La reincarnazione di Sai Baba
Tratto da:
Roberto Luigi Buttafava
Sai Baba e La Reincarnazione
La risposta a tutti i perché
Edizioni Milesi
La reincarnazione di Sai Baba
Per chi giustamente chiedesse una prova in più, una prova veramente
inconfutabile (in fondo ne basta una), ebbene, questa prova c’è. E si chiama
Sathya Sai Baba. Un Essere vivente, controllabile, documentabile. Ormai
tutti sanno chi è. È il grande Avatar, che ha cento milioni di seguaci nel
mondo, che da decenni richiama grandi folle d’ogni razza e Paese a
Puttaparthi, nell’India meridionale, che dimostra la Sua Essenza Divina con
straordinari miracoli e poteri. Materializza istantaneamente, sul palmo
della mano, la polvere terapeutica – la vibhuti – e qualunque altra materia
e oggetto Egli voglia (fiore, frutto, cibo, dolciume, gioiello,…). Sono
state documentate centinaia di guarigioni immediate e totali, almeno due
casi di resurrezione da rigor mortis (incredibili, ma controllabili, con
tanto di nome, cognome, località, referti medici), fenomeni di bilocazione,
chiaroveggenza, onniscienza, onnipotenza, onnipresenza.
A differenza di tanti guru, rifiuta qualsiasi offerta in danaro. E, cosa non
meno significativa, continua a ripetere di non essere venuto su questa terra
solo per guarire malati o elargire doni, ma per svolgere un compito ben più
importante. Trasformare le coscienze. Produrre un salto di qualità nell’
evoluzione spirituale. Cancellare l’egoismo. Predicare la fratellanza, l’
amore universale, l’unione di tutte le genti in un unico Dio. Ha fondato
scuole in varie parti dell’India (del tutto gratuite per i diseredati),
diecimila villaggi per i poveri, ospedali, seminari. Ha tenuto centinaia di
discorsi, pubblicato decine di libri. I Suoi fenomeni sono stati studiati da
tanti, autorevolissimi scienziati: russi, tedeschi e americani, che hanno
dovuto ammettere di trovarsi di fronte a prodigi meravigliosi e non
decifrabili dalla mente umana.
Ebbene, Sai Baba non solo sostiene la dottrina della reincarnazione, ma ne
dimostra la realtà concreta, offrendo Se Stesso come prova documentabile.
Io sono la reincarnazione di Shirdi Baba, morto in India il 15 Ottobre 1918,
che, prima di morire, annunciò ai suoi devoti più cari che sarebbe rinato
otto anni dopo col nome di Sathya Sai Baba.
Sai di Shirdi aveva anche predetto che sarebbe rinato nello Stato dell’
Andhra Pradesh, e lì è nato l’Avatar otto anni dopo, il 23 Novembre 1926,
appunto col nome di Sathya (che significa “Verità”). Sathya Sai Baba ha
anche precisato:
-Fin dall’infanzia io ebbi coscienza di essere Shirdi Baba reincarnato e a
dieci anni lo dichiarai pubblicamente alla gente di Puttaparthi,
benché nessuno in questa regione del Sud avesse allora mai sentito parlare
né mai conosciuto Shirdi Baba.
Una delle persone a cui il guru indiano Shirdi Baba aveva fatto questa
rivelazione, la devota Sarada Devi, è stata avvicinata e interrogata nel
1976 da un medico indiano, biografo di Sathya Sai Baba, M. Narasimha Rao,
che ne riporta l’eccezionale testimonianza. Rao racconta che Sarada Devi,
ricordando la profezia, volle incontrare Sai Baba nel ’40, quando lei aveva
cinquantadue anni e lui quattordici. Baba le si rivolse chiamandola subito
Gori (bimba rosa), proprio l’affettuoso nomignolo che Shirdi Sai le aveva
dato quand’era piccina. Poi, per dimostrare d’essere Shirdi Baba
reincarnato, rievocò un episodio particolare che solo lei poteva conoscere.
Una piccola mancanza che lei aveva commesso nel 1917, quando, dovendo
raccogliere fondi per una sua scuola musicale benefica, si era servita di
dieci rupie che Shirdi teneva nella cassetta delle offerte. Rao conclude il
racconto dicendo:
A quel punto della rievocazione dell’episodio, il giovane Sathya chiese a
Sarada che il denaro gli venisse restituito! Sarada si convinse che quel
giovane che le stava di fronte era veramente Shirdi Baba tornato a rinascere
sulla Terra; si inchinò e si prostrò in religioso silenzio, immediatamente
dopo la rivelazione, davanti a Sathya Sai Baba.
Sarada Devi volle diventare devota anche di Sathya, a cui fece visita
numerose volte e, dal 1958 alla morte, prestò la sua opera presso di Lui all
‘Ospedale di Prasanthi Nilayam.
Rao riporta un altro episodio che dimostra come, sempre da ragazzo, nel
1944, Sathya Sai Baba diede prova di essere la reincarnazione di Shirdi. Fu
il giorno in cui prodigiosamente “ricostruì” in una stanza l’immagine del
paese di Shirdi dopo la morte di Shirdi Baba stesso:
A diciott’anni Sathya condusse i Suoi genitori e la madre adottiva nella
stanza accanto alla loro casa a Puttaparthi, che si era miracolosamente
trasformata, sebbene provvisoriamente, nel paese di Shirdi! Tutti i presenti
poterono perciò vedere la tomba di Shirdi Baba con i bastoncini d’incenso da
entrambi i lati; un giovane seduto in un angolo, intento alla lettura del
Corano; il tempio di Hanuman in primo piano e persino il famoso albero neem
in lontananza.
Più tardi, nei primi anni Cinquanta, quando veniva trasportato nelle
processioni attorno al villaggio, su palanchini ornati di fiori, Sathya
volle ricordare di essere stato il Baba di Shirdi materializzando la sua
precedente immagine accanto a quella attuale:
…Sathya gettava i fiori agli abitanti del villaggio che si affollavano al
Suo passaggio, e alcuni dei fiori si trasformavano in dolci, altri in
medaglioni; essi avevano il marchio di Shirdi Sai Baba da un lato e quello
di Sathya Sai Baba dall’altro.
Sathya Sai Baba ha già annunciato la data della Sua morte, nel 2022, a
novantasei anni. E ha già profetizzato che si reincarnerà nuovamente dopo
otto anni, nel 2030, col nome di Prema Sai.
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