La musica de mondi 4

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La musica de mondi 4

da La Musica della Natura e la Natura della Musica

di Caterina Galli

La Musica nell’uomo

La musica, quindi, apparterrebbe ad ogni cosa esistente: dalla creazione (Dio stesso?), all’universo, alla disposizione e al movimento dei singoli pianeti; ma anche alle piante e alla natura stessa dell’uomo.

Nel tentativo di giungere a questa dimostrazione, hanno indagato diversi studiosi tra i quali il biofisico dell’Università di Davis, David Deamer, il quale fu il primo a tradurre il DNA in musica, ricopiando le sequenze delle quattro unità chimiche che ne formano la molecola. Ogni unità di DNA rappresenta un’aria musicale autonoma e ogni molecola che determina le caratteristiche genetiche di ciascun individuo varia da persona a persona, creando, così, infinite sinfonie. La musica, quindi, è prodotta dalle vibrazioni, dai movimenti dello stesso DNA. Questo suono è stato ribattezzato “Il suono della vita”.
Una vita che è non solo fatta di musica, ma è fortemente influenzabile da essa. Lo notiamo tutti i giorni quando ci soffermiamo ad ascoltare un brano musicale particolarmente orecchiabile e ne veniamo attratti, quasi indotti a seguirla, riprodurla, accompagnarla.

Perché tutto questo? Perché veniamo irrimediabilmente attratti dal ritmo?

La scienza conferma l’effetto del suono sulla crescita dell’uomo in età fetale e, di conseguenza, l’importanza fondamentale dell’esperienza sonora prenatale.
Gli studiosi si sono chiesti se il feto sia in grado di percepire gusti, luci, colori, suoni, se può avere esperienze tattili e a quanti mesi tutto questo può avvenire. Le sperimentazioni a tale proposito sono state positive: il feto, essere già completo e dotato di facoltà sensoriali, può essere in grado di interagire con il mondo interno ed esterno al corpo della madre.
Il primo stimolo in assoluto che il bambino è in grado di percepire è quello sonoro. Il feto, infatti, a soli quattro mesi di vita è già in grado di sentire e reagire a suoni o rumori che gli vengono indirizzati. Questi dati potrebbero già bastare per sottolineare il livello di importanza, assegnato dalla natura, all’esperienza acustica e musicale per lo sviluppo fetale.

Alfred Tomatis (1920-2001), otorinolaringoiatra francese, scrisse un libro a questo proposito: “La notte uterina”. Qui egli afferma come l’ascolto sia una facoltà sensoriale importantissima.
Molti, infatti, sono i suoni che associamo inconsciamente al ricordo della vita prenatale, come i suoni legati allo scorrere dell’acqua.
Il suono che più di tutti rimane impresso, però, nel neonato è quello della voce materna, poiché essa raggiunge il piccolo per via diretta, attraverso la vibrazione ossea della colonna vertebrale.
Gli altri suoni percepiti attraverso la parete addominale della madre possono incidere sulla vita futura del feto, segnando determinati atteggiamenti comportamentali.
Per tale motivo nelle culture orientali, come ad esempio quella cinese, era usanza far passeggiare la futura madre in luoghi chiamati “Centri della tranquillità”, situati sulle rive di un fiume, dai quali erano banditi in modo rigoroso i rumori sgradevoli, allo scopo di indurre sensazioni di pace.

La musica è l’impronta dell’universo. Tutto è fatto di vibrazioni, dentro e fuori di noi. Dunque, si possono avere ottimi benefici, nel corpo, nella mente e spirito, ascoltando e producendo suoni. Inoltre la musica è un linguaggio vibrazionale compreso da tutti gli esseri umani ed i suoi messaggi viaggiano ben oltre il tempo, le razze, le culture.

Quando si pensa alla musica, molto spesso, si è portati a pensare a quella prodotta dagli strumenti musicali.
In realtà tutta la natura è una sinfonia di suoni: dal vento che scuote gli alberi, alle onde che si infrangono sulle scogli, ai messaggi tra gli animali, alla voce umana.
Ogni corpo presente dell’universo emette vibrazioni che producono, a loro volta, dei suoni.
L’essere umano ha bisogno di suoni per usare l’apparato vocale, attraverso il quale potersi esprimere e parlare.
Per noi, ascoltare e produrre suoni è uno dei modi che permette di caricarci di energia.

I suoni musicali sono costituiti da vibrazioni, ed alcune di esse agiscono nell’uomo in vario modo ed in diverse zone. Pare che questo sia il motivo per cui si ami o, al contrario, ci risulti sgradevole un certo tipo di musica.
E, anche se il nostro orecchio ne percepisce solo una parte, non di meno anche le altre risultano efficaci dal punto di vista terapeutico. Ad esempio uno dei metodi terapeutici basilari consiste nell’ascolto del suono dell’acqua, molto ricco di armonici.
Il suono influisce sulla nostra sensibilità, le nostre emozioni, la nostra affettività, i nostri stati d’animo. Questo in quanto il corpo umano possiede una sua frequenza di vibrazione.

Ciò fa supporre che la musica ed il rumore di fondo nell’ambiente possono esercitare un effetto negativo o positivo sulla struttura cellulare umana.
Il fisico Joel Sternheimer ha scoperto, tra l’altro, che ad ogni molecola del corpo umano corrisponde una specifica melodia.
Egli afferma che ogni molecola del nostro corpo può essere rivitalizzata attraverso la risonanza ottenuta dalla sua specifica melodia. Ad esempio, pare che le musiche di Beethoven siano costituite da melodie che attivano le molecole renali, polmonari ed epatiche.

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