La Piramide dei Segreti

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La Piramide dei Segreti

Primitiva centrale energetica… rifugio antiaereo contro l’impatto di meteoriti… aerofaro per gli
alieni. Ci sono state molte teorie stravaganti sulla Grande Piramide. Ora un nuovo affascinante
libro suggerisce che fosse costruita come un amplificatore gigante per gli antichi dèi…

Un viaggiatore di altri tempi, nell’attraversare il deserto, avrebbe probabilmente captato il suono
da chilometri di distanza. In principio fu solo un ronzio vago, ma poi una profonda nota bassa si
espanse sulla piana egiziana, forse accompagnata da un’altra nota, leggermente più alta. Insieme
formavano un lugubre accordo riecheggiante.

Man mano che il suono cresceva, l’ascoltatore sarebbe stato colto da meraviglia e stupore. Deve
essere sembrata la voce del Grande Dio, il Signore stesso dell’ Universo. Quindi, mentre si
avvicinava alla sorgente, il pellegrino avrebbe scoperto la meraviglia più grande di tutte: che il
suono si spargeva da un immenso edificio in pietra che sovrasta di quasi 150 metri la valle del
Nilo.

Sull’altopiano di Giza, fuori dal luogo che noi ora chiamiamo Il Cairo, la Grande Piramide emetteva
un messaggio musicale attraverso le sabbie. Per quanto la cosa possa sembrare straordinaria,
“cantava”.

L’ingegnosa struttura della Piramide – composta da circa quattro milioni di blocchi di pietra, con
un peso totale calcolato fra le cinque e le dieci milioni di tonnellate – l’aveva trasformata in un
amplificatore enorme, in grado di raccogliere le vibrazioni dalla terra e trasformarle in suono.

Propagata dal profondo della camera all’interno delle sue pareti, lungo condotti creati
appositamente, era una musica ricca di simbolismo religioso, un eco proveniente dal momento della
creazione. Ascoltarlo deve essere stata una delle esperienze più toccanti che si potesse immaginare.

Questo, credo, può essere il segreto più strano mai rivelato di una struttura che ha sconcertato
allo stesso modo le menti di studiosi e profani per migliaia di anni. Prima tra le piramidi egizie
per le sue dimensioni, e unica nella precisione e nella complessità della sua struttura, la Grande
Piramide ha generato interminabili speculazioni.

L’opinione comunemente diffusa è che fosse nient’altro che una tomba per il faraone Re Khufu (anche
conosciuto come Cheope). Ma le sue dimensioni assolute e il suo complesso insieme di camere e
cunicoli hanno convinto molte persone che deve essere stata qualcosa di più.

Per quasi due millenni si sostenne che fosse il granaio di Giuseppe, l’israelita che salvò l’ Egitto
dalla carestia ai tempi del Vecchio Testamento. Il suo disegno difficilmente poteva far pensare che
fosse un deposito per il grano, ma nonostante ciò la leggenda si rivelò durevole.

Quindi nel XX° secolo venne un diluvio di nuove teorie selvagge sul suo scopo: si disse che era una
gigantesca pompa idrica per irrigare le coltivazioni egizie; una centrale che fornì elettricità per
una tecnologia da lungo tempo dimenticata; una meridiana; un almanacco; un osservatorio astronomico;
un rifugio antiaereo contro l’impatto meteoritico; e persino un faro di segnalazione per gli alieni.

Personalmente, non ho alcun interesse per tali fantasie. Le mie teorie sono basate su un attento
esame delle prove e sul desiderio di andare oltre l’insufficienza evidente di quella che è diventata
dottrina comunemente accettata. L’idea della “piramide cantante” è solo un aspetto del mio lavoro e
ammetto prontamente che è il più speculativo. Ma credo che sia completamente plausibile, e che abbia
molto da dirci sul vero significato della Piramide.

La dimensione della Grande Piramide è impressionante. Ha un volume di 27,8 milioni di m3,
sufficientemente grande per contenere l’abbazia di Westminster e la cattedrale di San Paolo di
Londra, così come le cattedrali di Firenze, Milano e Roma. È stata utilizzata più pietra nella sua
costruzione che in tutte le cattedrali, le chiese e le cappelle costruite in Inghilterra dal tempo
di Cristo.

Uno studio suggerisce che se questa pietra fosse divisa in cubi di 30,48 cm messi in fila, essi si
estenderebbero per una distanza pari ai due terzi dell’equatore terrestre.

È semplicemente la più grande piramide che sia mai stata costruita, ed è stata costruita con
un’attenzione unica per i dettagli. I quattro lati alla sua base sono lunghi circa 230,30 m, con una
differenza minima (pochissimi cm fra loro).

Molte pietre sono state tagliate con angoli di 90° incredibilmente precisi, e il lato orientale e
occidentale sono perfettamente allineati al raggio di curvatura del vero nord.

Tutte le quattro facciate della Piramide, un’area totale di circa 89,012 m2, erano inoltre rivestite
da cima a fondo con un manto di calcare levigato, assemblato con una tale precisione che le
giunzioni erano quasi invisibili ad occhio nudo.

Quando la luce del Sole la irradiava, la Piramide deve aver brillato come un’unica pietra preziosa.

Camminare dentro di essa – come ho avuto modo di fare molte volte, già da quando ero uno studente
14enne – è addentrarsi in quello che sembra un puzzle gigante o un labirinto. In nessun’altra
piramide egizia si incontra un tale sistema sconcertante di stanze, corridoi e gallerie.

Dall’entrata, a circa 18 metri su uno dei lati, un passaggio stretto conduce nelle viscere, mentre
un altro ramifica molto ripidamente nel cuore della Piramide. Là, una straordinaria galleria a
modiglioni – un’opera architettonica e di ingegneria già di per sé unica e sorprendente – conduce al
luogo più misterioso di tutti, la cosiddetta Camera del Re.

A differenza del resto della Piramide, costruita in gran parte con il calcare, la Camera del Re fu
realizzata con del granito rosso. Al centro della stanza ora troviamo una scatola di granito senza
coperchio lunga 2,29 metri e larga 1 metro.

Qualunque tesoro si trovasse nella stanza, fu saccheggiato nell’antichità. E a differenza di quelle
delle sue compagne più piccole, le pareti della Grande Piramide non riportano alcuna iscrizione.
Qualsiasi ipotesi sullo scopo della camera è pura supposizione.

Secondo gli egittologi ortodossi, essa era il luogo di sepoltura di Khufu, per cui la Piramide fu
costruita nel 2550 a.C. La scatola di granito era presumibilmente il suo sarcofago. Ma la dura
realtà è che non c’è alcuna prova per sostenere queste supposizioni. Nessuna traccia della mummia di
Khufu è mai stata trovata al suo interno, e non ci sono prove evidenti di una sepoltura umana nella
camera.

In effetti, non è mai stata scoperta alcuna documentazione affidabile che Khufu sia stato
seppellito, o rimosso, sia nel sarcofago che nella Piramide stessa. Oltre a ciò, sono anche
tormentato da un problema ancora più fondamentale. Perché gli egizi avrebbero nascosto il loro re in
una camera a quasi 50 metri d’altezza?

C’è molto che ancora non comprendiamo sulle tradizioni religiose dell’antico Egitto, ma una cosa è
certa: il corpo di un re defunto doveva essere sepolto nella terra, tornando così nell’elemento dal
quale, come tutti gli uomini, era venuto.

Questo è un fatto che rende assurda la teoria della camera sepolcrale.

E se uno pensa agli ostacoli del percorso che qualsiasi corteo funerario avrebbe dovuto seguire per
arrivare là – arrampicandosi in cunicoli terribilmente angusti e ripidi, senza scalini o appigli –
l’idea sembra ancora più azzardata.

Un altro problema che i teorici ortodossi fanno fatica a spiegare è l’esistenza dei due piccoli
condotti scavati nelle pareti della camera. Larghi dai 20 ai 46 cm, essi penetrano attraverso molti
strati di muratura ed emergono sulle facciate esterne della Piramide. Uno è lungo all’incirca 82
metri, l’altro 53. Essi non sono rettilinei ma serpeggiano e curvano.

La loro funzione ha da sempre sconcertato gli esperti. Alcuni suppongono che siano condotti
d’aerazione per fornire aria alla camera. Altri argomentano che i canali avessero uno scopo
religioso, per permettere all’ anima del re defunto di lasciare il corpo e viaggiare senza
impedimenti fino ai cieli. Ma nessun condotto simile è stato trovato in altre tombe egizie, e gli
scritti religiosi del tempo raccontano chiaramente che l’ anima di un re può viaggiare facilmente
attraverso la roccia.

La mia opinione è che il re sia stato seppellito da qualche altra parte, quasi certamente sotto la
Piramide.

Ma in questo caso, qual era lo scopo reale della cosiddetta Camera del Re? Anche se può sembrare
incredibile, credo fosse il centro del sistema di amplificazione acustico della Piramide.

È noto da secoli che la Camera del Re ha proprietà acustiche speciali. Un ufficiale francese che
visitò la Grande Piramide nel 1581 riferì che, se colpito, il sarcofago di granito “suonava come una
campana”. Altri viaggiatori hanno utilizzato la stessa frase per descrivere il fenomeno, tanto che
colpire la cassa e farla risuonare era diventato il trucco preferito delle guide arabe locali.

Ma ciò non era dovuto solo al sarcofago. Ogni suono transitorio, sia esso un mormorio o un passo,
può generare una risonanza armonica nella stanza per tutti i suoi 10,46 metri di lunghezza.

Di recente, questo effetto riecheggiante è stato indagato da svariati ricercatori come un flautista
e un tecnico dell’acustica consulente della NASA. I loro test hanno stabilito che la Camera del Re è
particolarmente sensibile alle frequenze molto basse.

Al suo massimo, l’effetto può essere veramente inquietante. Quando l’esperto della NASA generò una
profonda nota bassa attraverso un sistema di amplificatori, riferì che la risonanza era così forte
che “terrorizzò diversi membri dell’équipe” e “fece scattare tutti in piedi e correre verso
l’uscita”. Parte della spiegazione sta nelle pareti, nel pavimento e nel soffitto di granito della
stanza. Il granito è una roccia che contiene quarzo, elemento rinomato per le sue qualità
vibratorie.

Esperti come il tecnico inglese dell’acustica John Reid hanno supposto che la pietra fosse stata
scelta deliberatamente “come un esperimento per l’intensificazione della riverberazione”. La sua
teoria è che sia stato progettato per amplificare il suono delle voci dei sacerdoti durante i
rituali della sepoltura del re.

Alcuni studiosi hanno affermato che il tipo di vibrazioni generate dalle pietre può indurre a uno
stato alterato della coscienza, e che il salmodiare era utilizzato nei rituali religiosi di
iniziazione. Tuttavia, le frequenze che eccitano maggiormente la Camera del Re sono ben più basse di
quelle prodotte dalla voce umana. E la struttura della camera suggerisce ambizioni più grandi e
maestose.

Inoltre il soffitto visibile, sopra al quale sono accatastati altri quattro tetti rialzati, è
formato da enormi travi di granito dal peso complessivo di 1200 tonnellate. Da un punto di vista
progettuale, non c’è alcuna necessità strutturale che giustifichi questa scelta. Qual era dunque lo
scopo di questo imponente complesso di granito?

Io penso che la risposta si possa di nuovo trovare nelle proprietà di risonanza del granito. Le
variazioni in larghezza e in altezza di queste travi non trovano giustificazioni evidenti se non per
differenziare le loro frequenze risonanti, “accordandole”, per così dire, nello stesso modo in cui
un chitarrista allunga o accorcia una corda con le sue dita. Alcune travi erano incise con profonde
scanalature, che avrebbero un effetto del genere.

Ugualmente sorprendente è che l’intera sovrastruttura sia in pratica indipendente, inserita tra due
gigantesche pareti di calcare ma non bloccata nella muratura della Piramide. Secondo un esperto che
studiò la Camera del Re con tecnologie di rilevazione a distanza, le sue fondamenta arriverebbero
fino alla base della Piramide, e sarebbero del tutto svincolate dal restante complesso della
costruzione.

Di conseguenza, se così fosse, significherebbe che la Camera del Re può vibrare senza alcuna
interferenza del resto dell’edificio. Sembra che anche il suo pavimento sia stato progettato
specificatamente per lo stesso fine.

Piuttosto che su una muratura piatta, come ci si potrebbe aspettare, le 21 pietre del pavimento
paiono poggiare su un rivestimento modulare, paragonabile al cartone corrugato capovolto delle uova,
consentendo alle pietre del pavimento di vibrare liberamente.

Il risultato ottenuto è la trasformazione della Camera del Re in una specie d’amplificatore gigante.

Ma se le voci umane erano troppo deboli per innescare tutta la sua potenza, che cosa poteva
riuscirci? Credo che la risposta – anche se sembra incredibile – sia la Terra stessa.

Per capire come, dobbiamo comprendere che il pianeta su cui noi viviamo entra in risonanza e vibra,
sebbene a una frequenza talmente bassa che nessuno di noi può notare. Questo perché la Terra è
bombardata attraverso lo spazio esterno dalla radiazione elettromagnetica del Sole e da altri raggi
cosmici, che sono in effetti particelle ad alta energia, nonché da oggetti solidi come i meteoriti.

Come dice uno scienziato, si potrebbe pensare alla Terra come ad una gigantesca campana. La Terra
colpita dai raggi cosmici vibra allo stesso modo della campana di una chiesa colpita da un martello.
“Il nostro pianeta canta al ritmo del cosmo”.

Questo, sembra, faceva la Grande Piramide. Come l’ingegnere americano Christopher Dunn ha osservato,
la Piramide, coprendo un ampio raggio di terreno, avrebbe agito come un corno acustico (alla maniera
di un vecchio grammofono) per raccogliere e riprodurre l’equivalente del battito cardiaco del mondo.

Le vibrazioni avrebbero dovuto viaggiare attraverso le fondamenta della Camera del Re, per poi
stimolare quegli enormi blocchi di granito risuonando in simpatia. Tutto ciò sembra magia, ma è
fisica di un libro di testo elementare.

Se la mia teoria della “piramide cantante” è corretta, le travi di granito sopra la Camera del Re
furono calibrate affinché risuonassero alla vibrazione del pianeta e armonizzassero il ronzio della
camera, con un’accordatura per tentativi come con un diapason. Il suono in questa stanza oscurata
sarebbe stato fenomenale.

La mia teoria non suppone che gli egizi avessero un’avanzata conoscenza scientifica dell’acustica,
ma semplicemente che abbiano approfondito le pratiche attraverso l’osservazione della natura. Non ci
sono dubbi che prima avranno fatto molte prove e commesso molti errori, forse utilizzando una
piramide di prova che in seguito fu demolita o incorporata in una delle altre piramidi del sito di
Giza.

Veniamo ora a quei due misteriosi canali che dalla Camera del Re sfociano sulle facciate esterne
della Piramide, e ad un chiaro scopo per le loro caratteristiche, che gli egittologi ortodossi
semplicemente non possono spiegare.

Sono convinto che la vera ragione dell’esistenza dei condotti fosse trasmettere al mondo esterno i
suoni emessi dalla camera. Avrebbero agito in un modo simile alle canne di un organo e, date le loro
differenti lunghezze e profili, ciascuno di essi avrebbe probabilmente modificato il suono e inviato
nel deserto una nota diversa.

Immaginate l’effetto. Avvicinatosi a Giza (quel vecchio viaggiatore con cui abbiamo iniziato),
sarebbe stato testimone della “rappresentazione” audiovisiva degli eventi del Primo Tempo, del Mito
della Creazione.

Avrebbe visto il Sole che batteva sui lati lucenti della Piramide. Quindi avrebbe udito un ronzio,
un rimbombo, quando il suono delle vibrazioni della Terra era in viaggio attraverso i canali della
Camera del Re prima di esplodere all’aria aperta in una profonda e bellissima nota bassa.

Non sappiamo con certezza quali frequenze fossero implicate. Né vi è modo di stimare il volume del
suono.

Sarebbe stato udito solo sull’altopiano di Giza o anche a distanza di molti chilometri? Secondo un
esperto di acustica, probabilmente il suono sarebbe stato udibile nell’intera zona intorno alla
piana, dal momento che i suoni di bassa tonalità tendono a percorrere lunghe distanze.

Le domande che questa teoria suscita sono infinite. Il suono sarebbe variato di tonalità tra il dì e
la notte, con i movimenti della Luna, o nei momenti di intensa attività tettonica? Per il momento
non ho alcuna risposta. Solo un modello di lavoro completamente funzionante della Piramide potrebbe
risolvere questi ed altri enigmi. Ma una cosa è certa.

Se la Piramide funzionava davvero in questo modo, allora sarebbe stato di certo il sito religioso
più riverito del mondo antico, un prodigio in grado di surclassare tutti gli altri. Perché, vi
chiederete, i costruttori della Grande Piramide avrebbero investito tanto tempo e fatica nella
creazione di questo immenso amplificatore acustico?

La risposta si trova in quello che penso sia il vero fine che spinse alla costruzione dell’edificio.
È opinione comune che gli egizi venerassero il Dio Sole, e gran parte della dettagliata
interpretazione delle piramidi è costruita su questa base. La loro figura si crede sia stata
ispirata dai raggi solari che irrompono attraverso le nubi per poi splendere sulla terra in forma
piramidale.

Ma io ho una teoria radicalmente diversa: che il fulcro centrale della religione egizia fosse la
creazione del mondo e dell’ Universo.

Nei testi egizi sopravvissuti, la leggenda della creazione non è facilmente rintracciabile.
Diversamente, diciamo, dal resoconto della Genesi, il quale è pieno di energia sessuale. Il Grande
Dio e la Grande Dea si unirono e in quel momento – come nel Big Bang ipotizzato dalla scienza
“moderna” – in un grande ribollimento e tremore si crearono i cieli e la Terra. Il materiale per la
formazione del Sole, della Luna e delle stelle venne esploso (eruttato) nel cielo.

Penso che le piramidi non fossero altro che una rappresentazione fisica di quel processo, l’ascesa
dalla terra fino al cielo. È appurato da tempo che la struttura dei templi egizi simboleggi lo
stesso evento mitico.

Osservando la Piramide in questo modo, invece che soltanto come la tomba di un re, ci dà per la
prima volta una motivazione adeguata per la sua vasta scala, per l’attenzione profusa nei suoi
dettagli, e per il suo inestimabile costo economico.

Nessun re, comunque potente, poteva giustificare tale magnificenza. Ma lontano da essere un
mausoleo, un monumento ai defunti, possiamo quindi vedere come la Piramide, in tutta la sua
smisurata grandiosità e il suo impenetrabile mistero, fosse una celebrazione stessa della vita.

Questo era il messaggio che credo si espandesse dalla Camera del Re attraverso il deserto. Qui
c’erano gli effetti sonori per considerare la Piramide come il simbolo e la rievocazione del momento
della creazione.

L’antica letteratura egizia attesta l’importanza del suono al momento della creazione. In numerose
versioni del mito, l’emersione di Dio Creatore dalla terra è accompagnata da grande fragore e
agitazione. Gli dèi gridano. La Terra riecheggia.

La domanda finale è: perché la Grande Piramide non emette più il suo suono?

È risaputo che la Camera del Re abbia subito un grave danno strutturale entro alcuni secoli dalla
sua costruzione. Le travi del tetto vennero incrinate e smosse, le pareti forzate e le pietre del
pavimento spostate. Gli egittologi attribuiscono questi danneggiamenti a un terremoto.

La singolarità è che di tutte le stanze al momento conosciute della Grande Piramide, solo la Camera
del Re e la sua Anticamera ne furono interessate. Nessuna altra sala o corridoio ha riportato alcun
cedimento o crepatura.

Io credo che ciò vada addirittura a rafforzare l’idea che la camera avesse una sensibilità unica
alle vibrazioni della Terra. Mentre il resto della Piramide non fu interessato da questo misterioso
shock, pare che la Camera del Re abbia subito un sovraccarico vibratorio.

Mi domando, infatti, se invece di un terremoto i danni non siano stati provocati da un grande
impatto meteoritico. Si ritiene che uno di essi abbia avuto luogo nel Medio Oriente intorno al 2350
a.C., solo due secoli dopo la data di costruzione della Piramide (in base alla cronologia
ortodossa).

Questo impatto, o questa serie di impatti, avrebbe iniettato un’enorme quantità di energia nella
crosta terrestre e avrebbe innescato un improvviso e massiccio impeto nella vibrazione tettonica. È
anche concepibile che l’onda di energia (o onda vibratoria) abbia semplicemente superato la capacità
del trasduttore sonoro della Piramide.

In tal caso, sarà stata una fine tristemente prematura per un’opera architettonica enormemente
ingegnosa e ambiziosa.

Questo articolo è uscito per la prima volta in inglese il 21 giugno 2003, sul “The Daily Mail”
londinese.

Il sito web di Alan Alford (solo in inglese) è: www.eridu.co.uk/
Fonte: www.terembir.com/cheope.htm

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