LA MUSICOTERAPIA scientifica e terapeutica

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LA MUSICOTERAPIA

La musicoterapia può essere definita in due modi: l’uno considera l’aspetto scientifico, l’altro
quello terapeutico. Dal punto di vista scientifico, la musicoterapia può essere definita come una
disciplina scientifica che si occupa dello studio e della ricerca del complesso suono-essere umano,
con l’obiettivo di ricercare elementi di diagnosi e metodi terapeutici. Dal punto di vista
terapeutico, invece, la musicoterapia è una disciplina paramedica che utilizza il suono, la musica e
il movimento per provocare effetti regressivi e aprire canali di comunicazione, con l’obiettivo di
attivare, per loro tramite, il processo di socializzazione e di inserimento sociale. Per la mia
formazione ritengo che la musicoterapia è una disciplina scientifica che si occupa dello studio e
della ricerca del complesso suono-essere umano.

Questo complesso è formato da:

– gli elementi capaci di produrre stimoli sonori quali: la natura, il corpo umano, gli strumenti
musicali, gli apparecchi elettronici, ecc.;

– gli stimoli quali il silenzio, i suoni interni del corpo (battito del cuore, articolazioni,
ecc…), i suoni musicali, ritmici, melodici e armonici, i movimenti, i rumori, gli ultrasuoni, gli
infrasuoni, le parole;

– le vie di propagazione delle vibrazioni con le loro leggi fisiche;

– gli organi ricettori di questi stimoli, quali il sistema uditivo, la percezione interna, il
tatto, la vista;

– la risposta che può essere comportamentale, motoria, sensoriale, organica, di comunicazione
attraverso il grido, le lacrime, il canto, la danza, la musica.

A questo punto non è solo la musica a essere utilizzata nel processo terapeutico ma anche il suono,
nella sua più larga eccezione, e il movimento. Il movimento, la musica e il suono sono praticamente
una stessa entità: si identificano l’uno con l’altro, sino a diventare una stessa cosa.

I GRANDI MAESTRI DELLA MUSICOTERAPIA

In questa rubrica verranno trattate, le più importanti scuole di Musicoterapia del mondo

1. ROLANDO BENENZON E I PRINCIPI DELLA MUSICOTERAPIA

Benenzon rappresenta la massima autorità mondiale nel campo della musicoterapia nella sua
applicazione con l’autismo, pazienti in coma e nella formazione professionale.

La musicoterapia in quanto metodologia e tecnica d’applicazione clinica si basa sui due seguenti
principi:

– il principio dell’ ISO

– l’oggetto intermediario.

Questi due principi non sono appannaggio esclusivo della musicoterapia, poiché possono essere alla
base di altre tecniche cliniche non verbali. Tuttavia essi assumono, in musicoterapia,
caratteristiche particolari che li distinguono.

Principio dell’ISO

Altshuler, nelle sue osservazioni cliniche sull’applicazione della musicoterapia, ha osservato che i
depressi rispondono meglio alla stimolazione prodotta per mezzo di musica triste, piuttosto che di
musica allegra. I maniaci, il cui tempo mentale è più rapido, rispondono meglio a un allegro che a
un andante.

Sulla base di queste osservazioni, il concetto di ISO fu elaborato poco a poco come principio
fondamentale della musicoterapia, sia sul piano teorico che pratico. ISO significa uguale e
sintetizza la nozione di esistenza di un suono o di un insieme di suoni o di fenomeni sonori interni
che ci caratterizzano e ci individualizzano. Si tratta di un fenomeno sonoro e di movimento interno
che riassume i nostri archetipi sonori, il nostro vissuto sonoro della nascita, dall’infanzia fino
alla nostra età attuale. E’ un suono strutturato all’interno di un mosaico sonoro il quale a sua
volta si struttura col tempo e che fondamentalmente è in perpetuo movimento. Spiegherò in termini
molto semplici il principio dell’ISO: per generare un canale di comunicazione tra terapeuta e
paziente, il tempo mentale del paziente deve coincidere col tempo sonoro musicale eseguito dal
terapeuta: ma ciò potrebbe suggerire un ISO troppo intellettuale e rigido, misurato coi parametri
di intensità, timbro e altezza ecc… di fatto l’ISO è un elemento dinamico, che, potenzialmente, ha
in sé tutta la forza di percezione presente e passata. Per questo nel contesto terapeutico, il
canale di comunicazione è veramente aperto quando si riesce a scoprire l’ISO del paziente attraverso
la coincidenza di quello del terapeuta.

Nel prossimo articolo la distinzione tra ISO gestaltico, complementare, grippale, universale, la
definizione di oggetto intermediario e integratore.

Paola Perrone

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