La pace della mente 3
a cura del Dr. Mario Rizzi (parte terza)
“LA PACE DELLA MENTE”
(parte terza)
PERCHE’ SIAMO COSI’ COME SIAMO (prima parte)
– La rana e lo scorpione –
Un bel giorno d’estate, mentre una rana stava prendendo il sole sulla riva
di uno stagno, le si avvicinò uno scorpione. “Buon giorno, disse la rana
allo scorpione, desideri qualcosa?”.
“Sì, rispose lo scorpione, ho saputo che sei molto gentile. Mi porteresti
sull’altra riva dove ho un importante affare da sbrigare… sai io non so
nuotare…”
“Neanche per sogno, rispose la rana, qualche tempo fa uno scorpione come te
ha chiesto ad una mia amica di portarla sull’altra riva e quando sono giunti
in mezzo allo stagno l’ha punta; così sono affogati tutti e due”.
“Pensi che sia matto?, incalzò lo scorpione, ti prego, fai la brava, in
cambio ti posso dare 100.000 denari”. La cifra era alta e la rana
acconsentì. Si mise sulle spalle lo scorpione e nuotando a rana iniziò la
traversata dello stagno.
Quando furono a metà traversata lo scorpione non seppe resistere, punse la
rana che, avvelenata, cominciò ad affondare nello stagno. La rana,
poveretta, con quel filo di voce che le restava, trovò la forza di chiedere
allo scorpione: “Ma perché mi hai punto? Ora dovremo morire tutti e due”. Lo
scorpione, boccheggiando, rispose tristemente: “Mi spiace ma non ne ho
potuto fare a meno. Sai… io sono fatto così!”.
Introduzione alle transazioni
Eric Berne è uno psicologo contemporaneo. Il suo grande merito è quello di
aver elaborato un sistema di psicologia altamente semplificato che può
essere insegnato a tutti, adolescenti compresi. La sua linea psicologica
prende il nome di “Analisi Transazionale” per il fatto che si interessa dei
meccanismi con cui gli individui interagiscono tra loro; meccanismi da lui
definiti “transazioni”.
Per transazione, pertanto, si indica qualsiasi scambio che avviene tra due o
più persone: un dialogo è una serie di transazioni, così come lo può essere
uno scambio di gesti di affetto.
L’Analisi Transazionale prende in considerazione queste “transazioni”, con
particolar riguardo a quelle verbali, e ne deduce delle informazioni sulle
quali è possibile basarsi per una eventuale terapia (o autoterapia),
rivolta ad eliminare i vari elementi che possono risultare disturbanti nella
vita psichica o affettiva di un individuo.
Il comportamento e la sopravvivenza
Tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini non sono che attori,
essi entrano ed escono; ed ogni uomo, nel suo tempo, recita molte parti.
Shakespeare
Nel volume “L’assassinio di Cristo”, William Reich scrive che gli uomini, da
tempi immemorabili, nascono in una “gabbia” di cui, a causa dell’abitudine,
non vedono più nemmeno le parti. In questa gabbia ognuno cerca di fare il
meglio che può, i musicisti la inondano di musica, i pittori ne riempiono di
quadri le pareti, i negri ci cantano gli struggenti spirituals ed ognuno si
ingegna di fare la sua parte.
Dal comportamento dipende la sopravvivenza. Questo vale per tutti gli esseri
viventi però l’uomo, a differenza dell’animale, può cambiare l’ambiente in
cui vive usando la sua intelligenza ed il suo ingegno.
La stessa intelligenza, che per tanti motivi è utile e necessaria, ha però
sopito nell’uomo la saggezza istintiva. Egli necessita perciò di esempi,
ed insegnamenti, per poter acquisire le modalità di comportamento che
utilizzerà poi nel corso della vita.
Questo fatto crea delle serie problematiche perchè non sempre i genitori, e
gli educatori vari, sono in grado di fornire l’esempio più corretto, od i
più saggi insegnamenti. Nella pagina precedente questo fatto viene
chiaramente espresso e porta, necessariamente, a delle amare riflessioni.
Il comportamento è pertanto la somma delle influenze, dei messaggi e delle
esperienze, che ciascuno di noi ha catalogato dalla nascita in poi. Buona
parte delle azioni che compiamo sono perciò automatiche anche se pensiamo
di farle in completa consapevolezza e con la autodeterminazione più
assoluta.
Quanto segue rappresenta un’analisi di alcuni dei comportamenti automatici,
delle ragioni che li hanno instaurati e dei motivi che li mettono in azione.
Vedremo pertanto le “tre posizioni esistenziali”; i “tre ruoli
fondamentali” che l’uomo può recitare sul grande palcoscenico della vita; i
“giochi psicologici” che egli attua per certe finalità ed i “copioni” che
egli recita per ottenere ciò che vuole o semplicemente per sopravvivere.
Una attenta lettura di quanto segue, ed un onesto esame del proprio modo di
agire, potranno certamente aiutare a raggiungere un modo di vivere più
libero, più sereno e decisamente migliore.
Le Posizioni Esistenziali
I bambini piccoli sono particolarmente aperti a tutti i tipi di influenze.
Il “tocco” nelle prime 6 settimane di vita, ed anche dopo in misura minore,
rappresenta un elemento molto importante per creare nel bimbo un
atteggiamento di sicurezza e fiducia. In seguito, con l’educazione, i bimbi
vengono per così dire “programmati” e perdono in parte la loro sensibilità.
I bimbi sono molto aperti e percepiscono i messaggi relativi a loro stessi
ed al loro valore nelle prime esperienze di vita che consistono nell’essere
toccati od essere ignorati dagli altri. Assai presto imparano a guardare le
espressioni dei volti ed a rispondere ad esse così come accade per il tocco
ed i suoni.
Un bimbo che viene accarezzato ed a cui si parla dolcemente riceve perciò
dei messaggi ben diversi di uno che viene ignorato o trattato malamente. Un
bimbo che riceve pochi tocchi e poche attenzioni può, ad esempio, arrivare
alla conclusione di essere una nullità e comunque qualcosa di non valido.
Questo porterà in lui la sensazione di essere non a posto, in inglese NON
OK.
La prima cosa che un bimbo, già nei primi anni, decide confrontandosi con
gli adulti è quale delle seguenti posizioni esistenziali ricoprirà nella
vita:
– Io non sono ok, gli altri sì
– Io sono ok, gli altri no
– Io non sono ok, gli altri neppure
– Io sono ok, anche gli altri lo sono
Il bimbo, pertanto, deciderà di assumere una posizioni che sarà dominante
nel suo carattere, mentre le altre, pur coesistendo, avranno un peso minore.
Va notato che l’atteggiamento universale nella primissima infanzia è quello
“Io non sono ok, gli altri sono ok”. Questo accade perchè il bambino, a
causa della sua situazione di dipendenza, si considera inevitabilmente
inferiore alle figure adulte che lo circondano. Il bimbo, crescendo ed
osservando coloro che lo circondano, potrà cambiare oppure no la sua
posizione ed, eventualmente, accettarne una migliore o peggiore.
Vediamo ora il carattere di una persona quando ha assunto una delle
posizioni esistenziali:
1. Io non sono ok, gli altri sì
Questa persona si sente inferiore agli altri e tenderà alla depressione; in
effetti è ancora nella medesima posizione della sua primissima infanzia.
2. Io sono ok, gli altri no
E’ la persona che biasima gli altri per le sue miserie. Questa posizione
viene assunta dai bambini malmenati brutalmente che arrivano a concludere
“Se mi lasciano solo sto benissimo, io non ho bisogno di nessuno,
lasciatemi solo”. Di solito questa posizione è sorretta da odio anche se ben
celato; spesso ne fanno parte i delinquenti, i fanatici ed i criminali.
3. Io non sono ok, gli altri neppure
Questa persona non ha alcun interesse nella vita, ne sono un esempio gli
abulici. E’ un posizione assunta da coloro che non hanno avuto calore e
attenzione nei primi mesi ed al loro posto hanno ricevuto rimproveri e
percosse, magari anche dopo aver compiuto il secondo anno di età.
4. Io sono ok, anche gli altri lo sono
E’ la persona che si piace e che accetta gli altri come sono.
* * *
Mentre molti individui rimangono nella posizione “Io non sono ok, gli altri
sì” per tutta la vita, ve ne sono di fortunati che furono aiutati dai
genitori a superare questa posizione esistenziale ed a raggiungere quella
“Io sono ok, gli altri sono ok”.
Va notato che, mentre le prime tre posizioni sono acquisite nella prima
infanzia e a livello subconscio (in base alle esperienze vissute), la
quarta può essere acquisita anche da adulti mediante una decisione
cosciente. E’ la posizione migliore, ma può essere accettata solo quando si
dispone di un numero notevole di informazioni su noi stessi e gli altri.
* * *
Queste posizioni non appaiono mai nello stato puro in quanto ogni persona,
seppur in modo percentuale, tende a collocarsi in almeno tre di esse.
In effetti anche una persona “Io sono ok, tu sei ok” difficilmente lo sarà
in modo perfetto, ovvero al cento per cento. Se potessimo osservarla nel
corso della sua vita noteremmo che in certi casi assumerà un atteggiamento
di leggera superiorità (Io sono ok, tu non sei ok) oppure di inferiorità (Io
non sono ok, tu sei ok). Sarà comunque difficile che arrivi ad assumere la
posizione “Io non sono ok, tu non sei ok”.
Le Posizioni Esistenziali ed il comportamento
La posizione esistenziale di ogni persona la porterà ad una serie di
atteggiamenti e comportamenti la cui conoscenza può essere di estrema
utilità per comprendere come ella si ponga nei confronti di se stessa, degli
altri e della vita in generale.
La persona in una posizione “Io sono ok, tu sei ok” sarà sempre in grado di
offrire la sua massima stima e fiducia. Ella considererà ogni individuo
valutandone i pregi ed i difetti; cercando in questo modo di comprendere,
più che giudicare, gli eventuali comportamenti aberrati.
Colui che si trova nella posizione “Io sono ok, tu non sei ok” è chiaramente
diffidente e cercherà in tutti i modi di invalidare ogni consiglio, o
suggerimento, che comporti un lavoro da parte sua. Ciò che egli cerca, in
fin dei conti, è la convalida della sua posizione esistenziale. Il fatto di
non riuscire a risolvere i suoi problemi neppure seguendo i consigli altrui
non fa altro che rinforzare la sua posizione “Io sono ok, ma tu no”.
Al contrario di ciò che potrebbe apparire, la persona nella posizione
esistenziale “Io non sono ok, tu sei ok” non è per niente facile da
trattare. In un primo tempo si presenterà a voi con un atteggiamento di
assoluta incompetenza e sudditanza. Non fatevi ingannare, una conoscenza più
approfondita vi dimostrerà che ogni collaborazione, da voi eventualmente
richiesta, non sarà per nulla considerata.
Questo è il modo per suffragare la sua posizione esistenziale, dopo tutto se
riesce a scaricare qualche responsabilità su di voi può chiamarvi in
concorso di colpa e come dice il famoso adagio: “Mal comune mezzo gaudio”
La persona che occupa l’ultima posizione esistenziale: “Io non sono ok, tu
non sei ok” è certamente la più difficile da trattare. Difficilmente verrà
da solo a chiedervi aiuto; la maggior parte dei casi vi sarà stato costretto
da coloro a cui rende la vita insopportabile.
Conclusione
Quanto esaminato, è solo una parte di ciò che riguarda l’Analisi
Transazionale. Nelle prossime lettere continueremo il nostro studio al fine
di conoscerci meglio ed eventualmente migliorare il nostro carattere.
ESERCIZI CON L’ANALISI TRANSAZIONLE
Esercizio sulle posizioni esistenziali
Cerca di definire in quale posizione collocheresti le persone che così si
esprimono:
– Nei confronti di se stesse:
Io, se mi metto, riesco a fare qualcosa di buono.
Non sono capace di fare niente.
Luigi è veramente in gamba, io, invece, non valgo nulla.
Io non merito di vivere.
Ce l’hanno tutti con me.
Noi uomini siamo solo degli animali.
– Nei confronti degli altri:
La gente è magnifica.
Sei non ci fossi io questa famiglia andrebbe a rotoli.
Tu che sei bravo, mi puoi dire come combattere la stitichezza?
Cercano tutti di approfittarsi di me.
Nessuno merita la mia fiducia.
Tutti, in fondo, hanno qualcosa di buono.
Noi uomini siamo solo degli animali.
Esame individuale
Prova a fare un esame di come ti comporti, per vedere in quale percentuale
sono presenti in te i tre atteggiamenti che abbiamo esaminato.
Può esserti utile, quando hai compreso quanta percentuale di queste
posizioni esistenziali sono presenti nel tuo carattere, rappresentarle come
fette di torta, dividendo un cerchio che hai disegnato a questo scopo.
Quindi osserva la fetta più grande e decidi se è il caso di rivedere
qualcosa del tuo comportamento oppure no. Ricorda che ogni processo di
crescita individuale inizia con la comprensione che “noi”, prima di tutti
gli altri, dobbiamo cambiare qualcosa della nostra vita.
Nelle prossime lettere continueremo il nostro studio al fine di conoscerci
meglio ed eventualmente migliorare il nostro carattere.
Bibliografia
E. Berne, Guida per il profano alla psichiatria e alla psicanalisi,
Edizioni Astrolabio, Roma, 1969.
E. Berne, A che gioco giochiamo,
Edizioni Bompiani, Milano, 1982.
D. Yongeward & M. James, “Winning with people”,
Addison Wesley Publishing Company
Reading – Massachusetts – UA.
Thomas A. Harris, Io sono Ok, Tu sei Ok,
Rizzoli Editore, Milano, 1974.
Kahler & Capers, The Miniscript,
Transactional Analysis Journal, VI:1 – January 1974.
Wilhelm Reich, L’assassinio di Cristo,
Sugar Editore, Milano, 1972,
Letture per approfondire
Thomas A. Harris, Io sono Ok, Tu sei Ok,
Rizzoli Editore, 1974.
E. Berne, A che gioco giochiamo,
Edizioni Bompiani, Milano, 1982.
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