La reincarnazione – 3° CAPITOLO

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La reincarnazione – 3° CAPITOLO

La scienza eterna della vita

di SDG A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

3° CAPITOLO

Ricerche sull’anima

Sebbene la scienza abbia fatto progressi nella comprensione del meccanismo biologico del corpo
umano, si interessa ben poco all’analisi della scintilla spirituale che anima il corpo.
Nell’articolo qui riportato, tratto dal Montreal Gazette, Wilfred G. Bigelow, cardiologo di fama
mondiale, insiste sulla necessità di una ricerca sistematica che potrebbe determinare la natura
dell’anima e le sue origini. Segue poi una lettera di Srila Prabhupada in risposta al discorso del
Dottor Bigelow. Srila Prabhupada presenta la testimonianza sostanziale dei Veda riguardo alla
scienza dell’anima; egli suggerisce un metodo pratico per capire scientificamente la natura di
questa scintilla spirituale che dà vita al corpo e fa della reincarnazione una realtà.

Un chirurgo del cuore
vuole sapere che cos’è l’anima

WINDSOR – Un chirurgo canadese specialista in chirurgia cardiaca dichiara di essere convinto che il
corpo è abitato da un’anima che lo lascia all’istante della morte, ed esorta i teologi a portare
avanti le loro ricerche in questa direzione. Il Dottor Wilfred G. Bigelow, direttore della sezione
di chirurgia cardiovascolare presso l’ospedale generale di Toronto, assertore convinto
dell’esistenza dell’anima, dichiara di ritenere che sia “giunto il momento di svelare l’enigma e di
scoprire di che cosa si tratta.”
Bigelow è uno dei membri del comitato che si era presentato davanti all’Essex County Medical-Legal
Society al fine di discutere i problemi collegati alle ricerche che mirano a determinare il momento
esatto della morte.
La questione assume un carattere essenziale in questa era di trapianti di cuore o di altri organi,
nel caso in cui i donatori siano inevitabilmente in punto di morte.
L’Associazione dei Medici canadesi ha pubblicato una definizione ampiamente accettata della morte,
che coinciderebbe con l’istante in cui il paziente, in coma, non risponde più al minimo stimolo, e
l’elettroencefalogramma segna una linea orizzontale continua.
Gli altri membri del comitato erano il giudice Edson L. Haines, della Corte Suprema dell’Ontario e
J. Francis Leddy, presidente dell’Università di Windsor.

Sviluppando i differenti punti sollevati durante la discussione, Bigelow rivelò, in un’ulteriore
intervista, che i suoi trentadue anni di pratica chirurgica gli avevano confermato, senza il minimo
dubbio, l’esistenza dell’anima. “Ci capita a volte, egli dice, di essere presenti nel momento del
trapasso; notiamo allora il verificarsi di misteriose trasformazioni.”
“Una delle più evidenti è l’improvvisa assenza di vita negli occhi, che perdono tutta la loro
luminosità. Essi diventano opachi e letteralmente senza vita.”
“È difficile presentare una documentazione di queste osservazioni. A dire il vero, non credo che sia
veramente possibile farlo.”

Bigelow, che gode di una notorietà mondiale per la sua abilità chirurgica in campo cardio-vascolare
e come pioniere del metodo di “congelazione” chirurgica detta ipotermia, spiega che una “ricerca
sull’anima” dovrebbe essere intrapresa all’interno delle università dagli studiosi di teologia e di
discipline ad essa connesse.
Nel corso di questa discussione, Leddy affermò: “Se l’anima esiste, non potrete vederla. Non potrete
trovarla.”
Se veramente esiste un principio vitale, che cos’è?” Una delle difficoltà principali è che “l’anima
non si situa in nessun punto preciso all’interno del corpo. Pervade il corpo, ma non si può
localizzare.”
Sarebbe bene cominciare a fare esperimenti, ma non vedo come sarebbe possibile ottenere il minimo
dato in questo campo.” Leddy aggiunse che questa discussione gli ricordava le affermazioni del
cosmonauta sovietico che, al suo ritorno sulla Terra, negò l’esistenza di Dio perché non L’aveva
visto lassù.
“Può essere, rispose Bigelow, ma nell’ambito della medicina moderna, quando ci si scontra con un
problema che sembra insolubile, la parola d’ordine è scoprire la risposta, sottometterla al
laboratorio, andare avanti fino al punto di poter scoprire la verità.”
“L’interrogativo centrale, aggiunge Bigelow, è il seguente: Dove risiede l’anima, e da dove viene?”

Srila Prabhupada presenta
la testimonianza vedica

Caro Dottor Bigelow,
Le porgo i miei saluti. Ho recentemente letto un articolo sulla Gazette di Rae Corelli, intitolato
“Un chirurgo del cuore vuole sapere che cos’è l’anima” e l’ho trovato molto interessante. I suoi
commenti rivelano una grande perspicacia, e questo mi ha suggerito l’idea di scriverle a questo
proposito. Può darsi che lei sappia che sono il fondatore acarya dell’Associazione Internazionale
per la Coscienza di Krishna. Abbiamo molti centri in Canada a Montreal, Toronto, Vancouver e
Hamilton. Il nostro Movimento per la Coscienza di Krishna si propone in particolare di far conoscere
a ogni anima la sua condizione originale e spirituale.
Senza alcun dubbio l’anima è presente nel cuore dell’essere vivente ed è la fonte di tutte le
energie che sostengono il corpo. L’energia dell’anima è diffusa in tutto il corpo, e questa energia
è definita coscienza. Poiché questa coscienza diffonde l’energia dall’ anima in tutto l’organismo,
l’essere prova sensazioni di dolore e di piacere in ogni parte del suo corpo. L’anima è individuale
e trasmigra da un corpo a un altro, proprio come una persona passa dall’infanzia all’adolescenza e
quindi alla vecchiaia. La morte sopraggiunge quando passiamo da un corpo a un altro, come se
abbandonassimo un vestito usato per indossarne uno nuovo. Questo passaggio è definito trasmigrazione
dell’anima.

Quando un’anima, avendo dimenticato la sua vera dimora nel mondo spirituale, desidera gustare i
piaceri di questo mondo materiale, riceve allora una vita durante la quale deve lottare duramente
per sopravvivere. Tuttavia l’anima ha la possibilità di porre fine a questa vita artificiale in cui
si sperimentano senza sosta nascita, malattia, vecchiaia e morte, quando la sua coscienza si unisce
alla coscienza suprema di Dio. Questo è il principio fondamentale del nostro Movimento per la
Coscienza di Krishna.
Per quanto riguarda i trapianti cardiaci, essi non possono riuscire se non quando l’anima del
ricevente dà la sua energia al cuore trapiantato. È necessario quindi che la presenza dell’anima sia
accettata. Durante il rapporto sessuale, se l’anima è assente non avverrà alcun concepimento, alcuna
gravidanza. La contraccezione ha l’effetto di deteriorare l’utero in modo tale che l’anima non vi
può rimanere; la contraccezione si oppone alle leggi di Dio.

È per ordine di Dio che un’anima è inviata nell’utero di una determinata madre. I metodi
contraccettivi impediscono all’anima di impiantarvisi e l’anima dovrà allora essere affidata a
un’altra madre. Ciò significa disubbidire al Supremo. Prendiamo l’esempio di un uomo che si suppone
debba vivere in un determinato appartamento. Se, in un modo o nell’altro, gli viene impedito di
entrarvi, egli avrà grossi problemi. Questo atto costituisce un’interferenza illegale; è un reato
passibile di punizione secondo la legge.
Il fatto di intraprendere una “ricerca sull’anima” contribuirebbe certamente all’avanzamento della
scienza. Ma per quanto grande sia il progresso della scienza, nessuno potrà scoprire l’anima. La sua
presenza può essere accettata solo attraverso una comprensione indiretta; leggiamo infatti nelle
Scritture vediche che le dimensioni dell’anima equivalgono alla decimillesima parte della punta di
un ago. È quindi impossibile per gli scienziati isolare l’anima.

Dobbiamo semplicemente accettarne l’esistenza affidandoci alle affermazioni delle autorità
superiori. Ciò che i più grandi scienziati cominciano a scoprire ora, noi l’abbiamo già spiegato
molto tempo addietro.
Dal momento in cui si comincia a capire l’esistenza dell’anima, si può subito capire l’esistenza di
Dio. La differenza tra Dio e l’anima è che Dio è un’anima infinita, mentre l’essere vivente è
un’anima infinitesimale, ma qualitativamente le due anime sono uguali. Dio è onnipresente, e
l’essere vivente è “localizzato”, ma la loro natura e i loro attributi sono identici.
Lei dice che la questione principale sarebbe quella di “determinare dove si trova l’anima e qual è
la sua origine”. Questo non è difficile da capire.
Abbiamo già detto che l’anima risiede nel cuore dell’essere vivente e si rifugia in un altro corpo
dopo la morte. In origine l’anima proviene da Dio. Come una scintilla che proviene dal fuoco sembra
estinguersi quando cade lontano dal fuoco, così la scintilla dell’anima proviene in origine dal
mondo spirituale.
In questo mondo materiale, l’anima subisce l’influenza di tre condizioni che sono proprie della
natura materiale, la virtù, la passione e l’ignoranza.

Quando una scintilla entra in contatto con l’erba secca rimane incandescente; se cade sul terreno,
invece, non può manifestare nessuna incandescenza, a meno che non vi trovi qualche combustibile; se
poi cade sull’acqua si estingue. Possiamo constatare quindi che l’anima conosce tre tipi di
condizioni di esistenza. Un essere individuale avrà completamente dimenticato la sua natura
spirituale, un altro l’avrà quasi dimenticata, pur mantenendo l’istinto spirituale; un altro ancora
sarà costantemente alla ricerca della perfezione spirituale. Esiste un metodo autorizzato per
raggiungere la perfezione spirituale, e se l’anima è ben guidata può facilmente tornare alla sua
dimora originale, nel regno di Dio.
Sarebbe un grande contributo per la società umana se l’insegnamento autentico delle Scritture
vediche potesse essere presentato sulla base della comprensione scientifica moderna. I fatti
esistono già: basta presentarli in modo adeguato alla capacità di comprensione di oggi.
Enorme sarebbe il contributo di medici e scienziati di questo mondo se aiutassero l’uomo a capire la
scienza dell’anima.

Sinceramente suo,

A.C. Bhaktivedanta Swami

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