LA SCIENZA DEL KRIYA YOGA 10
ROY EUGENE DAVIS
LA SCIENZA DEL KRIYA YOGA
– Decima parte –
TRADUZIONE DEGLI YOGA SUTRA DI PATANJALI,
CON UN COMMENTO DETTAGLIATO E
ISTRUZIONI SPECIFICHE PER LA MEDITAZIONE E L’ESTASI
EDIZIONI VIDYANANDA
32. La mente è purificata dalla coltivazione delle virtù e dalla pratica della neutralità di fronte a ciò che non è utile ai propri fini.
Le virtù a cui ci si riferisce sono i requisiti preliminari per la pratica del Kriya Yoga esposti in questo capitolo. Esse includono la non-violenza, la veridicità, l’onestà, la regolazione delle forze vitali e la libertà dall’attaccamento alle cose materiali. Sono anche comprese la purezza, la pazienza (disciplina per la purificazione dei campi mentale ed emotivo), lo studio della natura della coscienza, la serenità, e la rinuncia del senso dell’ego per realizzare la coscienza di Dio. Essere neutrali di fronte a ciò che non è utile ai propri fini superiori previene disturbi emotivi e l’accumulo d’impressioni mentali-emotive non desiderate che porterebbero soltanto a ulteriori sfide.
33. Coltivando le attitudini di amicizia, compassione, gioia, e indifferenza verso gli estremi, la mente diventa calma e ben ordinata.
Una causa comune d’inquietudine mentale è data dall’influenza dell’ambiente che ci circonda. Una persona saggia impara a relazionarsi al mondo senza farsi indebitamente influenzare dalle circostanze o dalle attitudini e dai comportamenti degli altri. Noi coltiviamo l’amicizia riconoscendo che la realtà divina è presente ovunque e si esprime attraverso tutte le persone e gli esseri viventi. Noi coltiviamo la compassione interessandoci sinceramente al benessere della gente. Coltiviamo la gioia imparando ad essere autosufficienti ed interiormente felici. Coltiviamo l’indifferenza verso gli estremi imparando ad osservare le scene che passano come apparizioni temporanee. In questo caso, indifferenza non significa mancanza di cura; significa piuttosto essere responsabilmente coinvolti con la vita, senza farsi prendere da reazioni emotive che causano confusione o instabilità mentale.
34. Con la pratica dei pranayama che portano alla regolazione delle forze vitali e delle attività mentali, uno può superare definitivamente gli ostacoli fisici e mentali alla concentrazione.
Un pranayama facile da praticare all’inizio della meditazione è la respirazione a narici alternate, usando il pollice e il mignolo dell’una o l’altra mano per regolare il processo. Questa respirazione armonizza il fluire dell’energia nervosa e del prana che circola attraverso i canali sottili nel corpo. La respirazione attraverso la narice destra è chiamata ‘solare’, mentre quella attraverso la narice sinistra è chiamata respirazione ‘lunare’. Quando la forza della corrente presente nel corpo è fortemente influenzata dal sole, o dalla polarità positiva, uno è incline ad essere più esteriorizzato, più forte e con maggiore energia; quando la corrente lunare è più influente, uno è incline ad essere più passivo. Quando queste due influenze sono bilanciate con la pratica della respirazione a narici alternate, il sistema nervoso viene armonizzato e il campo mentale si stabilizza.
Quando l’attenzione e il prana vengono abbandonati nell’occhio spirituale, durante la meditazione, si avverte una regolazione spontanea del prana nel sistema; le correnti ascendenti fluiscono con forza al cervello, producendo rilassamento e chiarezza mentale. Il pranayama del Kriya Yoga è più dinamico, e immediatamente efficace.
35. Si consegue certamente la stabilità mentale ed emotiva quando le sottili percezioni della meditazione producono un cambiamento nella propria coscienza.
La profonda meditazione supercosciente produce una migliorata funzione mentale e la tranquillità emotiva. Negli stadi iniziali potrebbe esserci qualche disturbo degli schemi mentali e degli stati emotivi, a causa della purificazione in corso. Rimanere regolarmente in silenzio dopo la pratica della meditazione kriya ha un effetto armonizzante sulla mente e sul corpo.
36. Meditando sulla luce della Coscienza Suprema, la propria coscienza si trasforma e questo influenza beneficamente gli stati mentali.
Le influenze supercoscienti sono superiori agli stati mentali inferiori, perciò la mente viene letteralmente rinnovata. Spesso è una grande lotta comandare con la sola determinazione abitudini mentali guidate da istinti profondamente radicati. Facendo entrare le influenze supercoscienti nel campo mentale, s’invita l’ordine nella mente.
37. Facendo proprie le virtù e gli stati di coscienza dell’ideale spirituale, uno diventa stabile e accresce la fiducia in sé.
Chiunque cerchi un modo migliore e più alto di vita può trarre beneficio dall’avere un modello di comportamento appropriato. Il modello migliore di comportamento è un essere illuminato, uno in cui tutte le virtù siano chiaramente manifestate. Emulando il suo esempio ideale, acquisiamo caratteristiche desiderabili e impariamo ad assumere stati ideali di coscienza. Per un ricercatore sul sentiero non è sufficiente essere discepolo di un guru illuminato; egli deve diventare come il guru e realizzare la coscienza di Dio.
38. La conoscenza acquisita analizzando i sogni e lo stato di sonno senza sogni può contribuire al benessere.
Imparando ad essere coscienti durante le occasioni di sogno è possibile comprendere le operazioni interne della mente. Nei sogni si manifestano molti impulsi e tendenze inconscie. Inoltre è possibile imparare ad essere talmente coscienti mentre si dorme che le sequenze del sogno si possono modificare con un atto di volontà. Inoltre, paragonando le caratteristiche dell’esperienza dei sogni con gli stati
di veglia, si può vedere come il comune stato di veglia sia solo un sogno, se paragonato agli stati supercoscienti.
Gli yogi vanno a dormire cercando di mantenere la consapevolezza, così che durante il sonno profondo incosciente la consapevolezza rimanga. Questo è un modo di andare oltre l’identificazione con i livelli subconsci e inconsci della mente. A tempo debito l’intera sfera mentale sarà accessibile alla persona di saggezza.
Il sonno può essere una via d’ingresso ai reami sottili. Dirigendo la volontà prima di andare a dormire, è possibile agire coscientemente attraverso il corpo sottile ed esplorare i regni astrali e mentali. Con questa operazione si possono visitare anche altre zone del pianeta e comunicare con altre persone allo stesso modo consapevoli.
39. Meditando su un oggetto determinato la mente diventa stabile.
L’oggetto scelto per la meditazione dipenderà dall’insegnamento del guru o dall’inclinazione del momento. Il guru potrebbe dare al discepolo istruzioni precise, che devono essere seguite senza riserve. Quando uno diventerà esperto nella pratica della meditazione, l’intelligenza interiore determinerà il proprio approccio.
Una routine praticata da molti kriya yogi è questa: sedendosi per meditare, si fa attenzione ad assumere una posizione corretta. Quindi s’invoca la presenza di Dio, e s’invocano tutti i guru della propria linea. Si può fare una preghiera semplice, e poi praticare il mantra dato al momento dell’iniziazione, oppure fare il pranayama del Kriya Yoga. Dopo una buona pratica del kriya pranayama vi sarà una naturale elevazione di coscienza, alla quale si dovrà permettere di durare il più a lungo possibile. Durante questa fase si è solitamente portati a contemplare il suono e la luce interiore. Infine il ciclo di meditazione farà il suo corso e la seduta si concluderà.
40. Con la padronanza della meditazione e degli stati di coscienza, l’influenza si estende dal livello dell’atomo all’infinità.
Quando l’anima si sveglia alla consapevolezza della sua realtà onnipresente e onnipotente, la coscienza non è più legata. Allora uno può vedere nel cuore della materia e oltre la materia fino al campo della Pura Coscienza. Le capacità naturali dell’anima, quando non hanno restrizioni, sono chiamate siddhi: i poteri della perfezione. Una persona Autorealizzata è un siddha, uno che ha ottenuto la perfezione nello Yoga.
Guardando nell’occhio spirituale durante la meditazione, si percepiscono tutte le forze che vi fluttuano. La percezione che ne deriva è quella della luce, di colori diversi, ma molto spesso di un bianco chiaro con un sottofondo blu scuro. Quando il prana entra nel corpo attraverso il midollo allungato, va nel cervello e quindi scende giù attraverso il canale spinale. Durante la pratica della meditazione kriya, le correnti che scorrono verso il basso vengono rivoltate e rifluiscono verso il midollo allungato, causando la percezione della luce nell’occhio spirituale, mentre all’interno si ode il suono dell’Om. Lo yogi può guardare nell’occhio spirituale e usarlo come una televisione astrale, visionando i regni astrali e andando perfino oltre, fin nel campo di Dio. Trascendendo questo campo, uno fa l’esperienza della Pura Coscienza, La Realtà Assoluta.
41. Quando le modificazioni mentali diventano deboli e perdono la loro influenza, allora il campo mentale diventa chiaro, capace di ricevere la vera conoscenza e la conoscenza dei poteri sovrannaturali.
Quando la mente è purificata, in essa splende la luce dell’anima. Allora si possiede una mente di luce, o la mente del Buddha. Nella Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi (2: 5-6) leggiamo: “Abbiate in voi la stessa mente che fu anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un furto la sua uguaglianza con Dio”. La Verità può essere sperimentata direttamente durante il puro samadhi, e quindi la Verità viene riflessa nella mente. I poteri sovrannaturali, le capacità dell’anima, possono essere dimostrati facilmente quando la mente è illuminata.
Patanjali è molto chiaro sulle possibilità derivate dagli stati di samadhi. Usare le destate capacità dell’anima per continuare la contemplazione della Realtà Assoluta porta alla liberazione della coscienza; mentre un uso poco saggio delle sue capacità può irretire maggiormente l’anima nella confusione e negli attaccamenti.
42. Negli stati più bassi di meditazione vi può essere ancora confusione nella mente mentre sta avvenendo una notevole trasformazione.
Durante le esperienze iniziali di samadhi vi è spesso un misto di supercoscienza e di modificazioni mentali. Uno può sperimentare un certo grado di chiara consapevolezza, misto a dubbi e conflitti. La cosa migliore è persistere nella pratica della meditazione e sforzarsi d’ottenere la realizzazione suprema. Alla fine la mente viene purificata dai samadhi superiori.
43. Quando, durante la meditazione, il campo mentale è privo di confusione, allora l’oggetto della meditazione splende nella mente.
Quando il campo mentale è chiaro uno realizza perfettamente l’oggetto al centro dell’attenzione durante la meditazione. Se uno sta contemplando la luce dell’occhio spirituale, percepirà solo questo. Se uno sta contemplando Om, realizzerà solo questo. Se uno è concentrato sul chakra della testa, sperimenterà solo questo. A suo tempo uno realizzerà la trascendenza, la Realtà Assoluta.
44. Nelle esperienze di meditazione più profonde il processo di trasformazione degli stati mentali continua a livelli più sottili.
La meditazione supercosciente è qualcosa di più che sedere semplicemente nel silenzio, godendosi la pace, la serenità, la gioia e la beatitudine. La meditazione supercosciente produce la totale
trasformazione di tutte le aree del campo mentale. Le influenze supercoscienti discendono nel campo mentale, nel sistema nervoso e nel corpo fisico, operando precisi cambiamenti a tutti i livelli. Il corpo diventa glorificato e raggiante, il processo di decadimento viene neutralizzato, e uno irradia Dio nell’ambiente.
45. Muovendosi attraverso livelli sottili, col tempo uno analizza la struttura della natura e, tramite ciò, perviene alla liberazione finale della coscienza.
Per vincere il mondo uno deve trascenderlo. La struttura della natura, maya, è composta di forza vitale creativa, particelle di luce, tempo e spazio. L’universo è realmente un gioco di luci ed ombre, un sogno di Dio. Un santo ha detto: “La vita relativa è solo la memoria di un sogno”. Per realizzare la liberazione della coscienza uno deve morire al mondo e fare l’esperienza di Quello che è immutabile.
46. Le esperienze di meditazione che includono l’analisi dei componenti dei mondi relativi hanno ancora un oggetto di analisi.
La contemplazione della natura dell’universo è utile, ma non è la stessa cosa dell’esperienza del samadhi non-duale. Mentre si analizza la natura del mondo per averne conoscenza, bisogna rimanere consapevoli che la meta finale è qualcosa di superiore.
Lascia un commento