La morte cerebrale è una finzione

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La morte cerebrale è una finzione

di: Nerina Negrello, presidente Lega Nazionale contro la predazione di organi

La scienza onesta non accetta la “morte cerebrale”

la sicumera dei “rianimatori” che enunciano cos’è la morte, è l’elemento che più preoccupa coloro
che avversano sia il concetto, sia la dichiarazione di cosiddetta morte cerebrale. Premesso che i
rianimatori devono aggiornare il loro linguaggio sulla base dell’ultima Legge italiana 91/99 art. 1
e quindi adeguarsi alle parole “prelievo di tessuti” ed “espianto di organi”, è incontestabile che:

1) La scienza non conosce “tutte” le funzioni dell’encefalo e nemmeno conosce “tutto” delle
funzioni, poche, che ritiene di conoscere.

2) Nel cosìddetto “morto cerebrale” molte delle poche funzioni conosciute dell’ encefalo permangono:
ad esempio la funzione endocrino ipotalamica (Dr. R. Truog e J. Fackler, Harvard School, “Rethinking
Brain Death” , Critical Care Medicine, 92).

3) Il cosiddeto “elettroencefalogramma piatto” non è piatto, ma di ampiezza inferiore a due
microvolt (D.M. 582/94 allegato 1) che corrispondono a circa il 5% del valore normale.

4) “Un tracciato elettroencefalografico può essere normale anche se piatto, cioè privo di ritmo
visibile: ad esempio soggetti adulti ansiosi o soggetti neonati possono avere un tracciato piatto
che di per sè non è assolutamente definibile patologico” (Prof. Bergamini, Università Torino,
“Manuale di neurologia clinica”).

5) “Neuroni cerebrali umani sopravvivono fino ad 8 ore … le prove sono state ottenute mediante lo
studio di più di 30 cervelli umani post mortem” (Japei Dai et al., Graduate School Neurosciences,
Amsterdam, “Recovery of axonal transport”, The Lancet, 1998).

6) Contrariamente a quanto finora creduto “… nel cervello umano si ha genesi cellulare e per tutta
la vita il cervello umano mantiene la potenzialità di auto-rinnovamento” (Erikson PS, Gage FH, e
al., “Neurogenesis in the adult human hippocampus”, Nature Medicine 1998).

7) “A seguito del trattamento dell’ipotermia cerebrale controllata praticata da neurochirurghi della
Nihon University, 14 pazienti dei 20 con ematoma subdurale acuto, associato a danno cerebrale
diffuso e 6 pazienti dei 12 con ischemia cerebrale globale provocata da arresto cardiaco della
durata da 30 a 47 minuti… sono tornati alla normale vita quotidiana” (Yoshio Watanabe, MD Prof.
Emeritus Fuyta University, Jpn, Heart Sept 1997, vol. 38).

8) “… durante l’intervento chirurgico di espianto… si manifesta tachicardia, ipertensione,
sudorazione e movimenti (degli arti e del tronco)… rendendo necessaria la somministrazione di
farmaci curarizzanti (cioè paralizzanti)” (Marino et al., “Il donatore multiorgano”, Leadership
Medica n.8, 1995).

9) Un rovente dibattito scientifico internazionale -censurato in Italia- culmina in una chiara
denuncia dei ricercatori della Harvard School, Dr. R.Truog e J. Fackler, “Rethinking Brain Death”
-Ripensamento sulla morte cerebrale-, che rendono noto che “molti pazienti oggi diagnosticati in
‘morte cerbrale’ non soddisfano il requisito base della ‘cessazione irreversibile di tutte le
funzioni dell’ encefalo’ ”. Definizione ascientifica adottata anche in Italia (L.578/93 art.1).

10) Per certo il criterio di “morte cerebrale” non potrà mai essere dimostrato errato se la persona
viene espiantata oppure se il rianimatore d’autorità “stacca la spina” al non donatore o lo priva
dei trattamenti e della sufficiente idratazione e nutrizione per vivere.

Per ulteriori informazioni:

LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
24121 BERGAMO Pass. Canonici Lateranensi, 22
Phone: +39 035-219255
Fax +39 035-235660
E-mail: lega.nazionale@antipredazione.org
www.antipredazione.org
C.C.P. 18066241
nata nel 1985

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