spiegare un potere soprannaturale. Quando tutti questi
poteri furono unificati nella concezione di un Dio personale, gli
effetti di cause sconosciute erano detti previdenziali. Ma in realtà
tutti gli avvenimenti hanno una causa naturale a volte nota e a volte
sconosciuta. Ciò che appare come soprannaturale o provvidenziale a una
mente incolta, è naturale per uno scienziato o un filosofo la cui
concezione della natura è più ampia e più universale.
I risultati conseguenti alle varie cause possono essere classificati
come buoni, cattivi e misti.
Ciò che soddisfa i nostri interessi ed è benefico per noi in certe
condizioni è detto “buono”; ciò che ci danneggia è detto “cattivo”; i
risultati “misti” sono quelli parzialmente benefici o utili e
parzialmente dannosi.
Questi tre tipi di risultati determinano la natura delle azioni o delle
cause.
Il risultato è < buono > quando produce effetti benefici per se stessi e
per gli altri, sia moralmente che spiritualmente senza danneggiare
nessuna creatura vivente mentalmente, fisicamente o in qualsiasi altra
maniera.
Il risultato < cattivo > produce la distruzione dei nostri interessi o di
quelli altrui, portando sofferenza, dolore, miseria.
I risultati < misti > sono le azioni che soddisfano un interesse
personale, portando anche felicità ma a spese di dolore e sofferenza di
altri.
In questo mondo di relatività entro le limitazioni di tempo e spazio, è
impossibile trovare qualche azione che sia assolutamente buona o che
produca risultati che non creino discordia o disarmonia in qualsiasi
forma, in qualche parte del mondo.
Come abbiamo detto la < legge del karma > non permette di considerare
nessun avvenimento come “incidente” casuale; tutto ciò che accade
nell’universo avviene in armonia con le leggi divine.
L’intero cosmo è retto dall’ordine, solo l’uomo è dominato dal disordine
e dal caos. Ad una mente caotica e confusa, la vita appare senza dubbio
governata dalla confusione, dal fato e dal cieco cambiamento. Ma per il
prefetto studente di yoga, l’< adhikarin >, l’osservanza della legge del
karma è necessaria per uno sviluppo spirituale consapevole.
Accadono certamente situazioni che ci sembra di non aver meritato, in
particolare gli avvenimenti negativi, ma dobbiamo ricordare che il karma
ha origine da una miriade di “sorgenti” e compie il suo percorso entro
le basi della sua legge.
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