La Psicologia Bhagavata nei Veda
In realtà tutta la Bhagavad-gita basa i suoi insegnamenti sulla psicologia o sul fattore
psicologico…
di Rupa Vilas das
(Tratto a Movimento ISKCON)
La Psicologia Bhagavata, in special modo quella descritta nella Bhagavad-gita, può essere
considerata come ‘psicologia del consiglio’, in quanto Srì Krishna, come consulente esperto in
materia religiosa e spirituale, consiglia incessantemente Arjuna (rappresentando Arjuna la totalità
degli esseri umani e Sri Krishna il maestro spirituale supremo, Dio) su come svolgere la propria
attività, sia spirituale che materiale, in abbinamento al dovere accordato ad ogni essere vivente ed
in riferimento alla Persona Suprema.
Sempre di consiglio si prefigura l’aiuto donato con tanto amore da Dio, perché l’anima è in grado di
rigettare o accettare la consulenza in accordo al suo libero arbitrio, mai questi insegnamenti si
conformano ad attività mentali impositive o coercitive. L’insegnamento donato da Sri Krishna ad
Arjuna è basato su argomentazioni totalmente prive di interesse personale, sia materiale che
spirituale, in quanto la Suprema Persona è completamente equanime verso ogni anima. Anche se alcuni
argomenti possono sembrare di parte, Egli manifesta questi consigli in accordo all’amore che un
padre manifesta nei confronti del figlio per non farlo soffrire.
Questi consigli sono impartiti offrendo una duplice versione. La natura materiale basa la sua
esistenza sulla dualità, Dio pertanto è molto rispettoso e dona nel migliore modo possibile la Sua
rivelazione, argomentando in modo più che esauriente, fornendo prima una versione poi un’altra sulla
stessa dissertazione, lasciando scegliere in modo libero chi di questi assiomi, sia in un modo che
nell’altro, ne vuole seguire l’essenza per farne la via maestra della propria vita (B.G. 3.31-32;
35).
In realtà tutta la Bhagavad-gita basa i suoi insegnamenti sulla psicologia o sul fattore
psicologico, in quanto argomenti come: la mente, l’ego, l’intelligenza, i sensi, gli organi di
percezione, gli organi d’azione, l’azione e l’agire (attività), il condizionamento, le influenze
della natura materiale, la propria funzione, il proprio dovere, la propria conoscenza, le proprie
qualità, la coscienza, il valore, l’unicità, la libertà, l’amore, la felicità, la gioia, la
sofferenza e il dolore, la determinazione (autodeterminazione, autovalutazione), la lussuria, la
collera, l’invidia ecc. e tutti quei moti dissenzienti nei confronti di Dio, che nascono dall’anima
(B.G. 3.36-43), sono argomenti appunto psicologici, in quanto la psicologia (psiche: ‘anima’ –
logia: ‘discorso’), nata dalla filosofia da un punto di vista generico, si suole definire la
‘scienza dell’anima’, della sua natura, delle sue funzioni, del suo rapporto col corpo e di ciò che
la circonda.
Sappiamo che la mente, così come tutti gli aspetti corporei, concorrono al benessere generale del
corpo. Parlare d’interscambio dinamico, di coinvolgimenti attivi, di reciproco aiuto tra organo e
organo, ma non solo, d’interazioni tra la stessa dimensione corporea grossolana (terra, acqua,
fuoco, aria, etere) e quella sottile (mente, intelligenza, falso ego) e soprattutto tra la
dimensione immanente e trascendente, è sapere già acquisito e reso disponibile dai testi vedici:
essi sono argomenti di natura prettamente psicologica, che la scienza medica dell’Ayurveda già
conosceva 5.000 anni fa.
L’Ayurveda è una conoscenza di valore universale, basata su principi scientifici, che chiunque può
usare per il proprio beneficio. L’Ayurveda non appartiene come bagaglio culturale solo all’India
(dove è largamente diffusa), ma essendo una conoscenza applicabile universalmente, essa è patrimonio
e ricchezza di tutta l’umanità. L’Ayurveda essendo una medicina olistica, basata su principi e
rimedi completamente naturali, è una scienza che ben si addice all’utilizzo proprio della Psicologia
Bhagavata. L’Ayurveda tiene conto di tutti i problemi che riguardano la persona ed è interessata
anche alla sua qualità di vita da un punto di vista fisico, mentale, intellettuale, spirituale.
La psicologia studia i fenomeni della vita affettiva e mentale dell’uomo, come gli istinti, le
emozioni, i sentimenti, le percezioni, la memoria, la volontà, l’intelligenza ecc.; studia anche
quelli del comportamento sociale, culturale ed evolutivo, analitico ed applicativo; di quello
introspettivo; del conscio o dell’inconscio, sia personale che collettivo; degli aspetti filosofici
classici metafisici, inerenti alla realtà dell’anima; fino ai moti, alle reazioni e al pensare della
persona, che nascono dagli intendimenti e dai convincimenti, dal comportamento e dall’apprendimento
vitale. La Psicologia Bhagavata, oltre ad occuparsi di tutti questi argomenti, indaga ed
approfondisce il rapporto interagente, non solo con l’uomo e sé stesso, ma tra la persona e
l’ambiente, la persona e altre persone, ma soprattutto la persona e Dio, considerando in questo
rapporto non solo l’aspetto relazionale (servizio devozionale) ma anche gli stati d’animo, le
reazioni spirituali, i sentimenti (rasa) nati in riferimento all’amore con la Verità Assoluta.
Sono tutti aspetti che se presi uno ad uno formano tante piccole verità, ma se messe insieme formano
la Psicologia in assoluto, in quanto non è possibile dividere le esperienze personali, di natura
interiore, immanente, dall’ambiente, dal rapporto con gli altri e con Dio, perché esse non sono
avulse le une dalle altre, ma correlate, interagenti, interdipendenti, unite, ma allo stesso tempo
personali nelle loro esposizioni. L’essere umano è un insieme di vari aspetti. Quelli intellettivi,
mentali ed egoici formano il corpo sottile; i cinque elementi della natura materiale, gli organi di
percezione, d’azione e i cinque sensi formano invece il corpo grossolano; le configurazioni
immanenti e trascendenti formano l’aspetto metafisico o spirituale.
Non tenere in debita considerazione queste componenti equivale a non valutare nella sua totalità
l’uomo, in quanto egli vive perché tutti questi elementi risiedono in armonia dentro di lui.
Oggigiorno si tende a ridimensionare e a volte a trasformare in un problema l’aspetto più importante
di una persona: l’anima. Le neuroscienze si stanno muovendo verso un riduzionismo, un fisicalismo,
uno scientismo che non tiene conto della metafisica, demandando alle semplici regole del
comportamento, dei meccanismi cerebrali e delle attività mentali, un procedimento che di per sé è
molto più complicato e formato anche dalle passioni, dai sentimenti, dai desideri e dagli slanci che
solo l’uomo conosce e che se indirizzati verso la verità portano a conoscenze più profonde.
La Psicologia Bhagavata gioca un ruolo di fondamentale importanza in questa società, perché abbina
alle conoscenze psicologiche di base conoscenze trascendentali, non riducendo la mente o la persona
a un semplice ammasso d’atomi o di molecole. Essa vuole essere punto di riferimento per coloro che
hanno intenzione di studiare l’uomo non a segmenti, ma nella sua totalità, considerando lo stesso
come un’interazione armonica, ma allo stesso tempo distinta, tra corpo e anima e non come un evento
casuale, ma causale, determinata nella sua esistenza da una volontà a noi superiore, Divina. La
Psicologia descritta nei Veda, non è una disciplina culturale fine a sé stessa, ma la conoscenza di
un aiuto, di un percorso interiore, di un movimento volto verso la verità, che manifesta il suo
frutto nel sapere stare accanto a sé stessi, all’altro, all’ambiente circostante e a Dio e per
questo anche terapeutica.
Il miglioramento non consiste nell’indirizzare la persona verso una pedagogia solamente formale,
considerando solo gli aspetti esteriori o palesi, ma indirizzare l’individuo ad un’educazione piena
che tenga in considerazione anche in questo caso non solo della dimensione fisica, mentale,
intellettuale, ma anche di quella consapevole così come di quella spirituale. Pertanto la Psicologia
Bhagavata è da intendersi come un dono dato da Dio alla persona, perché essa possa approfondire la
considerazione che ha di sé stessa, degli altri, della creazione materiale, spirituale e di Dio.
La Psicologia Bhagavata è una disciplina scientifica effettivamente incisiva, reale, concreta,
funzionale che può essere applicata e perciò capace d’incidere realmente sul vissuto delle persone.
Quindi la Psicologia Bhagavata si propone come scienza guida per le altre scienze, perché votata al
servizio dell’uomo; introduce un nuovo approccio epistemologico ed antropologico della persona; ha
una visione completa della sua meta conoscitiva (Dio); è autonoma ma allo stesso tempo interagisce
non in modo dicotomico con altre conoscenze sempre nei Veda descritte, o con altre scienze
psicologiche; è aperta al trascendente; non è disposta a compromessi ed è concreta e funzionale;
soprattutto è un dono prezioso che deve servire come beneficio all’umanità intera, essendo i suoi
principi universalmente riconosciuti.
In sintesi che cos’è la malattia se non disordine, ignoranza, mancanza di conoscenza delle leggi
universali e di libertà in un ambito. Ogni malattia, ogni disordine, ha sempre una causa e la
Psicologia Bhagavata usa il suo metodo investigativo. Conoscere le cause, i fattori scatenanti la
patologia, permette alla Psicologia Bhagavata di dare un’immagine, un nome, di abbinare
caratteristiche ben precise ad un avversario che in modo subdolo si insinua tra le pieghe
dell’essere. La patologia nasce nel momento in cui la persona manifesta pensieri e a questi seguono
errate interpretazioni degli eventi che la coinvolgono.
La Psicologia Bhagavata interviene sulla base cognitiva della persona, insegnando alla stessa
attraverso le cause e gli effetti ad identificare, analizzare e correggere i pensieri e le azioni
che le creano disagio e sofferenza, alterando inutilmente il suo stato d’animo. Occorre abbinare
oltre a ciò la consapevolezza che in determinati frangenti l’impotenza nei confronti della vita è
totale, se non ci si aggrappa con forza al Signore. Pertanto la Psicologia Bhagavata, vincolata
nella sua linea di condotta da un rigore sostanzialmente etico-morale, scientifico e spirituale, in
modo propedeutico, pone l’uomo di fronte al creato, preparandolo ad affrontare le sue responsabilità
in accordo alle leggi universali che regolano la vita umana, per il suo benessere psico-fisico.
La Psicologia Bhagavata diventa perciò ricettacolo e manifestazione prorompente d’energia benefica e
rigenerante dove il punto focale di tutto è la persona, vista come parte integrante e interagente
del tutto (la natura materiale in cui vive e Dio creatore) ma allo stesso tempo distinta da tutto
ciò e per questo identificabile nelle sue esigenze e nel suo modo d’essere. La scienza occidentale
ci ha abituati ad approfondire separatamente diverse conoscenze in favore d’interventi separati, in
direzione di quel mondo complesso e globale che è l’essere umano. La Psicologia Bhagavata vuole
invertire questa tendenza. E
ssa da sempre inserisce nel proprio modo d’agire una visione del mondo e dell’uomo basati non su un
dualismo corpo-anima o materia-spirito, non su un dualismo d’aiuto alla persona, non su un dualismo
sapienziale, ma su una visione del mondo organica ed olistica. La Psicologia Bhagavata è quella
realtà che più da vicino cerca di conoscere l’uomo stesso nella sua interezza, in quanto totalità
organizzata e non semplice somma di parti. La visione olistica, (dal greco òlos: ‘tutto intero’)
permette di valutare l’essere umano nel suo significato più ampio possibile, in modo da considerare
lo stesso in tutti i suoi aspetti: spirituali, fisici e psichici.
La Psicologia Bhagavata è una scienza olistica che si rivolge al pieno benessere della persona; è
pertanto rivolta a conoscere la complessità delle risorse interiori che la persona stessa può usare
per uscire dal suo disagio. La Psicologia Bhagavata cerca di fare leva su tutte le risorse della
persona e tra queste non può evidentemente escludere la risorsa relativa alla sensibilità spirituale
e a quella religiosa. Se nella psicologia normale l’oggetto di studio è il comportamento in senso
generale con il quale si può definire l’essere umano, e si basa sul modello etico-ontologico dello
studio sistematico dell’essere, della sua esistenza, in quanto a ente, la sua natura e funzione,
nella Psicologia Vedica, viceversa il suo oggetto di studio diventa l’uomo, preso in tutta la sua
complessità psicofisica, compresa la sua dimensione metafisica, spirituale, nella sua interazione
personale con sé stesso, personale con gli altri, personale con la creazione e del suo rapporto
personale, che lo unisce al suo Creatore (B.G. 4.9-10).
Pertanto questo articolo farà proprio il termine ‘psicologia’, ma allo stesso tempo, allargherà e
completerà il significato dello stesso, aggiungendo concetti religiosi, spirituali e teisti, in
funzione d’una visione olistica che tenga conto della strutturazione dell’uomo nel suo insieme,
della conoscenza di Dio e delle sue innumerevoli energie e della relazione che la Verità Assoluta
mette in atto per interagire con le stesse, ma soprattutto con le Sue particelle singole
infinitesimali (anime). Infine questo articolo è a conoscenza che la normale psicologia si compone
di diverse discipline: la psicologia sperimentale, la psicologia differenziale, la psicologia
individuale, la psicoanalisi, l’analisi psicologica, la psicologia infantile, la psicologia sociale,
la psicopatologia, la psicologia storica ecc., ma queste frammentate e limitate comprensioni non
possono apportare alcun beneficio alla persona, in quanto occorre avere un quadro d’insieme generale
che permetta di riconoscere fin nei minimi dettagli chi è l’uomo, che ruolo svolge in questa
dimensione materiale, la differenza tra anima e corpo e che nesso esiste tra l’essere umano e il suo
Creatore.
Questa conoscenza è disponibile e si trova conservata in uno scrigno (i Veda) da sempre ma per
indolenza, falso ego e invidia nei confronti di Dio, questa conoscenza eterna ed universale è
rimasta nel limbo per troppo tempo, senza essere usata. La Bhagavad-gita così come lo
Srimad-Bhagavatam forniscono informazioni più che dettagliate sulla natura e sull’attività propria
dei sensi, della mente, dell’intelligenza, della coscienza, dell’anima e di Dio. La conoscenza
vedica in generale è una vastissima enciclopedia, non solo spirituale ma anche scientifica, e il
ricercatore serio può trovarvi ogni tipo d’informazione perché corredata all’esistenza stessa
dell’uomo.
Rupa Vilasa Das è laureato in teologia e studio comparato delle religioni, ha un master in pedagogia
clinica e uno in psicologia di consultazione. Insegna psicologia nei corsi FSE ed ha un proprio
studio di consulenza psicologica e pedagogica.
Per contatti e informazioni: rupavilasa@bhaktisvarupadamodara.com
visto su www.isvara.org
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