LA PINEALE E LA RANA
La componente magnetica della radiazione sembra essere quella più pericolosa. Quella elettrica è più
percepibile e quindi evitabile: prendere la scossa infatti non piace a nessuno. Il campo magnetico
invece è più subdolo. Non si vede, soprattutto se è di minor intensità, ma agisce direttamente su
una ghiandola del nostro cervello, la Pineale (epifisi).
Per capire meglio i sistemi biologici evoluti, la fisiologia ci viene incontro con il banale esempio
della rana. Questo anfibio ha un cervello semitrasparente alla luce solare, ciò gli consente di far
giungere i fotoni, la luce del Sole, alla ghiandola pineale che, essendo sensibile alla radiazione
elettromagnetica, regola il ciclo circadiano dell’animale. In parole povere, la rana sa quando deve
dormire e quando svegliarsi perché sente la lunghezza del giorno dalla conta dei fotoni svolta dalla
sua pineale. Negli uomini questo effetto non c’è e lo stimolo viene dato alla pineale dal nervo
ottico. Ad occhi aperti la luce passa, mentre ad occhi chiusi o nel buio, l’uomo pensa che deve
dormire e si rilassa. Ciò che conta nell’uomo è che la pineale, tramite lo stimolo visivo, regola
l’emissione di serotonina che, grazie all’enzima serotonina deacetilasi, si trasforma in melatonina.
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