L’occhio è un recettore sensoriale che si limita ad inviare i segnali di variazione della energia
luminosa che il cervello trasforma in sensazioni colorate. Per moltissimi anni, a partire dalle
considerazioni di ISAC NEWTON sull’arcobaleno dei colori prodotto da un prisma di vetro trasparente,
si è ritenuto che l’occhio percepisse i colori e con essa la visione sostanzialmente riferendosi ad
un modello di macchina fotografica.
Sintesi additiva dei colori: proiettando con Lampade colorate dei colori fondamentali su uno
schermo i vari colori essi si sommano per interferenza generando i colori secondari e come somma
finale ricomponendosi nella luce bianca. Basandosi su tale modello concettuale si interpretava ad
esempio che il colore rosso di una mela fosse semplicemente una funzione di assorbimento delle varie
frequenze delle luce corrispondenti ai differenti colori dell’arcobaleno di cui e composta la luce
bianca; pertanto la mela risulta rossa per la sottrazione per assorbimento tutte le altre componenti
della luce bianca escluso il rosso.
Perseguendo tale modello cognitivo ormai antiquato, si riteneva, che i colori venissero visti dal
cervello, mediante un centro specializzato per la percezione dei colori; infatti si pensava che i
colori fossero trascritti come da una macchina fotocopiatrice a colori direttamente dal mondo
esterno in questo centro. Tale interpretazione meccanica ha limitato molto la successiva
interpretazione e del colore come processo di costruzione comparativa proprio della realizzazione di
una sensazione cerebrale Oggi siamo certi che come non ci sono rumori nel mondo esterno ma solo
vibrazioni che il cervello interpreta come suoni e rumori, così si può dire che nel mondo esterno i
colori non esistono; il colore è di fatto una un’invenzione sensoriale del cervello.
Un cervello ed un occhio diverso dal nostro ad esempio quello di un “Gatto” non vede i colori
approssimativamente come noi non li distinguiamo durante la Visione Notturna a bassa intensità
luminosa.
Fino a pochi decenni fa la scienza ignorava in gran misura i sistemi cerebrali della percezione egli
sviluppi delle relazioni cerebrali tra percezione, sensazione, che determinano l’apprendimento quale
espressione della funzionalità cerebrale. Pertanto, pur essendo agli inizi di un nuove modalità di
capire come la rete di connessioni neuronali si formi con modalità altamente personalizzate nel
cervello di ciascuno di noi sappiamo oggi che ogni uomo o donna realizza una propria personalissima
percezione delle sfumature di colore.
Più in generale dobbiamo oggi considerare che la percezione visiva stessa non solo di colori ma
anche delle forme si realizza dentro la nostra testa; pertanto dobbiamo iniziare a capire che nel
nostro cervello già ci sono tutte le possibili combinazioni di forma e colore e che quindi, proprio
durante l’apprendimento, noi impariamo a decifrare, assemblare e codificare forme e sensazioni sia
secondo le esigenze storiche di comprensione in base alla costruzione di una nostra stessa
personalità creativa.
Autore: Paolo Manzelli
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