A cura di Andrea Boni
da scienzaespiritualita.blogspot.com/
Quest’oggi come di consueto ho aperto i siti Internet di alcuni dei più importanti quotidiani per
leggere le notizie e tenermi informato. E’ una pratica che adotto da tempo per dedicare 15-30 minuti
alla lettura degli articoli più interessanti. Mi sono imbattuto in una notizia il cui contenuto non
è nuovo, certamente, ma visto il tono e i temi che abbiamo deciso di trattare in questo Blog non
potevo ignorare. La notizia riporta alcune dichiarazioni di Umberto Veronesi circa la religiosità
che riporto integralmente di seguito così come pubblicato sul Corriere della Sera.
MILANO – La religione impedisce di ragionare mentre la scienza vive nella ricerca della verità. Sono
mondi molto lontani. Umberto Veronesi, nel corso di Sky Tg24 Pomeriggio, ha spiegato i motivi che,
da scienziato, lo hanno portato ad allontanarsi dalla fede. «Scienza e fede non possono andare
insieme – ha affermato l’ oncologo – perché la fede presuppone di credere ciecamente in qualcosa di
rivelato nel passato, una specie di legenda che ancora adesso persiste, senza criticarla, senza il
diritto di mettere in dubbio i misteri e dogmi che vanno accettati o, meglio, subiti».
«INTEGRALISTA» – Secondo Veronesi, infatti, la religione, per definizione, è integralista, mentre la
scienza vive nel dubbio, nella ricerca della verità, nel bisogno di provare, di criticare se stessa
e riprovare. In sostanza, è la sua tesi, si tratta di due mondi e concezioni del pensiero molto
lontani l’uno dall’altro, che non possono essere abbracciati tutti e due. Nel corso della
trasmissione l’oncologo ha poi ricordato di venire da una famiglia religiosissima, «ho recitato il
rosario tutte le sere fino ai 14 anni», ma di aver deciso di allontanarsi, nei primi tempi con
grande difficoltà, dopo aver esaminato a fondo tutte le religioni. «Perché – ha concluso – mi sono
convinto che ogni religione esprime il bisogno di una determinata popolazione in quel momento
storico». (Fonte: Ansa)
Il connubio Scienza e Fede ha caratterizzato la dialettica degli ultimi millenni. Già Tommaso
D’Aquino si occupò di questo importantissimo aspetto, infatti. Probabilmente le esperienze
spirituali di Veronesi sono state davvero traumatiche e dispiace leggere tali contenuti un poco
chiusi e limitati da una mente intelligente e colta. La mia esperienza con la Scienza appartiene
alla tradizione occidentale: laureato in Ingegneria Elettronica, Dottorato di Ricerca in
Ingegneria Elettronica ed Informatica, Ricercatore presso l’Università di Trento con studi sulle
Reti Neurali e modelli di apprendimento Automatico, Docente di Elettronica dei Sistemi Digitali
presso la stessa Università. Davvero tanta razionalità e Scienza nel mio Curriculum! La mia
esperienza con la spiritualità appartiene prima alla tradizione Cattolica, poi, più recentemente
alla tradizione Induista con matrice Vedico-Vaishnava. Ebbene posso dire che se la religiosità, o
meglio la spiritualità, viene vissuta in modo dogmatico e fideistico allora si impedisce di
ragionare. Ma allo stesso modo impedisce di ragionare un certo tipo di scienza quando imposta
secondo concezioni guidate da fattori che esulano da una libera interpretazione della ricerca. Siamo
sicuri che oggi la ricerca sia proprio libera? La Tradizione dello Yoga, per esempio, ma anche in
tutte le tradizioni autentiche, in cui si cerca con sincerità l’evoluzione dello spirito che porta
ad una reale armonizzazione della personalità, propone un metodo che consente di migliorare tutte le
componenti della psiche, intelligenza inclusa, attraverso una continua analisi del proprio
avanzamento e attraverso un metodo esatto di evoluzione spirituale. Posso dire da scienziato di
avere trovato una Scienza esatta nella spiritualità dell’India Antica, che non impedisce di
ragionare, ma anzi la ragione (Vedanta) si coniuga in modo armonico con la fede e la devozione
(Bhakti) verso il Divino. Ciò è espresso chiaramente nella parola sanscrita Bhaktivedanta.
L’invito a tutti i ricercatori sinceri è di non mettere delle barriere intellettuali a priori, ma di
rimanere versatili e aperti, con spirito critico costruttivo, a tutti quei contenuti autentici che
possono davvero migliorare la nostra vita.
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