La medicina bioelettronica

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La medicina bioelettronica

4 dicembre 2017

di Francesca Camilli

FUTURO – Questo è l’obiettivo della bioelettronica, una branca della medicina che potrebbe
rivoluzionare il trattamento delle malattie croniche attraverso l’uso di impulsi elettrici. Una
review pubblicata sulla rivista Trends in Molecular Medicine fa il punto sul presente e il futuro di
questa disciplina.

Nell’articolo, Luis Ulloa, Salvador Quiroz-Gonzalez e Rafael Torres-Rosas della Rutgers New Jersey
Medical School, affermano che i dati disponibili sui vari metodi che sfruttano la stimolazione
neurale – dall’agopuntura tradizionale, all’elettroagopuntura fino alle più moderne tecniche
sperimentali – suggeriscono possibili applicazioni nel trattamento di disordini infiammatori come
l’artrite e di infezioni letali. Alla base di queste tecniche vi sono i meccanismi di
neuromodulazione, ovvero i processi attraverso i quali i neuroni regolano il funzionamento delle
altre cellule, inviando segnali chimici. L’agopuntura, ad esempio, induce una stimolazione meccanica
nelle giunzioni neuromuscolari e causa un rilascio immediato di molecole che agiscono come
neuromodulatori. L’elettroagopuntura, invece, consiste nella stimolazione elettrica transdermica,
effettuata tramite una corrente a basso voltaggio. Le tecniche bioelettroniche più avanzate
promettono di trattare le malattie croniche attraverso l’uso di piccoli dispositivi impiantabili,
che potrebbero inviare impulsi elettrici al corpo, ristabilendo il corretto funzionamento degli
organi.

Nel 2014 Luis Ulloa e colleghi hanno scoperto che la trasmissione di brevi impulsi elettrici nei
topi tramite aghi utilizzati nell’agopuntura era in grado di stimolare il nervo vago, le cui fibre
nervose si estendono dal cervello fino all’addome. In questo modo è stato possibile prevenire la
sepsi, una sindrome caratterizzata da una risposta infiammatoria sistemica che si sviluppa quando
l’organismo è invaso da microrganismi patogeni. Come spiegano i ricercatori, l’efficacia
dell’agopuntura e dell’elettroagopuntura rimane controversa, perché il risultato è ancora molto
legato all’esperienza e alle capacità di chi la pratica. Sono quindi necessari studi successivi, che
permettano di confrontare i dati provenienti da queste procedure con i risultati ottenuti in modelli
animali e sperimentali.

Tuttavia, come spiega Ulloa, sviluppi delle tecniche di stimolazione neurale serviranno a capire
meglio i meccanismi fisiologici di neuromodulazione e porteranno a miglioramenti nel trattamento di
malattie fisiche e mentali. Basti pensare al pacemaker e a come questo dispositivo ha rivoluzionato
la vita delle persone che soffrono di aritmia: questo stesso approccio potrebbe essere applicato a
tutto il corpo. È possibile che in futuro per controllare il funzionamento dei nostri organi non
dovremo più assumere dei farmaci, ma sarà sufficiente attivare una app dal nostro smartphone –
aggiunge il ricercatore.

www.cell.com/trends/molecular-medicine/fulltext/S1471-4914(17)30186-7

www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3949155/

www.eurekalert.org/pub_releases/2017-11/ru-cdw112017.php

oggiscienza.it

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