La predisposizione psicologica al perdono

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La predisposizione psicologica al perdono

20 settembre 2018

Un nuovo studio sperimentale ha dimostrato che le persone sono disposte a rivedere rapidamente la
valutazione negativa su chi si comporta male. Questa provvisorietà del giudizio morale, secondo gli
autori, indica una predisposizione psicologia al perdono (red)

da lescienze.it/news

Anche quando una persona dimostra di comportarsi male, nella maggior parte dei casi siamo disposti a
rivalutarla appena fa qualcosa di buono. Questa flessibilità e provvisorietà nel giudizio morale,
documentata in uno studio sperimentale condotto da un gruppo di ricerca della Yale University,
dell’Università di Oxford e dello University College di Londra, rappresenterebbe una delle possibili
basi psicologiche del perdono.

Nello studio, descritto sulle pagine della rivista “Nature Human Behaviour”, gli autori hanno
chiesto a 1500 volontari di osservare una scena filmata in cui due personaggi erano posti di fronte
a un dilemma morale: infliggere o meno una scossa elettrica a un’altra persona in cambio di denaro.
I due personaggi avevano comportamenti opposti: il “buono” nella maggior parte dei casi rifiutava il
compenso, mentre il “cattivo” tendeva a infliggere la scossa per massimizzare il proprio guadagno.
Ai volontari veniva poi chiesto quali impressioni avessero avuto sul carattere morale dei due
personaggi, e quanto fossero sicuri di queste impressioni.

“L’abilità nel formare accurate impressioni sul carattere delle altre persone è cruciale per lo
sviluppo e il mantenimento di relazioni umane positive”, ha commentato Jenifer Siegel, ricercatrice
dell’Università di Oxford, primo autore dello studio. “Abbiamo sviluppato nuovi strumenti per
misurare la formazione di queste impressioni, strumenti che potrebbero migliorare la nostra
comprensione delle relazioni disfunzionali”.

Dall’analisi delle risposte è emerso che i volontari si formavano rapidamente impressioni positive e
stabili del personaggio buono ed erano tendenzialmente sicuri delle proprie impressioni. Non erano
così sicuri, invece, che il personaggio cattivo fosse davvero cattivo, ed erano ben disposti a
rivalutarlo se occasionalmente si comportava bene.

Questo meccanismo di aggiornamento delle proprie impressioni, secondo i ricercatori, non è casuale,
ma riflette una modalità profonda di giudizio morale, che può aiutare a spiegare, per esempio,
perché le persone mantengono relazioni personali con soggetti moralmente riprovevoli.

“Il cervello si forma impressioni sociali con una modalità che permette il perdono”, ha spiegato
Molly Crockett, ricercatrice della Yale University, autore senior dell’articolo. “Poiché le persone
talvolta si comportano male, siamo costretti in qualche modo ad aggiornare le nostre impressioni che
potrebbero rivelarsi errate: altrimenti, correremmo il rischio d’interrompere prematuramente delle
relazioni, e perdere i benefici delle relazioni sociali”.

“Riteniamo che i nostri risultati rivelino una predisposizione di base a concedere agli altri il
beneficio del dubbio” hanno concluso i ricercatori. “La mente umana è costruita per mantenere
relazioni sociali, anche quando gli altri si comportano male”.

www.nature.com/articles/s41562-018-0425-1?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign
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