di Tomio Hirai, Ed. Red – collana ‘L’altra Medicina’
Nel passato, per varie ragioni, si ricorreva a forme di addestramento
vigorose e difficili, come il kendo o il Judo, per sviluppare la
resistenza nelle persone deboli. Per varie ragioni, tuttavia, queste
discipline non corrispondono più alle necessità dell’uomo moderno. In
primo luogo, molti oggi mancano di tempo libero per potersi impegnare
in programmi che esigono tempo e dispendio di troppe energie. In
secondo luogo, questi programmi già di per sé richiedono proprio quel
tipo di elasticità spirituale e di resistenza che mancano all’uomo
moderno.
Non è ragionevole quindi aspettarsi un successo in programmi per i
quali non si è qualificati.
Il tipo di addestramento spirituale e fisico di cui l’uomo oggi ha
bisogno deve soddisfare due requisiti importanti : deve basarsi sulla
conoscenza scientifica più recente, e la sua efficacia deve essere
confermata da una lunga applicazione pratica. Oggi la scienza medica
ha dimostrato che il metodo psicosomatico è il solo capace di
affrontare il problema della salute in modo soddisfacente : si deve
cioè aver cura di allenare sia la mente sia il corpo, se si vuole che
una persona si mantenga nelle sue condizioni ottimali. In breve, per
soddisfare questi requisiti, il metodo di addestramento ottimale deve
regolare le funzioni cerebrali, delle emozioni e della volontà.
Le onde cerebrali sono l’unico indicatore che possediamo delle
condizioni del cervello, e studiandole per vari anni si è visto che,
quando il cervello è in stato di tranquillità rilassata, emette onde
che vengono chiamate alfa. Quando invece si trova in uno stato di
tensione emette onde beta o un altro tipo di onde, ancora più intense,
le onde gamma. In tutti gli stati di calma e riposo assoluto, fatta
eccezione per gli stati di incoscienza dovuti ad attacchi di
epilessia, il cervello emette onde theta o delta. Quando una persona è
arrabbiata, irritata o turbata, il suo cervello emette onde beta, e se
la sua arrabbiatura raggiunge uno stato conflittuale, emette onde
gamma.
La meditazione Zen o Zazen permette ad un essere umano di porsi a
volontà nello stato mentale che corrisponde all’emissione di onde
alfa. Questo sistema non è così difficile come si può pensare, e
consiste di tre parti fondamentali : controllo della respirazione,
controllo della postura e controllo della mente. Tutte e tre verranno
affrontate nella loro possibile applicazione nella vita quotidiana.
Nei templi Zen, la prima cosa che viene insegnata ai monaci è il
controllo della respirazione. Quando la posizione del corpo è giusta,
e questo lo vedremo dopo, e la respirazione è controllata si entra in
quello stato di calma in cui è possibile la meditazione. In condizioni
normali, un essere umano respira circa 18 volte al minuto, ma se si
impegna in attività che richiedono uno sforzo notevole il ritmo
aumenta. I monaci che praticano la meditazione Zazen, invece,
respirano solo quattro o cinque volte al minuto. Uno dei modi per
ridurre il numero dei respiri è quello di prolungare la durata
dell’espirazione : espirare lentamente attraverso il naso e inspirare
rapidamente attraverso il naso. Questo metodo di respirazione
coinvolge sia i muscoli addominali sia quelli toracici. Occorre
esercitarsi, un po’ alla volta, per raggiungere la frequenza di
quattro o cinque respiri al minuto.
Per farlo si può utilizzare i continui spostamenti per andare e
tornare dal lavoro, dalla scuola, dato che questi esercizi non
richiedono una particolare postura (posizione) e non disturbano le
persone vicine a voi. Non importa quanto il treno o l’autobus
sobbalzi, semplicemente chiudete gli occhi per eliminare le
distrazioni, inspirate rapidamente e espirate il più lentamente
possibile. Questo esercizio non solo vi preparerà ad affrontare con
calma quello che la giornata vi riserva, ma se lo praticherete con
assiduità contribuirà a migliorare il vostro stato di salute. In
Giappone, molte persone anziane attribuiscono il loro vigore al
controllo della respirazione e alla riduzione del suo ritmo.
Vediamo rapidamente di capire in che modo la respirazione influisce
sul nostro benessere. La respirazione è una in parte soggetta al
nostro controllo e regolata in funzione delle necessità dell’organismo
dal sistema nervoso autonomo. Sappiamo tutti che quando siamo
impegnati in un’attività improvvisa o violenta, quando siamo in uno
stato d’ansia per qualcosa, la nostra respirazione si fa più veloce, e
di conseguenza i battiti del cuore aumentano, ma l’idea che una
respirazione rapida fornisca una maggiore quantità d’ossigeno è
errata. In realtà, superficiale com’è, la respirazione veloce non
riesce a portare tutto l’ossigeno necessario ai polmoni, ma lo spreca
nei bronchi ; inoltre, siccome non elimina tutta l’anidride carbonica
fa diminuire lo spazio disponibile nei polmoni per accogliere un nuovo
rifornimento di ossigeno fresco.
Nella respirazione controllata invece succede esattamente il
contrario, e il cuore può compiere il suo lavoro con uno sforzo
minore. Si capisce da questo come ad esempio si possa, riducendo la
frequenza della respirazione, riportarsi da uno stato di agitazione ad
uno stato di calma. Ma gli effetti di una riduzione di velocità della
respirazione non si limitano solo al corpo, ma si estendono alla mente
ed alle emozioni. Controllando e regolando la respirazione si ottiene
un controllo completo su noi stessi, riuscendo a rimanere mentalmente
tranquilli anche di fronte alle emozioni. Viceversa, la mancanza di
autocontrollo fa si che persone, altrimenti capaci, sotto stress non
siano in grado di fare quello che in condizioni normali farebbero
benissimo.
Può essere molto d’aiuto per chi inizia il sistema del conto dei
respiri. Il sistema consiste nel contare in silenzio da uno a dieci,
inspirando profondamente ed espirando lentamente ad ogni serie.
Esistono molti altri modi per controllare la respirazione, ma questo
forse è il più semplice e può essere praticato ovunque e in qualunque
momento. Passiamo adesso al controllo del corpo, e cioè alla Postura.
Il metodo descritto è molto semplice : assumete la posizione di
rilassamento da seduti. Potete tenere le mani in tre modi diversi :
congiunte all’ombelico, con le palme posate sulle ginocchia, oppure
sulle cosce, con le dita aperte. La migliore delle tre è quest’ultima,
perché fa si che le spalle si rilassino e assumano una posizione
naturale. Il corpo viene a trovarsi in questa posizione in uno stato
di calma ma nell’azione e di azione nella calma. Ma anche durante il
sonno è utile adottare la posizione in cui dormono i monaci Zen,
perché non sollecita la spina dorsale e favorisce il regolare
funzionamento del sistema parasimpatico, che controlla cuore, polmoni,
stomaco, intestini e altri organi interni. La postura che i monaci Zen
adottano per dormire è quella di giacere su di un fianco con la testa
posata su un braccio.
Stando sdraiati su di un fianco si esercita infatti una minore
sollecitazione sulla spina dorsale che sdraiandoci sulla schiena.
Passiamo adesso al terzo aspetto, quello della stabilità della mente.
La pratica di tutti e tre gli aspetti descritti da un beneficio
enorme, ma anche se non è completa la padronanza della respirazione e
della postura, il controllo della mente, di per sé, può darvi una
saggezza di grande valore anche per le attività quotidiane. Il
problema della stabilità mentale sta nel trovare il modo di
controllare i propri pensieri, il che corrisponde a trasformare le
onde cerebrali beta in alfa o theta.
Dobbiamo in sostanza acquisire la capacità di concentrarsi su una sola
cosa escludendo ogni elemento di distrazione, e riuscire a farlo in
ogni momento ed in ogni luogo. Per la mente umana è impossibile farlo
per lungo tempo, e d’altra parte spesso piccoli pensieri di scarsa
importanza affollano la nostra mente senza dare spazio a quelli più
significativi. Questa fase è molto complessa e difficile da
raggiungere, ma cercheremo di affrontarla in modo più semplice
possibile. Scegliete una crepa sulla parete di fronte a voi, un
oggetto, un volto, oppure, se un piede comincia a farvi male,
concentratevi sull’altro per alleviare il dolore. Dapprima gli oggetti
della concentrazione cambieranno rapidamente, ma non ha alcuna
importanza.
Non bisogna tuttavia impedire i pensieri irrilevanti, ma lasciarli
fluire fino a che non svaniscono. Durante la concentrazione, è utile
porsi mentalmente della domande, su noi stessi, su ciò che abbiamo
fatto durante la giornata, sulle nostre paure, e concentrarsi su di
esse. La natura fondamentale della meditazione Zen è quella di un
dialogo con il sé ; fornisce un periodo di calma, non disturbata da
pensieri, in cui l’individuo può ascoltare la voce che è dentro di
lui. Tuttavia, scendere di colpo nel fondo del proprio spirito è
impossibile, per cui è essenziale immergersi gradatamente
nell’autoconoscenza. Riassumiamo i tre punti principali del controllo
mentale : Padroneggiare, in primo luogo, la concentrazione, aumentarne
la capacità, e infine, per evitare di venire ossessionati da un
singolo oggetto a esclusione di tutto il resto, allenarsi a spostare
la nostra attenzione da un oggetto ad un altro.
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