La padronanza di se’
di Sivananda
Tratto da:
Cosi’ parla Sivananda
Pensieri e massime Assisi 1992
PADRONANZA DI SÉ
Il voto della padronanza di sé è il migliore di tutti. La dolcezza nella parola, la benevolenza,
l’assenza di perfidia, di collera e di odio, il perdono, la pazienza, la tolleranza, la non
violenza, la modestia, la cortesia, la sopportazione, la franchezza, la lealtà e la fermezza: è
questa la padronanza di sé, è l’associazione di tutti questi elementi.
Di tutte le regole di una condotta virtuosa, la padronanza di sé è la più alta. Essa conduce alla
beatitudine più elevata. È il dovere permanente di colui che aspira alla verità o di chi la ricerca.
La padronanza di sé, lo spirito di sacrificio, l’abnegazione sono assolutamente essenziali per
vivere la vita divina e raggiungere una perfetta libertà.
La padronanza di sé aumenta la propria energia. L’uomo padrone di sé diventa senza peccato e senza
paura e acquisisce grandi meriti.
Un uomo che si controlla bene è libero da ogni sentimento di vendetta e di furberia. La sua condotta
è giusta. Egli non è influenzato, né dalla lode, né dalla critica; è dotato di forza d’animo. È
perfettamente padrone delle sue passioni.
Né sofferenza, né dispiacere, né dolore soverchieranno colui che ha dominato la sua collera, che ha
rinunciato all’orgoglio, che non è più attaccato ad alcunché e che non considera nulla come
appartenente a sé stesso.
Raga-Devesha (attaccamento e avversione) si trovano dappertutto. Ovunque voi siate ci sarà sempre
qualcuno per farvi arrabbiare. Rimanete padroni di voi stessi. Voi potete essere felici ovunque.
IL SERVIZIO
Servire con disinteresse vi può rivelare l’unità del l’umanità, può allargare il vostro cuore e
condurvi alle porte dell’intuizione. In conseguenza, rendete servizio incessantemente, senza egoismo
e purificate così il vostro cuore.
Che la vostra vita abbia uno scopo preciso. Vivete con uno scopo ben definito. Comprendete che la
vita è fatta per il servizio e non per servire l’ego.
Non avere, né lavoro, né occupazione, non è il riposo. Cambiare l’attività riposa. Una mente oziosa
è sempre infelice, è l’officina del diavolo.
La vita di colui che aspira alla vita spirituale è una lunga serie di rinunce e di sacrifici
quotidiani. Egli vive per servire gli altri e per renderli felici. Si dimentica di sé stesso, non ha
né egoismo, né interessi propri.
Il Signore Krishna, il Governatore dei tre mondi, ha assegnato a sé stesso il compito di lavare i
piedi degli invitati al sacrificio dei Rajasuya e, effettivamente, Egli porta a termine questo
compito. Oh voi che aspirate alla vita spirituale, seguite l’esempio del Signore. Oh fieri vedantini
a parole, pieni d’orgoglio! Aprite d’ora in poi i vostri occhi. Cominciate a servire e purificate i
vostri cuori.
Costruite la vostra via sul grande ideale del servizio disinteressato. Con esso, si manifesteranno
tutte le altre forme di ideali.
Siate puri e compassionevoli, rinunciate a voi stessi, e ciò in maniera attiva. Conservate senza
interruzione la disciplina del vostro corpo e della vostra mente allo scopo di servire con ardore.
Questa disciplina di corpo e di mente è il primo stadio di uno yoga pratico.
In ogni creatura vivente ed in voi stessi, vedete Dio. Sentite la Sua presenza in ogni luogo. Allora
conoscerete una felicità, una forza e una gioia indescrivibili.
Nishkama Seva è la chiave del Karma Yoga. Coltivate l’umiltà, l’amore, la sincerità in pensieri,
parole e azioni. Abbandonate meschinità, vedute limitate, egoismi, gelosie ed ira.
LA DEVOZIONE
La Bhakti, o devozione, è il ricordo costante di Dio: un solo pensiero, un solo ideale che scorre
come un filo ininterrotto d’olio, che si versa da un vaso in un altro.
La devozione è un metodo molto efficace per giungere alla realizzazione del Sé. Sviluppate quindi la
devozione con il Japa, la preghiera, i Kirtans, lo studio del Ramayana, della Bhagavad-Gita e
servendo i devoti.
La Bhakti domina tutti gli impulsi e le passioni inferiori, elimina tutti gli ostacoli.
La devozione a Dio è il mezzo più grande che conduce alla liberazione. Intensificate quindi la
vostra devozione.
Quando, per una rara e felice sorte, un uomo arriva al termine delle sue nascite e rinascite sulla
terra, egli incontra un Santo che, con la sua compagnia, lo incita a coltivare la devozione al
Signore. Fate del vostro cuore un campo; seminateci il grano della devozione, innaffiatelo col Nome
del Signore: raccoglierete una larga messe di felicità eterna.
Potete approfondire la vostra devozione sublimando le vostre agitazioni e tendenze istintive. Una
trasformazione divina dei vostri sentimenti e delle vostre emozioni si dovrebbe produrre con il
Japa, i Kirtans, l’Aradhana (l’adorazione) e la Meditazione.
Non c’è conoscenza senza devozione. La devozione è il fiore. La conoscenza è il frutto. Jnana (la
conoscenza) è la fioritura della devozione.
Non c’è fede senza conoscenza. Senza fede non c’è attaccamento al Signore. Senza attccamento al
Signore la Bhakti non può essere durevole.
LA FEDE
La fede in Dio (Sraddha) è il primo scalino sulla scala della spiritualità. Essa dà al cercatore
della verità la speranza di ottenere la grazia divina.
Che la vostra fiducia in Dio sia totale, non temete più nulla, liberatevi dalle ansietà e dai
tormenti e siate perfettamente in pace.
La fede trascende la ragione. Solo la fede apre la porta della felicità eterna e dell’immortalità.
Che la vostra fede sia ferma, incrollabile. Entrate nel dominio senza limite d’una pace per sempre
duratura.
Rafforzate la vostra fede con i Satsangs, frequentando saggi e con lo studio delle sacre scritture.
La vostra fede sia intensa! Solo allora un potente desiderio di realizzare Dio nascerà nel vostro
cuore. Comprendete con chiarezza la natura e la gloria del Signore, della vita divina e della
realizzazione di Dio. Solo allora sarete veramente capaci di un totale abbandono.
Fate lo sforzo per conoscere Dio. Ricercate la compagnia dei saggi. Conducete una vita di servizio
disinteressato, di rinuncia, di distacco, di preghiera e di meditazione.
Senza la fede (Sraddha), senza un ardente desiderio della visione del Signore (Darshan) e senza
l’abbandono di sé, non si può pervenire alla realizzazione di Dio. Lottate dunque per ottenere
queste tre cose.
Per raggiungere la realizzazione di Dio non c’è bisogno: né d’arte, né di scienza, ma di fede, di
purezza e di devozione.
Che il tuo obiettivo sia preciso. Sii determinato. Sii sincero. Sii serio. Comprendi con chiarezza e
precisione ciò a cui aspiri veramente.
Il Signore è dovunque, senti la Sua presenza in ogni luogo. I Suoi occhi vedono tutto; le Sue mani
proteggono tutti. Sii fiducioso in Lui. Cerca rifugio nella dolcezza del Suo Nome. Non bisogna
cedere allo sconforto. Non avere paura di nulla.
La fede è la forza e la potenza. La fede è una profusione di energia.
La fede è l’anima della religione. È la sorgente di nuove speranze e risveglia il senso
dell’immortalità.
LA VITA
Lo scopo della vita è di evitare le sofferenze per giungere alla Felicità Eterna. La nascita in
questo mondo, è inseparabile dal dolore. Se desiderate evitare la sofferenza, pene e dispiaceri,
dovete evitare di rinascere. Il solo modo per evitare di rinascere è la conoscenza di Brahman
(l’Assoluto, il Principio Supremo).
La perfezione divina dell’essere umano è lo scopo ultimo dell’umanità. Si deve giungere alla
perfezione integrale. Aprire se stessi al Divino è la condizione essenziale per la divina
perfezione.
La vera vita non è nient’altro che il Divino, perché non esiste altro che Dio e Dio è amore.
Accogliete la Vita Divina. Quello che l’uomo ricerca continuamente è la felicità infinita e
l’eliminazione totale delle pene e delle sofferenze. Quando la sua ricerca di felicità nel mondo
fallisce, l’uomo si volge verso Dio, Oceano di Felicità Eterna.
Non c’è un qualche modo per evitare il ciclo senza fine delle nascite e delle morti, dei piaceri e
della sofferenza della gioia e del dolore? Si! Esiste un modo sicuro. Rivolgetevi verso Dio. Lui può
liberarvi.
È opinione unanime che ognuno in tutte le sue azioni mira unicamente ad assicurarsi la felicità. La
felicità vera e durevole si può trovare nella nostra anima immortale (Atman) e non negli oggetti
esteriori impermanenti.
Fate che il vostro slancio vi porti sempre più in alto nei reami della ricerca di Dio e della
suprema conoscenza spirituale e realizzate il Signore della Vita, dell’Amore e della Gioia. Questo
è, in verità, lo Scopo della Vita.
LA RELIGIONE
La religione consiste nel fare del bene agli altri, nel mettere in pratica l’amore, la compassione,
la sincerità, la non violenza e la purezza in tutti gli aspetti della vita.
I fondamenti di ogni grande religione sono inalterabili e facili da comprendere. La Vera Religione è
Una, è la Realizzazione del Sé. La Vera Religione è divenire Brahman.
L’Essenza del Dharma consiste nel non fare agli altri quello che non si farebbe a sé stessi. La
fraternità universale ha il suo fondamento nella Religione dell’amore.
La Religione è fondata sulla Verità e la non violenza. La Verità è Dio. Verità e non violenza non
sono due, esse sono Uno. La non violenza è il modo per raggiungere la realizzazione di Dio.
L’essenza della Religione risiede nell’esperienza immediata del Divino. Questa esperienza felice si
può realizzare solo per mezzo di diverse forme di disciplina, o Sadhana.
La vera Religione vi condurrà faccia a faccia con Dio. La vera Religione vi unirà alla Guida
Interiore che è in voi e vi porterà alla Beatitudine Eterna e all’Immortalità.
Per un Hindù la Religione è la spiritualizzazione della vita umana. Per un Hindù coltivare la sua
Religione è in verità coltivare la sua libertà. La Religione dirige tutti i settori della vita
hindù; è in ciascuno di questi che si dovrebbe realizzare la libertà dell’anima. La Religione offre
all’Hindù le possibilità più ampie per il raggiungimento della vera libertà. La Religione è per lui
il solo cammino verso una vita di perfetta libertà.
Sulla superficie esterna di un’arancia non appare alcuna separazione, ma se voi l’aprite constatate
che essa è divisa in spicchi. Per contro, la superficie di un melone presenta dei solchi, mentre
all’interno, la sua polpa è perfettamente omogenea. Ugualmente, in apparenza, l’induismo può
sembrare essere fatto di culti differenti, separati gli uni dagli altri, mentre è una Religione di
unione e d’unità nella diversità. Le differenze apparenti le permettono di adattarsi a dei
temperamenti diversi. È questo che fa la bellezza dell’induismo.
DHARMA
Il termine Dharma è derivato dalla radice « Dhar » (sostenere); il suo senso etimologico è: “Colui
che mantiene l’universo, i popoli e l’intera creazione dal microcosmo al macrocosmo “. È la legge
eterna e divina del Signore. Il segreto del Dharma è molto profondo e sottile. La coesione
dell’intera creazione è assicurata infatti, dalla legge onnipotente di Dio. Mettere in pratica il
Dharma significa dunque riconoscere queste leggi ed essere loro fedeli.
È il Dharma che vi conduce sul cammino della perfezione e della gloria. È il Dharma che vi aiuta a
comunicare direttamente con il Signore, è lui che vi rende divino. Il Dharma è la scala che sale
verso Dio. La realizzazione del Sé è il Dharma più elevato. Il Dharma è il cuore dell’etica hindù.
Dio è il centro del Dharma.
Il Dharma è il principio della giustizia, della santità, ed anche dell’unità. È il cemento e il
sostegno della vita sociale. Se lo trasgredite, vi ucciderà. Se lo proteggete vi proteggerà. È il
vostro solo compagno dopo la morte. È il solo rifugio dell’umanità.
Dharma significa ‘Achara’; cioè a dire, le regole della vita quotidiana. L’Achara è il Dharma
Supremo. È la base di Tapas, o austerità. Vi fa pervenire alla ricchezza, alla bellezza, alla
longevità e alla continuità della discendenza. Una cattiva condotta e l’immoralità vi porteranno
alla cattiva reputazione, alla tristezza, alla malattia e ad una morte precoce. Il Dharma mette le
sue radici nella moralità e il padrone del Dharma è Dio stesso.
I fondamenti del Dharma sono: i quattro Vedas, i testi delle Smriti (codici), il comportamento degli
uomini che – avendo penetrato lo spirito di queste Scritture – agiscono conformemente alle loro
prescrizioni e infine la condotta dei Santi Uomini e la soddisfazione del nostro proprio Sé.
Il Dharma abbraccia tutti gli atti, tutti i pensieri ed anche le pratiche mentali che elevano il
carattere umano. Il Dharma viene dal Divino e vi conduce a Lui.
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