da : “L’eterna ricerca dell’uomo”
di Paramahansa Yogananda
– La paura entra nella nostra vita quando Dio ne viene escluso
Ci sono tante cose meravigliose da sapere sulla vita e sulla morte, e la
meditazione ne è il mezzo. Imparate a vivere in questo mondo come figlio
di Dio. La morte fa terrore all’uomo che ha escluso Dio dalla propria vita.
Tutte le cose dolorose ci spaventano, perché amiamo il mondo senza
capirne il mistero e lo scopo. Ma quando vediamo Dio in ogni cosa, non
abbiamo nulla da temere. “Nasciamo” continuamente, nella vita come
nella morte. La parola “morte” è un termine decisamente errato, perché
non c’è morte; quando siete stanchi della vita, vi togliete semplicemente il
soprabito di carne e ritornate al mondo astrale.
Nota. Le Scritture indù affermano che l’anima dell’uomo è racchiusa in
tre involucri successivi: il corpo causale o corpo idea, un sottile corpo
astrale e un denso corpo fisico. Il mondo astrale è il regno sottile delle
forze più fini nel quale l’anima, ancora racchiusa nei corpi astrale e
causale, si ritira dopo la morte fisica per continuare là la propria
educazione e la propria evoluzione spirituale, fino al momento in cui
si reincarnerà sulla terra. Fine nota.
Morte significa fine. Un’automobile i cui pezzi si sono logorati è morta;
è arrivata la sua fine. E così, nella morte, il corpo fisico è giunto alla
sua fine. Ma l’anima immortale non può morire. Ogni notte, nel sonno,
l’anima vive priva della coscienza del corpo fisico; tuttavia non è morta.
La morte è soltanto un sonno più profondo, in cui l’anima vive nel corpo
astrale senza la coscienza del corpo fisico. Se la perdita della coscienza
del corpo fisico significasse la morte dell’uomo, l’anima morirebbe quando
ci addormentiamo. Ma non siamo morti quando dormiamo; né siamo
completamente incoscienti, perché al risveglio ricordiamo se abbiamo
dormito bene o no. Così nello stato dopo la morte, noi non siamo morti.
Coloro che permettono alla propria mente di ossificarsi muoiono veramente.
Per risolvere il mistero della vita dovete rinascere ogni giorno.
Questo significa che dovete quotidianamente lottare per migliorarvi in
qualche modo. Soprattutto pregate per la saggezza, perché con la saggezza
viene anche tutto il resto. Non lasciatevi governare dagli stati
d’animo, ma dalla saggezza; e con quella saggezza, sviluppate il pensiero e
l’attività creativi. Tenetevi occupati in cose costruttive per il vostro
miglioramento e per il bene altrui, perché chiunque voglia entrare nel regno
di Dio deve anche cercare di fare del bene agli altri, giorno per giorno. Se
seguirete questo disegno, sentirete la gioia che disperde i malumori, la
gioia di sapere che state avanzando mentalmente, fisicamente e
spiritualmente. Raggiungerete sicuramente Dio, perché questa strada
conduce al regno dei cieli.
Lottate continuamente per superare i labili stati d’animo, perché, non
appena vi sentite di malumore, voi coltivate i semi dell’errore nel suolo
della vostra anima. Indulgere nel malumore è morire a poco a poco; se,
invece, tentate ogni giorno d’essere lieti malgrado tutte le esperienze
sconvolgenti, avrete una nuova nascita. Finché questa nascita umana non
si tramuti in una nascita altamente spirituale, non potete “rinascere” in
Dio. “…se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio”.
(Giovanni, 3,3).
I malumori sono “contagiosi” e, in tempi di depressione generale, essi
possono contagiare un gran numero di persone. L’uomo non dovrebbe prendere
troppo sul serio gli eventi infelici della vita. E’ meglio riderne un
pochino che fare d’ogni sfortuna una tragedia. La Gita insegna: “E’ caro a
Me colui che non fa distinzione fra (gli aspetti della vita fenomenica)
gioioso e triste, che è esente da pena e desideri e che ha bandito (la
coscienza relativa di) bene e male”. Bhagavad Gita, 12, 17.
Avere una disposizione d’animo ottimistica e cercare di
sorridere è cosa costruttiva e vale la pena farla
perché ogni volta che esprimete qualità divine, come il coraggio e la gioia
voi nascete di nuovo; la vostra coscienza si rinnova nella manifestazione
della vostra vera natura, quella della vostra anima. Questa è la rinascita
spirituale che vi pone in grado di “vedere il regno di Dio”.
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