di SwArvu ANAND VIDEHA
“Meditazione non è utopia, non è una fuga…”
Se qualcosa colpisce e meraviglia quanti si avviano lungo il sentiero
della meditazione, è la sua praticità, il suo essere perfettamente
connessa con le cose di ogni giorno: amore, semplicità, chiarezza.
Lungi dal pensare all’aldilà, al trascendente, a un dio remoto, essa
assume piuttosto il volto e il colore della quotidianità che, grazie a
questo attributo, si trasforma in gioco, in spontaneiti, in amore.
La meditazione aiuta ad entrare in questo sereno gioco dello spirito,
dove l’unica serietà viene dalla totale partecipazione, da un
coinvolgimento che pian piano assorbe, distrae dalle cose che ogni
giorno ci distraggono, e ci rivela a noi stessi portandoci a perdere
giorno dopo giorno le maschere dietro cui siamo nascosti.
Nel mondo della meditazione non esistono presupposti, nessuno pretende
nulla, fatta eccezione per una disponibilità al rischio, a fare un
salto nel buio. Ed è forse questo che la rende antagonista a quanti
si sono assuefatti al mondo delle attività abitudinarie.
Non ci si può illudere: meditazione non è utopia, non è una fuga.
Anche se si presenta sempre come un’inversione di marcia, un
rifuggire e un opporsi agli schemi di vita in cui siamo imprigionati,
e non sembra affatto in sintonia con una mentalità puramente tesa
all’utilitarismo e al profitto. La meditazione è la fine di ogni
utopia, la fine di ogni fuga: richiede costanza e allo stesso tempo
elasticità di mente, per non cadere dalla padella nella brace. Per
questo il lavoro di gruppo è di aiuto accanto a un lavoro individuale:
troppo spesso ci si rassegna alla propria debolezza, troppo spesso ci
si giustifica compensando sempre con mille e un desiderio, con sogni e
chiusure in corazze e maschere. Questo libro è un richiamo al
risveglio.
È tempo di guardarsi, di ammettere ciò che noi stessi abbiamo sempre
negato di noi, non per farne una nuova e inutile mania, un elemento
di commiserazione, di orgoglio rovesciato.., è tempo di essere umani.
E questo significa visitare gli inferni e i paradisi che in noi
dimorano, mettersi in cammino verso casa, realizzare la nostra vera
identità:
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Siamo nati dalla luce,
siamo parte della luce infinita,
e un giorno dovremo dissolverci di nuovo
in quell’infinito.
Non siamo altro che raggi
di un sole infinitamente lontano.
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Ihi passika: vieni a vedere anche tu, con i tuoi occhi.
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