La meditazione con gentilezza amorevole

pubblicato in: AltroBlog 0
La meditazione con gentilezza amorevole

di J. Kabat Zinn

Nessun uomo e un’isola, completa in sé;
Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte di esso;
Se una zolla tosse carpita dal mare,
L’Europa ne perderebbe, come fosse stata un promontorio,
Oppure un castello di amici tuoi o tuo proprio;
La morte di qualsiasi uomo mi diminuisce, perché
Faccio parte dell’umanità;
Quindi non chiedere per chi suona la campana:
Suona per te.
(John Donne)

Siamo tutti casse di risonanza dei dolori altrui perché siamo
interconnessi. Essendo completi e contemporaneamente componenti di un
insieme più vasto, possiamo cambiare il mondo cambiando semplicemente noi
stessi. Se mi trasformo in un centro di amore e gentilezza in questo
momento, forse, anche se in misura limitata ma non del tutto
insignificante, ora il mondo può disporre di questo nucleo di cui era privo
qualche istante prima. Questo arreca beneficio a me e agli altri.

Forse avete notato di non essere sempre un centro d’amore e gentilezza,
persino nei vostri riguardi. Effettivamente, si può dire che la nostra
società soffra di un’epidemia di scarsa autoconsiderazione. Nel 1990,
durante i colloqui col Dalai Lama a un convegno tenutosi a Dharamsala,
questi ebbe difficoltà a capire quando ne parlò uno psicologo occidentale;
si dovette ripetutamente tradurre la frase in tibetano, benché abbia
un’ottima conoscenza dell’inglese. Non riusciva proprio ad afferrare il
concetto e quando infine lo capì, fu veramente rattristato apprendendo che
in America molte persone nutrono profondi sentimenti di autodenigrazione e
inadeguatezza.

Questo sarebbe praticamente inaudito fra i tibetani. Essi soffrono per i
gravi problemi sociali che affliggono tutti i paesi del terzo mondo, ma la
scarsa autoconsiderazione non è uno di questi. Chissà cosa accadrà alle
future generazioni quando entreranno in contatto con il mondo che
paradossalmente definiamo «evoluto». Forse siamo iper-sviluppati
esteriormente e sottosviluppati interiormente. Forse, malgrado la nostra
ricchezza, siamo noi a vivere in povertà.

Voi potete prendere iniziative per modificare questa povertà grazie alla
pratica della meditazione con gentilezza amorevole. Come al solito occorre
cominciare da voi stessi. Siete in grado di evocare sensazioni di
gentilezza, accettazione e sollecitudine nel vostro cuore? Dovreste farlo
ripetutamente, allo stesso modo in cui riportate la mente sulla
respirazione con costanza nella meditazione assisa. La mente non si
presterà con facilità perchè le vostre ferite sono profonde. Ma potreste
tentare, per esperimento, a dedicarvi all’attenzione e all’accettazione per
un certo periodo della vostra pratica, come farebbe una madre con il suo
bambino dolorante o spaventato, rivolgendogli amore incondizionato e
dedicandogli la propria totale disponibilità. Potete coltivare la
comprensione verso voi stessi, se non per altri? Riuscite a sentirvi felici
in questi momenti? Siete soddisfatti di sentirvi bene? In questi istanti è
presente la base della felicità?

La pratica della gentilezza amorevole si svolge nel modo seguente, ma vi
prego di non confondere le parole con la pratica. Come al solito esse sono
semplicemente cartelli indicatori.

Iniziate a concentrarvi sulla posizione e sulla respirazione. Poi, dal
cuore o dalle viscere evocate immagini o sentimenti di tenerezza e amore
che si irradiano fino a colmare tutto il vostro essere. Lasciatevi cullare
dalla sensazione di meritare gentilezza amorevole come qualsiasi bambino.
Fate in modo che la vostra consapevolezza incorpori una benevola energia
materna e paterna, fornendovi in questo momento riconoscimento e
apprezzamento del vostro essere e una tenerezza di cui forse non avete
goduto da bambini. Crogiolatevi in questa energia amorevole, espirandola e
inspirandola come una necessità vitale trascurata, ma che infine vi dia il
nutrimento a cui aspiravate.

Stimolate in voi stessi sensazioni di pace e accettazione. Alcuni trovano
utile rivolgersi a intervalli frasi come: « Mi devo liberare
dall’ignoranza, dalla grettezza e dall’odio. Non voglio soffrire, voglio
essere felice». Parole pronunciate solo per far emergere sentimenti di
gentilezza amorevole. Rappresentano un augurio – intenzioni espresse
consapevolmente per essere liberi ora, almeno in questo momento, dai
problemi che tanto spesso ci creiamo e accumuliamo attraverso le nostre
paure e disattenzioni.

Dopo esservi trasformati in un centro di amore e gentilezza che si
irradiano in tutto il vostro essere, il che significa immergersi in
gentilezza amorevole e accettazione, potete rimanervi indefinitamente,
bevendo a quella fonte, bagnandovi in essa, rinnovandovi, nutrendovi,
vivificandovi. Questa può essere una pratica profondamente salubre, per il
corpo e per l’anima.

Potete anche sviluppare ulteriormente questa pratica. Dopo aver stabilito
un centro radiante dentro di voi, estrinsecate tutta la gentilezza
amorevole nella direzione preferita; innanzitutto verso i componenti della
vostra famiglia; se avete figli, manteneteli nell’occhio della mente e nel
cuore, visualizzandone la personalità essenziale, augurando loro di non
soffrire, di trovare la loro strada nel mondo, amore e accettazione nella
vita. E, continuando così, includere un partner, la moglie, fratelli e
sorelle, genitori…

Potete dirigere gentilezza amorevole verso i genitori, siano essi vivi o
morti, facendo voti perché stiano bene, non si sentano isolati e non
soffrano, onorandoli. Se ve ne sentite capaci e vi arreca sollievo
liberatorio, trovate un posto nel vostro cuore per perdonare i loro limiti,
le paure, le cattive azioni e sofferenze che possono avervi causato e
ricordate le parole di Yeats: « Ma cosa avrebbe potuto fare lei, essendo
quella che è? »

E non è necessario fermarsi qui. Potete rivolgere gentilezza amorevole a
chiunque, a persone che conoscete e a sconosciuti. Potrebbe far bene anche
a loro, ma certamente a voi, perché così affinerete e amplierete la vostra
capacità emotiva. Questa evoluzione matura mentre manifestate volutamente
gentilezza amorevole a persone con le quali vi trovate in difficoltà, che
non vi piacciono o vi ripugnano, a coloro che vi minacciano o vi hanno
offesi. Potete anche praticare questo atteggiamento verso interi gruppi di
persone, verso chi è oppresso o soffre o è coinvolto in guerre, violenze e
odio, ammettendo che non sono diversi da voi, che anche loro hanno persone
che amano, speranze e aspirazioni, oltre ad avere necessità di una casa, di
cibo e di pace. Estendetelo a tutto il pianeta, alle sue glorie e
sofferenze silenziose, all’ambiente, ai torrenti, ai fiumi, all’aria, agli
oceani, alle foreste, alle piante e agli animali, collettivamente e
singolarmente.

In realtà non esistono limiti alla pratica della gentilezza amorevole sia
nella meditazione sia nella vita quotidiana. In un costante riconoscimento
d’interrelazione in espansione continua, è la sua personificazione. Se
riuscite per un momento ad amare un albero, un fiore, un cane, un luogo,
una persona o voi stessi, troverete tutta la gente, tutti i luoghi, tutte
le sofferenze, tutta l’armonia in quell’unico istante. Praticare in questo
modo non significa tentare di cambiare alcunché o di arrivare a un
qualsiasi risultato, benché superficialmente possa sembrare cosi. Si tratta
invece di scoprire ciò che é sempre presente. Amore e gentilezza sono
sempre qui, da qualche parte, anzi dovunque. Solitamente la nostra capacità
di avvicinarle, o esserne avvicinati è sepolta sotto le nostre paure e
ferite, sotto la grettezza, l’odio e il nostro disperato attaccamento
all’illusione di essere veramente separati e soli.

Evocando tali sentimenti nella nostra pratica urtiamo contro gli spigoli
della nostra ignoranza, come nello yoga ci si scontra con la resistenza di
muscoli, legamenti e tendini e con quella, presente in tutte le altre forme
di meditazione, rappresentata dai limiti della nostra mente e del nostro
cuore. Con questo sforzo, per quanto doloroso possa essere talvolta, ci
espandiamo, cresciamo, cambiamo noi stessi e il mondo intero.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *