< La sbalorditiva saggezza sintetica del Glossario della SRF >
(Tratto dal “Divino Romanzo” – di Yoganandaji)
< Glossario >
ANIMA. Lo Spirito individualizzato. L’anima è la vera e immortale natura dell’uomo e di tutte le
forme di vita; è avvolta solo temporaneamente dagli involucri dei corpi causale, astrale e fisico.
La natura dell’anima è lo Spirito, cioè la Gioia sempre esistente, sempre cosciente, sempre nuova.
ARJUNA. Il grande discepolo al quale Bhagavan Krsna trasmise il messaggio immortale della Bhagavad
Gita (v.) intorno al 3000 a.C., Arjuna è uno dei cinque principi Pandava e costituisce la figura
chiave del Mahabharata, il grande poema epico dell’induismo.
ASRAM. Un eremitaggio spirituale, spesso un monastero.
AUM. V. Om. La sillaba sanscrita radice, o seme di tutti i suoni, simbolo di quell’aspetto della
Divinità che crea e sostiene tutte le cose; la vibrazione cosmica. L’Aum dei Veda è divenuto la
parola sacra Hum per i tibetani, Amin per i musulmani e Amen per gli egizi, i greci, i romani, gli
ebrei e i cristiani. Le grandi religioni del mondo affermano che tutte le cose create traggono la
loro origine dalla cosmica energia vibratoria dell’Aum o Amen, il Verbo o lo Spirito Santo. “In
principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio… Tutte le cose furono fatte
da lui [il Verbo o l’Aum]; e senza di lui non è stato fatto nulla di ciò che è stato fatto”.
Amen in ebraico significa sicuro, fedele. “Queste cose dice l’Amen, il testimone fedele e veritiero,
il principio della creazione di Dio”. Come il suono è provocato dalla vibrazione di un motore
acceso, così il suono onnipresente Aum è il testimone fedele del funzionamento del ‘Motore cosmico’,
che dà origine a tutta la vita e a ogni atomo della creazione per mezzo dell’energia vibratoria.
Nelle Lezioni della Self-Realization Fellowship (v. ), Paramahansa Yogananda insegna le tecniche di
meditazione la cui pratica porta alla diretta esperienza di Dio come Aum o Spirito Santo. Questa
beata comunione con il divino potere invisibile, “il Consolatore, che è lo Spirito Santo”, è la vera
base scientifica della preghiera. V. Sat-Tat-Aum.
AVATARA. Dal sanscrito avatara, le cui radici sono ava, ‘giù’, e fri ‘passare’. Le anime che
raggiungono l’unione con lo Spirito e poi ritornano sulla terra per aiutare l’umanità sono chiamate
avatara cioè incarnazioni divine.
AVIDYA. Letteralmente non conoscenza, ignoranza: la manifestazione, nell’uomo, di Maya, l’illusione
cosmica (v.). Essenzialmente, avidya è l’ignoranza dell’essere umano con riferimento alla propria
natura divina e all’unica realtà: lo Spirito.
BABAJI. V. Mahavatar Babaji.
BHAGAVAD GITA. “Il canto del Signore”. Questa antica scrittura indiana è costituita da diciotto
capitoli che fanno parte del poema epico Mahabharata. sostanzialmente è un dialogo tra l’avatara
(v.) Bhagavan Krsna ed il suo discepolo Arjuna, che si svolge alla vigilia della storica battaglia
di Kuruksetra, combattuta circa nel 3000 a.C. La Gita è un profondo trattato sulla scienza dello
Yoga (l’unione con Dio) e un eterno insegnamento per raggiungere la felicità e il successo nella
vita di ogni giorno. È un poema sia allegorico sia storico, è un trattato spirituale sulla battaglia
interiore fra le tendenze buone e le tendenze cattive dell’uomo. A seconda del contesto Krsna
simboleggia il Guru, l’anima o Dio. Arjuna rappresenta il devoto che desidera conoscere Dio. Di
questa sacra Scrittura il Mahatma Gandhi ha detto: “Coloro che mediteranno sulla Gita ne trarranno
ogni giorno una viva gioia e nuovi significati. Non esiste un solo problema spirituale che la Gita
non possa risolvere”. Le citazioni tratte dalla Bhagavad Gita, riportate sia nel testo sia nelle
note del libro, sono state tradotte dal sanscrito da Paramahansa Yogananda, in alcuni casi
letteralmente e in altri sotto forma di parafrasi.
BHAGAVAN KRSNA. Un avatara (V.) che visse in India tre millenni prima dell’era cristiana. Uno dei
significati della parola Krsna, riportati nelle Scritture induiste, è ‘Spirito onnisciente’. Così
Krsna, come Cristo, è un appellativo spirituale che sta a indicare la grandezza divina dell’avatara,
la sua unità con Dio. Bhagavan significa Signore. Quando pronunciò il discorso riportato nella
Bhagavad Gita, Krsna era il re di un paese dell’India settentrionale. Nei primi anni della sua vita,
Krsna era un vaccaro che incantava i compagni con la musica del suo flauto. In questo ruolo Krsna
rappresenta allegoricamente l’anima che suona il flauto della meditazione per guidare tutti i
pensieri sperduti all’ovile dell’onniscienza.
BHAKTI YOGA. Il sentiero spirituale che identifica nell’amore assoluto per Dio la via principale che
porta alla comunione e all’unione con Dio. V. Yoga.
BRAHMA-VISNU-SIVA. I tre aspetti dell’immanenza di Dio nella creazione. Rappresentano la funzione
trina dell’Intelligenza cristica (Tat) che guida le attività della natura cosmica: la creazione, la
conservazione e la dissoluzione. V. Trinità.
BRAHMAN (BRAHMA). Lo Spirito assoluto.
CAKRA. Sono i sette centri occulti di vita e di coscienza nella spina dorsale e nel cervello, che
animano il corpo fisico e il corpo astrale dell’uomo. Questi centri sono chiamati cakra (ruote)
perché l’energia concentrata in ciascuno di essi è simile al mozzo di una ruota dal quale si
irradiano raggi di luce e di energia vitali. In ordine ascendente, i cakra sono: muladhara (il
centro coccigeo alla base della spina dorsale); svadhisthana (il centro sacrale, circa cinque
centimetri sopra il muladhara); manipura (il centro lombare, opposto all’ombelico); anahata (il
centro dorsale, dietro il cuore): visuddha (il centro cervicale, alla base del collo); ajna
(tradizionalmente localizzato tra le sopracciglia, in realtà diametralmente opposto al midollo
allungato, vedi anche midollo allungato e occhio spirituale); sahasrara (situato all’apice del
cervello).
I sette centri sono divinamente predisposti come uscite ovvero ‘porte’ attraverso le quali l’anima è
discesa nel corpo, e attraverso le quali deve nuovamente risalire mediante la meditazione. Nel corso
di sette fasi successive, l’anima si libera nella coscienza cosmica. Nel suo consapevole passaggio
ascendente attraverso i sette centri cerebrospinali aperti o ‘risvegliati’, l’anima percorre la
strada maestra verso l’Infinito, la vera strada che deve essere seguita per riunirsi a Dio.
I trattati yoga annoverano generalmente fra i cakra solo i sei centri inferiori e si riferiscono al
sahasrara separatamente come al settimo centro. Tutti i sette centri però, sono spesso indicati come
loti, i cui petali si aprono, ossia si rivolgono verso l’alto nel risveglio spirituale quando
l’energia e la coscienza si innalzano nella spina dorsale.
CASTA. La casta, nella sua concezione originale, non era uno stato ereditario ma una classificazione
basata sulle capacità naturali dell’uomo. Nel corso della sua evoluzione l’essere umano passa
attraverso quattro stadi distinti, indicati dagli antichi saggi induisti come Sudra, Vaisya,
Ksatriya e Brahmin. Lo Sudra è interessato soprattutto alla soddisfazione delle esigenze e dei
desideri del corpo; l’attività che meglio si addice al suo stato di sviluppo è il lavoro fisico. Il
Vaisya ambisce sia i conseguimenti materiali sia la soddisfazione dei sensi, possiede maggiori
capacità creative dello Sudra e cerca occupazioni come quella del contadino, dell’uomo di affari e
dell’artista o qualunque lavoro possa soddisfare le sue energie mentali. Lo Ksatriya, avendo già
soddisfatto in molte incarnazioni i desideri degli stati Sudra e Vaisya, comincia a cercare il senso
della vita; tenta di superare le proprie abitudini cattive, di controllare i sensi e di fare ciò che
è giusto. Gli Ksatriya sono nobili legislatori, uomini di stato, guerrieri. Il Brahmin ha superato
la propria natura inferiore; è tendenzialmente portato alla ricerca spirituale e conosce Dio; è
perciò in grado di insegnare agli altri e di aiutarli a liberare se stessi.
CELA. Parola indù che significa discepolo (v.).
CENTRO CRISTICO. Il kutastha o ajna cakra, situato nel punto fra le sopracciglia è diametralmente
opposto al midollo allungato (v.); è il centro della volontà e della concentrazione nonché della
coscienza cristica (v.); è la sede dell’occhio spirituale (v.).
CITTA. Sentimento intuitivo. L’aggregato della coscienza in cui sono insiti ahamkara (il senso
dell’io), buddhi (l’intelligenza), e manas (la mente o la coscienza dei sensi).
CONCENTRAZIONE, (TECNICA DI). La tecnica di concentrazione della
Self-Realization Fellowship (chiamata anche tecnica
Hong-So) che viene insegnata nelle Lezioni della Self-Realization Fellowship. Questa tecnica aiuta
in modo scientifico a ritirare l’attenzione da tutti gli oggetti di distrazione e a indirizzarla
verso un solo oggetto alla volta. È perciò di valore incalcolabile per la meditazione, cioè la
concentrazione su Dio. La tecnica Hong-So è parte integrante della scienza del Kriya Yoga (v.).
CORPO ASTRALE. Il sottile corpo di luce dell’uomo, costituito di prana o vitatroni (v ); il secondo
dei tre involucri che, in successione, racchiudono l’anima: ossia il corpo causale (v.), il corpo
astrale e il corpo fisico. I poteri del corpo astrale danno vita al corpo fisico, così come
l’elettricità illumina una lampadina. Il corpo astrale è composto da diciannove elementi:
intelligenza, ego, sentimento, mente (coscienza sensoria), cinque strumenti della conoscenza (le
facoltà sensorie negli organi fisici della vista, dell’udito, dell’olfatto, del gusto e del tatto);
cinque strumenti dell’azione (i poteri che fanno agire gli organi della procreazione,
dell’escrezione, della parola, del movimento e dell’abilità manuale); e cinque strumenti di forza
vitale che svolgono le funzioni della circolazione, del metabolismo, dell’assimilazione, della
cristallizzazione e dell’eliminazione.
CORPO CAUSALE. L’uomo come anima è un essere dotato di un corpo causale. Il suo corpo causale è
un’idea matrice dei corpi astrale e fisico. Il corpo causale si compone di trentacinque idee
elementari che corrispondono ai diciannove elementi del corpo astrale e ai sedici elementi materiali
del corpo fisico.
COSCIENZA (STATI DI). Nella coscienza mortale, l’uomo sperimenta tre stati: la coscienza di veglia,
la coscienza di sonno e la coscienza di sogno. Però non sperimenta la propria anima, la
supercoscienza, e non sperimenta Dio. L’uomo cristico, invece, ha queste esperienze. Come l’uomo
mortale è consapevole di tutto il proprio corpo, così l’uomo cristico è consapevole di tutto
l’universo che percepisce come il proprio corpo. Al di là della coscienza cristica esiste la
coscienza cosmica, l’esperienza dell’unione con Dio nella Sua coscienza assoluta al di là della
creazione vibratoria, nonché dell’unione con l’onnipresenza del Signore che si manifesta nei mondi
fenomenici.
COSCIENZA COSMICA. L’Assoluto; lo Spirito al di là della creazione. Per coscienza cosmica si intende
anche il samadhi, o unione con Dio sia nella creazione vibratoria sia al di là della creazione
vibratoria. V. Trinità.
COSCIENZA CRISTICA. ‘Cristo’ o ‘coscienza cristica’ è la proiezione della coscienza di Dio immanente
in tutta la creazione. Nelle Scritture cristiane è chiamata ‘figlio unigenito’, l’unico e puro
riflesso di Dio Padre nella creazione. Nelle Scritture induiste è chiamata Kutastha Caitanya o Tat
l’intelligenza cosmica dello Spirito presente ovunque nella creazione. È la coscienza universale,
l’unione con Dio, manifestata da Gesù, Krsna e da altri avatara. I grandi santi e gli yogi la
conoscono come samadhi, lo stato in cui la coscienza si identifica nell’intelligenza immanente in
ogni particella del creato; essi percepiscono tutto l’universo come il proprio corpo. V. Trinità.
COSCIENZA DI KRSNA. Coscienza cristica o Kutastha Caitanya. V. Coscienza cristica.
DHARMA. I princìpi eterni di giustizia che sostengono tutta la creazione, il dovere dell’uomo di
vivere in armonia con questi princìpi. V. anche Sanatana Dharma.
DIKSA. Iniziazione spirituale; dalla radice verbale sanscrita diks: dedicarsi. V. anche discepolo e
Kriya Yoga.
DISCEPOLO. Un aspirante spirituale che si rivolge a un guru per poter conoscere Dio e che, a questo
scopo, stabilisce con il guru un rapporto spirituale eterno. Nella Self-Realization Fellowship, il
rapporto fra il guru e il discepolo si stabilisce mediante l’iniziazione (diksa) al Kriya a Yoga. V.
anche Guru e Kriya Yoga.
EGOTISMO. Il principio dell’ego o ahamkara (letteralmente: ‘io faccio’) è la causa prima del
dualismo, la separazione apparente dell’uomo dal suo Creatore. Ahamkara porta gli esseri umani sotto
il dominio di maya (v.); per cui il soggetto (l’ego) appare falsamente come oggetto; le creature
credono di essere i creatori. Allontanando la coscienza dell’ego, l’uomo si ridesta alla propria
identità divina, alla sua unità con la sola Vita: Dio.
ELEMENTI (I CINQUE). La vibrazione cosmica Aum struttura tutta la creazione fisica, incluso il corpo
fisico dell’uomo, attraverso la manifestazione di cinque elementi (tattva): terra, acqua, fuoco,
aria ed etere (v.). Queste sono forze strutturali, intelligenti e di natura vibratoria. Senza
l’elemento terra non esisterebbe la materia solida; senza l’elemento acqua non esisterebbero i
liquidi; senza l’elemento aria non esisterebbe nessuno stato gassoso; senza l’elemento fuoco non
esisterebbe il calore e senza l’elemento etere non esisterebbe uno sfondo sul quale produrre lo
spettacolo del film cosmico. Nel corpo, il prana (l’energia cosmica vibratoria) entra dal midollo
allungato e si suddivide poi nelle cinque correnti naturali per opera dei cinque cakra (v.), o
centri inferiori: coccigeo (terra), sacrale (acqua), lombare (fuoco), dorsale (aria) e cervicale
(etere). La terminologia sanscrita per questi elementi è prthivi, ap, tej, prana e akasa.
ENCINITAS, CALIFORNIA. Encinitas è una cittadina sulle rive dell’oceano Pacifico, nel sud della
California, dove nel 1937 Paramahansa Yogananda ha fondato il ritiro e l’eremitaggio della
Self-Realization Fellowship. Rajarsi Janakananda (v.) ha regalato a Paramahansa Yogananda i terreni
e l’eremitaggio, costruito sulla scogliera che si affaccia sull’oceano Pacifico.
ENERGIA COSMICA. V. prana.
ESERCIZI Dl RICARICA. L’uomo è circondato da energia cosmica, come un pesce è circondato dall’acqua.
Gli Esercizi di ricarica, ideati da Paramahansa Yogananda e insegnati nelle Lezioni della
Self-Realization Fellowship, pongono l’uomo in grado di ricaricare il proprio corpo di energia
cosmica o prana universale.
ETERE. In sanscrito akasa. Benché le moderne teorie scientifiche non lo considerino un elemento
dell’universo materiale, l’etere è stato così identificato per millenni dai saggi dell’India.
Paramahansa Yogananda ha parlato dell’etere come dello sfondo sul quale Dio proietta il film cosmico
della creazione. Lo spazio dà agli oggetti la loro dimensione; l’etere separa le immagini. Questo
sfondo, ossia la forza creatrice che coordina tutte le vibrazioni spaziali, è un fattore necessario
quando si prendono in esame le forze più sottili: il pensiero e l’energia vitale (prana), nonché la
natura dello spazio e l’origine delle forze materiali e della materia stessa. V. elementi.
FORZA VITALE. V. prana.
GUNA. I tre attributi della natura: tamas, rajas e sattva, ossia inerzia, attività ed espansione:
oppure massa, energia e intelligenza. Nell’uomo i tre guna si esprimono come ignoranza o inerzia,
attività o lotta, saggezza.
GURU. Maestro spirituale. Sebbene la parola, guru sia spesso usata erroneamente per riferirsi ai
maestri o agli insegnanti in generale, un vero guru illuminato da Dio è colui che, dopo aver
raggiunto l’autodominio, ha realizzato la propria identità con lo Spirito onnipresente. Solo una
creatura del genere può guidare il ricercatore nel viaggio interiore verso la realizzazione divina.
Quando un devoto è pronto per cercare seriamente Dio, il Signore gli manda un guru. Attraverso la
saggezza, l’intelligenza, la realizzazione del Sé e gli insegnamenti del guru, Dio guida il
discepolo. Seguendo gli insegnamenti e la disciplina del maestro il discepolo può esaudire il
desiderio che la sua anima prova per la manna della percezione di Dio. Un vero guru, inviato da Dio
ad aiutare i ricercatori sinceri in risposta all’intenso desiderio della loro anima, non è un comune
maestro, ma uno strumento umano di cui Dio usa il corpo, le parole, la mente e la spiritualità come
canali attraverso i quali attirare e guidare le anime sperdute affinché ritornino alla loro casa di
immortalità. Un guru è un’incarnazione vivente della verità delle Scritture. È il salvatore mandato
da Dio in risposta al desiderio del devoto di essere liberato dalla schiavitù della materia. V.
Maestro.
GURU DELLA SELF-REALIZATION FELLOWSHIP. I guru della Self-Realization Fellowship (Yogoda Satsanga
Society of India) sono Gesù Cristo, Bhagavan Krsna e una catena di grandi Maestri dei nostri tempi:
Mahavatar Babaji, Lahiri Mahasaya, Swami Sri Yukteswar e Paramahansa Yogananda. Fa parte integrante
degli scopi della SRF dimostrare l’armonia e l’essenziale unità delle verità esposte da Gesù Cristo
e dei precetti yoga di Bhagavan Krsna. I Guru contribuiscono, con i loro sublimi insegnamenti e la
loro divinità, al compimento della missione della Self-Realization Fellowship: portare a tutta
l’umanità una scienza spirituale pratica che consente di realizzare Dio.
GURUDEVA. ‘Maestro divino’ termine sanscrito di uso comune che indica rispetto; viene usato per
rivolgersi o riferirsi al proprio maestro spirituale.
HATHA YOGA. Un insieme di tecniche e di posizioni corporee (asana) che favorisce la salute fisica e
la calma mentale. V. Yoga.
ILLUSIONE COSMICA. V. maya.
INTUIZIONE. La facoltà onnisciente dell’anima che pone l’uomo in grado di percepire direttamente la
verità senza ricorrere ai sensi.
JI. Suffisso di rispetto che viene aggiunto in India agli appellativi e ai nomi propri come ad
esempio Gandhiji, Paramahansaji, Guruji.
JNANA YOGA. Il sentiero che conduce all’unione con Dio attraverso la trasformazione della facoltà
discriminante dell’intelletto nell’onnisciente saggezza dell’anima.
KARMA. Gli effetti delle azioni passate, di questa o di altre vite dal sanscrito kri, cioè ‘fare’.
La legge equilibratrice del karma, spiegata nelle Scritture induiste, e quella di azione e reazione
causa ed effetto, semina e raccolto. Secondo il corso della giustizia naturale ogni essere umano,
mediante i propri pensieri e le proprie azioni, diviene l’artefice del proprio destino. Le energie,
saggiamente o insensatamente messe in moto dall’uomo, ritorneranno a lui quale punto di partenza,
come un cerchio che inesorabilmente si chiude. La comprensione della legge del karma, intesa quale
legge di giustizia, serve a liberare la mente umana dal risentimento verso Dio e gli uomini. Il
karma segue gli esseri umani da un’incarnazione all’altra finché non sarà soddisfatto o trasceso
spiritualmente. V. Reincarnazione.
L’insieme delle azioni buone o cattive compiute dagli esseri umani in una comunità, in una nazione o
nel mondo in generale costituisce il karma di massa che produce effetti circoscritti o estesi a
seconda del predominio del male o del bene. I pensieri e le azioni di ogni uomo contribuiscono
perciò al bene o al male del mondo e di tutti i popoli che lo abitano.
KARMA YOGA. Il sentiero che conduce a Dio attraverso le azioni e il servizio compiuti senza
attaccamenti. Servendo altruisticamente, offrendo i risultati delle proprie azioni a Dio e vedendo
in Dio il solo artefice, il devoto si libera dell’ego e conosce Dio. V. Yoga.
KRIYA YOGA. Una sacra scienza spirituale che ebbe origine in India millenni addietro. Comprende
alcune tecniche di meditazione che messe in pratica regolarmente portano alla realizzazione di Dio.
Paramahansa Yogananda ha spiegato che la radice sanscrita di Kriya è kri, cioè fare, agire e
reagire; troviamo la stessa radice nella parola karma, il principio naturale di causa ed effetto.
Kriya Yoga significa, quindi, ‘unione (yoga) con l’Infinito attraverso una certa azione o rito
(Kriya)’. Il Kriya Yoga, una forma del Raja Yoga (Yoga regale o completo), è lodato da Krsna nella
Bhagavad Gita e da Patanjali negli Yoga Sutra. Riportato in vita nell’era moderna dal Mahavatar
Babaji (v.), il Kriya Yoga è la diksa (iniziazione spirituale) concessa dai Guru della
Self-Realization Fellowship. Dopo il mahasamadhi (v.) di Paramahansa Yogananda, la diksa viene
conferita dal suo rappresentante, il presidente della Self-Realization Fellowship/Yogoda Satsanga
Society of India (o da una persona nominata dal presidente). Per poter ricevere la diksa della
Self-Realization Fellowship gli studenti devono avere messo in pratica fedelmente e regolarmente,
per un determinato periodo di tempo, alcune tecniche spirituali insegnate da Paramahansa Yogananda.
Chi ha ricevuto questa diksa è un Kriya Yogi o Kriyaban. V. anche Guru e discepolo.
KRSNA. V. Bhagavan Krsna.
LAHIRI MAHASAYA. Lahiri era il nome di famiglia di Shyama Charan Lahiri
(1828-1895). Mahasaya, un appellativo religioso sanscrito, significa ‘dalla grande mente’. Lahiri
Mahasaya è stato discepolo del Mahavatar Babaji e guru dello Swami Sri Yukteswar (guru di
Paramahansa Yogananda). Maestro simile al Cristo e dotato di poteri miracolosi, era anche padre di
famiglia con responsabilità di lavoro. Ha avuto il compito di diffondere uno yoga adatto all’uomo
moderno, in cui la meditazione è armonizzata dal coscienzioso svolgimento dei doveri materiali. È
stato insignito dell’appellativo di Yogavatar, ‘Incarnazione dello Yoga’. Lahiri Mahasaya è il
discepolo al quale Babaji rivelò l’antica, quasi perduta scienza del Kriya yoga (v.), dandogli
l’incarico di iniziare, a sua volta, tutti i ricercatori sinceri. La vita di Lahiri Mahasaya è
descritta nell’Autobiografia di uno Yogi.
LAYA YOGA. Sistema yoga che insegna la tecnica mediante la quale la mente può concentrarsi su alcuni
suoni astrali che conducono all’unione con Dio come il suono cosmico Aum (v. Om e Yoga).
LEZIONI DELLA SELF-REALIZATION FELLOWSHIP. Gli insegnamenti di Paramahansa Yogananda, inviati agli
studenti della Self-Realization Fellowship di tutto il mondo, sono costituiti da una serie di
lezioni messe a disposizione di tutti i ricercatori sinceri della verità. Le lezioni contengono le
tecniche di meditazione yoga insegnate da Paramahansa Yogananda, incluso il Kriya Yoga (v.), per
coloro che sono stati riconosciuti idonei a ricevere l’iniziazione. Per qualsiasi informazione sulle
Lezioni, siete pregati di rivolgervi alla Casa Madre della Self-Realization Fellowship.
LUCE ASTRALE. La sottile luce che emana dai vitatroni (v. prana); l’essenza che struttura il mondo
astrale. Attraverso l’onnisciente percezione intuitiva dell’anima, il devoto assorto nella profonda
meditazione può percepire la luce astrale, in particolare nell’occhio spirituale (v.).
LYNN, JAMES J. (SAN LYNN). V. Rajarsi Janakananda.
MADRE DIVINA. L’aspetto di Dio attivo nella creazione; la sakti, (forza), del Creatore trascendente.
Altri termini che indicano questo aspetto della Divinità sono Natura o Prakrti, Aum, Spirito Santo,
Vibrazione Cosmica Intelligente. È anche l’aspetto personale di Dio quale Madre che incarna l’amore
e la compassione.
Le Scritture induiste insegnano che Dio è immanente e allo stesso tempo trascendente, personale e
impersonale. Può essere cercato come Assoluto, come una delle sue eterne qualità manifeste (amore,
saggezza, beatitudine, luce); in forma di ista (divinità), oppure come Padre, Madre o Amico.
MAESTRO. Colui che ha raggiunto il dominio di se stesso. Paramahansa Yogananda ha precisato che “le
caratteristiche che contraddistinguono un maestro non sono fisiche, ma spirituali… La prova che
qualcuno sia un maestro è fornita soltanto dalla capacità di entrare volontariamente nello stato
senza respiro (savikalpa samadhi) e dal conseguimento della beatitudine immutabile (nirvikalpa
samadhi)”. V. Samadhi.
Paramahansaji ha inoltre dichiarato: “Tutte le Scritture proclamano che il Signore ha creato l’uomo
nella sua immagine onnipotente. Il controllo dell’universo sembra una qualità sovrannaturale, ma in
verità tale potere è insito e naturale in ogni uomo che risvegli ‘l’esatto ricordo’ della propria
origine divina. Gli uomini dalla realizzazione divina… sono privi del principio dell’ego
(ahamkara) e dei desideri personali che ne conseguono; le azioni dei veri maestri sono normalmente
conformi a rta, la giustizia naturale. Questo concetto è stato espresso da Emerson quando ha detto
che i grandi non sono virtuosi, ma sono la Virtù stessa; allora il fine della creazione è compiuto e
Dio si compiace”‘.
MAHASAMADHI. In sanscrito: Maha (grande) Samadhi. L’ultima meditazione, o comunione cosciente con
Dio, in cui un maestro che ha raggiunto la perfezione si fonde con il cosmico Aum e abbandona il
corpo fisico. Un maestro sa sempre in anticipo il momento, scelto da Dio, in cui dovrà lasciare la
propria dimora corporea. V. Samadhi.
MAHAVATAR BABAJI. Il Mahavatar (grande avatara) immortale che nel 1861 iniziò al Kriya Yoga (v.)
Lahiri Mahasaya, restituendo così agli esseri umani questa antica tecnica di salvezza. Eternamente
giovane, è vissuto per secoli nelle montagne dell’Himalaya benedicendo incessantemente il mondo. Ha
il compito di assistere i profeti nello svolgimento della loro particolare opera. Gli sono stati
conferiti molti titoli che definiscono il suo elevatissimo livello spirituale, ma il Mahavatar viene
generalmente chiamato Babaji, dal sanscrito baba (padre) cui segue il suffisso ji, che indica
rispetto. Maggiori informazioni sulla vita e la missione spirituale di Babaji sono riportate
nell’Autobiografia di uno Yogi. V. avatara.
MANTRA YOGA. La comunione divina che si raggiunge ripetendo con devozione e concentrazione parole o
suoni sacri che hanno una potenza vibratoria spiritualmente benefica. V. Yoga.
MAYA. La forza illusoria insita nella struttura del creato, per cui l’Uno appare suddiviso nei
molti. Maya è il principio della relatività, dell’inversione, del contrasto, della dualità, degli
stati opposti; è il ‘Satana’ (in ebraico ‘l’avversario’) dei profeti dell’Antico Testamento, e il
‘diavolo’ che il Cristo descrisse in modo pittoresco come ‘omicida’ e ‘bugiardo’, “perché in lui non
è verità”.
Paramahansa Yogananda ha scritto: “La parola sanscrita maya significa il ‘misuratore’, è il magico
potere nella creazione in virtù del quale i limiti e le divisioni sembrano esistere
nell’Incommensurabile e nell’Indivisibile. Maya è la natura stessa, i mondi fenomenici in costante
transitorio fluire in antitesi con l’Immutabilità Divina.
“Nel piano e nel gioco di Dio (lila), l’unica funzione di Satana o maya è quella di cercare di
distogliere l’uomo dallo Spirito e portarlo verso la materia, dalla Realtà all’irrealtà. ‘Il diavolo
pecca dal principio. Per questo è apparso il Figlio di Dio, per distruggere le opere del diavolo’.
Ossia, la manifestazione della coscienza cristica nell’essere umano, distrugge naturalmente
l’illusione o ‘le opere del diavolo’.
“Maya è il velo della transitorietà nella Natura, l’eterno divenire della creazione; il velo che
ogni uomo deve sollevare per poter vedere il Creatore, l’Immutabile, la Realtà eterna”.
MEDITAZIONE. Concentrazione su Dio. In senso generale il termine è usato per denotare la pratica di
qualsivoglia tecnica per interiorizzare l’attenzione e rivolgerla su qualche aspetto di Dio. In
senso specifico, la meditazione si riferisce al risultato finale della pratica di tali tecniche: la
diretta esperienza di Dio grazie alla percezione intuitiva. È il settimo passo (dhyana)
dell’ottuplice sentiero Yoga descritto da Patanjali (v.) che si raggiunge soltanto quando il devoto
consegue quella totale concentrazione interiore nella quale è completamente libero dalle
stimolazioni sensorie del mondo esterno. Nella meditazione
più profonda si sperimenta l’ottavo passo del sentiero Yoga: il samadhi (v.), la comunione o unità
con Dio. (v anche Yoga).
MENTE SUPERCOSCIENTE. Il potere onnisciente dell’anima che percepisce direttamente la verità;
l’intuizione.
MIDOLLO ALLUNGATO. Il punto principale attraverso il quale la forza vitale (prana) entra nel corpo;
la sede del sesto centro cerebrospinale, la cui funzione è quella di ricevere e dirigere il flusso
dell’energia cosmica. La forza vitale viene immagazzinata nel settimo centro (sahasrara) situato
all’apice del cervello. Da questo serbatoio viene distribuita in tutto il corpo. Il centro sottile
del midollo allungato è l’interruttore principale che controlla l’afflusso, la conservazione e la
distribuzione della forza vitale.
MONDO ASTRALE. La sfera sottile della creazione del Signore, un universo di luce e di colore
composto di forze più sottili di quelle atomiche, ossia di vibrazioni di energia vitale o vitatroni
(v. prana). Gli esseri, gli oggetti e le vibrazioni del piano materiale hanno una controparte
astrale, perché l’universo astrale (cielo) contiene il modello del nostro universo materiale. Alla
morte fisica l’anima dell’uomo, avvolta nel corpo astrale di luce, si dirige verso uno dei piani
astrali superiori o inferiori, a seconda dei propri meriti per continuare a evolversi spiritualmente
nella maggiore libertà di quel regno sottile dove rimane, per un periodo predeterminato
karmicamente, fino alla rinascita fisica.
MONDO CAUSALE. Dietro il mondo fisico della materia (atomi, protoni, elettroni) e il sottile mondo
astrale dell’energia vitale luminosa (vitatroni) esiste il mondo causale, o ideazionale, il mondo
del pensiero. Quando l’essere umano raggiunge uno stato evolutivo tale da riuscire a trascendere
l’universo fisico e l’universo astrale, dimora nell’universo causale. Nella coscienza degli esseri
causali, l’universo astrale e l’universo causale vengono riportati all’essenza stessa del pensiero.
L’essere causale può creare realmente tutte le cose che l’uomo fisico crea con l’immaginazione
poiché l’unica limitazione è il pensiero stesso. Alla fine, l’uomo si libera dell’ultimo involucro
che copre l’anima, il corpo causale, per unirsi allo Spirito onnipresente al di là dei regni
vibratori.
MOUNT WASHINGTON. La località e, per estensione, il nome frequentemente usato per identificare la
Casa Madre della Self-Realization Fellowship a Los Angeles. La proprietà di oltre cinque ettari fu
acquistata nel 1925 da Paramahansa Yogananda, che ne fece un centro di formazione spirituale per
l’Ordine monastico della Self-Realization Fellowship, nonché il centro amministrativo per la
diffusione mondiale dell’antica scienza del Kriya Yoga.
OCCHIO SPIRITUALE. L’occhio singolo dell’intuizione e dell’onnipresente percezione nel centro
cristico (ajna cakra, Kutastha Caitanya) fra le sopracciglia.
Il devoto che medita profondamente vede l’occhio spirituale come un anello di luce dorata che
circonda una sfera azzurra opalescente con una stella bianca a cinque punte al centro. In senso
microcosmico queste forme e questi colori rappresentano, rispettivamente, il regno vibratorio della
creazione (la natura cosmica, lo Spirito Santo), il Figlio o l’intelligenza di Dio nella creazione
(coscienza cristica) e lo Spirito senza vibrazione al di là della creazione (Dio Padre).
L’occhio spirituale è la porta che conduce agli ultimi stadi di coscienza divina. Nella meditazione
profonda, quando la coscienza del devoto penetra nell’occhio spirituale e nei tre regni
simboleggiati in esso, sperimenta successivamente i seguenti stati: la supercoscienza, ossia la
gioia sempre nuova della realizzazione dell’anima, e l’unione con Dio come Aum o Spirito Santo; la
coscienza cristica, l’unità con l’universale intelligenza di Dio in tutta la creazione; la coscienza
cosmica, l’unità con l’onnipresenza di Dio sia al di là della manifestazione vibratoria sia in essa.
V. anche coscienza (stati di): supercoscienza, coscienza cristica.
Nel commentare il seguente passo di Ezechiele: “Mi condusse allora verso la porta che guarda a
oriente. Ed ecco la gloria del Dio di Israele giunse dalla via d’oriente: la sua voce era come il
rumore di molte acque e la terra risplendeva della sua gloria”, Paramahansa Yogananda ha scritto:
“Attraverso l’occhio divino nella fronte (oriente), lo yogi porta la propria coscienza
nell’onnipresenza, udendo il Verbo (Aum), il divino suono di ‘molte acque’, cioè le vibrazioni di
luce che costituiscono l’unica realtà della creazione”.
Anche Gesù ha parlato dell’occhio spirituale: “Quando il tuo occhio è singolo, tutto il tuo corpo è
pieno di luce… Bada perciò che la luce che è in te non sia tenebre”.
OM. V. Aum. In sanscrito, ‘o’ è fondamentalmente un dittongo, risultante dalla contrazione di ‘a’ e
‘u’ che, pronunciate rapidamente, danno il suono di ‘o’ e, in combinazione con una ‘m’, producono un
suono forte e permanente.
PARAMAHANSA. Appellativo spirituale che si attribuisce a un maestro (V.). Può essere conferito
soltanto da un vero guru a un discepolo spiritualmente molto evoluto. Paramahansa significa
letteralmente ‘cigno supremo’. Nelle Scritture induiste, hansa (cigno) simboleggia il discernimento
spirituale. Nel 1935 lo Swami Sri Yukteswar conferì questo titolo al suo amato discepolo Yogananda.
PARAMGURU. Letteralmente ‘guru supremo’ o grande guru; il guru del proprio guru. Per gli
appartenenti alla Self Realization Fellowship (i discepoli di Paramahansa Yogananda), il termine
Paramguru si riferisce a Sri Yukteswar, per Paramahansaji a Lahiri Mahasaya. Il Mahavatar Babaji è
il Param-paramguru di Paramahansaji.
PATANJALI. Antico esponente dello Yoga. I suoi Yoga Sutra tracciano i princìpi del sentiero yoga,
dividendolo in Otto passi: 1) yama, condotta morale; 2) niyama, prescrizioni religiose; 3) asana,
posizione giusta che riduce l’irrequietezza fisica; 4) pranayama, controllo del prana o delle
sottili correnti vitali; 5) pratyahara, interiorizzazione della mente; 6) dharana, concentrazione;
7) dhyana, meditazione; 8) samadhi, esperienza supercosciente. V. Yoga.
PRANA. Scintille di energia intelligente, più sottili dell’energia atomica, che costituiscono la
vita; nel loro insieme sono designate nelle Scritture induiste come prana, termine che Paramahansa
Yogananda ha tradotto con la parola vitatroni. In sostanza, sono pensieri condensati di Dio;
l’essenza del mondo astrale (v.) e il principio vitale del cosmo fisico. Nel mondo fisico vi sono
due tipi di prana:
1) l’energia cosmica vibratoria onnipresente nell’universo che struttura e sostiene tutte le cose;
2) il prana o l’energia specifica che pervade e sostiene il corpo umano mediante cinque correnti o
funzioni. La corrente Prana svolge la funzione della cristallizzazione; la corrente Vyana quella
della circolazione; la corrente Samana presiede all’assimilazione, la corrente Udana al metabolismo
e la corrente Apana all’eliminazione.
PRANAM. Una forma di saluto usuale in India. Si congiungono le palme delle mani la cui base tocca il
cuore e la punta delle dita la fronte. Questo gesto è in realtà una variante del pranam che
letteralmente significa ‘saluto completo’ dalla radice sanscrita nam ‘saluto o inchino’ e il
prefisso pra ‘completo’. Un pranam è il saluto usato generalmente in India. Rivolto ai rinuncianti e
ad altre persone tenute in alta considerazione spirituale; può essere accompagnato dalla parola:
‘Pranam’.
PRANAYAMA. Controllo cosciente del prana (la vibrazione o energia creativa che attiva e sostiene la
vita nel corpo). La scienza yoga del pranayama è la via diretta per distogliere consciamente la
mente dalle funzioni vitali e dalle percezioni sensorie che legano l’uomo alla coscienza del corpo.
Il pranayama libera così la coscienza dell’uomo perché possa comunicare con Dio. Tutte le tecniche
scientifiche che portano all’unione dell’anima con lo Spirito possono essere classificate sotto il
termine di yoga, e il pranayama è il metodo migliore per raggiungere l’unione divina.
RAJA YOGA. Il sentiero ‘regale’, o più elevato, verso l’unione con Dio, che insegna la meditazione
scientifica (v.) come mezzo supremo per realizzare Dio e include i fondamenti più elevati di ogni
altra forma di yoga. Gli insegnamenti Raja Yoga della Self-Realization Fellowship tracciano un
sistema di vita che conduce all’evoluzione perfetta del corpo, della mente e dell’anima, e che si
basa sulla meditazione Kriya Yoga. Vedi Yoga.
RAJARSI JANAKANANDA (JAMES J. LYNN). Amato discepolo di Paramahansa Yogananda, e suo primo
successore in qualità di presidente e capo spirituale della Self-Realization Fellowship/Yogoda
Satsanga Society of India fino alla morte avvenuta il 20 febbraio 1955. James J. Lynn ha ricevuto
l’iniziazione al Kriya Yoga da Paramahansaji nel 1932; la sua evoluzione spirituale è stata così
veloce che il Guru lo chiamava amorevolmente ‘san Lynn’, prima di conferirgli nel 1951 il nome
monastico di Rajarsi Janakananda.
RANCI (SCUOLA Dl). Yogoda Satsanga Vidyalaya, fondata da Paramahansa Yogananda nel 1918, quando il
Maharaja di Kasimbazar gli concesse l’uso del suo palazzo d’estate e venticinque acri di terreno a
Ranci (Bihar) per farne una scuola per ragazzi. La proprietà venne definitivamente acquistata mentre
Paramahansaji era in India negli anni 1935-36. Più di duemila scolari frequentano oggi le scuole
Yogoda a Ranci, che vanno dall’asilo al liceo V. Yogoda Satsanga Society of India.
REALIZZAZIONE DEL Sf. Paramahansa Yogananda ha dato la seguente definizione della Realizzazione del
Sé: “Sapere nel corpo, nella mente e nell’anima che siamo una cosa sola con l’onnipresenza di Dio;
che non dobbiamo pregare per raggiungerla, perché non solo le siamo vicini in ogni istante, ma
perché l’onnipresenza di Dio è la nostra onnipresenza; che siamo parte di lui in questo momento
proprio come lo saremo sempre. Tutto ciò che dobbiamo fare è migliorare la nostra conoscenza”.
REINCARNAZIONE. La teoria in base alla quale gli esseri umani, costretti dalla legge
dell’evoluzione, si reincarnano ripetutamente in vite sempre più elevate; l’evoluzione è rallentata
dalle azioni e dai desideri sbagliati e accelerata dagli sforzi spirituali, fino a quando non si
conseguono la realizzazione del Sé e l’unione con Dio. Avendo così trasceso le limitazioni e le
imperfezioni della coscienza mortale, l’anima sarà per sempre liberata dalla reincarnazione forzata.
“Chi vince, lo farò colonna nel tempio del mio Dio, e non ne uscirà mai più”.
La reincarnazione non è una teoria tipica delle filosofie orientali, ma è stata ritenuta una delle
verità fondamentali della vita da molte civiltà antiche. La chiesa cristiana delle origini accettava
il principio della reincarnazione che fu sostenuto dagli Gnostici e da numerosi padri della Chiesa,
inclusi Clemente d’Alessandria, Origene e san Gerolamo. La dottrina fu dichiarata eretica per la
prima volta nel 553 d.C. dal secondo Concilio di Costantinopoli. Oggi molti studiosi occidentali
cominciano ad adottare il concetto della legge del karma (v.) e della reincarnazione, vedendo in
essa una grande e rassicurante spiegazione delle apparenti disuguaglianze e ingiustizie della vita.
RESPIRO. Paramahansa Yogananda ha detto: “Le innumerevoli correnti cosmiche che entrano nell’uomo
attraverso il respiro rendono irrequieta la mente. Così, il respiro lega gli esseri umani agli
instabili mondi fenomenici. Per sfuggire ai dolori della transitorietà ed entrare nel regno beato
del Reale, lo yogi impara a calmare il respiro mediante la meditazione scientifica”.
RSI. Veggenti, esseri superiori che manifestano la saggezza divina; in particolare, i saggi
illuminati dell’antica India ai quali vennero rivelati i Veda attraverso l’intuizione.
SADHANA. Sentiero di disciplina spirituale. In particolare, le istruzioni e le pratiche di
meditazione prescritte dal guru ai discepoli i quali, seguendole fedelmente, alla fine realizzeranno
Dio.
SAMADHI. Il passo supremo nell’Ottuplice sentiero dello Yoga tracciato dal saggio Patanjali (v.). Il
samadhi si raggiunge quando colui che medita, la meditazione (mediante la quale la mente viene
ritirata dai sensi e interiorizzata) e l’oggetto della meditazione (Dio) divengono una cosa sola.
Paramahansa Yogananda ha spiegato che “negli stadi iniziali della comunione con Dio (savikalpa
samadhi) la coscienza del devoto si immerge nello Spirito cosmico; la forza vitale viene ritirata
dal corpo, che sembra ‘morto’, o immobile e rigido. Lo yogi è pienamente consapevole della propria
condizione di animazione sospesa. Progredendo verso gli stati spirituali superiori (nirvikalpa
samadhi), egli comunica con Dio nell’ordinaria coscienza di veglia, anche mentre svolge impegnativi
doveri terreni”. Entrambi questi stati sono caratterizzati dall’unione con la beatitudine sempre
nuova dello Spirito, ma il nirvikalpa samadhi è conosciuto soltanto dai maestri più evoluti.
SAMKARA. Talvolta nominato come Adi (‘il primo’) Samkaracarya (Samkara più acarya ‘maestro’); il più
illustre filosofo dell’India. L’epoca in cui è vissuto è incerta; molti studiosi la fanno risalire
all’ottavo o all’inizio del nono secolo. Egli espose il concetto di Dio non come un’astrazione
negativa, ma come Beatitudine positiva, eterna, onnipresente, sempre nuova. Samkara riorganizzò
l’antico Ordine degli Swami e fondò quattro grandi centri monastici di educazione spirituale (math)
i cui capi in successione apostolica portano il titolo di Jagad-guru Sri Samkaracarya. Il
significato di Jagad-guru è ‘colui che insegna al mondo’.
SAN LYNN (JAMES J. LYNN). V. Rajarsi Janakananda.
SANATANA-DHARMA. Letteralmente ‘religione eterna’. È il nome dato al complesso degli insegnamenti
Vedici i quali presero il nome di Induismo dopo che i greci chiamarono indù i popoli dimoranti sulle
rive del fiume Indo. V. dharma.
SATANA. In ebraico significa letteralmente ‘l’avversario’. Satana è la forza universale cosciente e
indipendente che tiene tutto e tutti nell’illusione a causa della coscienza materiale della
finitezza e della separazione da Dio. Per ottenere questo risultato, Satana usa le armi di maya
(l’illusione cosmica) e di avidya (l’illusione individuale, o ignoranza). V. maya.
SAT-TAT-AUM. Sat: la Verità, l’Assoluto, la Beatitudine; Tat: l’intelligenza o coscienza universale;
Aum: la cosmica vibrazione creativa intelligente, la parola simbolo di Dio. V. Aum e Trinità.
Sf. Scritto con la lettera maiuscola, sta per atman (anima), per distinguerlo dal comune ‘sé’, che
indica la personalità o ego. Il Sé è lo Spirito individualizzato, la cui natura è la gioia sempre
esistente, sempre cosciente, sempre nuova. Il Sé o anima è la sorgente interiore dell’amore, della
saggezza, della pace, del coraggio, della compassione e di tutte le altre qualità divine nell’uomo.
SELF-REALIZATION FELLOWSHIP. L associazione fondata da Paramahansa Yogananda negli Stati Uniti
d’America nel 1920 (e in India nel 1917 come Yogoda Satsanga Society of India) per diffondere in
tutto il mondo i princìpi spirituali e le tecniche di meditazione del Kriya Yoga (v.) allo scopo di
aiutare l’umanità. La Casa Madre è a Los Angeles, California. Paramahansa Yogananda ha spiegato così
il significato del nome dato all’organizzazione: “Self-Realization Fellowship significa amicizia con
Dio attraverso la realizzazione del Sé, e amicizia con tutte le anime che cercano la verità”. V.
anche Scopi e ideali della Self-Realization Fellowship.
SELF-REALIZATION MAGAZINE. Rivista trimestrale pubblicata in inglese dalla Self-Realization
Fellowship. Riporta i discorsi e gli scritti di Paramahansa Yogananda e altri articoli spirituali,
pratici e informativi di interesse attuale e di valore permanente. Nella rivista appaiono
regolarmente anche i satsanga (conversazioni spirituali) di Sri Daya Mata, presidente della
Self-Realization Fellowship .
SIDDHA. Letteralmente colui che ha successo. Colui che ha raggiunto la realizzazione del Sé.
SPIRITO SANTO. V. Aum e Trinità.
SRI. Titolo di rispetto. Quando precede il nome di un religioso, prende il significato di ‘santo’ o
‘venerato’.
SRI YUKTESWAR, SWAMI. Swami Sri Yukteswar Giri ( 1855-1936). Jnanavatar (Incarnazione della
Saggezza); guru di Paramahansa Yogananda e paramguru di tutti i membri Kriyaban della
Self-Realization Fellowship. Sri Yukteswar fu un discepolo di Lahiri Mahasaya. Su richiesta del guru
di Lahiri Mahasaya, il Mahavatar Babaji, scrisse La scienza sacra, un trattato sull’unità
fondamentale delle Scritture induiste e quelle cristiane, e preparò Paramahansa Yogananda alla sua
missione spirituale mondiale: la diffusione del Kriya Yoga (v.). Paramahansaji ha descritto con
amore la vita di Sri Yukteswar nell’Autobiografia di uno Yogi.
SUONO COSMICO. V. Aum (Om).
SUPERCOSCIENZA. La coscienza dell’anima pura, intuitiva, onniveggente e sempre beata. Il termine è
talvolta usato in senso generale per indicare tutti i vari stati del samadhi (v.) sperimentati nella
meditazione; specificamente indica il primo stato nel quale il devoto abbandona la coscienza
dell’ego e realizza il proprio Sé come anima, fatta a immagine di Dio. Seguono quindi gli stati
superiori di realizzazione: la coscienza cristica e la coscienza cosmica (v.).
SWAMI. Un membro del più antico ordine monastico indiano, riorganizzato nel nono secolo dallo Swami
Samkara (v.). Uno swami prende ufficialmente i voti del celibato e della rinuncia ai legami e alle
ambizioni terreni; si dedica alla meditazione, ad altre pratiche spirituali, nonché al servizio
dell’umanità. Il venerando Ordine degli Swami ha dieci suddivisioni: Giri, Puri, Bharati, Tirtha,
Sarasvati e altre. Lo Swami Sri Yukteswar (v.) e Paramahansa Yogananda appartengono al ramo Giri
(montagna). La parola sanscrita svami significa ‘colui che è una cosa sola con il Sé (Sva)’.
TRINITA’. Lo Spirito, all’atto della creazione, diviene la Trinità: Padre, Figlio, Spirito Santo o
Sat, Tat, Aum. Il Padre (Sat) è Dio in quanto Creatore esistente al di là della creazione. Il Figlio
(Tat) è l’intelligenza onnipresente di Dio immanente nella creazione. Lo Spirito Santo (Aum) è il
potere vibratorio di Dio che concretizza la creazione.
Molti cicli cosmici della creazione e della dissoluzione si sono succeduti nel corso dell’Eternità
(v. yuga). Al momento della dissoluzione cosmica, la Trinità e le altre relatività della creazione
si dissolvono nuovamente nello Spirito assoluto.
VEDA. I quattro testi delle Scritture induiste: Rg-veda, Sama-veda, Yajur-veda e Atharva-veda.
Consistono essenzialmente di canti sacri, rituali e formule sacre che hanno lo scopo di vitalizzare
e spiritualizzare ogni fase della vita e dell’attività dell’uomo. Fra tutti gli immensi testi
dell’India, i Veda (dalla radice sanscrita vid, ‘sapere’) sono le uniche Scritture prive di autore.
Il Rg-veda attribuisce agli inni un’origine celeste e ci dice che sono stati tramandati sin dai
‘tempi antichi’, riformulati in un nuovo linguaggio. Divinamente rivelati di era in era ai Rsi
(veggenti), si dice che i quattro Veda possiedano una immutabilità eterna (nityatva).
VEDANTA. Letteralmente fine dei Veda; la filosofia che discende dalle Upanisad ossia dall’ultima
parte dei Veda. Samkara è stato il più grande commentatore del Vedanta in cui si asserisce che Dio è
l’unica realtà e che la creazione è essenzialmente un’illusione. Poiché l’uomo è l’unica creatura
capace di concepire Dio, deve egli stesso essere divino e, perciò, il suo dovere è quello di
realizzare la propria vera natura.
VIBRAZIONE COSMICA INTELLIGENTE. V. Aum (Om).
VITATRONI. V. prana.
YOGA. Dal sanscrito yuj (unione). Yoga significa l’unione dell’anima individuale con lo Spirito;
inoltre i metodi per mezzo dei quali si raggiunge questa meta. Nel panorama più vasto della
filosofia induista, lo Yoga è uno dei sei sistemi ortodossi: Vedanta, Mimamsa, Samkhya, Vaiseika,
Nyaya e Yoga. Esistono vari metodi yoga: Hatha Yoga, Mantra Yoga, Laya Yoga, Karma Yoga, Jnana Yoga,
Bhakti Yoga e Raja Yoga. Il Raja Yoga, lo Yoga ‘Regale’ o completo, è il metodo insegnato dalla
Self-Realization Fellowship, lo stesso che Bhagavan Krsna, nella Bhagavad Gita, esalta al suo
discepolo Arjuna: “Lo yogi è più grande degli asceti che disciplinano il corpo, più grande perfino
dei seguaci del sentiero della saggezza o di quello dell’azione; sii tu, o Arjuna, uno yogi!”. Il
saggio Patanjali, massimo esponente dello Yoga, ha tracciato otto specifici passi, attraverso i
quali il Raja Yogi raggiunge il samadhi l’unione con Dio:
1) yama, condotta morale;
2) niyama, prescrizioni religiose;
3) asana, posizione giusta per fermare l’irrequietezza corporea;
4) pranayama, controllo del prana (correnti vitali sottili);
5) pratyahara, ritiro dei sensi dagli oggetti esterni;
6) dharana, concentrazione;
7) dhyana, meditazione;
8) samadhi, esperienza supercosciente.
YOGI. Chi pratica lo Yoga (v.). Chiunque pratichi una tecnica scientifica per raggiungere la divina
realizzazione è uno yogi. Può essere sposato o libero da vincoli matrimoniali, avere responsabilità
nel mondo oppure avere preso voti religiosi ufficiali.
YOGODA SATSANGA SOCIETY OF INDIA. Il nome con il quale la Self-Realization Fellowship è conosciuta
in India. La Società è stata fondata nel 1917 da Paramahansa Yogananda. La sede principale, Yogoda
Math, è situata sulle rive del Gange a Dakshineswar vicino a Calcutta. La Yogoda Satsanga Society ha
una sede distaccata a Ranci (Bihar). Oltre ai centri e ai gruppi di meditazione Yogoda sparsi in
tutta l’India, esistono ventidue istituzioni che vanno dalle scuole elementari al liceo. Il
significato letterale di Yogoda, parola creata da Paramahansa Yogananda, è ‘ciò che concede lo
Yoga’, cioè la realizzazione del Sé. Satsanga significa ‘amicizia divina’ o ‘amicizia con la
Verità’. Per l’Occidente Paramahansa Yogananda ha tradotto il nome indiano in ‘Self-Realization
Fellowship’ (v.).
YUGA. Un ciclo o periodo della creazione, descritto negli antichi testi induisti. Sri Yukteswar (v.)
descrive ne La scienza sacra un ciclo equinoziale di 24.000 anni e la posizione che vi occupa
attualmente l’umanità. Questo ciclo si svolge nel più lungo dei cicli universali secondo gli antichi
testi, come fu calcolato dai Rsi e commentato nell’autobiografia di uno Yogi cap. 16:
“Il ciclo universale delle Scritture ha una durata di 4.300.560.000 anni e corrisponde a un ‘Giorno
della creazione’. Questo grande numero si basa sul rapporto fra la durata dell’anno solare e un
multiplo del pi greco (3,1416, il rapporto tra la circonferenza e il diametro del cerchio).
“L’esistenza di un intero universo, secondo gli antichi veggenti, abbraccia 314.159.000.000.000 anni
solari, o un’età di Brahma”.
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