La pratica del Nobile Ottuplice Sentiero

pubblicato in: AltroBlog 0

La pratica del Nobile Ottuplice Sentiero

autore sconosciuto

Julius Evola scrisse nel 1943 La Dottrina del Risveglio per corroborare la tenacia dei combattenti
con la purezza dell’ascesi. In anni più recenti Sandro Consolato ha rievocato quel progetto ideale
nel libro Julius Evola e il Buddhismo, riproponendo i valori etici del Buddhismo come la solida base
per una rinnovata spiritualità europea. Ormai da due secoli il principe-asceta Siddharta è tornato a
irraggiare il suo influsso spirituale sull’Europa: è un influsso solo apparentemente esotico, dal
momento che Gautama Shakiamuni, erede di una famiglia feudale del Settentrione, appartiene allo
stesso ecumene di civiltà che si estende dal Bengala fino ai confini occidentali delle nazioni
germaniche. Questa familiarità spiega le notevoli somiglianze tra le tavole dei valori buddhisti e
gli orientamenti dello stoicismo o di altre scuole etico-filosofiche della nostra età classica (1).

Filippani-Ronconi indica in Buddha e in Zarathustra i due massimi esponenti dello spirito
iperboreo: “Buddha perché insegna a liberare la mente, Zarathustra perché insegna ad amare la
terra”. La conciliazione dei due aspetti (la superiorità rispetto ad ogni contingenza materiale,
l’amore per la vita terrena) si impone oggi come un elemento-chiave per la rifondazione della
civiltà europea. Infatti, l’Homo Europaeus non concepisce la vita terrena come una illusione, e non
aspira a liberarsi da essa. Al contrario concepisce la terra come un campo di battaglia, ed aspira
ad incarnarsi su di essa tante volte quante è necessario il proprio apporto di “guerriero”. Per tale
motivo sono interessanti quegli sviluppi speculativi del Buddhismo che accennano alla “rinuncia alla
liberazione” (al superamento dell’ansia di fuggire dal mondo del divenire) ovvero alla “identità tra
nirvana e samsara”: in base a questa ultima dottrina è possibile raggiungere una realizzazione
spirituale pur rimanendo integrati nel mondo, pur essendo attivi nel mondo. Tali idee metafisiche
rendono il Buddhismo, che nasce come tipica espressione del mondo orientale, perfettamente
compatibile con la spiritualità europea e assai valido come contrappeso a taluni eccessi che l’uomo
occidentale – “faustiano” e gaudente per natura – porta insiti nella sua personalità.

Rudolf Steiner propose l’esercizio energico delle Otto Rettitudini come lo strumento operativo
efficace per illuminare e mettere in movimento il Vishudda-Chakra, la Ruota a 16 raggi (raffigurata
anche come un Fiore di Loto a 16 petali) posta al centro della laringe. Il Nobile Sentiero, esposto
in maniera comprensibile a un tipo umano attivo più che contemplativo, “urbano” e niente affatto
eremitico, viene così valorizzato come un classico esempio di “etica magica”. Il perfezionamento
morale (alieno da qualsiasi timore per l’aldilà, da ogni sottomissione a divinità “amorevoli” o
“irascibili”, da preoccupazioni socialdemocratiche) diventa la premessa per attuare un potenziamento
vitale della personalità: un potenziamento che è consentito, anzi sollecitato, dalla stessa
fisiologia occulta dell’uomo.

AP.

§. §. §.

Il centro della laringe è come una ruota a 16 raggi o un fiore a 16 petali.

8 petali già si illuminano e irraggiano, per un dono degli Dei dato alla nascita. Gli altri devono
essere coltivati con l’esercizio affinché il centro della laringe possa illuminarsi e ruotare,
suscitando così la forza di un pensiero penetrante, la conoscenza delle leggi profonde che reggono
il mondo.

A ogni petalo corrisponde una capacità, bisogna pertanto curare otto processi dell’anima per
attivare il centro occulto della laringe.

Retta rappresentazione: presta attenzione ai tuoi pensieri, alle rappresentazioni che appaiono sullo
specchio della mente. Impara a distinguere poco a poco i pensieri pieni di significato e di verità,
dai pensieri vani, irrazionali, frutto di illogiche associazioni. Anche ascoltando i discorsi delle
altre persone, non disporti alla critica e alla contraddizione, ma cerca con una certa benevolenza
ciò che nelle loro parole ha il valore di verità, sia pur inconsapevole. Ovviamente, la benevolenza
non diventi adulazione o indulgenza nei confronti della stupidità. Bisogna guardare con attenzione
ciò che ci accade intorno, e da tutto ciò che si osserva si deve trarre un messaggio, un
insegnamento concreto. Si abbandonino per sempre le fedi, le fantasticherie, i flussi di
associazioni incontrollate: la vita dei pensieri nella mente deve essere lo specchio fedele delle
forme e delle forze che compongono il grande ordine cosmico.

Retta decisione: abituati a prendere decisioni dopo una attenta riflessione. Non fare come gli
oziosi che agiscono solo quando una necessità esteriore li sferza, ma neppure come gli intellettuali
che fanno programmi astratti di lunga durata, che mai si realizzano. Tu fissa l’ordine delle cose
che intendi realizzare nell’immediato futuro di un giorno, due giorni. Con calma, prendi decisioni
equilibrate, lontane da ogni eccesso e da ogni irrazionalità, in tal modo svilupperai la forza di
decisione che contraddistingue l’uomo libero.

Retta parola: nel parlare l’interiorità dell’uomo si rivela, perciò il parlare sia sempre sobrio ed
urbano, chiaro ed incoraggiante. Non usare troppe parole, né troppo poche; non ubriacarti con le
parole come fanno i profeti e non parlare come un torrente in piena. Nel contatto con gli altri
uomini esércitati di continuo ad esprimere discorsi gentili, ricchi di idee chiare e distinte,
carichi di forza costruttiva. Nel linguaggio tutte le sfumature dell’anima si manifestano, per
questo c’è un tempo per scherzare, un tempo per essere seri, un tempo per essere indulgenti e un
tempo per parlare con fermezza. Ma prima di parlare ascolta e quando apri bocca ogni tua singola
frase abbia un significato comprensibile a tutti.

Retta azione: ciò che è stato deciso deve essere compiuto. Realizzare tutti i punti della propria
lista di impegni: questa è la retta azione. Ma la volontà è figlia del pensiero: perciò le azioni
devono essere precedute da una attenta riflessione, evitando ogni eccesso, cercando l’armonia con
l’ambiente che ci circonda, considerando tutti gli effetti che derivano. La legge del Destino è
inflessibile: ogni azione lascia una traccia nel mondo, come un’eco che risuona. Passa un anno,
passa una vita, e tu ritroverai l’effetto dell’atto che hai compiuto. Perciò agisci con rettitudine,
con nobili intenti, riempi tutta la vita di realizzazioni onorevoli. Particolare importanza hanno
quelle azioni che la vita di tutti i giorni richiede: quanto più esse sono noiose e all’apparenza
umili, tanto più sono utili nel cammino spirituale. Nessuno deve trascurare gli impegni quotidiani
della casa, della famiglia, del lavoro: gli Dei si onorano anche spazzando una strada e innaffiando
un fiore.

Retto sistema di vita: cerca un equilibrio tra i doveri e le inclinazioni naturali perché una volta
compiuto il proprio dovere, bisogna pur concedere qualcosa a sé stessi: questo è il retto sistema di
vita, via di mezzo tra le aspirazioni dello spirito e le esigenze dell’anima, del corpo. Bisogna
tenersi lontani dai pazzi che mortificano il corpo così come dalle persone volgari che inseguono la
felicità materiale. La via di mezzo è il giusto sentiero: impégnati con volontà inflessibile a
migliorare te stesso e a compiere i tuoi doveri, poi concediti un giusto ristoro per avere la forza
di ricominciare.

Retta aspirazione: ogni uomo ha la sua meta ideale e gli Dei concedono la più grande felicità a
coloro che concepiscono le mete più alte per la loro azione. Qual è il mio dovere? Qual è la mia
missione di vita? Ognuno deve porsi queste domande, se non vuole che l’esistenza ricevuta in dono
scivoli tra le dita come sabbia sottile. Ma gli ideali devono essere sempre concreti: il soldato che
cattura il ladro e blocca l’invasore, la donna che governa la casa sono più cari agli Dei del prete
che predica sugli altari.

Retta memoria: bisogna imparare quanto più è possibile dalla vita, osservare con attenzione il
proprio agire e l’agire altrui per aumentare l’ esperienza di vita. Hai commesso qualcosa di
sbagliato? Comprendi l’errore e non sbagliare di più. Hai fatto qualcosa di buono? Si può fare
ancora di più. Guarda la tua giornata, guarda gli anni che ti sei buttati alle spalle e capirai che
la vita ha un senso, un disegno preciso che deve essere portato a termine.

Retta contemplazione: infine arriva il momento in cui bisogna dimenticare ogni problema della vita
individuale per dedicarsi a ciò che è universale e divino, ciò che si cela tra le stelle, ciò che
agisce nella storia dell’uomo, ai misteri della vita e della morte: medita con chiarezza su questi
argomenti, come la scienza dello spirito insegna, dimenticando per un attimo tutto il resto, prima
di ritornare all’azione quotidiana. È importante che la meditazione non somigli a una “fede”, ma sia
sempre illuminata da ciò che la nostra ragione, la nostra esperienza concreta chiaramente ci
mostrano.

Queste otto rettitudini, che il principe Siddharta per primo insegnò, rappresentano il modo di
essere dell’uomo nobile. La loro energica esecuzione produce un effetto immediato sull’organismo
spirituale: il centro posto nella Laringe, il fiore a 16 petali, si illumina, comincia a ruotare e a
irraggiare.

Allora le capacità intellettive si potenziano: si comincia a intuire con rapida intelligenza ciò che
sta per accadere, ciò che la vita richiede da noi. Anche lo scienziato dovrebbe seguire il nobile
ottuplice sentiero per affinare il suo metodo di studio e comprendere a fondo le leggi che reggono i
fenomeni della natura.

Si raccomanda al principio di coltivare un solo processo per volta, per otto o quattordici giorni,
poi prendere un secondo processo e concentrarsi su di esso per lo stesso periodo di tempo.

Dopo aver praticato distintamente le otto rettitudini ci si può proporre un esercizio che le
distribuisce sui sette giorni della settimana:

il giorno di Saturno: retto pensiero.
Il giorno del Sole: retta decisione.
Il Lunedì: retta parola.
Il Martedì: retta azione.
Il Mercoledì: retto sistema di vita.
Il Giovedì: retta aspirazione.
Il Venerdì: retta memoria.
Il giorno di Saturno: retta contemplazione.

Richiamando ogni giorno per qualche minuto le virtù del Sentiero si imprime nell’anima un’energia
che aumenta ad ogni giro di ruota: la settimana diventa come una scala musicale, che risuona di
sette suoni diversi, o come un arcobaleno che luccica di sette colori. I sedici petali del Fiore
della laringe si illuminano e cominciano a ruotare.

1. Cfr. Stefano Arcella, I misteri del Sole, Ed. Controcorrente, Napoli, 2002, p. 93 e ss.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *