LA SCIENZA DELLA REALIZZAZIONE DI DIO

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LA SCIENZA DELLA REALIZZAZIONE DI DIO

Posso prendere una qualsiasi via spirituale e arrivare alla stessa meta? Dio è una persona o solo
energia? Posso diventare Dio?… Quando si giunge alla scienza della realizzazione di Dio, la
maggior parte delle persone è piuttosto all’oscuro.

In questa conversazione televisiva (trasmessa dalla Sunflower Cable-vision di Lawrence, Kansas) con
il Professor Alphonso Verdu dell’ Università del Kansas, Dhrstadyumna dasa, per essere chiaro, cita
l’antica letteratura Vedica dell’India “la torcia della conoscenza”

Professore Verdu: Forse potremo parlare delle basi dei vostri programmi, degli ideali, della
religione, e della filosofia. Prima stavi dicendo che il vostro principale scopo è arrivare alla
coscienza di Krishna. Che cosa intendi con Krishna?

Dhrstadyumna: Krishna è il trascendentale nome di Dio che significa “infinitamente affascinante”.
Noi sappiamo che Egli può avere molti nomi, ma in realtà Dio è uno.
Professore Verdu: La Bhagavad-gita è una delle principali opere tradotte dal vostro maestro
spirituale e parla di Krishna come di un’incarnazione di Visnu.

Dhrstadyumna: No. In realtà, secondo la letteratura vedica, Visnu è un’espansione di Krishna. La
Brahma-samhita (5.48) afferma: “Adoro il Signore primordiale, Govinda, del quale la persona di
Maha-Visnu è l’emanazione di un’emanazione.” Anche Srila Vyasadeva stesso, autore delle Scritture
vediche, dice nello Srimad-Bhagavatam (1.3.28): ete camsa – kalah pumsah Krishnas tu bhagavan
svayam. Dopo aver elencato le differenti incarnazioni di Dio, Srila Vyasadeva dice che Krishna ne è
la fonte originale.
Professore Verdu: Oh.

Dhrstadyumna: Quando molte candele vengono accese da una candela originale, la qualità della luce
delle singole candele è eguale sebbene siano separate. Nello stesso modo Krishna è la persona
originale da cui provengono tutte le incarnazioni.
Professore Verdu: Allora qual è la tua comprensione del verso della Bhagavad-gita dove si dice che
Krishna è l’ottava incarnazione di Visnu, e che ne è solo una manifestazione materiale antropomorfa?

Dhrstadyumna: Questa non è un’affermazione della Bhagavad-gita. Nell’undicesimo capitolo della
Bhagavad-gita, Krishna rivela ad Arjuna la sua forma uni-
versale, all’interno della quale sono contenuti tutti gli universi. Poi ad Arjuna appare la forma di
Visnu a quattro braccia, e infine la forma originale di Krishna a due. Il corpo di Krishna non deve
mai essere considerato materiale. Come afferma la Brahma-samhita (5.1)Jsvarah paramah Krishnah:
“Krishna, conosciuto come Govinda, è il controllore supremo. Egli ha un corpo eterno e pieno di
beatitudine. E’ l’origine di ogni cosa e non ha altra origine. E’ la causa prima di tutte le cause.”
Anche da un esame analitico delle per-
sonalità di Visnu e di Krishna, possiamo comprendere che, mentre Visnu è adorato con rispetto e
timore reverenziale in una relazione di servizio, solo nella persona di Krishna puoi adorare Dio
come tuo più caro amico o anche come tuo figlio, o addirittura puoi instaurare con Lui una reciproca
relazione di amante e amato. Questo succede solo con Krishna.
Professore Verdu: Sì. Giusto.

Dhrstadyumna: Perciò, poiché Visnu non manifesta queste caratteristiche, la forma e la personalità
di Krishna, sono considerate, in un certo senso, superiori.
Professore Verdu: Si. La Bhagavad-gita parla di tre diverse strade verso la liberazione o verso la
salvezza ultima – cioè, karma-yoga, jnana-yoga e bhakti-yoga. Prima di tutto cosa intendi per
karma-yoga e cosa con karma in sé.

Dhrstadyumna: karma significa “azione in relazione con lo sviluppo del corpo materiale”. Proprio
come studiamo in fisica o in chimica, che a ogni azione corrisponde una reazione, così la pura
coscienza originale dell’anima è attualmente coperta da un corpo materiale a seconda del suo karma,
il suo operato. Le buone azioni producono buoni risultati – come bellezza fisica, buona discendenza,
e minori sofferenze -le cattive azioni producono cattivi risultati. “Ciascuno raccoglie ciò che ha
seminato”.
Professore Verdu: Ora, riguardo al corpo materiale, tu consideri la mente come sua parte, il corpo
sottile?

Dhrstadyumna: Si. Nella Bhagavad-gita (7.4), Krishna dice:
bhumir apo ‘nolo vayuh kham mano buddhir eva ca
ahankara itiyam me bhinna prakrtir astadha
Questo significa che Dio ha otto energie materiali: cinque grossolane (terra, acqua, fuoco, aria e
etere) e tre sottili (mente, intelligenza, e falso io). Il corpo materiale è una combinazione di
questi elementi. La specifica forma e le qualità di ogni corpo sono determinate dal desiderio e
dalle attività dell’anima individuale (jiva). L’anima individuale è superiore alla materia poiché è
eternamente cosciente e immutevole.
Professore Verdu: la Bhagavad-gita parla spesso delle tre qualità della materia -virtù (sattva),
passione (rajas) e ignoranza (tamas). Qual è il loro ruolo secondo voi?

Dhrstadyumna: L’influenza della passione è caratterizzata dal forte desiderio e dai grandi sforzi
per godere i frutti delle proprie attività, e dalla gratificazione dei sensi. In definitiva la sua
caratteristica è il sesso. Proprio come questa nazione: è molto passionale.
Professore Verdu: Vorresti allora dire che gli Americani sono per lo più sopraffatti dall’influenza
della passione?

Dhrstadyumna: Sì, ed è presente anche la qualità dell’ignoranza. Questa influenza è caratterizzata
dall’ intossicazione, dal troppo sonno, dalla mancanza di pulizia, dal gioco d’azzardo e dalla
pigrizia.
Professore Verdu: Giusto, giusto.

Dhrstadyumna: Proprio come ho visto, che molti giovani prendono droghe e diventano molto sporchi e
pigri. Questo significa che stanno diventando…
Professore Verdu: Sopraffatti da tamas, l’ignoranza – giusto! Anche se dichiarano che stanno
accumulando sattva – l’elemento della luce, della comprensione e della conoscenza?

Dhrstadyumna: Sì. Ciò che stanno percependo è allucinazione o illusione. Possiamo capire un albero
dai suoi frutti. Loro possono dichiarare di essere illuminati prendendo intossicanti, ma è chiaro
che stanno facendo le cose più degradate. Questa non è l’influenza della virtù.
Professore Verdu: Sì. Alcuni dei miei stessi studenti hanno preso droghe per fare esperienza, ma
gradualmente hanno realizzato che quella non era la via giusta.

Dhrstadyumna: Grandi santi e mistici hanno passato le loro intere vite in penitenza e austerità,
compiendo sacrifici per realizzare Dio. Pensare che semplicemente prendendo delle pillole si possa
comprendere Dio – è una sciocchezza.
Professore Verdu: Sì, sono completamente d’accordo. Abbiamo parlato del karma. E il karma-yoga?

Dhrstadyumna: Che uno si trovi sotto l’influenza della virtù, della passione, o dell’ignoranza, è
condizionato dai risultati delle proprie attività. Così se si rinuncia ai risultati delle proprie
attività (se non alle attività stesse) per lo scopo più elevato di servire Dio, questo si chiama
karma-yoga.
Professore Verdu: E il jnana-yoga, lo yoga della pura conoscenza spirituale?

Dhrstadyumna: Sì jnana significa speculazione filosofica per giungere a una comprensione impersonale
di Dio.
Professore Verdu: Sankaracarya non era un difensore di questo metodo che è totalmente
impersonalista? Non diceva che lo stato ultimo a cui deve giungere l’anima è la dissoluzione della
personalità, e la disintegrazione dell ‘ individualità?

Dhrstadyumna: No, non è quello lo stadio ultimo.
Professore Verdu: Ma Sankara propose quello come stadio finale.

Dhrstadyumna: Ma noi dobbiamo capire la classe di uomini alla quale si rivolgeva. A quel tempo, il
buddismo era il pensiero predominante in India. Buddha cacciò i Veda dall’India. Sankara intendeva
ristabilire l’autorità vedica, ma non poteva presentare l’aspetto personale di Dio, perché la gente
era troppo impersonalista. Essi credevano nel vuoto del buddismo, il nirvana, il nulla. Così egli
pensò di elevarli ad accettare l’autorità vedica presentando i Veda in modo impersonale. Ma al
momento di lasciare questo mondo materiale, egli stesso disse ai suoi discepoli:
bhaja govindam bhaja govindam bhaja govindam mudha-mate
samprapte sannihite kale na hi na hi raksati dukrn-karane “Sciocchi e canaglie, tutto il vostro
parlare fiorito e la vostra speculazione filosofica non vi salverà al momento della morte. Adorate
Govinda, adorate Govinda, adorate Govinda” (Govinda è un altro nome di Krishna. ) E Sankara stesso
scrisse molti poemi che glorificano Krishna come Supremo, trascendentale a questa manifestazione
cosmica: narayanah paro ‘vyaktat. Egli ha ammesso nel suo commento alla Bhagavad-gita che Krishna è
Dio la Persona Suprema che apparve come il figlio di Vasudeva e Devaki.
Professore Verdu: Sì. Ma generalmente il sistema di Sankaracarya è inteso come un tuttuno
considerando tutti i commenti che ha scritto sulle Upanisad e sul Vedanta Sutra di Badarayana. Egli
propone sì un aspetto personale della divinità del Brahman, un aspetto detto isvara, ma sostiene che
quest’aspetto è condizionato dalla qualità della virtù, e solo in questo senso il Brahman si
personalizza. Egli dice che l’unione del devoto con l’ isvara, la manifestazione personale, è uno
stato transitorio. Questo stato, bhakti, è uno stato di unione amorosa, ma contiene una dualità,
perché implica una distinzione tra chi adora e Dio, la Persona Suprema. Sankara disse che l’ultimo
stadio consiste nel trascendere questa distinzione e entrare nell’unità totale con il Brahman. E
questo è il motivo per cui chiamò il suo sistema kevaladvaita, che significa non distinto, non
dualistico, monismo puro .

Dhrstadyumna: Sì. Ma qui stava l’astuzia di Sankara.
Professore Verdu: Cosa?

Dhrstadyumna: Stava solo imbrogliando gli atei, che volevano negare Dio nella Sua individualità. In
seguito Ramanuja acarya, Madhvacarya e infine Sri Caitanya Mahaprabhu diedero una spiegazione più
completa. Sri Caitanya spiega che la Verità Assoluta e le entità viventi sono
acintya-bhedabheda-tattva: inconcepibilmente allo stesso tempo uno e differente. In altre parole,
l’entità vivente, (anima individuale) e Dio (l’Anima Suprema) sono uno come qualità ma differenti in
quantità. Noi potremmo avere una piccola quantità di conoscenza, bellezza, forza, fama, ricchezza, o
rinuncia, ma Dio possiede contemporaneamente tutte queste opulenze in quantità infinita. Per questo
noi non potremo mai essere uguali a Lui sotto ogni aspetto.
Professore Verdu: Allora dici che la distinzione tra Brahman e l’anima individuale non è qualitativa
ma quantitativa?

Dhrstadyumna: Sì, e dico anche che il Brahman impersonale è un’emanazione del parabrahman personale,
Krishna .
Professore Verdu: Questo è la concezione di Caitanya.

Dhrstadyumna: E’ la versione vedica autentica, come conferma il quattordicesimo capitolo della
Bhagavad-gita: brahmano hi pratisthaham: “Io sono la base del Brahman impersonale” (B.g. 14.27) ed è
anche confermato nella Brahma-samhita (5.40), dove Sri Brahma afferma: “Adoro Govinda, il Signore
originale, il cui splendore è la sorgente del Brahman descritto dalle Upanisad”.
Professore Verdu: Dunque, la terza via per la realizzazione spirituale, la più elevata secondo la
Bhagavad-gita, è il bhakti-yoga, la via dell’amore.

Dhrstadyumna: Sì: Dio ha tre aspetti: il primo impersonale; il secondo l’Anima Suprema localizzata
nel cuore di ogni essere vivente; e il terzo, la Persona suprema. Così con il jnana-yoga (la
discriminazione filosofica) e con le austerità, si può comprendere la forma impersonale. Con la
pratica del sistema di Patanjali in otto fasi, astanga-yoga, si può realizzare l’Anima Suprema
localizzata all’interno del cuore. Ma solo con la devozione, l’amore e il servizio si può realizzare
il supremo aspetto personale di Dio. Nella Gita, Sri Krishna dice: “Si può comprendere la Persona
Suprema così com’è solo attraverso il servizio devozionale. E quando si è pienamente coscienti del
Signore Supremo con questa devozione, si può entrare nel regno di Dio” (B.g. 18.55).
Professore Verdu: La Bhagavad-gita ci dice che il dhyana-yoga o jnana-yoga, che è la via
impersonale, è difficile e piena di ostacoli, mentre il bhakti-yoga è facile. In che senso è facile?

Dhrstadyumna: Perché nel bhakti-yoga il mezzo, il servizio a Dio, corrisponde allo scopo finale. E’
completamente naturale per essere vivente; è naturale essere persone individuali e desiderare di
servire Dio. Come diceva Sri Caitanya: jivera ‘svarupa’ haya krsnera ‘nitya-dasa’: “E’ la posizione
costituzionale delle entità viventi: essere eterni servitori di Krishna”. Ci sono addirittura esempi
di animali che hanno raggiunto l’amore per Dio attraverso il bhakti-yoga.
Professore Verdu: Che metodi usate nella vostra pratica yoga? Per esempio, nel dhyana-yoga si è
sempre data enfasi, sin dai tempi delle Upanisad, alla ripetizione di certe sillabe sacre, come
l’om, che è considerato la sintesi suprema di tutte le cose coscienti, e che perciò può essere
paragonato alla luce bianca, la sintesi di tutti i differenti colori. Voi però non fate riferimento
alla ripetizione della sillaba om, non è così?

Dhrstadyumna: Krishna dice, pranavah sarva-vedesu… “Tra tutte le sillabe, io sono la sillaba om
nei mantra vedici”. Questa sillaba om è la rappresentazione alfabetica di Dio ed è usata per
invocare
Dio, la Persona Suprema: “O Mio Signore”.
Professore Verdu: Che tipo di mantra usate?

Dhrstadyumna: Noi cantiamo il maha-mantra Hare Krishna, che è equivalente all’ om, ma è più
personale: Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare
Hare. Significa “O Mio Signore, O energia del Signore, per favore impegnami al Tuo servizio”.
Professore Verdu: Cantate insieme o da soli?

Dhrstadyumna: Entrambi. Abbiamo il nostro japa per la meditazione personale…
Professore Verdu: Come un rosario cattolico…

Dhrstadyumna: Sì, per aiutare la concentrazione. Ma cantiamo anche insieme, in un gruppo, perché in
quest’era di discordia e ipocrisia, il metodo raccomandato per realizzare di Dio (non importa che
religione tu segua o che nome di Dio usi, purché sia autorizzato) è di glorificare il santo Nome di
Dio insieme ai Suoi devoti.
Professore Verdu: Per l’effetto del maha mantra nel processo della realizzazione di Krishna,
concepisci la necessità affidarti alla Sua grazia perché Krishna ti aiuti?

Dhrstadyumna: Sì. Perché noi siamo limitati, non possiamo comprendere l’infinito con i nostri sforzi
insignificanti. Ma
l’infinito ha il potere di scendere al nostro livello di cognizione e di rivelarsi a noi. Infatti,
questo è l’unico sistema per comprendere la Verità Assoluta. Il mantra Hare Krishna è una preghiera
al Signore Supremo e alla Sua energia affinchè impegni l’anima individuale al Suo eterno servizio.
Il nostro maestro spirituale, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, ci ha insegnato
a non essere ansiosi di vedere Dio, ma ad agire in modo tale che Dio desideri vederci. Cantando il
nome di Dio, il cuore si purifica. Nel primo degli otto versi sul santo Nome, Sri Caitanya
Mahaprabhu dice: “Gloria al canto del santo Nome di Sri Krishna, che spazza via dai nostri cuori
tutta la polvere accumulata negli anni, ed estingue il fuoco dell’esistenza condizionata con le sue
nascite e morti ripetute. Questo canto è la più grande benedizione perché diffonde i suoi raggi come
una luna benevola. E’ la vita di tutta la conoscenza trascendentale, accresce l’oceano di felicità e
ci permette di gustare pienamente il nettare che desideriamo da sempre”.
Professore Verdu: Pare che il tempo sia terminato. Penso che questa sia stata una conversazione
molto interessante e ti ringrazio molto per questo incontro. Spero di incontrarti ancora.

Dhrstadyumna: Hare Krishna.

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  1. Gal Jerman
    | Rispondi

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