La meditazione sufi del cuore

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La meditazione sufi del cuore

(di Llewellyn Vaughan-Lee)

– Traduzione di Gagan Daniele Pietrini. –

Diverse tradizioni spirituali usano diverse tecniche per calmare la mente.
Il sufismo è un sentiero dell’amore. L’amore è la forza più grande della
creazione, in grado di portarci al di là della mente e dell’io attraverso le
profonde preghiere e meditazioni del sufismo: l’amante entra alla presenza
dell’Amato.

Tutte le scuole di meditazione offrono una via per calmare la mente, perché
le esperienze spirituali accadono al di là del livello della mente. La mente
è nota come “l’assassina del reale”; i suoi pensieri ci isolano in un mondo
di illusioni. Essa ci mantiene identificati con l’ego, e il suo continuo
chiacchierio ci allontana dai livelli più profondi del nostro essere.
Osservando i nostri pensieri, possiamo vedere quanto spesso la mente pensa
noi, e non il contrario. Siamo prigionieri della nostra mente e del nostro
ego, ma la meditazione può aiutare a liberarci.

Diverse tradizioni spirituali usano diverse tecniche per calmare la mente.
Il sufismo è un sentiero dell’amore. L’amore è la forza più grande della
creazione, in grado di portarci al di là della mente e dell’io attraverso le
profonde preghiere e meditazioni del sufismo: l’amante entra alla presenza
dell’Amato.

In questi stati possiamo conoscere intimamente l’amore divino: carezze
delicate, parole sussurrate nel nostro cuore. Potremo provare la meraviglia
di sentirci amati, o assaporare la pace della nostra anima. Ma per il
mistico il viaggio va ancora più in profondità, nel vuoto infinito al di là
della mente: “Il silenzio oscuro in cui ogni amante perde se stesso”.

Per il sufi, il cammino mistico va dalla forma all’assenza di forma, dalla
presenza dell’io a quella dell’Amato cercato dal nostro cuore. In questo
cammino, l’amore ci riconduce all’amore. Dio, il nostro Amato, viene nel
nostro cuore e ci chiama, seducendoci con la dolcezza del tocco e la
fragranza intossicante dell’unione. Il compito dell’amante è arrendersi al
mistero dell’amore, lasciare che il cuore venga aperto. E anche se la
maggior parte di questo lavoro accade segretamente dentro di noi, al centro
profondo del nostro essere, esistono antiche tecniche per aprirci al
trascendente, alla meraviglia che risiede nel nostro cuore.

La meditazione sufi del cuore è una tecnica per sollevare il velo della
separazione e risvegliarci a ciò che è reale. È un modo semplice ma efficace
di usare l’energia del cuore per calmare la mente e andare oltre l’ego. È
preferibile praticarla per almeno mezz’ora ogni mattina.

In questa meditazione immaginiamo tre cose.

1) Pensiamo di scendere sempre più in profondità dentro di noi, nel nostro
sé più nascosto. Là – nel nostro essere intimo, al centro di noi stessi –
troveremo un luogo in cui vi è pace, tranquillità e, soprattutto, amore.

2) Dopo aver trovato questo luogo, dobbiamo immaginare di restarvi, immersi
e circondati dall’Amore di Dio. Siamo nella pace più profonda, amati,
protetti e al sicuro. Siamo qui con tutti noi stessi, il corpo fisico e il
resto; nulla è all’esterno, nemmeno la punta di un dito o il capello più
sottile. Il nostro intero essere è contenuto nell’Amore di Dio.

3) Mentre ci troviamo in tale luogo, felici e sereni alla presenza di Dio, i
pensieri si affacceranno nella nostra testa: quello che abbiamo fatto il
giorno prima, quello che faremo domani. Affiorano ricordi, passano immagini
davanti all’occhio della mente. Dobbiamo immaginare di prendere ogni
pensiero, immagine e sentimento, e affondarlo, immergerlo nel sentimento
dell’amore.

Ogni sentimento, specialmente quello dell’amore, è molto più dinamico del
processo del pensiero. Quindi, facendo bene questa pratica, con la massima
concentrazione, tutti i pensieri scompariranno. Non resterà nulla e la mente
sarà vuota.

Quando avremo acquistato familiarità con questa meditazione, non useremo più
l’immaginazione. Ci basterà riempire il cuore con il sentimento dell’amore,
e poi annegare ogni pensiero nel cuore. Svuotando la mente, creeremo uno
spazio interiore in cui possiamo diventare consapevoli della presenza del
nostro Amato. Dio è sempre con noi, ma la nostra mente, le emozioni e il
mondo esteriore sono veli che ci separano. Dio è un vuoto silenzioso, e per
farne esperienza dobbiamo diventare silenziosi. In meditazione torniamo a
darci a Dio, al nostro Amato, passando dal mondo delle forme alla Verità
senza forma all’interno del cuore.

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