LA NORMALITA’: l’amica di Maya

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LA NORMALITA’: l’amica di Maya

Le Scritture vediche rivelano che Mayadevi, la potenza illusoria di Sri Krishna, opera con alcune
energie che hanno la capacità di far apparire normale la vita materiale

di Padma Devi Dasi

Mentre svolgiamo le nostre attività quotidiane nel mondo materiale, siamo continuamente a confronto
con la normalità o l’anormalità dell’esistenza materiale. In altre parole veniamo costantemente
sottoposti all’idea che la vita materiale, con tutta la sua razionalità materiale, costituisca la
vita normale e che questo sia il mondo a cui apparteniamo. Come afferma Srila Prabhupada invece la
vita materiale, priva d’amore per Sri Krishna e del servizio a Lui diretto, in realtà è anormale.
Nel dominio dell’esistenza materiale è Mayadevi, la personificazione della potenza illusoria di
Krishna, che convince le anime spirituali incarnate che la vita materiale è normale. Riflettete
sulla seguente conversazione tra Maya, Norma (un personaggio fittizio inventato apposta per
rappresentare l’abilità di Maya a far apparire normale la vita materiale) e John (che rappresenta
una tipica persona condizionata dalla materia):

Mayadevi: Salve John, questa è Norma. Ti ho parlato di lei. È una delle mie più vecchie amiche.

John: Salve Norma. Maya mi ha parlato di te. Sei una psicologa, vero?

Norma: Sì… Mi occupo delle persone che hanno problemi d’identità. Cerco di aiutarle a trovare se
stesse, a trovare il loro vero sé.

John: Oh … interessante. Usi qualche metodo particolare nella tua attività?

Norma: Sì… Supponiamo che tu sia uno dei miei clienti. Cercherò di farti pensare a ciò che più di
tutto può farti sentire normale. Dimmi – in quali circostanze ti senti di più nelle tue abitudini,
più normale? Quando ti senti più a tuo agio?

John: Potrei dire che accade quando lavoro in ufficio … o quando gioco con i bambini … Cose del
genere.

Norma: Ma in quale momento ti senti particolarmente normale, più che in ogni altra occasione?

John: Mmm … Suppongo che sia quando penso a come ho avuto successo nel creare una vita agiata per
me e per la mia famiglia, a come questo mi abbia dato un senso d’appartenenza a questo mondo… una
sensazione di successo. Penso che sia questo. È anche sapere che ho fatto tutto da solo – non ho
avuto bisogno di nessun altro per riuscirci.

Norma: Magnifico! Bene, questo è ciò che realmente sei – un uomo di azione, che è riuscito ad avere
successo in questo mondo senza dipendere dagli altri. Così è come sei realmente, John, e dovresti
esserne orgoglioso!

John: Caspita! Penso che tu conosca veramente il tuo mestiere! Ho sempre pensato che la mia vera
identità fosse nel profondo di me stesso, in un luogo a cui potevo accedere solo con la meditazione
e lo yoga… sai… una cosa di tipo spirituale.

Norma: Bene, John, la verità è che nessuno ha mai scoperto la propria identità facendo yoga. Non è
questo il metodo. Hai bisogno di trovare qualcosa che ti faccia sentire a posto, molto rilassato e a
tuo agio. Questo accade quando sei veramente in contatto con te stesso.

John: Sì… Penso di sì… Come pura devota del Signore Supremo, il servizio di Mayadevi a Krishna
consiste nell’indurre le anime incarnate a pensare che la loro identità sia materiale anziché
spirituale e che l’ambiente materiale sia il loro ambiente normale. La potenza attraverso cui essa
illude l’anima con questi pensieri si chiama avaranatmika sakti, un’energia data da Krishna che la
rende capace di coprire la coscienza pura e originale dell’anima con qualsiasi desiderio materiale
le si manifesti nel cuore. L’altra potenza di Mayadevi, detta praksepatmika sakti, le permette di
tirare o gettare l’anima spirituale giù nel mondo materiale è d’immergerla nella vita materiale.
Combinando queste due potenze, Mayadevi molto abilmente opera sull’energia materiale per illudere le
persone incarnate con un falso senso di che cosa sia la normalità.

La potenza avaranatmika insinua l’idea: “Sto bene nella mia attuale situazione; va tutto bene nella
mia vita materiale. Perché dovrei cambiarla?” Come Srila Prabhupada spiega: Questo incanto di maya è
chiamato avaranatmika sakti, perché è così forte che l’essere vivente è soddisfatto in qualsiasi
condizione, per quanto abominevole essa sia. Anche nascendo come un verme che vive nell’intestino o
nell’addome, tra le urine e gli escrementi, si sentirà soddisfatto. (Srimad-Bhagavatam 4.7.44,
Spiegazione) Nel terzo canto dello Srimad- Bhagavatam (3.30.4) Sri Kapila afferma che “in qualsiasi
specie di vita l’essere nasca, può sperimentare una forma particolare di soddisfazione, tanto che
non è mai scontento della sua condizione.”

Sopraffatti da questa illusione, gli esseri incarnati non capiscono se sono felici o infelici,
fortunati o sfortunati e via dicendo. Essi non possono neppure comprendere che la potenza
avaranatmika di Mayadevi ha tolto loro la capacità di distinguere tra ciò che è falso e ciò che è
normale. Gli esseri incarnati di conseguenza accettano l’apparenza di ordinarietà, razionalità e
familiarità indotte da Mayadevi come la normalità. All’inizio la potenza avaranatmika s’insinua
nella coscienza dell’anima incarnata per mezzo di alcune forme d’identità materiale. Dopo aver
raccolto un numero illimitato di impressioni dal mondo materiale, la mente e l’intelligenza
dell’essere incarnato offrono all’anima spirituale pura un tipo di “falsa identità preconfezionata”,
fondata su queste impressioni.

L’anima intrinsecamente pura deve perciò scegliere se accettare o rifiutare quello che le viene
offerto. Se l’anima accetta l’offerta, la potenza avaranatmika di Mayadevi fa sì che la scelta di
questa persona sembri la cosa normale o naturale da fare. Mayadevi allora facilita il percorso
dell’anima basato su una particolare identificazione materiale. Per le anime che respingono
l’offerta, Mayadevi ritira le sue potenze permettendo loro di progredire verso la realizzazione
della propria identità spirituale, la loro vera identità. Questo è il servizio di Mayadevi.

LA MAGIA DELLA DIVERSIONE

Per mezzo della sua potenza praksepatmika, definita come la sua “magia della diversione”
(Caitanya-caritamrita, Madhya 20.6 Spiegazione) Mayadevi spinge le anime spirituali a rimanere
nell’esistenza materiale, costringendole ad accettare motivazioni per rimanere imprigionate nella
vita condizionata. Convincendole che la vita spirituale è per gli sciocchi, l’energia praksepatmika
spinge le anime spirituali lontano dalle attività religiose per mezzo di argomentazioni contrarie.
L’energia prasepatmika opera quindi in antitesi con la vita spirituale, facendo apparire anormale o
non attraente il percorso della realizzazione spirituale. L’anima spirituale confusa impara quindi a
pensare che la vita spirituale sia anormale e innaturale, o forse adatta a persone fanatiche,
estremiste, depresse a livello emotivo o meno intelligenti.

Al minimo l’essere incarnato che rimane vittima di queste influenze della potenza praksepatmika di
Mayadevi è sopraffatto dal pensiero: “La vita spirituale non è proprio per me.” Prabhupada scrive:
Quando una persona cerca di diventare cosciente di Krishna, la praksepatmika-sakti suggerirà:
“Perché vuoi aderire all’associazione per la coscienza di Krishna? In essa ci sono molte limitazioni
e un’infinità di regole. Meglio non farne niente.” L’anima condizionata allora pensa: “Sì questa
coscienza di Krishna è una sciocchezza. Meglio lasciar perdere.” (Dharma: The Way of Transcendence,
Capitolo 10)

I concetti relativi alle nostre esperienze materiali giornaliere sono spesso distorti, deviati ed
esagerati a causa del nostro profondo condizionamento dovuto all’energia materiale. Ci sembra di
sperimentare i risultati di piani che noi stessi abbiamo fatto per la nostra prosperità materiale,
quando in realtà incontriamo solo le reazioni delle nostre attività passate. All’interno di questa
situazione, seguendo le richieste dei sensi materiali, facciamo del nostro meglio per accettare come
normali le nostre debolezze materiali e i loro effetti conseguenti. Questi tentativi degli esseri
incarnati di normalizzare le proprie sofferenze nel mondo materiale sono anch’essi sintomi della
contaminazione causata dalle potenze avaranatmika e praksepatmika di Mayadevi. Misericordiosamente
queste due potenze finiscono col suggerirci proprio le nostre argomentazioni a favore della vita
materiale.

ILLUSIONI SOFISTICATE

Dovremmo essere così saggi da non sottostimare la raffinatezza e la forza delle capacità
normalizzanti e antinormalizzanti di Mayadevi, la sua abilità di confonderci su cosa sia normale o
anormale per l’essere spirituale eterno. Essa è capace di disorientare e in questo modo ostacolare
sia i principianti sia le persone più avanzate spiritualmente. Anche se siamo stati devoti per tanti
anni corriamo il rischio di essere esposti a queste potenze e di esserne sopraffatti. Esse spesso
guadagnano terreno in modi nascosti e non prevedibili: “Maya, l’energia che è alla base di tutta
l’esistenza materiale, è più sottile dei comuni fenomeni.” (Srimad-Bhagavatam 10.85.44,
Spiegazione).

Ecco un esempio degli effetti sottili delle potenze di Maya: “Maya è così sottile che se anche una
persona riesce ad evitare di sentir parlare di sesso, denaro e ateismo, e anche se si unisce a
un’associazione di devoti, può ancora diventare vittima dell’orgoglio e dell’ipocrisia.”
(Narada-bhakti-sutra, 4.64, Spiegazione). L’orgoglio e l’ipocrisia sono certamente qualità tanto
infauste da trasformare uno spiritualista in un materialista. In sostanza, le potenze avaranatmika e
praksepatmika sfidano la nostra perfezione di normalità. Mentre possiamo essere in grado di
comprendere la filosofia di ciò che costituisce una vita normale (o spirituale) e di una vita
anormale (o materiale), le nostre esperienze quotidiane possono facilmente confonderci. Come persone
dedite all’avanzamento spirituale desideriamo sentirci comodi ma non rilassati; vogliamo essere
dedicati ma non fanatici; vogliamo essere arresi all’autorità spirituale e tuttavia mantenere una
certa indipendenza e vogliamo avere la sicurezza di essere sulla strada giusta ma anche di andare
per la nostra strada.

In queste circostanze facciamo del nostro meglio per identificare le linee sottili che separano la
nostra coscienza spirituale da quella materiale. Cioè facciamo del nostro meglio per comprendere che
cosa costituisce la nostra coscienza normale e che cosa costituisce quella anormale. La fiducia
nella conoscenza che traiamo dalle Scritture vediche può potenziare la nostra percezione di queste
differenze. Secondo Srila Prabhupada, vita normale significa amare Krishna. Questo significa
sperimentare l’amore che Krishna ha per noi come Sue parti. Significa essere attratti dai
divertimenti di Krishna e desiderare di compiacerLo. Quando siamo influenzati dall’energia
spirituale interna di Krishna anziché dalla Sua energia materiale esterna, possiamo esser certi che
stiamo sperimentando una vita normale – quella spirituale – che è sinonimo di coscienza spirituale.

Approfondendo questa comprensione di che cosa è normale, di che cosa è usuale, di che cosa è
inerente al nostro sé spirituale, possiamo abbandonare tutte le nostre ingombranti anormalità per
tornare alla nostra intrinseca e serena esistenza di amore per Krishna. Come Prabhupada ha detto:
Essendo parti integranti di Krishna la nostra tendenza naturale è servirLo. Una tendenza naturale
non è artificiale. Quando dimenticate Krishna questo è artificiale. Perciò la nostra vita normale
significa amare Krishna, servirLo. Questa è la nostra vita normale. Se non serviamo Krishna la
nostra vita è anormale, una vita da pazzi. (Conversazione, 1975 a Nairobi)

Padma Devi Dasi è discepola di Sua Santità Prabhavisnu Swami. Dopo aver completato i suoi studi
universitari in Australia, si è trasferita a Vrindavana in India, dove spera di rimanere. Ha
intenzione di scrivere e pubblicare libri coscienti di Krishna.

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