Una quinta forza fondamentale della natura per ora solo ipotetica
di Fausto Intilla Oloscience
La fisica moderna ammette quattro forze fondamentali nellUniverso: la gravità, lelettromagnetismo,
linterazione nucleare forte e quella debole. Esse sono allorigine di tutti i fenomeni fisici che
si possono osservare. La gravità è descritta dalla Relatività Generale, mentre le altre tre forze
appartengono al campo della meccanica quantistica. Riunire queste quattro interazioni in un unico
formalismo matematico, è una delle grandi sfide della fisica. Tali sforzi si concentrano
generalmente su una descrizione quantistica della gravitazione. Nel Modello Standard della fisica
delle particelle, ogni forza emerge dallo scambio di bosoni. Il fotone, il gluone e i bosoni W e Z,
permettono in tal modo rispettivamente di spiegare lelettromagnetismo e le interazioni forte e
debole. Idealmente, occorrerebbe dunque scoprire un altro bosone: il gravitone; che ci permetterebbe
di far rientrare anche la gravità in questo modello (ma è quasi del tutto certo che in natura vi
siano soltanto le quattro forze fondamentali pocanzi citate).
Occorre inoltre tener presente che il principio di indeterminazione di Heisenberg dà la relazione
tra la massa della particella portatrice e il raggio dazione della forza da essa mediata. Tale
raggio dazione è approssimativamente uguale alla lunghezza donda di De Broglie della particella
portatrice e quindi è inversamente proporzionale alla massa di questultima. Così, il fotone e il
gravitone privi di massa mediano le forze a raggio dazione infinito, rispettivamente,
dellelettromagnetismo e della gravità. Il raggio dazione estremamente breve delle interazioni
forte e debole, è semplicemente il riflesso della massa molto elevata delle loro particelle
portatrici. Tuttavia, restano senza risposta varie domande che illustrano i pregiudizi e le attuali
aspettative sulle leggi di natura: Esistono principi semplici che impongono quali forze e quali
particelle esistono in natura e il modo in cui esse interagiscono luna con laltra? Perché le forze
di natura hanno le intensità che osserviamo? Quali sono i costituenti ultimi della materia, ovvero
le più elementari fra tutte le particelle elementari? Il fatto che tali domande si prospettino è una
prova della nostra profonda fede nella semplicità e nellunità della natura. A giudizio dei fisici,
il grado di razionalità già scoperto nella struttura della natura, è una prova assai convincente di
una più profonda e omnicomprensiva razionalità che ne regola le entità fondamentali. Le moderne
teorie delle particelle elementari e delle loro reciproche interazioni appartengono tutte a una
famiglia, detta delle teorie di gauge (la prima di tali teorie fu la teoria di Maxwell
dellelettromagnetismo).
Oggi le descrizioni meglio funzionanti di tutte le forze note in natura (gravitazione,
elettromagnetismo, forze deboli e forti) sono tutte teorie di gauge, che si basano interamente sulle
simmetrie. Si tratta tuttavia di simmetrie ben diverse dalle semplici traslazioni e rotazioni
geometriche a cui potremmo immediatamente pensare e vengono appunto dette: simmetrie di gauge (che
non portano alla conservazione di certe grandezze, ma impongono restrizioni matematiche molto rigide
alla struttura dettagliata). Ad esempio, la richiesta di simmetria di gauge per equazioni di Maxwell
classiche e quantistiche vieta lesistenza di un fotone dotato di massa e regola il preciso modo
secondo cui le particelle elettricamente cariche, interagiscono con la luce. È vero dunque che le
teorie di gauge prescrivono quale tipo di particelle è consentito, ma purtroppo esse non specificano
quante varietà esistano di ciascuna particella consentita. In sostanza, la simmetria di gauge ci
dice che certe cose sono proporzionali ad altre, ma non fissa i valori delle costanti di
proporzionalità; dice qualcosa sulla configurazione delle leggi di natura, ma non sulla popolazione
dei tipi di particelle, né sui valori delle costanti di natura. Risulta dunque ovvio che queste
teorie di gauge, non rappresentano le descrizioni ultime della natura.
Da qualche decennio a questa parte, la cosmologia ha fatto emergere un certo numero di problemi che
difficilmente si possono spiegare con il solo impiego delle quattro forze fondamentali della natura.
Si tratta in genere quasi sempre di problemi legati alla materia oscura e allenergia oscura. La
domanda che tutti i fisici e i cosmologi si pongono, è perché lapparente massa dellUniverso sembri
essere ben superiore a quella che la sua luminosità ci porterebbe a considerare; ed inoltre, perché
la sua espansione continua ad accelerare (raramente, tuttavia, la comunità scientifica considera con
attenzione la possibilità che la parte finita di Universo accessibile alle nostre osservazioni non
contenga informazioni sufficienti a consentire di dedurre le leggi di natura). Effettuando
osservazioni astronomiche corrispondenti a miliardi di anni luce, si è scoperto che le equazioni
della Relatività Generale in tale contesto, non sono soddisfatte neanche se si aggiunge la materia
oscura. Sembra che lespansione dellUniverso, messa in moto dal Big Bang circa 13,7 miliardi di
anni fa, stia accelerando, mentre, data la materia osservata più la quantità calcolata di materia
oscura, dovrebbe fare lopposto, ossia decelerare. Si è dunque ipotizzata unaltra forma di
materia-energia (si ricordi sempre luguaglianza: E=mc^2), che diventa pertinente a scale
infinitamente grandi e che influenzi soltanto lespansione dellUniverso, a cui è stato dato il
nome di energia oscura. Le più recenti misurazioni astronomiche rivelano un Universo che consiste
per lo più di elementi sconosciuti. Sembra che la densità della materia sia almeno per il 70% sotto
forma di energia oscura; il 26% sarebbe materia oscura e solo un modesto 4% sarebbe costituito da
materia ordinaria.
Tutte queste constatazioni, hanno portato la comunità scientifica a considerare leventualità di una
quinta forza fondamentale nellUniverso, in grado di spiegare almeno in parte, le recenti
osservazioni astronomiche. Vi sono vari modi per riuscire a capire se esista realmente una quinta
forza fondamentale e uno di questi, ad esempio, consiste nel cercare delle nuove particelle.
Occorrerebbe dunque trovare un nuovo bosone, che supporterebbe una quinta interazione fondamentale.
Ebbene nel 2015, un gruppo di ricercatori è riuscito ad identificare un possibile candidato, ovvero
una particella che è stata in seguito denominata: X17. Ancora oggi, si tratta comunque solo di
unipotesi, poiché tale particella non è mai stata osservata. Essa è stata ideata per spiegare il
sorprendente risultato di vari esperimenti, inerenti alla disintegrazione del Berillio 8 e dellElio
4. In un recente articolo pubblicato il 23 ottobre di questanno (2019), lo stesso gruppo di
ricercatori ritorna sulle osservazioni inerenti alla disintegrazione dellElio 4. Questultimo è un
radioisotopo molto instabile; esso si disintegra emettendo delle coppie elettrone-positrone e il
numero di coppie emesse, in certe correlazioni angolari, sembrerebbe violare le predizioni del
modello Standard della fisica delle particelle. Si tratta di unosservazione che è stata denominata:
anomalia Atomki. Questa anomalia, tuttavia, vìola solo leggermente il Modello Standard; un errore di
misurazione è quindi sicuramente possibile. Il gruppo di ricercatori che ha conseguito tale
risultato, rimane comunque dellidea che potrebbe trattarsi delloperato di un bosone ancora
sconosciuto, avente una massa di 17 MeV. Un nuovo bosone e una nuova forza fondamentale,
rappresenterebbero sicuramente un punto di svolta decisivo nel campo della fisica. Esso ci
costringerebbe a rivedere le nostre teorie sul modo in cui funzionano realmente tutti i processi
atomici e subatomici e sullevoluzione dellUniverso. Per cui occorreranno delle prove assai più
consistenti, affinché lattuale ipotetica (per ora) particella X17, possa un giorno convincere
lintera comunità scientifica della sua reale esistenza e dunque a modificare lattuale Modello
Standard.
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