“LA MUSICOTERAPIA” MUSIC-THERAPY – 3

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“LA MUSICOTERAPIA” MUSIC-THERAPY – 3

del dott. Biagio Modica

Ma per poter ben comprendere come la musicoterapia
possa essere capace di produrre i suoi effetti curativi,
sono necessarie alcune considerazioni.
E’ utile, infatti, comprendere, al di là delle connotazioni storiche
e descrittive, quali siano i razionali scientifici di questa medicina
e come possa avvenire che l’energia prodotta dalla musica possa
funzionare da medicamento.
Mentre la medicina moderna tende sempre più a specializzare
l’operatore in compartimenti di competenza (la chirurgia,
l’epatologia, la neurologia, l’ematologia, l’oncologia,
la dermatologia, la pneumologia…) fino a raggiungere
livelli di ultra-specializzazione (la chirurgia della mano,
la geriatria, la proctologia, l’otoiatria, l’oculistica…), la medicina
olistica bio-energetica, anche oggi, continua a mantenere
quell’antico atteggiamento di vedere l’uomo nel suo complesso,
costituito da una somma di energia che tutto lo invade, che
lo percorre dalla testa ai piedi, che lo irradia e lo pone in
comunicazione con l’esterno, che lo attraversa in lungo ed in
largo, grazie ad una serie di percorsi elettrici che rappresentano
le vie di coniugazione di ogni parte del corpo ad ogni “parte”
della sua psiche.

Nelle più antiche forme di medicina cinese, giapponese e
tibetana, il corpo umano, al di là della sua conformazione
anatomica, viene rappresentato da un sistema di molteplici
linee e di punti energetici.
In tali medicine, lo stato di buona salute corrisponde ad uno
stato di ottimale equilibrio energetico di tale sistema di
linee e di incroci.
Ciò ci fa comprendere come questo tipo di medicine,
contrariamente alla medicina moderna, ponendosi a considerare
l’essere umano nella sua globalità energetica, ricerchino lo stato di
buona salute in modo differente:

in tale contesto, il benessere è la risultante di un ottimale
stato di tutti i distretti corporei,
dai più periferici a quelli centrali.

Queste linee e questi punti, di fatto, sono entrati a
far parte anche della cultura occidentale, dopo il notevole
successo ottenuto dalle pratiche cliniche di agopuntura,
di shatzu e di digitopressione, branche che sono entrate,
oramai, a far parte del nostro lessico conoscitivo.
E’ necessario evidenziare, inoltre, che le predette antiche
medicine tradizionali segnalavano le linee ed i punti, in
ordine di meridiani e di paralleli come in una sorta di
rappresentazione del corpo umano in frazioni energetiche
tutte collegate tra loro.
Tali frazioni, naturalmente interattive, sono ritenute
responsabili dello sviluppo di una sommatoria generale che,
corrispondendo ad un determinato livello energetico, si
traduce nello stato di buona salute o di malattia.
Intervenendo, quindi, in maniera appropriata su tali punti,
poteva -e può- essere attuabile l’opera medica di
ristabilire quell’eventuale perduto equilibrio energetico,
riottenendo lo stato di benessere generale.

“Mens sana in corpore sano” rappresenta, quindi una
massima che, al di là della valenza sportiva che troppo
spesso le viene attribuita, intendendo voler significare
che fare ginnastica, stancarsi, adoperarsi alla cura del
fisico comporti anche un benessere mentale, deve
rappresentare un concetto ancor più profondo.
Deve farci comprendere, cioè, come gli antichi fossero
già arrivati a capire, seppure con modalità empiriche,
l’unione stretta fra il corpo e la mente, non solo nello
stato di benessere , ma anche nel caso di malattia.

Questo concetto, noi uomini dell’era moderna, siamo riusciti
ad accettarlo solo dopo l’avvento della cosiddetta
medicina psicosomatica: quando abbiamo capito che
manifestazioni del tutto fisiche come dolore,
impotenza funzionale, disturbi del visus, instabilità motoria,
turbe dell’alvo, paralisi, disfunzioni sessuali, per esempio,
potessero trovare una loro origine scatenante non già
in una causa di tipo fisico, ma in un disagio della sfera psicologica.

Ed è sempre proprio di quelle antiche medicine asiatiche,
un altro importante concetto e cioè che la cosiddetta
energia vitale, rappresentativa del nostro stato generale di
salute, deve poter scorrere -liberamente- all’interno del
nostro corpo: ogni “intoppo”, ogni “rallentamento” ed ogni “ostacolo”
al libero fluire di tale energia costituisce il motivo del
malfunzionamento di tutto ciò che si trova “a monte” ed “a valle”
dell’impedimento, rappresentando la causa dell’insorgere di un
sintomo, di un disturbo o di una vera e propria malattia.
Per tale motivo, il nostro corpo è attraversato
da una serie di “percorsi bio-elettrici”,
in senso verticale (cranio-caudale e caudo-craniale)
ed in senso orizzontale (medio-laterale e latero-mediale)
che sono denominati “meridiani” e “paralleli” e che, in complesso,
rappresentano la rete bio-energetica.

Essa possiede anche dei centri di coniugazione e di
amplificazione che sono rappresentati dai cosiddetti
“chakra”,
i centri energetici che sono collegati con il sistema nervoso
centrale, con il sistema nervoso autonomo e con la regolazione
degli ormoni, influendo a regolare tutte le funzioni del nostro
corpo e della nostra mente.
Solo avendo chiari questi concetti di medicina bio-energetica,
potremo procedere ad analizzare il “funzionamento” della musica,
sottoforma di energia curativa.

Come avviene che la musica possa curare?
Le onde elettromagnetiche della musica hanno la capacità
di penetrare nei tessuti biologici:
• interagendo con le cellule
• ripristinando l’equilibrio elettro-chimico
• migliorando le funzioni biologiche.

In definitiva, la musica terapeutica agisce innescandosi
sia in meccanismi di ordine chimico sia in funzioni della
bio-fisica, essendo capace di produrre modificazioni sulle
reazioni chimiche del nostro organismo e sulle
sue funzioni elettro-fisiche.
L’energia della musica, quindi, così integrata, può agire
riparando gli scompensi (di natura elettro-fisio-chimica)
che possono essere responsabili del viraggio di ciò che dovrebbe
funzionare in modo fisiologico verso lo stato patologico.
Tali scompensi, spesso, stanno alla base del sintomo fisico e
rappresentano quell’ intoppo al libero fluire dell’energia vitale.
La musicoterapia, agendo come energia integrata alla
nostra energia vitale, potrà facilmente produrre il
ripristino delle condizioni adatte al “libero fluire”, che
si traduce, praticamente, nel ripristino di quel giusto
grado di efficienza elettro-fisica che ogni cellula,
ogni organo ed ogni apparato deve possedere per poter
trasmettere al nostro corpo, quel giusto senso di forza
e di benessere ed alla nostra mente, quel giusto senso
di serenità e di rilassamento che coincidono con “il sentirsi
bene con se stessi e con gli altri”.

***

Numerosi sono gli studi scientifici che comprovano
le positive azioni della musicoterapia sugli animali e sulle piante.
E sempre più numerosi sono, attualmente, in campo umano,
gli studi che dimostrano gli effetti positivi della musicoterapia:

• sul sistema nervoso
• sul sistema immunitario
• sul sistema metabolico
• in campo psicologico

Sull’uomo, in particolare, sono state comprovate benefiche
azioni dall’ascolto terapeutico musicale per la cura di
diverse malattie endocrinologiche, in campo neurologico,
nelle malattie cardio-vascolari, nei disturbi digestivi, nelle malattie
dermatologiche, nella cura del dolore e, soprattutto,
nell’ambito della cura dello stress, dell’ansia, del panico
e della depressione.
La musicoterapia viene utilizzata, inoltre, come coadiuvante
nei trattamenti dietologici, nelle preparazioni sportive amatoriali
ed agonistiche, nella preparazione fisica e psicologica al parto
e nella cura di molte altre malattie sia fisiche sia psicologiche.
Per poter comprendere il funzionamento della musicoterapia in
campo umano, è necessario sapere che l’energia emessa dai suoni,
penetrando nel nostro organismo, interviene nei processi biologici:
amplificando o riducendo le reazioni enzimatiche, la respirazione
cellulare e la trasmissione dei segnali nervosi.
L’energia della musica terapeutica, sia che agisca in senso rilassante
(per curare insonnia, timori, ansie, stress), sia che agisca sul versante
della vivacizzazione dello stato d’animo (per combattere tristezza,
stanchezza immotivata, depressione, apatia) determina una variazione
dello stato d’animo originario, spostando il tono dell’umore
verso la quiete interiore o verso la animosità che si concreta
nella voglia di muoversi, di camminare, di studiare, di conoscere,
di lavorare, di amare ed essere amati…

In entrambi i casi, il risultato ottenuto sarà quello di ottenere un
aumento degli atti respiratori ed una respirazione più profonda.
Una respirazione più profonda comporterà, com’è noto, più
amplificate reazioni di ossido-riduzione che, in ultima analisi,
determinerà una maggiore quantità di O2 (ossigeno molecolare)
disponibile per i vari distretti corporei ed anche per
il cervello stesso.

Di fatto, una maggiore disponibilità di ossigeno molecolare
realizzerà l’effetto di ottenere un migliore funzionamento
cellulare di tutti gli organi e gli apparati.
Ed è estremamente interessante evidenziare che,
quando un organo è posto in condizioni fisiologiche di
poter funzionare al meglio, assolve positivamente ad
ogni suo compito biologico.
Così, avverrà che il cuore, il rene, il pancreas,
il fegato e la milza potranno ossigenare, depurare,
sintetizzare, produrre sostanze utili al metabolismo.
Avverrà che la cistifellea, i polmoni ed il surrene
eserciteranno appieno le loro funzioni produttive e di scambio.
Avverrà anche che il midollo spinale ed il sangue contribuiranno
in modo ottimale alle loro funzioni emopoietiche,
nutritive e depurative.
Ed avverrà persino che il cervello produrrà in modo
più ottimizzato le sue sostanze neuronali ed i suoi
neurotrasmettitori che, come è noto, stanno alla
base del nostro benessere psicologico.
Ogni cellula muscolare, debitamente arricchita di ossigeno,
espleterà al meglio il suo ruolo e anche le ossa e le
articolazioni otterranno, mediante quest’ attività chimica
di tipo antidolorifica ed antinfiammatoria di tipo naturale,
benefico effetto che si tradurrà in sensazioni fisiche di
tonicità e sensazioni psichiche
di entusiasmo e serenità.

***

In effetti, la musicoterapia agisce sia ripristinando tali equilibri
bio-energetici di tipo elettrochimico, sia aggiustando equilibri
bio-energetici di tipo elettrofisico.
Sono di Ernst Chladni e di Hans Jenny i primi studi scientifici
tendenti a dimostrare che il suono interagisce con la materia e
che i vari suoni hanno effetti diversi sulle varie materie.
Sono molto suggestivi, infatti gli esperimenti di Jenny che
dimostrarono come su plastica, impasti, polveri e liquidi,
suoni armonici producano forme geometriche armoniche…
Ed ancora più affascinante è lo studio
della “teoria del campo morfogenetico emanante
da ogni essere vivente ed oggetto” di Rupert Sheldrake.
In definitiva, Sheldakre è riuscito a dimostrare scientificamente
che la materia vivente è costituita in una rete di gerarchie
vibrazionali, in risonanza.
La materia vivente, quindi, si organizza in maniera tale da
risuonare con l’imput vibrazionale più influente
con cui viene in contatto.
E’ indubbio, quindi, che se noi vivessimo in un ambiente
ecologicamente sano, tenderemmo ad entrare in risonanza
con i suoni della natura, ottenendo effetti di naturale regolazione
dei nostri equilibri bio-energetici…

Vivendo, invece, così come viviamo, in una società industrializzata,
in continuo movimento, immersi in un ambiente sempre più
dominato da inquinamento aereo, acustico, idrico e luminoso,
la nostra naturale tendenza è rappresentata dal metterci
in risonanza con tutti i rumori del traffico,
degli apparecchi radio-televisivi, telefonici, con i rumori prodotti
dalle fabbriche, con i suoni distorti di campanelli, sirene,
clacson, sistemi di allarmi, con toni di voce troppo alta,
con musiche dai toni aggressivi, con i boati dei motori di aerei
che solcano i nostri cieli…

Tutto ciò, com’è facilmente comprensibile, determina degli
inevitabili squilibri della nostra bio-energia che, a lungo andare,
si trasforma in malessere, in sintomo, in malattia…
A comprova della benefica capacità naturale posseduta dalla
musica nei confronti del nostro organismo, appaiono rilevanti
anche gli studi compiuti in Giappone.

Masaru Emoto, nella sua opera “The message from water”,
mostra, gli effetti della musica sull’acqua e sulle nostre
emozioni (che sono anch’esse delle frequenze).
Dagli studi di Emoto, infatti, appaiono evidenti le modificazioni
di natura fisica che l’energia della musica produce
sull’acqua contenuta in contenitori: il liquido
tende ad una maggiore movimentazione molecolare,
produttrice di calore, utile per l’incremento di reazioni
enzimatiche e di natura ossidante.
E se la musica determina effetti sull’acqua, non risulta
difficoltoso immaginare quali e quanti effetti possa
determinare sul nostro organismo che, nel suo complesso,
è costituito da almeno il 70% di liquidi acquosi.
Ed appiano ancor più entusiasmanti gli studi compiuti
da biologi e medici sulle piante:
P. Tompkins e C. Bird nella
loro opera “La vita segreta delle piante” (1973) riuscirono
a sorprendere il mondo intero con i loro esperimenti con i quali
dimostrarono che le piante, poste in un ambiente con dei
diffusori musicali, tendevano ad attorcigliarsi sugli amplificatori
che emettevano musica classica, mentre -di contro- dimostravano
di allontanarsi, orientando i loro steli in direzione opposta agli
amplificatori che emettevano musica rock.

Inoltre, mentre le prime piante, nell’attorcigliamento sulle
casse amplificate emettenti musica classica dimostravano
una abbondante fogliazione, le seconde, allontanandosi dai diffusori
di musica rock, evidenziavano una riduzione dell’attività dei loro
centri germinativi, presentando, nel complesso, un aspetto meno vitale.
Sing, nel 1979, sperimentò, altresì, il trattamento
musicale sulla Impatiens Balsamina, provvedendo
a somministrare a queste piantine della musica,
quotidianamente, per 25 minuti, sempre
alla stessa ora, per 30 giorni.
Alla fine del mese, egli dimostrò che quelle piante che
avevano ricevuto il trattamento musicale presentavano il 72% di
fogliame in più, rispetto ad un gruppo di controllo che non aveva
ricevuto la terapia musicale.
Inoltre, nel gruppo di piante che erano state sottoposte a
musicoterapia, Sing dimostrò il 20% di crescita in più
rispetto al gruppo di controllo non trattato.
Lo stesso Autore, sempre nel 1979, verificò, inoltre, che
l’uso del diapason sulle piante determinava benefici
effetti sui loro centri germinativi.
Infatti, le piante trattate con diapason si presentavano
più rigogliose e con aspetto più vitale rispetto al gruppo d
i controllo di piante non trattate.

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