La Regola d’Oro 3

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La Regola d’Oro 3

Mantra di KALI’

Distruggi le illusioni del mio ego Madre :
AUM KRING KALIKAYE-NAMAH AUM

Vergine Kali come distruttrice e creatrice terrena di apparenze, vale a dire tutte le cose fatte di materia e percepibile ai sensi.

Maha mantra

HARE KRISHNA HARE KRISHNA
KRISHNA KRISHNA HARE HARE
HARE RAMA HARE RAMA
RAMA RAMA HARE HARE

O mio Signore infinitamente affascinante, Riserva di tutto il piacere, o Energia spirituale del Signore, per favore impegnami al Tuo servizio devozionale.
Il canto del Santo Nome del Signore o del Maha Mantra Hare Krishna può essere eseguito sia individualmente, sottovoce, mormorandolo o ad alta voce, sia in gruppo e può essere accompagnato da strumenti musicali Con questo Mantra cerchiamo di ricordare che spesso i problemi che vediamo allesterno, in realtà, sono dovuti a mostri che si muovono dentro la nostra coscienza.

OM NAVAH SHIVAYA è sempre un Mantra indiano, è una supplica alla divinità Shiva che rappresenta il terzo aspetto, la distruzione. Invochiamo questo Mantra per porre fine al nostro egoismo e al nostro senso di separazione; è importante perché indica anche una
caratteristica del Signore che, pur amandoci, alle volte ci fa soffrire. Questa sofferenza non deve essere vista come una punizione, ma come un campanello dallarme per indicare che non stiamo
percorrendo il giusto cammino.

OM MANI PADME HUM è il più importante dei Mantra buddisti, non fa riferimento alla figura divina ma sta ad indicare il gioiello che è nel loto del cuore.
E’ una immagine molto bella perché questo gioiello è il tesoro che è perennemente nascosto nel nostro cuore. Il cuore viene visto come il loto, figura ricorrente nel buddismo: ha la caratteristica di poter crescere anche in zone paludose senza che i suoi petali vengano sporcati e intaccati dal terreno fangoso. Il loto è il simbolo perfetto della purezza e testimonianza della purificazione dalle nostre colpe quando ripetiamo questo Mantra.

Ci sono anche Mantra ebraici tra cui BARUKH – ATTAH -ADONAI che significa benedetto sia tu o Signore, il Signore è la sorgente di tutta la forza, di tutto il coraggio, di gioia e lamore.

E ancora RIBONO SHEL OLAM che significa Signore dellUniverso.

Quelli elencati finora sono Mantra che raffigurano laspetto personale della divinità, per quanto riguarda, invece, laspetto impersonale è stato definito con vari epiteti quali: lAssoluto, la Realtà Ultima nellinduismo evidenziato con il termine BRAHMAN.

Questi termini sono comunque inadeguati in quanto la concezione della parte impersonale della divinità è al di fuori del concetto
causa-effetto, spazio-tempo ed è collegata alla Teoria Vibratoria che sta alla base della creazione dellUniverso, formulata da saggi indiani ( Rishi) millenni fa e poi ripresa ultimamente dalla fisica moderna, teoria secondo cui lintero mondo fenomenico consiste di vibrazioni.

Tutte le cose che noi vediamo nel mondo fenomenico in realtà sono energia che vibra, la vibrazione più bassa sarà la materia percepibile con i sensi, man mano che saliamo di livello, di vibrazione e quindi di energia abbiamo ciò che non viene percepito dai sensi, quindi le emozioni, lo stato mentale, lanima.
Il simbolo perfetto dellaspetto impersonale della natura divina, cioè la vibrazione più sottile, è la sillaba OM (AMEN in cristiano).

Questo concetto viene ripreso sia nel Vangelo secondo Giovanni dove si dice che in principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio ed il Verbo era Dio.
Sia nel Rig Veda uno dei testi più antichi della religione induista dove si dice in principio era Brahman presso cui era il Verbo ed il Verbo era in verità Brahman.
Si noti come due religioni così distanti in realtà si basino sullo stesso principio.

Questa vibrazione impersonale, cioè lOM, può essere utilizzata da sola, ma noi in realtà difficilmente riusciamo a concepire
l’impersonale :è più facile usare come mediatori figure che hanno camminato sulla terra ; i maestri , o aspetti ( divinità) parziali della natura di impersonale di Dio ( l’Uno )
La pratica del Mantra non richiede tanto tempo, bastano pochi minuti qua e là nellarco della giornata,e possiamo praticare mentre aspettiamo , mentre camminiamo, mentre compiamo azioni come cucinare, pulire la casa, mentre svolgiamo attività di tipo meccanico e ripetitivo che non richiedono la nostra totale attenzione, di notte se non riuusciamo a prendere sonno.

quando siamo ammalati, anzichè compiangerci per la situazione; e dal momento che lenergia segue il pensiero in realtà recitando creiamo armonia e equilibrio; Ripetere il Mantra prima di addormentarsi permette al cervello di elaborarlo e continuare a ripeterlo dormendo, è particolarmente indicato per chi soffre di insonnia
La scrittura e la recitazione del Mantra possono essere svolte quando la mente è troppo agitata e non ci si riesce a concentrarsi
adeguatamente.

La parola Mantra è formata da due particelle: Man significa mente e Tri significa attraverso,

Il Mantra serve per attraversare il mare della mente. Questa similitudine è molto azzeccata in quanto la mente proprio come è il mare che in alcuni giorni è in burrasca mentre in altri è calmo. In questo mare riusciamo a vedere solo gli strati superficiali e non il profondo dove in realtà sono nascoste le cause dei nostri mali, le paure, lansia, limpazienza,la brama

Il Mantra serve a controllare questi pensieri. Di frequente i conflitti che ci rendono difficile concentrarsi sono alla base di gravi disturbi fisici e fin troppo spesso ci fanno sprofondare nella depressione. La maggior parte della gente non intravede alcun modo di cambiare la situazione, alla fine la accetta come un fatto
inevitabile, ma in realtà è solo un condizionamento. Nel profondo di noi stessi abbiamo immense risorse che possiamo utilizzare per avere il controllo della nostra mente,.
Bisogna saper superare le barriere tra conscio ed inconscio attraverso un processo che i grandi mistici chiamano calmare o fermare la mente, cioè porre ogni processo mentale sotto il nostro completo controllo anche a livelli mentali più profondi. Più la mente diventa calma e stabile, più riusciamo a realizzare nella vita quotidiana, il nostro vero diritto alla sicurezza, alla gioia e ad acquistare
quellinstancabile energia nelloperare per il benessere del collettivo

Quando siamo preoccupati, inquieti o mossi da un bisogno urgente di soddisfazione personale a spese del nostro prossimo, il Mantra può trasformare queste emozioni in una fonte di forte potere e aiutarci a non agire e parlare impulsivamente: questo non significa reprimere le emozioni, bensì usarle, invece di farci usare da esse. Unenorme quantità di energia vitale viene dispersa nelloscillazione della mente tra ciò che ci è gradito e ciò che non lo è, quando siamo prigionieri di preferenze e avversioni, di opinioni ferme e abitudini rigide non possiamo agire al nostro meglio né conoscere una vera sicurezza.

Viviamo alla mercé di circostanze esterne: se le cose vanno come diciamo allora siamo contenti, in caso contrario siamo depressi. E’ difficile modificarsi, essere elastici e accettare qualunque cambiamento, ma possiamo provarci. Le persone che hanno sviluppato questa preziosa qualità sono in grado di riprendere la loro posizione ogni volta che la vita prova ad abbatterle.

Per affrontare i lavori sgraditi bisogna seguire alcune semplici regole: attenzione totale e non rimandare ciò che deve essere fatto così si otterranno i migliori risultati nel minor tempo possibile. Siamo costantemente condizionati a ricercare leccitazione come se fosse la quinta essenza della vita, ciò che non è eccitante ci appare solo noioso e monotono. Se ci sentiamo vivi solo quando siamo euforici allora saremo condannati a sentirci depressi quando leccitazione svanisce. La legge della natura stabilisce che ciò che sale deve inevitabilmente scendere, più saremo eccitati prima più saremo depressi dopo e così via in una continua altalena.
La recitazione di Mantra completa altre discipline spirituali tra cui sono importanti:

– la Meditazione (che deve essere fatta sempre)
– la Calma cioè saper rallentare tutto (la mente veloce è malata, la mente lenta è sana e la mente calma è divina)
– la Concentrazione
– lEducazione Sensoriale
– la Compassione
– lAmicizia Spirituale
– le Letture Mistiche

– Mantra di guarigione Induista

OM SARVE BHAVANTU SUKHINAH
SARVE SANTU NIRAMAYAH
SARVE BHADRANI PASHYANTU
MA KASHIT DUHKHABHAK BHAVET

Che tutti gli esseri siano liberi da malattie
Che tutti possano incontrare buoni auspici
Che tutti siano felici Che nessuno debba soffrire

il Mantra secondo Swami Sivananda Radha

Un Mantra è una combinazione di sillabe sacre che formano un nucleo di energia spirituale; il suo scopo è quello di fungere da magnete per attrarre le vibrazioni spirituali, o da lente per metterle a fuoco.

Secondo le Upanishad, le antiche scritture dell’India, la dimora originale del Mantra era il Parma Akasha, o etere primordiale, l’eterno e immutabile substrato dell’universo da cui l’universo stesso è stato creato nell’emettere il primo suono, Vach. (Un simile resoconto si può trovare nel Vangelo di Giovanni: «All’inizio era il Verbo…» ).

I Mantra esistevano all’interno di questo etere ed erano percepiti direttamente dagli antichi rishi, o veggenti, che li traducevano in una struttura udibile di parole, di ritmo e di melodia.
Il Mantra non è una preghiera. Una preghiera è formata da parole di supplica scelte dal devoto, mentre il Mantra è una combinazione precisa di parole e di suoni: l’incarnazione di una particolare forma di consapevolezza,o Sakti.

La radice ‘man’ della parola Mantra significa in sanscrito “pensare”; il suffisso ‘tra’ deriva invece da ‘trai’, che vuol dire “proteggere,, o liberare dal vincolo del samsara, o del mondo fenomenico”. Di conseguenza la traduzione del termine Mantra è: “Il pensiero che libera e protegge”.

In un Mantra ci sono però molti livelli di significato che devono essere sperimentati perché siano effettivamente compresi, in quanto una spiegazione intellettuale abbraccia soltanto una piccola parte di ciò che esso vuole dire.

Il canto, o la recitazione, dei Mantra attiva e accelera la forza creativa spirituale, promuovendo armonia in tutte le parti dell’essere umano. Il devoto viene gradualmente convertito in un centro vivente di vibrazione spirituale, che è sintonizzato con qualche altro centro di vibrazione infinitamente più potente, e tale energia può essere acquisita e diretta a beneficio di chi la usa e di altri.

Ogni Mantra ha sei aspetti: un Rishi, o veggente; un Raga, o melodia; il Devata, o deità che presiede ad esso; un Bija, o seme di suono; il Sakti, o potere; e un Kilaka, o pilastro.

Attraverso la loro percezione intuitiva, i rishi si sono aperti alla rivelazione dei Mantra e sono stati capaci di riconoscere la loro efficacia come canali attraverso cui la grazia, la conoscenza e il potere fluiscono dal Divino. Questi antichi veggenti hanno compreso che i loro poteri erano destinati a essere impiegati al servizio degli altri e come guida per la razza umana.

I Mantra sono stati trasmessi di generazione in generazione, da Guru a discepoli, e in questo processo il potere dei Mantra è aumentato enormemente. Miliardi di ripetizioni da parte di innumerevoli devoti nel corso dei secoli hanno portato alla formazione di una vasta riserva di potere che aumenta la forza spirituale insita nei Mantra.

Il raga è paragonabile alla linea melodica occidentale: un suono, o una sequenza di singoli suoni, senza armonia. Quando si recita un Mantra è di estrema importanza non cambiare il raga e la sua chiave, perché la cadenza di vibrazione su cui il suono è basato costituisce una parte integrante del Mantra.
Tutta la musica indiana è basata sulla comprensione che in ogni suono esistono due aspetti: l’espressione udibile e la sottile essenza-suono che trasporta il significato e che deriva dallo Spirito eterno. Questa essenza è chiamata Shabda, oppure Vach.

Quando la parola pronunciata viene formulata in maniera perfetta, sia interiormente che esternamente, si realizza un contatto con questo potere che si manifesta come un’immagine.

Nella parola esiste un certo potere perfino a livello umano: il nome di ciascuno possiede un significato particolare e il modo in cui viene pronunciato può trasmettere numerosi messaggi.

Diversi toni generano diverse vibrazioni che condizionano la reazione fisica oltre che quella emotiva.

Praticare il Mantra Yoga per un lungo periodo di tempo porta ad acquisire la consapevolezza che i suoni creano effettivamente delle immagini e che certe immagini hanno un suono peculiare.

Nel suo libro, , Swami Sivananda afferma che i suoni sono vibrazioni a cui viene dato di assurgere a forme definite. Il ripetuto cantilenare il nome del Signore costruisce gradualmente la forma, o la speciale manifestazione della divinità adorata (il Devata) e agisce come punto focale per concentrare la sua influenza, che poi penetra e diviene il centro della consapevolezza dell’adoratore.

Il Devata è la divinità che presiede al Mantra, il potere permeante, un aspetto molto personale di Dio. È la saggezza che scaturisce da una fonte più elevata ed è come un singolo raggio di sole, un raggio che viene isolato e a cui viene attribuito un nome in modo che il discepolo possa sviluppare un rapporto con un aspetto di Dio che è capace di capire e di adorare.

ll Devata può anche essere paragonato alla sfaccettatura di un diamante che rappresenti l’Intelligenza Cosmica: un diamante con molte facce rifletterà molti raggi della Luce nello stesso tempo, ma un raggio particolare attirerà in maniera speciale l’individuo che sta cominciando a percorrere il sentiero spirituale. All’inizio, Dio incute timore reverenziale ed è troppo solenne e distante perché la mente umana possa afferrarlo e soltanto più tardi l’energia divina può essere percepita nella sua forma pura; quindi, la mente umana ha bisogno di stabilire un legame con un aspetto personale come Krishna, o Siva, nella religione induista ; Gesù, o Maria nell’ambito della cristianità.

Gli adulti, che sono ancora spiritualmente immaturi, hanno bisogno di un loro personale concetto di Dio, finché non sono in grado di vedere l’energia divina nella sua forma pura.

I Mantra ‘Om Krishna Guru, Hari Om” e Invocazione a Krishna sono associati a Krishna ;” Om Namah Sivaya” è legato a Siva e “Om Tara” alla Madre Divina .
Se si pensa ai milioni di persone che in India nel corso dei secoli hanno invocato il nome di Krishna o di Siva, o a tutti i cristiani che nel corso degli anni hanno ripetuto il nome di Gesù, si può intuire come questa costante ripetizione abbia creato una spaventosa riserva di potere. La potenza di ciò che essi realizzano è racchiusa nell’energia combinata del Mantra: la persona effettivamente devota che recita il nome di un particolare aspetto del Divino finirà prima o poi per attingere al potere del Devata.

Una goccia d’acqua può realizzare assai poco, ma centinaia di milioni di gocce possono praticare un taglio nella roccia, oppure cambiare addirittura la morfologia della terra.

Ciascun Mantra ha un bija, un seme.

Esso è l’essenza del Mantra e gli conferisce il suo speciale potere: il potere di autogenerazione. Subito all’interno del seme è nascosto un albero, cosicché l’energia nel Mantra è il seme da cui crescerà uno splendido essere spirituale.

Se adesso doveste provare a recitare i Mantra con regolarità, poi abbandonare la pratica e riprenderla fra una ventina di anni durante una crisi spirituale, il Mantra vi salirebbe automaticamente alle labbra e continuereste a ripeterlo come se non aveste mai smesso. Questo è un esempio del suo potere di autogenerazione.
Se si pensa al Shabda,al suono primordiale, al nucleo di suono dell’Om da cui tutte le cose sono state create, e al bija, il seme, e al potere di autogenerazione del Mantra, si comprenderà come attraverso una recitazione corretta e costante del Mantra si possa essere aiutati a liberare una grande energia all’interno del proprio corpo fisico, mentale, emotivo e spirituale. Grazie a questo aumento di energia potete anche entrare in contatto con il Divino dentro di voi, con il vostro vero Io, il vostro Io Superiore.

Il kilaka, o pilastro, è inizialmente la forza propellente, la tenacia e la forza di volontà di cui il discepolo ha bisogno per seguire il Mantra, ma quando il potere del Mantra stesso comincia ad
autogenerarsi con un “movimento a ruota libera”, il kilaka diventa un filo molto sottile che congiunge il discepolo al Mantra, al Guru e alla divinità fino a farne un tutto unico.

Il potere, la consapevolezza all’interno del Mantra, è Sakti, la Madre Divina, la Dea della Parola Pronunciata. L’aspetto maschile di Dio è energia in uno stato di equilibrio, l’aspetto femminile è energia dinamica che si manifesta come creazione.

C’è soltanto un’energia in tutte le cose create, e nel Mantra l’energia è presente nella sua forma pura. La potenza del Mantra viene liberata attraverso la ripetizione fino a quando l’individuo raggiunge il suo Devata e l’esperienza spirituale può avere luogo.

Mediante il costante ricordo o pensiero rivolto al Mantra, la persona viene proiettata lontano dall’impatto del maya, il mondo illusorio; attraverso la ripetizione di queste parole di potere si raggiunge la meta del Mantra Yoga, che (come in tutti gli yoga) consiste
nell’unione della coscienza individuale con la Coscienza Cosmica.

Mantra è il canto di una stella… e ti trasporterà fino a quella stella.

Swami Sivananda Radha – MANTRA – Armenia

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