La luce, londa e la particella:
sintesi originale di scienze integrate
Paolo Manzelli
LRE@blu.chim1.unifi.it
Sappiamo che la luce è una sensazione del nostro cervello che viene stimolata da una reazione
fotochimica nella retina dell occhio, che attiva la sensazione cerebrale la quale puo ricomparire
anche durante la notte al buio durante il sogno, attivata in tal caso da processi mnemonici. (1) La
sensazione cerebrale della luce viene stimolata da un insieme di elettromagnetiche dette “visibili”,
le quali si propagano nel vuoto da una sorgente di energia con una velocità costante e finita,
corrispondente a circa 300.000 km/s.
Dal punto di vista della fisica spesso si parla di “luce” come sinonimo di “radiazione”, senza
effettuare la distinzione tra sensazione cerebrale interiore al nostro cervello e la radiazione
fisica esterna . Cio e dovuto al postulato della fisica classica che ha preteso in modo riduttivo
di separare le qualita ( e quindi le senzazioni ) dalle quantita strumentalmente misurabili. (2)
I nostri occhi percepisco i cambiamenti frequenza delle radiazioni ed attivano la percezione
cerebrale sotto forma di cambiamenti di colore, con eccezione per chi e daltonico , ovvero per
coloro a cui per qualche disgrazia e stata asportata la parte celebrale temporale deputata alla
percezione del colore. La lunghezze d onda a cui risulta sensibile il nostro sistema percettivo
sono comprese in un intervallo limitato di lunghezze d onda, che e collocato all incirca tra i
380 nm sensazione corrispondente viola ed i 780 nm (sensazione : rosso; nm significa “nanometro”
cioé un miliardesimo di metro); tale spettro di frequenze e quindi detto spettro della “luce
visibile” (3) ; oltre questi estremi, il nostro occhio, non è più in grado di discriminare le
variazioni di lunghezza d’onda del campo elettromagnetico. (4)
Le radiazioni elettromagnetiche trasportano nello spazio e nel tempo l’energia prodotta da una
sorgente luminosa. L’energia trasportata dai campi elettromagnetici assomiglia al sistema di onde
del mare ; la differenza e che il mare produce onde di materia (tridimensionali nello spazio )
anziche di pura energia ( onde piane ). (5)
Quando il campo elettromagnetico interagisce con la materia la onda si traforma in particella e cede
la energia sotto forma di quanti , cioe di pacchetti di energia, che contengono una quantita
definita di energia. Se si tratta del campo elettromagnetico della “luce visibile”, tali quanti di
energia sono detti “fotoni di luce visibile”; essi si comportano come particelle, in quanto mentre
il campo energetico e bidimensionale nello spazio e nel tempo , il fotone, come qualsiasi
particella di materia, diviene tridimensionale nello spazio e possiede una sola dimensione
temporale.
Tale trasformazione tra il “continuum” delle proprieta ondulatorie della ” onda piana “nel
comportamento energetico “discreto” delle particelle fotoniche,(*) corrisponde quindi ad una
trasformata di una componente del tempo in una componente spaziale; tale mutamento e fisicamente
necessario affinche la radiazione, acquisendo anchessa la struttura di particella spazialmente
tridimensionale, possa interagire con la codificazione spazio/temporale propria della materia.
L energia delle particelle fotoniche dipende dalla frequenza delle radiazioni: tanto maggiore è la
frequenza di una radiazione, tanto maggiore è l’energia di un singolo fotone.La quantita di energia
discreta del fotone e proposzionale alla frequenza dell onda elettromagnetica ; pertanto un fotone
di raggi X, trasporta più energia di un fotone di raggi ultravioletti o di una qualsiasi radiazione
del campo del visibile; quindi l’energia associata al fotone non dipende dalle dimensioni della
sorgente, in quanto quest ultima influenza la forza del campo elettromagnetico e di conseguenza il
numero di fotoni emessi nella interazione con la materia, ma non la quantità di energia inclusa da
ciascuno di essi.
Gli aspetti corpuscolare delle particelle e ondulatorio del campo elettromagnetico sono quindi
complementari; la attivita corpuscolare eapplicabile alle spiegazioni delle interazioni con la
materia, mentre la attivita ondulatoria e confacente per la dimostrazione della propagazione di
qualsiasi particella associata ad un campo elettromagnetico. Risulta pertanto che la fase
corpuscolare e quelle ondulatoria danno luogo a fenomeni differenti di comportamento, a seconda
della tipologia di interazione effetuata con differenti strutture degli apparati di misura:
alcuni fenomeni macroscopici ( riflessione, diffusione e rifrazione ) sono facilmete interpetabili
dal modello corpuscolare, nell ambito della ottica-geometrica, disciplina ch rende possibile
ragionare, in termini di comportamento dinamico lineare nello spazio/tempo dei fotoni, trattandoli
concettualmente,in via semplificata ,come “raggi di luce” quando il campo interagisce con un mezzo
omogeneo e isotropo (6) ; b) altri fenomeni di interazione della luce si osservano quando ed es: la
luce passa attraverso fenditure di ampiezza simile alla lunghezza d onda della readiazione
incidente sono: la diffrazione, (7), e la interferenza, (8), la cui interpretazione deve ricorrere
al modello di comportamento ondulatorio del campo elettrico.
(*) Nota : i “fotoni”, esistono come tali quando l onda piana rappresentabile da un bit temporale
(t/t) e un bit spaziale (s/s”), si converte in particelle fotoniche, che vengono dimensionate in
una locazione specifica tri-dimensionale delle coordinate spaziali x,y,z la cui dinamica e relativa
ad una sola dimendione nel tempo).
BIBLIO ON LINE
I limiti cognitivi della percezione: www.edscuola.com/archivio/lre/limcogn.html
Breve storia del Magnetismo/Elettricita : www.edscuola.com/archivio/lre/stmael.html
Spettro “luce visibile” : www.mclink.it/mclink/astro/ids/lib/spettro.htm
Modelli interpretativi del colore: www.grafopoli.com/biblio/colore/modelli.html
Dal Mondo degli Atomi al Mondo dei Bit : www.edscuola.com/archivio/lre/atomi.html
Riflessione, diffusione e rifrazione:
www.lilu2.ch/lilu2dir/materie/scienze/luce_visione/32_ottica_geometrica.html
Diffrazione: www.lilu2.ch/lilu2dir/materie/scienze/luce_visione/35_la_diffrazione.html
D. da una fenditura : ww2.unime.it/dipart/i_fismed/wbt/ita/slitdiffr/slitdiffr_ita.htm
Ottica: www.ba.infn.it/~zito/museo/des2.html
Legge di Bragg : ww2.unime.it/dipart/i_fismed/wbt/ita/bragg/bragg_ita.htm
Interferenza di forme d’onda sinusoidali : www.ba.infn.it/~zito/museo/frame6.html
CRONOLOGIA
Luce e materia : www.ipse.com/quad/lab/luce.htm ; www.ipse.com/quad/can/bibl2.htm
– 1672 Isaac Newton rende ufficialmente pubblici i risultati della sua ricerca
sulla scomposizione della luce ottenuta con un prisma.
– 1815 Augustin Fresnel dimostra la teoria ondulatoria della luce, secondo cui si propagherebbe come
un’onda. L’ipotesi di Newton era, invece, quella di considerare la luce in forma di corpuscoli. Per
spiegare la propagazione ondulatoria della luce divenne necessario rivedere l’idea di “etere”
considerando i suoi comportamenti uguali a quelli di un corpo solido.
– 1853 Viene calcolata per la prima volta la velocità della luce nell’acqua dal francese Leon
Foucault.
– 1887 Michelson e Morley dimostrano che la velocità della terra non influisce sulla velocità della
luce.
– 1900 Max Planck sviluppa il concetto di quanto d’energia.
– 1905 Einstein pubblica la Teoria della relatività ristretta, in cui si dice tra l’altro che la
velocità della luce è costante. Nello stesso anno pubblica un saggio sull’effetto fotoelettrico, in
cui riprende il concetto di fotone introdotto da Planck per spiegare la proporzione inversa fra
lunghezza d’onda e dimensione dei quanti di luce: più è bassa la frequenza maggiore è l’energia del
fotone.
Sempre nello stesso anno pubblica la formula ( E=mc2.) che stabilisce l’equivalenza fra massa ed
energia.
1923 Un esperimento di Arthur Holly Compton dimostra l’esistenza dei fotoni, e conferma che la forma
della luce è sia di onda che di particella.
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