LA MENTE UNIVERSALE

pubblicato in: AltroBlog 0

LA MENTE UNIVERSALE

Un uomo fa parte di un insieme di cose chiamato ” Universo”; egli è un parte del Tutto, limitata
nello spazio e nel tempo. Egli sperimenta se stesso, i suoi pensieri ed i suoi sentimenti, come
qualcosa di separato dal Tutto: una specie di illusione ottica generata dalla sua mente. Questa
illusione crea una specie di prigione per ognuno di noi; una prigione che restringe i nostri affetti
e desideri personali al ristretto cerchio di persone che ci sono più vicine.

I nostri traguardi.Il nostro traguardo consiste nel liberarci da questa prigione, allargando la
nostra compassione fino ad abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua
bellezza. Nessuno è capace di raggiungere questo traguardo completamente, ma la lotta per
raggiungerlo fornisce, da se stessa, una parte della liberazione ed il fondamento per la vera
sicurezza interiore (Albert Einsten).

Cleve Backster e le piante (1)

Cleve Backster è considerato il maggiore esperto americano nel campo della macchina della verità
(lie detectors). L’ex uomo della CIA dirige dal 1965 un istituto di ricerca a New York ed istruisce
funzionari di polizia semplice e giudiziaria sull’uso di questo apparecchio. Il funzionamento dei
poligrafi (come si chiamano ufficialmente) non è un segreto: essi misurano le alterazioni della
pressione sanguigna, dei battiti del polso, la frequenza del respiro e le caratteristiche cutanee
elettriche. Da tempo si sa che gli stimoli emozionali si riflettono sulla cute; si parla a questo
proposito di “riflesso psicogalvanico”.

Un giorno Backster, dopo aver bagnato una pianta di filodendro, provò a vedere se fosse possibile
determinare con il poligrafo l’aumento di umidità nella pianta. Collegò il poligrafo alle foglie
della pianta, ed osservando le reazioni dello strumento ebbe l’impressione che essa reagisse in
qualche modo alle emozioni che lui stava sperimentando.

Incuriosito, decise di vedere come il filodendro avrebbe reagito se fosse stato messo in una
situazione di pericolo. Riporta nella sua relazione: “… cercai allora di fare qualcosa per
minacciare la pianta. Immersi una delle sue foglie in un tazza di caffè: non avvenne niente. Tentai
con la musica: nessuna reazione. Infine pensai: proverò a bruciarla. Fu soltanto un pensiero, ma il
pennino del poligrafo schizzò verso l’alto. Presi un paio di fiammiferi accesi e mi avvicinai due
volte alla pianta; entrambe le volte il poligrafo denunciò che la pianta era in preda a grande
agitazione”.

Dopo questo ed altri esperimenti, Backster ed i suoi collaboratori, si convinsero che le piante
hanno una specie di percezione extrasensoriale (definita percezione primaria), così profonda da
coinvolgerne i tessuti e persino le cellule.

Un loro esperimento, alquanto drammatico, fu l”assassinio di una pianta”, ad opera di una persona
scelta a caso in un gruppo di sei. Il soggetto fu lasciato solo con due piante similari, una di
queste doveva essere distrutta completamente. Compiuto lo scempio furono introdotte nella stanza le
sei persone, una dopo l’altra; tra esse si trovava l'”assassino”. In presenza di cinque di loro la
pianta rimasta in vita restò completamente indifferente, ma quando arrivò l'”assassino” mostrò una
reazione notevole che venne correlata ad una grande paura. Con questo ed altri esperimenti si arrivo
alla conclusione che anche le piante hanno una specie di memoria.

Le piante risentono anche dell’effetto della concentrazione intenzionale e della preghiera. Con un
test eseguito in laboratorio il 4 gennaio 1967, l’ingegnere chimico dr. Robert Miller ha stabilito
che una preghiera efficace può aumentare la velocità di crescita di una pianta di ben otto volte. È
stato così accertato che le piante sviluppano un certo rapporto con l’ambiente e soprattutto con le
persone che le accudiscono.

Con altri esperimenti, in cui le piante venivano chiuse in una gabbia metallica, si è provato che
tale isolamento non impedisce la percezione primaria. Pertanto questo tipo di “collegamento” non
sembra di natura elettromagnetica ed assomiglia molto simile ai fenomeni che vanno sotto il nome di
telepatia e chiaroveggenza.

Sulla scia di questi esperimenti è possibile arguire che vi sia un sistema informativo, non fisico,
presente in tutta la natura fino agli esseri unicellulari, e che tale sistema sia influenzabile dai
pensieri e dalle emozioni.

La radiazione mitogenetica (2)

Alcuni biologi, di un istituto di ricerca della città di Novosibirsk, scoprirono nel 1972 che alcune
cellule di piante ed animali ricevevano una debole energia luminosa da cellule vicine. Gli
scienziati presero due vasi di vetro identici, con pareti molto sottili, in cui versarono la stessa
soluzione nutritiva. Immisero poi in uno dei due vasi un certo virus; dopo qualche tempo si notarono
i sintomi prodotti da questo virus anche nel vaso non infettato! Ma non c’era traccia di virus: le
cellule della soluzione nutritiva avevano recepito l'”informazione” attraverso le pareti di vetro.

Già negli anni venti lo studioso sovietico A. G. Gurwitsch, postulava una radiazione organica non
spiegabile con cause fisiche, che egli chiamava radiazione mitogenetica. Ma come capita spesso a
molti ricercatori, anche il suo lavoro venne presto dimenticato dal mondo scientifico. Injuschin lo
riprese e, analogamente ai Kirlian, lo rielaborò con i mezzi tecnici disponibili cinquant’anni dopo
ed in un’atmosfera molto più aperta. La conclusione più importante è stata quella che
l’irradiazione, definita “non fisica”, mostra le caratteristiche di un portatore di informazione.

La trasmissione sostiene Injuschin, potrebbe avvenire per mezzo di “microbioplasmi”. Non è in fondo
lo stesso fenomeno riscontrato da Cleve Backster nelle piante minacciate per la loro salute, o per
quella di organismi vicino a loro che ricevevano ed a loro volta emettevano segnali di informazioni
“non fisiche”?. Perché non dobbiamo credere che tutta la natura umana sia animata e mossa da
un’essenza vitale, portatrice di informazioni e di energia?.

Un esperimento interessante (3)

Esiste una forma di alga che contiene un’area vitale sensibile e leggera sulla sua superficie e, per
vivere, richiede solo un giusto ammontare di luce. Possiede due minuscole appendici che utilizza
come fossero braccia per spostarsi nell’ acqua quando vuole porsi nella luce o nell’ombra.

Alcuni scienziati ortodossi, alquanto scettici, hanno esaminato quest’alga nel tentativo di trovare
il collegamento tra quello che poteva essere un organo sensibile alla luce e le minuscole “braccia”,
allo scopo di comprendere come queste potevano muoversi a volontà. Malgrado le ricerche fatte non
trovarono nulla. Non c’era un cervello e così pure non vi era alcun “tendine” o “muscolo” che
producesse il movimento. Non c’era neppure una reazione elettrica che giustificasse il movimento.
Eppure le “braccia” spingevano l’alga nella luce ogni volta che ciò diventava necessario per la sua
sopravvivenza.

I ricercatori ebbero l’impressione che vi fosse una specie di ” mente” separata, completamente
remota e distaccata, sospesa sull’alga e capace di causare un movimento quando diventava necessario.
Anche in questo caso la percezione primaria potrebbe provvedere una risposta adatta. Le alghe
potrebbero essere in contatto con una ” mente superiore” che controlla le loro “braccia”.

Le molecole del DNA sono antenne (4)

Le molecole del DNA, nel nucleo cellulare, non sono soltanto puri elementi biochimici, ma anche e
soprattutto antenne capaci di emettere ed assorbire frequenze elettromagnetiche. Esse dimostrano una
straordinaria capacità di decifrare il contenuto di tali frequenze e quindi riprodurlo,
trasmettendolo ad altre cellule con un processo a cascata, ed utilizzandolo come una sorta di
programma elettronico per gestire futuri o immediati processi biochimici nei relativi distretti.

Questa ipotesi, vera e propria teoria biofisica, è stata purtroppo trascurata dalla quasi totalità
dei biologi e solo una piccola minoranza, compreso il sottoscritto, ha, nel corso degli ultimi anni,
cercato di dimostrare il fondamentale ruolo delle interazioni elettromagnetiche nelle dinamiche
biologiche.

Dagli anni Venti infatti molti ricercatori, tra i quali Georges Lakhovsky, sostennero il ruolo dei
campi elettrici prodotti da frequenze di 750 Khz (Kilohertz) sulla salute umana. La sua convinzione
scientifica si può riassumere nell’affermazione: “Ogni essere vivente emette radiazioni, la grande
maggioranza degli esseri viventi è capace di ricevere e rilevare onde… ed ancora, La vita è creata
dalle radiazioni (frequenze), la vita è mantenuta dalla radiazione, la vita è distrutta da uno
squilibrio oscillatorio e vibratorio”.

Ogni singola cellula sperduta… (5)

Ogni singola cellula sperduta nel più recondito distretto del microcosmo del nostro corpo, ogni
atomo, protone, elettrone, neutrino, ecc… contiene le informazioni di tutto il resto
dell’organismo, ed è pronto a comunicarcele se solamente siamo in grado di porgere la giusta
attenzione. È possibile attingere a questo inestinguibile pozzo d’informazioni in qualsiasi momento
lo si desideri, utilizzando elementi che sono a portata di mano, basta semplicemente raccoglierli!.

fonte: www.procaduceo.org

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *