La realtà dellanima e la fisica quantistica 1
di FABIO MARCHESI
L’intervento del Dott. Ing. Fabio Marchesi al Convegno di Medicina Integrata “La scienza incontra lo
spirito” – Milano 28 ottobre 2006. Fabio Marchesi, insieme a Vittorio Marchi e altri noti
ricercatori, sarà presente anche al secondo appuntamento de “La Scienza incontra lo Spirito” che
quest’anno ha come argomento portante il titolo: Sessualità e Spiritualità – Milano 10 Novembre 2007
Tutto il programma del secondo convegno “la scienza incontra lo spirito” – sessualità e
spirirualità
Io sono un inventore, per cui sono attratto e affascinato da tutto ciò che è nuovo. Ho una
repulsione spontanea verso le cose vecchie. Tutte le volte che incontro qualcuno che ha il coraggio
di dire qualcosa che esce anche un pochino dagli schemi
per me è una grande gioia. Se poi siamo in
un contesto in cui comunque si parla di medicina, allora la cosa è per me sempre molto interessante.
Che cosè la medicina? La medicina è un settore della conoscenza che dovrebbe occuparsi delle
malattie delluomo. Dovrebbe preoccuparsi di debellare, se vogliamo, le malattie dalluomo.
Il problema qual è? Il problema nasce da un conflitto di interessi, nel senso che la medicina è
comunque fatta da aziende che devono tutto il loro potere e tutta la loro ricchezza alla malattia.
Questo è un paradosso: la medicina, in teoria, non ha alcun interesse ad avere una popolazione sana.
Immaginiamo che domani ci fosse qualcuno che si inventa qualcosa grazie alla quale tutti guariscono,
istantaneamente, da qualsiasi malattia possano avere. Sarebbe la più grave crisi economica mondiale
che
lessere umano abbia mai affrontato in tutta la sua storia. E questo perché? Perché comunque la
medicina ha dietro persone, società, aziende. Le industrie farmaceutiche pagano le tasse, hanno
dipendenti, fanno pubblicità
Il titolo di questo Convegno è La Scienza incontra lo Spirito. A questo riguardo nel 2000 ho
scritto un libro, La Fisica dellAnima, che mi ha portato, tra le altre cose, ad essere definito
un eretico. Per me essere considerato un eretico è un complimento
Quando parlo di Anima, automaticamente, in funzione di quali sono gli interlocutori, perdo in genere
totalmente di credibilità; se invece di Anima, parlo di Campo di Informazioni non locali, già cambia
qualcosa.
Quando si pronuncia il termine Anima si entra in genere in un campo, quello della Spiritualità
che fa paura, fa paura soprattutto a chi si definisce uomo di Scienza. Il titolo del Convegno,
dicevo, qual è? La Scienza incontra lo Spirito. Ma la Scienza ha fatto di tutto, dalle sue
origini, per evitare di confrontarsi con lo Spirito. Ha fatto linimmaginabile.
La prima precisazione che vorrei fare è che quando si parla di Spiritualità, non si deve pensare che
essere Spirituali significa confessarsi, andare in Chiesa la domenica mattina e fare la comunione.
La Spiritualità è una cosa profondamente diversa. Le Chiese, le Religioni sono una cosa. La
Spiritualità è unaltra cosa e può essere vissuta in modo autentico indipendentemente da esse.
Però se noi chiediamo alluomo Spirituale da dove ha avuto origine tutto quello che esiste, qual è
la risposta? Diciamo che a seconda del Dio, della Chiesa o della Religione in cui crede, ognuno farà
riferimento al suo Dio, alla sua Chiesa, però la sostanza è che crede in qualcuno/qualcosa di
superiore che ha creato tutto.
Se noi chiediamo ad un uomo di Scienza, che per definizione dovrebbe essere ateo, come ha avuto
origine tutto, che cosa dice? Rifiuta ovviamente lesistenza di un qualsiasi Dio, parla di una
realtà priva di spazio, priva di tempo, priva di energia, priva di materia. Una realtà così è una
cosa che non si riesce nemmeno a immaginare; una realtà in cui non cè assolutamente niente… Uno
si immagina uno spazio vuoto, ma non cè neanche lo spazio. Quindi una realtà priva di spazio, di
energia, di tempo, di materia dalla quale, grazie ad una fluttuazione quantistica chiamata poi
big bang, ha avuto origine tutto.
Se parlo di una cosa e la chiamo Anima, si può pensare anche ad angeli, etc. Se parlo di un Campo di
Informazione pura non locale, ci si chiede: che cosa è?. Se lorigine di tutto la si chiama big
bang o creazione da parte di Dio, può cambiare la parola, ma il concetto è lo stesso. Ci vuole
sicuramente una grande fantasia per poter pensare che una realtà priva di spazio, di tempo, di
energia, di materia, così
per caso
da una fluttuazione quantistica
non ha avuto origine un
fotone
no
ha avuto origine tutto lo spazio, tutto il tempo, tutta lenergia, tutta la materia che
esiste nellUniverso.
Credere in questo richiede un grande atto di fede.
Ma gli uomini di Scienza sono sempre stati così disperatamente alla ricerca di unorigine non
Spirituale, non divina della realtà, che sono stati capaci di inventarsi cose assurde, prive di
qualsiasi fondamento di logica e inaccettabili da un punto di vista razionale.
Io credo inaccettabile ritenere che tutto abbia avuto origine da ciò che scientificamente è stato
definito il big bang.
Tutti avete sentito parlare del principio di conservazione dellenergia. Un caposaldo della
conoscenza scientifica. Dice che nellUniverso nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si
trasforma.
Prendiamo un libro di Scienza. Da un parte ci dice che lUniverso ha avuto origine dal nulla. Dal
nulla ha avuto origine il tutto
giri pagina: nellUniverso nulla si crea, nulla si distrugge, ma
tutto si trasforma. Non è uno il paradosso dellaltro? Non è uno la negazione dellaltro? E come la
risolviamo questa cosa? Facciamo iniziare il tempo dopo il big bang, cioè concentriamo tutti i
miracoli possibili e immaginabili al di fuori del tempo in modo che poi ci possiamo permettere il
lusso di non credere più a nessun miracolo, e riuscire in questo modo a giustificare lesistenza di
tutto.
Cè un grandissimo scienziato, Ilya Prigogine, che per riuscire a giustificare la presenza della
vita nellUniverso senza negare lentropia (il Secondo Principio della Termodinamica secondo il
quale, in sostanza, non sarebbe razionalmente possibile) si è inventato le strutture dissipative
grazie alle quali ha ottenuto il Nobel nel 1977.
Il problema dello scienziato è sempre stato quello di cercare di evitare nel modo più assoluto di
dover ricorrere a qualcosa di Spirituale, a qualcosa di Divino o a qualsiasi forma di conoscenza non
quantificabile per poter spiegare qualsiasi cosa.
Quale è dunque lUniverso secondo la Scienza? E secondo il tipico scienziato ateo? È un Universo che
tende al caos, al disordine, alla morte. Ci sono delle leggi che governano gli eventi e gli uomini
sono lì che cercano di scoprire quali sono queste leggi per potere, grazie ad esse, prevedere lo
sviluppo nel tempo dei fenomeni. E tutto quello che esiste, leggi comprese, dovrebbe essere
semplicemente leffetto del caso.
Cè una barzelletta che ho messo allinizio, nellultimo libro che ho scritto, che ha un significato
molto profondo: siamo di notte, cè una strada, cè un lampione e cè una persona che sta cercando
qualcosa alla luce di questo lampione. Arriva unaltra persona e gli chiede: Ma ha perso qualcosa?
Posso darle una mano a cercarla?. Sì, ho perso le chiavi di casa. Se vuole la aiuto a
cercarle
. Sì, Grazie!. Poi ne arriva unaltra e unaltra. Dopo un po sono una decina che
cercano queste chiavi per terra alla luce di questo lampione. Ad un certo punto uno si rivolge a
quello che aveva perso le chiavi e gli chiede: Ma è sicuro di averle perse qua? Perché non le
troviamo
. No, no
le ho perse più o meno là in fondo
. Ma allora perché le cerchiamo qua?.
Perché qua ci vediamo!.
Perché è paradossale questa cosa? È una barzelletta, però
Non so se voi avete sentito parlare del Principio di Indeterminazione di Heisemberg. Un grande
scienziato, allora sconosciuto, ha definito Principio di Indeterminazione un concetto
fondamentale, che ha come sostanza il fatto che non si può separare losservatore dallosservato.
Che cosa significa? Che losservatore interferisce sullosservato anche solo guardandolo. Quindi, se
uno degli elementi delle condizioni fondamentali perché un fenomeno sia scientificamente accettabile
è che sia osservabile (che sia quindi alla luce del lampione
), quello che osserviamo è diverso da
quello che sarebbe stato se non lo avessimo osservato.
Tenete presente che nel momento in cui noi osserviamo qualcosa, la stiamo modificando, stiamo
interferendo con la sua naturale condizione, solo osservandola.
Tutta la conoscenza scientifica moderna è basata sul concetto di osservabilità, una qualsiasi cosa o
fenomeno è considerato reale se è osservabile, e se non è osservabile non è considerato reale.
Questo è uno dei postulati. Ogni fenomeno deve essere osservabile, ripetibile, dimostrabile. Non è
nemmeno sufficiente che sia osservabile, perché se io osservo una cosa, ma non sono in grado di
ripetere o permettere ad altri di osservare la stessa cosa e non sono in grado di dare ad essa una
spiegazione che abbia un senso (che rispetti quanto comunemente scientificamente è creduto) viene,
non solo rifiutato da quella che è una visione scientifica della realtà, ma viene considerato un
fenomeno non reale.
Quindi se una cosa sta sotto la luce del lampione, se è osservabile, se tutti possono osservarla, se
è ripetibile, se la vedo oggi e la posso vedere anche domani, allora è considerata reale ed è
considerata scientifica, altrimenti no.
Un altro aspetto fondamentale: a cosa serve la Scienza? Ci siamo dimenticati qual è il motivo per
cui è nato questo desiderio da parte delluomo di spiegare, di giustificare, di interpretare, di
conoscere la realtà intorno a lui?
Se consideriamo la storia della conoscenza umana, dalla filosofia antica in poi, ad un certo punto
cè un certo Cartesio che definisce un metodo, le basi fondamentali del metodo scientifico moderno.
Ha definito delle massime che poi sono state prese come riferimento assoluto su cui è stato
costruito il metodo di indagine scientifica moderna. Una di queste dice che non puoi accettare una
cosa se non è evidente, oltre a qualsiasi dubbio, che quella cosa sia reale.
Sembra una cosa di una grande severità, ma chi cita Cartesio per giustificare il metodo scientifico
moderno, non sa che le prime cose su cui Cartesio ha applicato il suo metodo per dimostrarne
lesistenza sono state Dio e lAnima. Non lo sto inventando io adesso, leggete il suo testo
Discorsi sul metodo, un librettino che si legge benissimo in una serata. Discorsi sul metodo di
Cartesio, di Renè Descartes. Scoprirete che prima definisce il metodo, poi una morale che deve
essere utilizzata nellapplicazione del metodo. E per cosa ha usato, innanzitutto, questo metodo e
questa morale? Per dimostrare lesistenza di Dio e dellAnima.
Potremmo quindi sostenere che il suo metodo è stato frainteso, che è forse stato interpretato in un
modo eccessivamente rigido, oltre quanto lui stesso intendesse. Ma la svolta decisiva è stata fatta
poco dopo Bacone. In che modo? Cosa ha detto o fatto? Egli ha spiegato e definito a cosa serve la
conoscenza scientifica. Sapete a cosa serve, quale è il suo vero scopo? A dare un senso
allesistenza delluomo? A trovare risposte ai perché che lo assillano? No! Serve semplicemente a
produrre utilità pratica. Non ha nessunaltra ambizione (magari ci prova ogni tanto
). La Scienza ha
come fine ultimo produrre utilità pratica, per fare telefonini, televisori, computer, frigoriferi,
automobili
è fantastica! La Scienza è perfetta per questo. Scienza e tecnologia servono solo per
produrre utilità pratica, qualsiasi altra cosa esce dalla sua competenza.
Personalmente ritengo il big bang non solo un insulto allintelligenza, ma anche, con lentropia
delluniverso, il Secondo Principio della Termodinamica, un crimine ai danni dellUmanità.
Lo scienziato che entra nel ruolo dello scienziato canonico, cerca di spiegare le cose, di
osservarle, di ripeterle, di dimostrarle, non può nemmeno prendere in considerazione il fatto che le
cose che osserva possano avere una parte di sé che non è osservabile, anche se è quella che permette
loro di esistere.
Quindi se lo Spirito non è per sua natura osservabile, lo scienziato è già tagliato fuori, nel senso
che non può nemmeno prenderlo in considerazione; infatti il metodo scientifico parte dal presupposto
che ogni cosa se è reale deve essere osservabile. Non possiamo prendercela con il metodo scientifico
che per produrre utilità è perfetto!
Se consideriamo i progressi che ci sono stati anche solo negli ultimi 50 anni sono impressionanti,
non ci si rende conto perché di generazione in generazione ci si dimentica o non si ricorda come
vivevano i propri genitori o nonni, cè un progresso tecnologico-scientifico che ha una velocità
altissima. Da cosa è dovuto questo progresso tecnologico-scientifico? Qual è lelemento fondamentale
che lo caratterizza?
In questo disegno che vi mostro cè uno scienziato saggio, che non è fondamentalista
(perché ci
sono scienziati saggi e scienziati che non lo sono
). La differenza consiste in questo: lo
scienziato saggio scopre una cosa
e dice: questa è la verità, ci credo, ma poi pensa anche e se
mi sbagliassi?... Quello in mezzo è invece il tipico indeciso che si chiede: qual è la verità? Io
sbaglio sempre
: è il soggetto ideale per la nostra società consumistica, noi veniamo addestrati,
istruiti ad essere indecisi fin dalla nascita. E il fondamentalista che dice: questa è la
verità, ci credo, ma poi aggiunge: chi non ci crede sbaglia
.
La differenza è abissale. Lapproccio scientifico, pur essendo limitato da tutta una serie di
condizioni, ha un grande vantaggio rispetto, ad esempio, alle Religioni e alle Chiese. Qual è? Che
di fronte allevidenza comunque con grandi resistenze, con grande fatica, con grandi guerre,
lotte, con gente che può anche venire uccisa pur di impedirle di produrre cambiamenti la Scienza
accetta il cambiamento quando è dimostrato in modo inequivocabile che quella cosa o quel fenomeno,
nuovo, diverso da quanto creduto in precedenza, è osservabile, ripetibile e dimostrabile. Galileo,
quando ha cercato di dimostrare al Papa che la Terra non è al centro dellUniverso come è scritto
nella Bibbia, ha dovuto abiurare, ha accettato di ammettere di essersi sbagliato anche se aveva
ragione, pur di salvare la sua vita e non introdurre un cambiamento in quanto era comunemente
creduto. Ma le bugie hanno la gambe corte
Giordano Bruno, invece, non ha voluto ammettere di
essersi sbagliato, ha preferito essere bruciato vivo pur di non negare la verità, pur di non
negare se stesso
Molta gente è stata condannata
La più grande rivoluzione che è avvenuta nella conoscenza umana è avvenuta tra il 1900 ed il 1930
con la nascita e lo sviluppo della Fisica Quantistica. Una rivoluzione veramente profonda
Con la
Fisica Quantistica, luomo, la Scienza, hanno toccato direttamente con mano la Spiritualità. È
entrato a fare parte della realtà umana, in un modo scientifico, un concetto di Spiritualità
profonda. Però cosa è stato fatto? Luomo si è talmente spaventato delle implicazioni della Fisica
Quantistica, che ha deciso che tutto quello che ha scoperto a tal proposito riguardasse solo
linfinitamente piccolo, non lesperienza su scala umana: se ci sono due fotoni capaci di fenomeni
telepatici nello spazio-tempo, è un problema che si è fatto sì che riguardasse solo i fotoni e si
continua a voler credere che gli uomini non ne sono capaci.
Tornando al concetto di Scienza, ognuno di noi ha uninterpretazione della realtà che dipende
sostanzialmente dallesperienza che ha della realtà e dalla percezione che ha della realtà. Quindi
noi vediamo il mondo intorno a noi grazie a cosa? Grazie ad un cervello che si inventa tutto.
In sintesi voi sapete che io vi vedo e che voi mi vedete. Ma cosè che io vedo? Vedo voi per quello
che siete realmente?
Se prendete un libro di Fisica Quantistica potete scoprire comè fatta la materia, gli atomi
un
nucleo
gli elettroni. Scoprite che, in pratica, gli atomi sono fatti di spazi vuoti e che queste
particelle subatomiche che dovrebbero costituire gli atomi, in realtà non sono particelle, ma sono
onde; quindi la deduzione è che se io dovessi valutare comè la realtà, da come si conosce che sia,
io non sono quello che vedo ma piuttosto un nulla che si muove stabilmente nel nulla.
Comè possibile che io veda voi? Perché il mio cervello si inventa tutto. Ci sono dei fotoni, onde
elettromagnetiche prodotte dalle lampadine che arrivano su di voi, alcune vengono assorbite, alcune
deviate, altre vengono rimbalzate
quando arrivano nel mio occhio tutti questi fotoni che in qualche
modo hanno interagito con voi, vengono trasformati in segnali elettrobiochimici che fanno tutto un
percorso e arrivano qua dietro, in quella parte del cervello che si inventa tutto: colori, forme,
movimenti, prospettive
sulla base di cosa? Di sole onde
elettromagnetiche.
Lolfatto, ludito
anche lì ci sono delle molecole con cui interagiamo e che vengono trasformate
in segnali elettrobiochimici interpretati. Ognuno di noi che idea ha della realtà, che idea si fa
della realtà? Ha dei sensi che in qualche modo percepiscono qualcosa di quello che succede intorno.
Ha un cervello che trasforma quello che viene percepito in informazioni gestibili perché
giudicabili, interpretabili razionalmente dal cervello.
La mente giudica continuamente tutto e lo fa sulla base di cosa? Sulla base di un meccanismo
semplicissimo. Associazione e confronti. Io ho una memoria
ogni volta che vedo qualche cosa
allesterno di me, per poter esprimere un giudizio vado a confrontare quella cosa con informazioni
derivate dal mio passato
il mio, che è solo mio
il tuo, invece, è solo il tuo
Non possono esistere due persone che hanno vissuto delle stesse esperienze nello stesso modo, per
questo ognuno ha la visione non solo limitata, ma profondamente distorta della realtà.
Una visione che è perfetta per riconoscere una minaccia, ma è scarsamente efficace nel riconoscere
nuove opportunità. Se arriva una tigre che è scappata dallo zoo (tutti abbiamo visto dei documentari
con tigri che attaccano altri animali, anche più grossi di loro) sappiamo che la tigre ci può
mangiare, e quindi cosa facciamo? O attacchiamo o scappiamo. Ma se un bambino appena nato vedesse
una tigre, magari nella sua esperienza cè un gattino che ha accarezzato e gli ha fatto le fusa, se
vede la tigre potrebbe pensare che sia un gattino più grande e potrebbe andargli incontro per
giocarci
Ognuno è vittima di ciò che crede e ciò che crede deriva dal suo passato. Se andassimo
da un pesce, immaginiamo che ci sia un pesce parlante che vive nelle profondità marine, a cui
domandare: senti, ma tu cosa pensi che sia il fuoco?. Cosa ci risponderebbe il pesce parlante?
Ci direbbe: È una leggenda metropolitana. Ci sono dei pazzi visionari che sostengono che esiste, ma
non so
si saranno drogati o bevuti qualcosa di strano per poter pensare che esista il fuoco
.
Quale è il concetto? Che per il pesce il fuoco è qualcosa che non può appartenere alla sua
esperienza perché sottacqua il fuoco non cè e quindi non crede sia una cosa reale. Magari cè
qualche pesce, considerato pazzo visionario che ha visto uneruzione vulcanica sottacqua
ha
visto qualcosa di incandescente ed è andato a raccontarlo agli altri, che gli hanno dato del pazzo.
Quel pesce magari sa tutto dellacqua, conosce le correnti che lo possono portare da una parte
allaltra, ma se nega lesistenza del fuoco solo perché non può averne esperienza non potrà mai
capire che cosè lacqua, perché lacqua come fa ad esistere?. Lacqua esiste grazie al fatto che
cè da qualche parte del fuoco, del calore, altrimenti lacqua sarebbe ghiaccio e quel pesce non
sarebbe lì a porsi quella domanda sul fatto se esiste il fuoco o no.
Uscire dalla luce del lampione a cosa serve? Non serve per essere felici. Non è obbligatorio. Però
serve almeno per trovare una motivazione al fatto stesso che il lampione possa esistere, al fatto
stesso che io possa essere sotto il lampione a cercare qualcosa.
Ognuno di noi si convince, quando si fa unidea, che quella sia unidea sua. Ma se io vi chiedessi
quanti di voi ammettono di essere condizionati dalla pubblicità, nessuno lo ammetterebbe.
Figuriamoci se io compro un detersivo perché lho visto in pubblicità
figuriamoci se compro quello
yogurt solo perché ho visto la pubblicità. Ma ci sono aziende che investono enormi cifre in
pubblicità, nonostante il 99% della gente creda di non essere condizionata dalla pubblicità.
…
Lascia un commento