La reincarnazione – 5° CAPITOLO
La scienza eterna della vita
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna
5° CAPITOLO
Il viaggio segreto dell’anima
(Estratti dalle opere di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada)
La nostra vita non è che un lampo nel tempo
Da tempo immemorabile l’essere condizionato passa di specie in specie, di pianeta in pianeta, in un
moto pressoché perpetuo. La Bhagavad-gita descrive questo processo, brahmayan sarva-bhutani
yantrarudhani mayaya: stregati da maya tutti gli esseri errano attraverso l’universo nel veicolo del
corpo, che l’energia materiale mette a loro disposizione. L’esistenza materiale si basa su una serie
di azioni e di reazioni. Potrebbe essere paragonata a una lunga banda di film, dove le azioni e le
reazioni si concatenano; e la durata di una vita non è che un lampo in questo spettacolo di reazioni
a catena. Quando un bambino nasce, il particolare corpo che ha assunto è l’inizio di una nuova serie
di azioni, e quando un vecchio muore è un complesso di reazione karmiche che si conclude. (Srimad
Bhagavatam, 3.31.44)
Ottenete un corpo di vostra scelta
L’anima individuale stessa crea il proprio corpo con la forza dei suoi desideri personali; l’energia
esterna del Signore le fornisce l’involucro materiale adatto a soddisfare i suoi desideri. La tigre,
per esempio, durante la sua precedente vita aveva certo desiderato di gustare il sangue di altri
animali, e per la grazia del Signore è stata quindi provvista dall’energia materiale di un corpo
idoneo ai suoi desideri sanguinari.
(Srimad Bhagavatam, 2.9.2)
Morire significa dimenticare la propria vita precedente
Quando sopraggiunge la morte tutte queste relazioni basate sul corpo sprofondano nell’oblìo. Il
sonno offre a questo proposito un esempio, in scala ridotta, di questa esperienza. Quando dormiamo
perdiamo ogni nozione del nostro corpo e di ciò che è relativo ad esso, anche se il nostro sonno
dura soltanto qualche ora. Similmente, la morte consiste in un sonno che dura qualche mese, il tempo
necessario alla formazione di una nuova prigione corporea, offerta dalle leggi della natura in
conformità dei nostri desideri. Si tratta dunque di cambiare la natura dei nostri desideri mentre
siamo ancora in questo corpo, e per fare questo occorre ricevere un’ adeguata educazione nel corso
della vita umana. Questa educazione può avere inizio in qualsiasi momento della vita, anche pochi
istanti prima della morte, ma la procedura normale vuole che si venga educati fin dall’infanzia.
(Srimad Bhagavatam, 2.1.15)
L’anima assume dapprima una forma umana
L’essere vivente è in origine un’entità spirituale, ma a causa del suo desiderio di gustare i
piaceri di questo mondo materiale cade dalla sua posizione. Possiamo capire che l’essere vivente
assume dapprima un corpo nella forma umana, ma progressivamente, a causa dei suoi atti degradanti,
cade tra le specie inferiori, animali, vegetali o acquatiche. Attraverso il processo graduale
dell’evoluzione, l’essere vivente ritrova una forma umana e ottiene così una nuova occasione di
sfuggire alle trasmigrazioni successive. Ma se spreca di nuovo la possibilità che gli viene offerta,
cioè quella di comprendere la sua vera identità, ricadrà nel ciclo di morti e rinascite in forme
diverse di vita.
(Srimad Bhagavatam, 4.29.4)
La scienza della reincarnazione
è sconosciuta agli scienziati di oggi
La scienza della trasmigrazione dell’anima è completamente sconosciuta agli scienziati di oggi.
Questi cosiddetti scienziati non amano occuparsi di questi argomenti perché, se considerassero
questi argomenti sottili e i problemi dell’esistenza, dovrebbero prendere atto che il loro futuro è
veramente buio.
(Srimad Bhagavatam, 4.28.21)
Ignorare ciò che riguarda la reincarnazione è pericoloso
Poiché la civiltà moderna è basata sulla vita di famiglia, in una casa provvista di tutti gli agi,
ognuno, dopo essere andato in pensione, si aspetta di godersi una vita comoda in una casetta ben
ammobiliata, insieme a bei bambini e graziose signore, e non avrà il minimo desiderio di lasciare la
propria abitazione. Così è per gli alti funzionari del governo e per gli uomini politici che fino al
momento della morte rimangono attaccati alle loro posizioni di privilegio e non desiderano lasciare,
neppure in sogno, le dolcezze del focolare domestico. Prigioniero di queste illusioni, il
materialista elabora mille progetti per rendere ancora più piacevole la sua esistenza, ma
all’improvviso arriva la morte crudele che se lo porta via senza pietà, costringendolo a lasciare il
suo corpo per prenderne un altro. Nonostante tutti i suoi piani, egli è costretto ad assumere un
corpo tra le otto milioni quattrocentomila specie viventi, secondo le attività che ha compiuto nel
corso della sua vita.
Generalmente le persone che sono troppo attaccate alle comodità della casa saranno costrette a
rinascere tra le specie inferiori di vita a causa degli atti colpevoli che hanno contraddistinto una
lunga vita interamente votata al peccato. In questo modo tutta l’energia della vita umana va in
fumo. Per evitare il pericolo di sprecare così la vita umana, attaccandosi alle illusioni, all’età
di cinquant’anni, se non prima, si deve diventare consapevoli della morte incombente. La cosa
importante è capire che la morte può arrivare in qualsiasi momento, anche prima dei cinquant’anni,
perciò bisogna prepararsi per una migliore esistenza futura.
(Srimad Bhagavatam, 2.1.16)
“E in polvere ritornerai”
Quando moriamo, il nostro corpo materiale composto di cinque elementi, terra, acqua, aria, fuoco ed
etere, si decompone, permettendo in tal modo agli elementi materiali grossolani di fondersi di nuovo
nella natura. Così, come dice la Bibbia: “Polvere sei e in polvere ritornerai.” In alcune società
l’usanza vuole che si bruci il cadavere; in altre lo si sotterra; in altre ancora lo si dà in pasto
agli animali. In India, gli indù bruciano il corpo, trasformandolo in cenere. La cenere non è che un
altro aspetto della terra. I cristiani sotterrano il corpo, e col passare dei tempo il corpo, nella
tomba, si trasforma in polvere, che è anche, come la cenere, un altro aspetto della terra. Esistono
anche altre società, come la comunità dei Parsi nell’India, i quali non sotterrano né inceneriscono
il cadavere, ma lo danno in pasto agli avvoltoi; gli avvoltoi vengono immediatamente a cibarsi dei
corpi, i quali alla fine saranno trasformati in escrementi. Così, qualunque cosa accada, questo
corpo meraviglioso che noi insaponiamo e curiamo con tanto amore, sarà un giorno o l’altro
trasformato in escrementi, in cenere o in polvere …All’istante della morte gli elementi più
sottili (la mente, l’intelligenza e l’ego) che nel loro complesso costituiscono la coscienza,
trasportano l’anima spirituale infinitesimale in un altro corpo, in modo che essa possa conoscere
gioie e dolori in proporzione alle sue attività precedenti.
(The Path of Perfection, pag.101)
Astrologia e reincarnazione
I calcoli astrologici con cui si determinano le influenze astrali che agiscono su un essere secondo
il momento e il luogo della sua nascita non sono supposizioni, ma costituiscono una scienza esatta,
come conferma qui lo Srimad Bhagavatam. Ogni essere di questo mondo subisce l’influenza delle leggi
della natura in ogni istante della sua esistenza, proprio come il cittadino obbedisce alle leggi che
regolano lo Stato. Gli obblighi a cui ci costringono le leggi dello Stato sono immediatamente
percettibili, mentre le leggi della natura materiale, molto più sottili, sfuggono alla nostra
percezione diretta.
Le leggi della natura sono così penetranti che ogni parte del nostro corpo è influenzata da un
particolare astro; ogni corpo, o “campo d’azione”, che riceviamo ci spetta per un determinato tempo
di carcerazione, sotto condizioni astrali ben precise. Il destino di un uomo è dunque tracciato fin
dall’istante della sua nascita, secondo le costellazioni che predominano in quel momento; perciò un
astrologo erudito può formulare in quell’istante stesso l’oroscopo dove è scritto il destino del
neonato. Si tratta di una grande scienza e l’abuso che ne è stato fatto oggi non sminuisce il suo
valore.
Il coordinamento delle influenze astrali non dipende mai dalla volontà umana, ma è nelle mani di
autorità superiori, di agenti del Signore Supremo. E naturalmente le influenze predominanti al
momento della nascita sono determinate dagli atti passati, buoni e cattivi, dell’essere che viene al
mondo. Di qui l’importanza degli atti virtuosi e colpevoli compiuti dall’essere nel corso delle sue
esistenze: solo con atti pii sarà possibile ottenere grandi ricchezze, una buona educazione e un
aspetto fisico attraente.
(Srimad Bhagavatam, 1.12.12)
Nota del redattore: L’espressione “astrologo competente” designa qui colui che ha una conoscenza
perfetta della scienza rigorosa che è l’astrologia vedica, al cui paragone l’astrologia moderna
popolare non è che un’esercitazione di stupido sentimentalismo, disseminata di errori.
I vostri pensieri determinano il vostro prossimo corpo
Il fatto che nell’etere esistano forme sottili è stato provato dalla scienza moderna grazie al
fenomeno della trasmissione delle onde televisive: forme o immagini vengono trasmesse da un luogo a
un altro mediante l’azione dell’elemento etereo. Nello Srimad Bhagavatam c’è la base potenziale di
un vasto lavoro di ricerca scientifica; esso spiega infatti che le forme sottili sono generate a
partire dall’etere, enuncia le loro caratteristiche e i loro movimenti, e il modo in cui gli
elementi tangibili, cioè l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra, sono manifestati a partire dalla
forma sottile. Le attività della mente, ossia le funzioni psicologiche, cioè pensare, sentire e
volere, si sviluppano anch’esse al livello dell’etere. L’asserzione della Bhagavad-gita secondo la
quale la condizione della mente all’istante della morte è la base dell’esistenza successiva, è
confermata in molti passi dello Srimad Bhagavatam. L’esistenza mentale prende effettivamente una
forma tangibile allorché se ne presenta l’occasione.
(Srimad Bhagavatam, 3.26.34)
Perché molti non accettano la reincarnazione
La vita dopo la morte esiste ed è anche possibile liberarsi dal ciclo di morti e rinascite
successive e raggiungere l’immortalità. Tuttavia, poiché siamo stati abituati ad accettare un corpo
dopo l’altro da tempo immemorabile, è difficile per noi concepire l’esistenza di una vita eterna.
Inoltre, poiché l’esistenza materiale è fonte di dolore, esiste la tendenza a pensare che anche una
vita eterna debba essere piena di tribolazioni. Per esempio, un uomo ammalato, che deve inghiottire
una medicina molto amara, ed è costretto a stare letto, e là deve rimanere perfino per mangiare,
urinare ed evacuare -incapace com’è di muoversipotrà trovare la vita talmente intollerabile da
pensare al suicidio; similmente, un’ esistenza ispirata al materialismo è una tale fonte di
sofferenza che a volte la disperazione spinge gli uomini ad adottare la flosofia del nichilismo o
dell’impersonalismo al fine di tentare di negare la loro stessa esistenza nel desiderio di
annullarsi. Ma in realtà, annullarsi non è possibile, e non è nemmeno necessario. La nostra
condizione materiale è fonte di sofferenza, ma quando ce ne liberiamo potremo trovare una vera vita,
la vita eterna.
(Insegnamenti della Regina Kunti, pag.107)
Ancora pochi anni soltanto!
Il karma è la somma globale delle attività interessate, cioè di quelle attività che sono compiute
con lo scopo di porre il corpo in situazioni piacevoli o sgradevoli. Abbiamo avuto l’occasione di
vedere un uomo che, in punto di morte, implorava il suo medico di permettergli di vivere ancora
quattro anni per poter portare a termine i suoi progetti. Ciò significa che quei progetti occupavano
ogni suo pensiero mentre stava per morire, e senza alcun dubbio egli li portò con sé nel suo corpo
sottile (costituito dalla mente, dall’intelligenza e dal falso ego) dopo che il suo corpo grossolano
fu distrutto. Avrà in questo modo ottenuto un’altra occasione di soddisfare i suoi desideri, per la
grazia del Signore, l’Anima Suprema, che dimora sempre nel cuore. Nella sua nascita successiva,
l’essere vivente ritrova il ricordo dei suoi desideri grazie all’Anima Suprema e comincia a cercare
di portare a termine i progetti che aveva intrapreso nella sua vita precedente. Situato sul veicolo
che la natura materiale gli ha assegnato dopo aver ritrovato il ricordo dei suoi desideri grazie
all’Anima Suprema, l’anima condizionata lotterà vagando per tutto l’universo al fine di realizzare i
suoi piani.
(Srimad Bhagavatam, 4.29.62)
Cambiare sesso senza chirurgia
I nostri pensieri all’istante della morte determinano la nostra futura nascita. L’uomo troppo
attaccato alla moglie naturalmente penserà a lei all’istante della morte, col risultato che
rinascerà in un corpo di donna. Così, se una donna pensa a suo marito all’istante della morte,
naturalmente nella sua prossima vita vivrà in un corpo di uomo.
Come insegna la Bhagavad-gita, non dobbiamo mai dimenticare che i corpi di materia, grossolana e
sottile, non sono che vestiti; rappresentano la camicia e la giacca dell’anima. Quindi il fatto di
essere un uomo o una donna coinvolge solo l’abito corporeo.
(Srimad Bhagavatam, 3.31.41)
I sogni e le vite anteriori
A volte vediamo, nei sogni, cose di cui non abbiamo mai avuto esperienza nel corso della nostra vita
presente. Così ci accadrà di sognare che voliamo nel cielo, sebbene tale esperienza ci sia
totalmente sconosciuta. Ciò indica che in una vita precedente, o come astronauti o come esseri
celesti, volavamo. Questa impressione è rimasta immagazzinata nella mente e improvvisamente si è
manifestata. Tale fenomeno può essere paragonato alla fermentazione che si produce sul fondo
dell’acqua, e che a volte è reso manifesto dalle bolle che salgono in superficie. Capita talvolta di
sognare un luogo particolare che non abbiamo mai conosciuto in questa vita, e ciò è la prova che ne
abbiamo avuto conoscenza in una vita anteriore. La mente immagazzina impressioni diverse che
talvolta ricorrono nei nostri sogni o nei nostri pensieri. Si può dunque concludere che la mente è
una riserva di esperienze e pensieri vari, accumulati nel corso delle nostre vite passate. Esiste
quindi continuità da una vita a un’altra, dalla precedente a quella attuale, e da questa alle vite
seguenti.
(Srimad Bhagavatam, 4.29.64)
Coma e vita successiva
L’essere vivente troppo impegnato in attività materiali si attacca eccessivamente al corpo
materiale. Fino alla sua ultima ora i pensieri saranno rivolti al corpo e agli esseri che sono ad
esso collegati. L’essere rimane quindi pienamente assorto in una concezione corporea dell’esistenza,
tanto che all’istante della morte trova orribile dover lasciare il proprio corpo. A volte vediamo
che una persona in punto di morte rimane in coma per molti giorni prima di lasciare il suo involucro
materiale. Questo potrebbe essere, per esempio, il caso di una persona che in vita ha provato grande
piacere nell’occupare un corpo di primo ministro o di presidente, e perciò, nella consapevolezza di
dover rinascere come cane o maiale, si rifiuta di abbandonare il corpo presente. Perciò rimane in
stato comatoso per molti giorni prima di morire.
(Srimad Bhagavatam, 4.29.77)
Fantasmi e il suicidio
Gli spiriti sono privi di corpo fisico a causa dei loro atti gravemente colpevoli, tra i quali il
suicidio. L’ultima risorsa delle persone possedute da fantasmi consiste infatti nel cercare rifugio
nel suicidio, sia esso materiale o spirituale. Il suicidio materiale provoca la perdita del corpo
fisico, e il suicidio spirituale provoca la perdita dell’identità individuale.
(Srimad Bhagavatam, 3.14.24)
Cambiare corpo: riflesso di maya
La luna è imperturbabile ed è una, ma quando si riflette sull’acqua o sull’olio sembra assumere
forme diverse a causa delle oscillazioni del liquido provocate dal vento. Similmente, l’anima è
l’eterno servitore di Krishna, Dio, la Persona Suprema, ma quando entra in contatto con le tre
influenze della natura materiale assume corpi differenti, ora corpi di esseri celesti, ora corpi di
uomini, ora di cani, di alberi e così via. Sotto l’influenza di maya l’energia illusoria del Signore
Supremo, l’essere vivente pensa di essere questa o quella persona, credendosi americano, indiano,
gatto, cane, albero… o qualsiasi altra forma. Questo è ciò che viene definito maya. Quando ci si
libera da questa confusione e si capisce che l’anima non appartiene a nessuna forma di questo mondo
materiale, si è allora giunti al livello spirituale. Non appena l’essere vivente ritrova la sua
forma spirituale originale e la sua comprensione, si abbandona subito alla suprema forma, quella di
Dio, la Persona Sovrana.
(Srimad Bhagavatam, 10.1.43)
Gli uomini politici rinascono nei loro paesi
All’istante della morte ogni essere vivente si preoccupa di ciò che accadrà alla moglie e ai figli.
Similmente, un uomo politico si preoccuperà della sorte del suo paese o del suo partito. Questi
cosiddetti nazionalisti eccessivamente attaccati alla loro patria d’origine rinasceranno sicuramente
in quello stesso paese al termine della loro carriera politica. La nostra prossima vita sarà anche
determinata dagli atti che compiamo ora. Alcuni uomini politici commettono talvolta gli atti più
vili per la gratificazione dei loro sensi. Non è raro per esempio che essi si liberino di un
avversario politico ricorrendo all’assassinio. Ma sebbene venga loro concesso di poter rinascere
nella loro cosiddetta “madre patria”, devono tuttavia subire le sofferenze derivate dalle attività
riprovevoli compiute nella loro vita precedente.
(Srimad Bhagavatam, 4.28.21)
Che male c’è nell’uccidere gli animali?
L’ahimsa, ossia la non-violenza, consiste nel non interrompere l’evoluzione di nessun essere
vivente. Non si dovrebbe pensare che non ci sia alcun male nell’uccidere gli animali per la
soddisfazione dei propri sensi per il fatto che la scintilla spirituale non perisce mai e sopravvive
al corpo. Sebbene ampiamente provvisto di cereali, frutta e latte, l’uomo si dedica al consumo di
carne animale. L’uccisione degli animali non è necessaria. Anch’essi, trasmigrando da una specie
animale all’altra, compiono un certo progresso nella loro vita evolutiva. Se un animale è ucciso il
suo progresso sarà ostacolato. Infatti, prima di elevarsi alla specie animale superiore dovrà
ritornare nella specie che ha lasciato prematuramente per completare il periodo di tempo che è stato
per lui previsto. Non si deve quindi impedire l’evoluzione degli animali solo per la soddisfazione
del palato.
(Bhagavad-gita, 16.1-3)
L’evoluzione: viaggio dell’anima attraverso le specie
Noi constatiamo che esistono numerose forme di vita, ma da dove vengono queste differenti forme? La
forma di cane, di gatto, di albero, di rettile, le diverse forme di insetti, di pesci, da dove
vengono?
L’ipotesi di una evoluzione è possibile, ma resta il fatto che tutte le diverse forme di vita
esistono simultaneamente, il pesce esiste, l’uomo esiste, la tigre e tutti gli altri esseri
esistono.
Queste forme di vita sono paragonabili a diversi tipi di appartamenti in una città. Noi ne abiteremo
uno secondo l’affitto che potremo pagare, ma ciò non toglie che essi esistano tutti simultaneamente.
Similmente, è concessa all’essere vivente la possibilità di occupare, secondo il suo karma, uno di
questi corpi. L’evoluzione, tuttavia, esiste ugualmente. Dopo il pesce, il livello successivo di
evoluzione sarà la vita vegetale. Da questo stadio l’essere vivente potrà occupare il corpo di un
insetto. Dallo stadio di insetto passerà a quello di uccello, poi a quello di mammifero, e infine
l’anima spirituale evolverà alla forma di vita umana. Da questo stadio di vita umana l’anima
individuale potrà proseguire la sua evoluzione se si mostrerà qualificata, altrimenti dovrà entrare
di nuovo nel ciclo evolutivo. Questa forma umana segna dunque una tappa importante nell’evoluzione
dell’essere vivente.
(Consciousness: the missing link, pag. 5)
L’illusione di maya
L’illusione di maya è come schiuma
Che svanisce di nuovo tra le onde del mare,
Nessuno è madre, padre o parente
Come schiuma, non durano che per un breve istante.
E, come la schiuma si dissolve nel mare,
Questo corpo prezioso di cinque elementi scompare.
Chi potrà dire quante effimere forme
L’anima incarnata ha dovuto indossare?
Poesia bengali di
Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
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