di Yoganandaji
Il sonno è piacevole perché vi fa dimenticare le preoccupazioni della
giornata. Così anche il sonno della morte è molto piacevole. Ma non
desiderate la morte per sottrarvi alle dure lezioni che imparate alla scuola
della vita.
Sarebbe sbagliato. Quali che siano le vostre prove dovete superarle con
coraggio, e quando vincerete le battaglie della vita, la morte sarà il
vostro premio, sarà la fine delle sofferenze. Quando qualcuno sta per
morire, gli altri pensano: “Che cosa terribile!”. E se muore, si addolorano
perché se ne è andato. I suoi amici, i suoi cari si riuniscono intorno a
lui e si lamentano:
“Che tristezza!”.
Ma si sbagliano. La morte l’ha premiato liberandolo da ogni
sofferenza e ora sta molto meglio di loro. Non deve più sopportare dolori e
disagi. E’ felice, è libero. Così quando arriverà il vostro momento e vi
verrà detto che state per morire, sorridete e rispondete: “Tutto qui? Bene!
Sarò finalmente libero da ogni tormento e da ogni responsabilità”.
Ho descritto in una delle mie poesie una visione nella quale mi è apparso un
ragazzo morente; Dio mi ha mostrato quale debba essere l’atteggiamento
giusto da assumere di fronte alla morte, per mezzo di questa visione. Il
ragazzo era a letto e i medici gli comunicarono che gli restava solo un
giorno di vita.
Rispose: “Ancora un giorno e poi incontrerò il mio Amore, quando la morte
spalancherà i cancelli immortalità e io sarò finalmente libero, oltre le
sbarre di questa prigione di dolore! Non piangete per me, voi che restate su
questa riva desolata ad affliggervi e a lamentarvi; sono io che vi
compiango”.
Non c’è motivo di temere la morte; è il dolore che ci spaventa. Il dolore
della morte in sé è minimo. Ma perché il Signore non ci ha dato la
possibilità di cambiare il nostro vecchio corpo consunto come cambiamo i
vestiti vecchi?
Non vi piacerebbe indossare un corpo giovane quando quello che avete
adesso sarà vecchio, o debole, senza essere costretti a morire e a
rinascere?
Questo è ciò che fanno alcuni yogi. Una volta in India uno yogi molto
anziano si recò nel luogo dove si cremano i cadaveri. Su una pira funeraria
era steso il corpo di un giovane, pronto per la cremazione. Il vecchio
gridò:
“Fermi! Mi serve quel corpo”. E nello stesso istante, la forma del giovane,
rianimata dallo spirito dello yogi, si alzò dalla pira, mentre il vecchio
corpo
del santo si accasciava esanime. Lo yogi, indossato il suo nuovo involucro
fisico, si
allontanò in fretta e scomparve tra la folla. Stupefatti, i presenti
cremarono le sue vecchie spoglie.
Su un’isoletta del golfo del Bengala viveva un santo. Un giorno i suoi
devoti lo trovarono seduto su un mucchio di legna. Parlò a lungo di verità
meravigliose e quando ebbe finito essi gli chiesero:
“Perché sei seduto sulla legna?”.
“Per risparmiarvi il fastidio di cremare il mio corpo”, rispose. “Sono stato
sulla terra abbastanza e ora ho deciso di rinunciare al corpo”.
Prese un fiammifero, diede fuoco alla pira e disse: “Vi prego di accertare
voi stessi che il corpo è morto, affinché non pensiate che io bruci vivo”.
Detto ciò, abbandonò il corpo coscientemente. I devoti si precipitarono
verso di lui e constatarono che la sua forma era senza vita.
Lahiri Mahasaya lasciò il corpo in modo simile. Annunciando a un gruppo di
devoti radunati intorno a lui che stava per andarsene, sollevò gli occhi e
morì. I santi dicono che il corpo deve essere considerato una residenza
temporanea. Non siate attaccati alla forma fisica, non diventatene schiavi.
Scoprite l’infinito potere della luce, l’immortale coscienza dell’anima, che
sta dietro questo ammasso di sensazioni.
Com’è stupenda la vita dopo la morte! Non dovrete più portarvi dietro questo
vecchio fardello di ossa, con tutti i suoi problemi. Sarete liberi nel cielo
astrale dove le limitazioni fisiche non vi ostacoleranno più. Il mondo
astrale non si trova in un punto imprecisato tra le nuvole; è un’altra
dimensione di infinita bellezza, nascosta dal grossolano universo fisico.
So tutto questo perché, nella mia coscienza, io sono costantemente nel
mondo astrale. Al suo
confronto, questo mondo e una bolgia; nel mondo astrale potete ottenere
tutto ciò che volete per mezzo della volontà. Con la vostra ‘automobile’
astrale potete percorrere qualsiasi distanza in un istante. Se volete dei
fiori, si
materializzeranno immediatamente non appena li desiderate. E quando non li
volete più, è sufficiente eliminarne il pensiero per farli scomparire. Nei
vostri sogni fate subconsciamente le stesse cose. Potete realizzarle anche
sul piano fisico, ma dovete sviluppare un potere mentale molto più forte per
creare come crea Dio. Nei suoi miracoli, Gesù dimostrò di saperlo fare. E
disse: “Chi crede in me (la coscienza cristica o l’intelligenza universale
presente di Dio in tutta la creazione) farà anch’egli le opere che faccio
io; e ne farà anche di maggiori”.
Ricordate, quindi, non c’è motivo di temere la morte. Vi trovate nel
cinematografo di Dio, e quando lo spettacolo finisce, non c’è ragione di
piangere.
Una volta ho visto un film in cui l’eroe veniva ucciso, e mi sono
molto rattristato! Poi ho pensato: “Riapparirà sullo schermo nel prossimo
spettacolo. Aspetterò finché non tornerà in vita”. Quindi, prima che venisse
ucciso di nuovo, lasciai la sala! La stessa cosa accade a coloro che muoiono
e si ridestano sul piano astrale. Essi lasciano lo schermo cinematografico
del mondo fisico e ricompaiono sullo schermo del mondo astrale; in realtà
non
muoiono mai.
Io ho rivisto moltissimi devoti che sono morti. Ecco perché non
ne soffro. Quando conoscerete Dio, egli vi mostrerà ogni cosa e nessuno vi
mancherà più. A volte la forma astrale di una persona potrà sedersi proprio
accanto a voi, non la vedrete perché con gli occhi fisici non è possibile
vedere un essere astrale, ma io posso vederlo. Avete bisogno della vista
radioscopica del terzo occhio, ossia dell’occhio spirituale, per vedere le
anime nella loro forma astrale. Dovete sviluppare la vista spirituale.
Sulla terra voi vivete in un sogno. Questo è il mondo del Signore e
diventerà vostro solo quando sarete una cosa sola con lui. Comportatevi come
la governante che vive nella casa del suo datore di lavoro, bada ai bambini
e
pensa: “Questa è la mia casa, questa è la mia famiglia”, ma interiormente sa
che le cose non stanno così, perché la sua vera famiglia è in un’altra
città.
Avete dei doveri da compiere nel mondo, ma questa non è la vostra casa
definitiva. Quando morirete non sarete più un americano, un indiano o un
inglese. Vivete con questa consapevolezza: “Signore, questo è il tuo mondo;
io non sono attaccato al mondo, e non desidero essere attaccato al corpo o
alle mie altre incarnazioni. Per prima cosa voglio conoscerti e sapere
perché
sono qui. E voglio essere libero dal karma ora! Essendo fatto a tua
immagine, non sono condizionato né dal mondo né dal corpo. Compirò i miei
doveri senza identificarmi con loro, proprio come tu non sei identificato
con
la tua opera cosmica! Io sono libero”.
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