La potenza del pensiero 5
di Swami Sivananda – Parte quinta
Edizioni Babaji
– I METODI PER AFFINARE IL PENSIERO –
1. Come educare la mente alla discriminazione
Ogni qualvolta i desideri si accumulano nella vostra mente, non cercate di attuarli, ma rifiutateli attraverso una sistematica discriminazione; rifiutateli senza parzialità e dopo un attento esame. Esercitandovi di continuo in questo senso raggiungerete la pace della mente e affinerete nel contempo anche la vostra parte psichica. Sorvegliate la mente che può subire divagazioni. Sublimate le tendenze che vi dominano. Estirpando i desideri, muoiono i pensieri. Allora la mente si distacca completamente dai molteplici aspetti degli oggetti sensoriali e, attraverso una osservazione continua dei difetti che questi presentano, si innalza alla contemplazione dell’Assoluto. Con la pratica del Sama, si esercita anche un controllo sui Jana-Indriya, gli organi della conoscenza: udito, tatto, vista, gusto e olfatto. Il Sama è la serenità mentale, che sarà raggiunta, eliminando tutti i Vasana (desideri inutili).
2. Pensieri morbosi e autocontrollo
Una volta che vi siete resi effettivamente conto a quali e gravi conseguenze portano i pensieri meschini e triviali, sarete voi stessi a vigilare per reagire al loro insorgere. Nello stesso istante che prendono forma, fate uso immediato della vostra forza di volontà e volgete la mente ad un pensiero sottile, elevato, oppure praticate qualche altra tecnica yoga, adatta allo scopo. La vostra sensibilità nel percepire prontamente un pensiero non adatto a voi e
nell’allontanarlo con altrettanta immediatezza, vi terrà all’erta facendovi persino svegliare se vi appare in sogno. Una volta svegli, non vi sarà difficile reagire, combattere e vincere il nemico. Dovete difendere la vostra mente dal crollo e dalla deformazione, poiché essa è come un fanciullo, le cui impellenti energie mentali devono essere incanalate in senso giusto. La mente deve nutrirsi di Sattva e deve essere continuamente allenata a mantenere un pensiero costante di Verità verso l’Assoluto. Se desiderate un rapido progresso nel sentiero dell’Auto-realizzazione, vigilate su ogni vostro pensiero, poiché la mente non occupata è sempre afflitta e facile preda di cose indesiderate. Nutrite delle idee, ma nel frattempo controllate la vostra mente ed esercitate una stretta sorveglianza su ogni impulso e su tutti i pensieri. Cercate di sublimare e rendere spirituali tutti i vostri istinti, poiché il pensiero volgare e maligno è il ladro più pericoloso che possa esistere. Uccidetelo con la spada della saggezza.
Emettete ogni giorno continue sottili vibrazioni che creano nella vostra mente delle onde di pensiero benefico. Trasformate i vostri pensieri rendendoli puri, forti, sublimi e decisi. In tal modo accumulerete un’immensa forza e pace spirituale. Ogni pensiero deve essere costruttivo e nobile. I pensieri sono semplici rifrazioni che potete annullare immergendovi sempre più profondamente nella Luce. Se avete l’intenzione di raggiungere lo stato di benessere, dovrete rinunziare all’immaginazione e alla speculazione. Pertanto purificate e controllate le emozioni: al di sotto della vostra vita cosciente esiste un ampio spazio ove dimora il subconscio. Tutte le abitudini hanno origine dal piano del subconscio. Inoltre la vita del subconscio è molto più forte della normale vita del conscio oggettivo. Attraverso la pratica delle tecniche yoga voi potrete modificare, controllare ed influenzare in profondità il subconscio. Prendete un vostro modo disdicevole di comportarvi e meditate, ogni mattino, sulla virtù diametralmente opposta.
Praticate l’esercizio anche durante il giorno. Questa qualità scomparirà ben presto. Al mattino provate a meditare sulla
misericordia, praticatela durante la giornata e vedrete come in voi si svilupperà ben presto tale senso. Se siete assaliti da pensieri contrari o dalla collera una volta al mese, anziché tre volte alla settimana come vi succedeva prima, è segno che siete sulla via del progresso; è segno che la vostra forza di volontà è aumentata e che si è determinata in voi una crescita della forza interiore. Siate allegri e fiduciosi e fate il possibile per tenere un diario che segni tutti i vostri progressi spirituali.
3. Auto-sviluppo per mezzo della cultura del pensiero yoga
I fenomeni superfisici che avvengono con le pratiche Yoga, come le esperienze dei praticanti su un piano più sottile, sono visti con sospetto e considerati pura arte magica. Lo Yoga non è fantasia, né contiene in sé qualcosa di anormale. Anzi tende allo sviluppo integrale di tutte le facoltà umane. E’ la via razionale e certa che conduce alla vita più piena e più felice. Tutti i metodi dello Yoga hanno come principio fondamentale la condotta etica, la perfezione morale e la nobiltà del pensiero. Il primo gradino dello Yoga è il superamento dei vizi e lo sviluppo di determinate virtù. Il successo è la disciplina della propria natura e la formazione di un carattere fermo e puro. La vera struttura dello Yoga si basa appunto su pilastri di un carattere morale forte e armonioso.
4. L’educazione del pensiero con il metodo della sostituzione
Il metodo della sostituzione è estremamente efficace nella lotta contro i pensieri avversi. Se nel giardino della vostra mente coltivate solo i pensieri di misericordia, di amore, di purezza, di perdono, di lealtà, di generosità e di umiltà, scompariranno ben presto i pensieri di odio, di lussuria, di collera, di cupidigia e di orgoglio. E’ troppo difficile distruggere i pensieri ostili
attaccandoli direttamente: dovrete mettere a dura prova la vostra volontà e impegnare tutte le vostre energie.
5. Metodi spirituali per l’educazione del pensiero
Se soffermate a lungo la vostra attenzione su un elemento impuro, questo acquista nuova forza. Dovreste allora allontanarlo
immediatamente. Nel caso incontraste delle difficoltà, accogliete dei contro-pensieri soprannaturali. Nutrendo pensieri sublimi,
contrasterete e neutralizzerete i pensieri ostili. Ripetete i Mantra molte volte al giorno e vi sentirete pieni di nuova forza interiore. Ripetendo “Aham Brahma Asmi” migliaia di volte al giorno si farà in voi più radicata e forte l’idea che siete principalmente spirito (Atman), mentre per contrapposizione si indebolisce sempre di più l’idea che siete corpo fisico. Se in voi si insinuano dei pensieri ostili non usate la forza di volontà per cacciarli, perché sarebbe uno spreco inutile di energie che metterebbe a dura prova le vostre capacità. Più continuerete in questo tentativo, più i pensieri avversi si presenteranno con rinnovata forza e con maggiore rapidità. Siate indifferenti, tranquilli, calmi e tutto passerà; provate poi a sostituirli con i buoni contropensieri.
6. L’importanza dell’educazione del pensiero.
L’educazione del pensiero è molto importante, ma in realtà esistono pochissime persone che conoscono questa che si può definire un’arte e una scienza. Anche le persone “istruite” difettano di questo elemento essenziale. Siamo tutti vittime di pensieri vaganti, di pensieri incoerenti e di natura varia, che vanno e vengono nella fucina della nostra mente. Essi corrono qua e là senza una ragione e quindi sono disarmonici e disordinati. Tutto si trova in uno stato di grande caos e di confusione, e le idee non hanno la possibilità di giungere a chiarificazioni essenziali. Se non si riesce a pensare ad un argomento per più di due minuti in modo organico e sistematico, dipende dall’ignoranza delle leggi del pensiero e di quelle che regolano l’attività mentale. Dentro di noi esiste un perfetto serraglio dove tutti i tipi di pensieri, collegati ai sensi, si dilaniano tra di loro per entrare nella mente e determinare lo stato d’animo. L’occhio Indriya lotta per imporre i propri pensieri, perché vuole avere la visione universale. L’orecchio Indriya si propone soltanto di far emergere pensieri infimi, pensieri di cupidigia, pensieri di odio, di gelosia e paura. Molte persone non riescono a nutrire neanche per un solo attimo un pensiero sublime ed elevato, perché le loro menti sono congegnate in modo che l’energia mentale si sperde nei canali sensuali.
7. La battaglia dei pensieri
Allorché inizia l’educazione del pensiero, si scatena la lotta tra i pensieri puri e quelli impuri. I secondi tentano di entrare nella fucina della mente. Essi dicono: “O piccolo uomo, tu mi hai dato alloggio, mi hai dato il benvenuto e mi hai accolto cordialmente. Ho quindi il diritto di rimanere nelle pianure della tua mente, nella tua mente dalle passioni istintive. Perché vuoi essere crudele con me? Ti ho ammaliato e procurato lo stimolo per portarti al ristorante, all’albergo, al cinema, a teatro, nelle sale da ballo e nei bar. Ti ho procurato ogni tipo di divertimento. Perché ora sei diventato ingrato con me? Tenterò di resisterti. Fai quello che vuoi; intanto io so che sei stato indebolito dalle vecchie abitudini e perciò non avrai la forza per resistermi”. Ma alla fine solo i pensieri puri avranno piena vittoria poiché Sattva è un potere più forte di Rajas e Tamas. Il bene vince sempre il male.
8. Il primo traguardo di perfezione: il pensiero buono
Il pensiero è un buon servitore, è uno strumento che dovete e potete utilizzare con successo. Il primo requisito per raggiungere la felicità è il controllo sui pensieri. Il pensiero si riflette sul viso; è un ponte che unisce l’umano al divino. Il vostro corpo, i vostri affari, la vostra casa non sono altro che idee nate nella mente. Il pensiero è una forza dinamica, è una vera ricchezza; se è buono, è il primo grado della perfezione.
9. Educate i pensieri e diverrete un Buddha
Allontanate dalla vostra mente tutti i pensieri superflui, inutili e nocivi. Questi impediscono la crescita e lo sviluppo della vostra coscienza. I pensieri nocivi sono ostacoli che intralciano il vostro avanzamento spirituale. Quando accogliete pensieri inutili, siete lontani dall’Assoluto. Sostituiteli con quelli elevati e sottili. Nutrite pensieri utili perché sono le pietre miliari che segnano la crescita e il progresso spirituale. Non permettete che la mente scorra nei vecchi solchi. Siate per questo motivo molto vigilanti. Attraverso l’introspezione dovrete riuscire a svellere tutti i tipi di pensieri bassi, inutili, indegni, impuri, specialmente i pensieri di gelosia, di odio, di egoismo e di sensualità. Dovete rendere inefficaci tutti i pensieri distruttivi che arrecano disarmonia, sviluppando in voi stessi pensieri di amore, pensieri sublimi e divini.
Ogni pensiero deve avere una natura costruttiva, deve essere forte, positivo e deciso. L’immagine mentale deve corrispondere a un pensiero chiaro e preciso; il pensiero deve arrecare pace e sollievo agli altri; non deve procurare il minimo dolore al alcuno. Solo allora sarete un’anima benedetta su questa terra e la vostra esistenza significherà una potente forza con la quale potrete aiutare tutti, curare un’infinità di persone malate, ammaestrare un gran numero di adepti come fecero Gesù e Buddha. Come coltivate nel vostro giardino i gelsomini, le rose, i gigli, i fiori di loto, dovreste coltivare i fiori dei sentimenti di pace, di amore, di misericordia, di gentilezza e di purezza nel vasto giardino dell’Antahkarana. Questo giardino mentale dovrà essere irrorato continuamente con l’introspezione. La meditazione e il pensiero elevato estirperanno le erbacce dei pensieri inutili, vuoti e disarmonici.
10. Evitate di pensare ai difetti degli altri
La natura della mente è tale da divenire esattamente quello che pensa con intensità. Pertanto se pensate ai vizi e ai difetti di un’altra persona, la vostra mente si caricherà di quei vizi e di quei difetti. Colui che è a conoscenza di questa legge psicologica non si compiacerà mai di criticare gli altri o di censurare il loro comportamento, ma vedrà negli altri solo il lato buono e loderà i loro pregi. Applicando con assiduità questo concetto pratico si ottiene una migliore concentrazione negli esercizi dello Yoga e nel cammino evolutivo.
11. L’ultimo pensiero determina la nascita del successo
L’ultimo pensiero di un uomo determina il suo destino futuro, poiché da esso dipende la vita successiva. Il divino Krishna dice nella Bhagavad Gita: “Chiunque alla fine della vita, morendo, pensa ad un essere, in quell’essere e soltanto in quello, si rincarnerà, a causa del pensiero costante che ha avuto su quell’essere”. (Capitolo VIII,6). Ajamila, perduta la giusta condotta, condusse una vita disordinata. Cadde negli abissi più oscuri, nella condizione di peccato più infimo, riducendosi al ladrocinio ed alla ruberia. Divenne l’amante di una donna pubblica e poi fu padre di dieci figli, l’ultimo dei quali si chiamò Narayana. In punto di morte era tutto assorto nel pensare al suo ultimo figliolo. Gli si avvicinarono i tre orribili messaggeri della Morte e Ajamila urlò con grande disperazione il nome del suo ultimo nato “Narayana”.
Al solo proferire il nome “Narayana”, i guardiani del Signore Hari giunsero prontamente e sbarrarono il passo ai messaggeri della Morte e lo portarono nel Vaikuntha, il mondo di Vishnù. Come la larva assume la forma dell’ape che la nutre, il pensiero, se è concentrato nel Signore Krishna, si lava delle sue manchevolezze. Giunge al Signore attraverso la devozione continua, come Gopis fece con il Kama, la passione; come Kamsa fece con la paura e Nardana con l’amore. Krishna nella Gita dice: “Chi mi pensa con costanza e con intensità mi otterrà, come riesce il tenace Yogi; e una volta che mi ha raggiunto, si immerge in Me e non rinascerà nel fugace mondo pieno di miseria e di dolore. O Arjuna, mentre tutti i mondi creati dall’Assoluto sono limitati nel tempo e hanno il loro momento di dissoluzione,
raggiungendo Me non vi sarà la rinascita e pertanto meditate eternamente su di Me, il supremo Vasudeva, con la mente e l’intelletto fisso su di Me. Siate certi che riuscirete” (B.G.VIII,14, 15, 16). Tenendo continuamente fissi i pensieri nell’Assoluto, nonostante le occupazioni terrene, l’uomo troverà un aiuto a pensare intuitivamente e quasi automaticamente al Signore, anche al momento del trapasso. Il Signore dice:
“Con la mente così assorbita nella pratica costante dello Yoga, senza lasciarvi sviare da alcun ostacolo, raggiungerete il supremo Purusha, risplendente di Gloria”. Inoltre il Signore aggiunse: “Al momento del trapasso, colui che pensa al Mio Essere Reale, come Signore Supremo Sri Krishna o Narayana, lascia il corpo e in verità raggiunge il Mio essere. Non dubitate di questo! In qualsiasi forma l’uomo pensa a Me al Momento del trapasso, egli otterrà quella forma che pensa. Poiché questa è prodotta da un particolare pensiero e da una costante meditazione”. Il signore dice: “Colui che sofferma il suo pensiero su di Me, anche nel letto di morte e si trova in quel particolare stato di grazia per cui rinuncia ad ogni cosa ed è pronto a dimorare nell’Assoluto, oppure in uno stato Brahmico, è esente da
delusione”.(B.G. II,72). La persona che ha l’inveterata abitudine di fiutare il tabacco, quando si trova in uno stato inconscio, compie meccanicamente il gesto di fiutare il tabacco, talmente forte è in lui questo gesto abituale.
L’ultimo pensiero di un uomo innamorato sarà la sua donna. L’ultimo pensiero di un ubriacone sarà per un bicchiere di vino. L’usuraio penserà al colpo mortale da infliggere al nemico e la madre avrà per la sua creatura un pensiero d’amore. Dio sarà l’ultimo pensiero dell’uomo che, per tutta la sua vita, ha disciplinato con ogni mezzo la sua mente al costante pensiero di Dio stesso. Non sarà il risultato di un esercizio, sarà piuttosto la vittoria, nata da una continua lotta, combattuta per tutta la vita. L’ultimo pensiero determina la nascita successiva. Il pensiero dominante della vita, diviene anche l’ultimo pensiero nel momento della morte e pertanto sarà l’elemento che caratterizzerà la natura del corpo e della mente nella vita successiva. Perché l’uomo diventa ciò che pensa.
12. Il substrato del pensiero sattvico
La maggior parte delle persone ha la necessità di avere qualcosa di concreto, di possedere un punto fermo intorno al quale imperniare le proprie idee e le proprie forme di pensiero. Questo è un aspetto tipico della mente e pertanto sarà necessario un substrato di pensiero che agirà da fulcro sulla mente stessa. Acquisite il substrato sattvico del pensiero e della immagine mentale. Sappiate che la mente assume la forma di qualsiasi oggetto sul quale si sia soffermata intensamente l’attenzione. Se pensa intensamente ad un’arancia, assumerà la forma di un’arancia; se pensa intensamente al Signore Krishna con il flauto in mano, essa prenderà le sue sembianze.
Educate quindi la mente con attenzione e fornitele il più adatto cibo sattvico per poter giungere al fine supremo. Se siete un devoto di Krishna, conservate nella vostra mente il pensiero della sua figura, le famose parole del suo Mantra <> e le sue qualità. Un Nirguna Upasaka (Vedanti) deve possedere come substrato la conoscenza del suono OM e del suo significato (Oceano infinito di Luce, Satchidananda). Mentre svolgete le vostre mansioni usuali e quando la vostra mente è libera, pensate al substrato del pensiero, sia quello Saguna oppure Nirguna, a seconda del gusto, del temperamento o della capacità di raggiungere il Sadhana. Attraverso la costanza del pensiero, formerete nella mente un’attitudine, alla quale la mente stessa al momento necessario farà ricorso.
E’ un vero peccato che la maggior parte delle persone non abbia ideali, che non possegga nessun programma di vita e nessun substrato mentale di carattere sattvico. Il substrato mentale varia da persona a persona: quello della giovane sposa sarà unicamente di carattere sensuale; quello di una madre in età avanzata, sarà fisso nell’affetto verso i propri figli, quello di molte persone sarà soprattutto improntato all’odio e alla gelosia. Anche le persone ritenute istruite, in possesso di una grande quantità di diplomi e di riconoscimenti accademici, tutte quisquilie di fronte alla conoscenza spirituale, non perseguono ideali, non hanno un programma nella vita e non posseggono alcuna base della loro conoscenza. Una persona dotata di una mente prettamente terrena sarà preda di pensieri sessuali, di odio, ira e vendetta. Nella sua mente infatti dominano proprio questi pensieri, che lo rendono schiavo in quanto egli non sa come
distogliere la propria mente e dirigerla verso pensieri migliori.
Tutto ciò accade perché non conosce le leggi del pensiero, ed è quasi completamente all’oscuro della natura e del comportamento della mente. Quindi la sua posizione non è delle più invidiabili, nonostante ciò che possiede realmente e nonostante le sue conoscenze libresche, accumulate all’Università. Tutto questo significa che non si è risvegliato in lui il Viveka, che non ha Sraddha (fiducia) nei santi e in Dio. Egli non ha la capacità di resistere alle tentazioni e ai desideri, a causa della sua volontà che è molto debole. L’unico rimedio efficace per allontanarlo dalle attrazioni mondane e dalla delusione che ne deriva, è la pratica costante del Satsanga oppure il frequentare i Sadhus, Sannyasin e Mahatman. Nella vecchiaia ciascuno dovrebbe aver accumulato una serie di pensieri e dovrebbe trascorrere il proprio tempo negli studi filosofici e nella contemplazione dell’Assoluto. Si debbono sostituire le vecchie abitudini di pensieri caotici e inconcludenti con abitudini nuove, atte a coltivare il pensiero nella forma più pura.
All’inizio sarà ricercata la formazione di una tendenza che aiuti a pensare positivamente. Con la pratica continua si svilupperà una forma mentis che genera pensieri forti e sottili. Per raggiungere tutto questo dovrete essere molto decisi. Le vecchie abitudini tenteranno spesso di ritornare. Fino a quando la vostra mente non avrà acquisito l’abitudine di emettere soltanto pensieri sereni e buoni, dovrete colmarla continuamente di pensieri sattvici, di pensieri della Gita, di Krishna, di Rama, delle Upanishad. Si formeranno così nuovi solchi e nuovi sentieri. Come l’aratro scava il solco nel terreno, il pensiero sattvico apre nuovi sentieri di grande utilità per la mente.
Si formeranno così nuovi Samskara e potrete raggiungere la
concentrazione senza eccessivo sforzo. Colui che ha conquistato la propria mente, scorge nel suo Io, per mezzo del suo intelletto,, l’Immortale, l’Eterno Assoluto, che è l’essenza della sua beatitudine, della pace e della saggezza. Il contatto con l’oggetto provoca una percezione mentale che però non ha valore alcuno allorché i sensi sono assopiti e la mente immobile. Questo è lo stato di beatitudine e di pura consapevolezza, noto come Nirvikalpa Samadhi che brucia tutti i Samskara, dai quali hanno origine la nascita e la morte. L’uomo è troppo attaccato al corpo, alle attività, alle proprietà, alla casa, alla famiglia, al luogo ed agli oggetti che gli procurano piacere.
E laddove esiste eccessivo affetto, alligna anche l’ira, la paura, l’ingordigia e i Vasana. L’esagerata affezione è una schiavitù e pertanto, se volete raggiungere la realizzazione nell’Assoluto, dovrete controllare tutti i tipi d’affetto. Il primo controllo deve essere compiuto nei confronti del corpo, con il quale vi sentite così identificati. In sanscrito la parola io corrisponde al termine Atman, la cui radice “At” significa “perpetuo movimento”. Perciò Atman vuol dire l’essenza che si evolve in continuazione nei nomi e nelle forme dell’universo con l’intento di attuare la Sua vera ed intrinseca natura, ossia l’Assoluto, l’Esistenza, la Coscienza e le Beatitudine.
13. La pura consapevolezza e la libertà dal pensiero
Tramite un esercizio adatto delle pratiche Yoga raggiungerete la fermezza e non sarete più assaliti da pensieri molesti. Lo Yogi che ha raggiunto la perfezione aiuta il suo prossimo molto più di un capo del Governo. Questo concetto è quasi inafferrabile per l’uomo comune. In verità l’uomo calmo e di spirito forte pervade ogni singolo atomo dell’universo, purificando così il mondo intero. Tuttora è vivo il ricordo di serenissimi Jnani, quali Jada Bharata e Vamadeva che, nonostante non abbiano mai pubblicato alcun libro o cercato di avere intorno a sé dei discepoli, hanno avuto un’immensa influenza sulle menti e sul comportamento delle persone, grazie alla loro fermezza e alla loro perfezione interiore. Voi potrete raggiungere lo Jnana soltanto se sarete liberi dai desideri grossolani e dagli stati mentali immorali e corrotti.
Quindi per raggiungere questo stato occorre il distacco del corpo dagli oggetti sensuali e il distacco della mente dagli stati di immoralità: solo a queste condizioni potrà risvegliarsi in voi la coscienza interiore. Come si pulisce tutta la casa in occasione di un ricevimento, anche la mente deve essere liberata dai vizi, dai desideri e dagli stati di corruzione e disonestà per poter ricevere il sacro Brahma, il Re dei Re. Quando sorge un desiderio, immediatamente si manifesta in parole che provocano l’attuazione. L’iniziato reagisce, rinunciando per mezzo del Viveka. I saggi Rishi considerano dannose anche le semplici scintille di piccoli desideri. Perciò allontanano qualsiasi tipo di avidità e di frenesia per raggiungere tutte le gioie nell’Atman. Il pensiero genera il processo della creazione, poiché pensare significa produrre dal nulla. Pensare significa anche differenziazione, qualità e molteplicità. Questo è Samsara. Esso, se non è controllato, provoca l’identificazione con il corpo e legami con l’Io e il mio. Il pensiero provoca anche il tempo e lo spazio. Perciò dovrete smettere di pensare con l’aiuto di Vairagya (distacco) e Abhyasa (ripetizione di Mantra) per fondere voi stessi nella Pura Coscienza Assoluta. Quando avrete allontanato ogni pensiero o Sankalpa, raggiungerete l’Assoluto o Jivanmukti.
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