LA SCIENZA SPIEGA GLI EFFETTI DEL REIKI

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LA SCIENZA SPIEGA GLI EFFETTI DEL REIKI

La principale azione terapeutica esercitata dal “Guaritore Rekista ” proviene da una emissione di biofotoni cerebrali e dall'”onda informativa delle simil-alpha”. La trasmissione elettromagnetica cerebrale del Reikista (poichè noi parliamo di Reiki) stimola per Biorisonanza l’attività cellulare cerebro-organica del ricevente nelle stesse frequenze. L’attività elettromagnetica del DNA – RNA dei neuroni cerebrali delle cellule alterate del ricevente viene riattivata dal Reikista con un’azione di Biorisonanza trasmessa per induzione.

La rigenerazione cellulare ottenuta si può finalmente documentare grazie ad apparecchi sensori di nuova generazione. Fino a qualche tempo fa si credeva che il cervello fosse solo una “massa pensante” e che le “guarigioni” fossero dovute ad un effetto placebo o ad un’azione suggestiva provocata dal Reikista o dal pranoterapeuta che trasmetteva “calore” dalle sue mani. I detrattori asserivano che, quando il Curatore “non sapeva guarire”, era un ciarlatano ed il fluido “non esisteva”. Quando l’ammalato “guariva” era invece quest’ultimo che si suggestionava da solo. Ovviamente ribadiamo il concetto che il GUARITORE non guarisce nessuno ma riequilibra così bene la persona da portarla, se la sua Anima è “pronta”, alla sua autoguarigione.

Zimmerman, eminente studioso, si occupò, verso il 1998, di verificare cosa avviene mentre si praticano terapie energetiche come il Reiki: La ricerca rivelò che non solo le onde cerebrali del praticante e del ricevente si sincronizzavano nello stato alpha, caratteristico del rilassamento profondo, dell’analgesia e della meditazione, ma che pulsavano all’unisono con il campo magnetico terrestre: la “Risonanza Schuman”. Durante i trattamenti, il campo biomagnetico dei Reikisti era almeno mille volte più esteso del normale e ciò non aveva alcuna relazione con la corrente del corpo interno.

Zimmerman e Seto approfondirono ulteriormente lo studio dell’ampio campo biomagnetico pulsante emesso dalle mani di praticanti di metodi di trasmissione energetica come il reiki, mentre lavoravano. Essi scoprirono che le pulsazioni vibravano alle stesse frequenze delle onde cerebrali, in un intervallo compreso tra 0,3 e 30 Hz, con maggiore densità tra 7 e 8 Hz, nello stato ALPHA. Ricerche mediche indipendenti hanno dimostrato che in questo intervallo di frequenze, le capacità di autoguarigione del corpo sono fortemente stimolate e che specifiche frequenze possono essere utilizzate per rigenerare i diversi tessuti. Ad esempio, 2 Hz per la rigenerazione dei nervi, 7 Hz per la crescita ossea, 10 Hz per la guarigione dei legamenti e 15 Hz per la formazione dei capillari.

I macchinari per la fisioterapia, basati su questi principi, sono stati creati per favorire la rigenerazione dei tessuti molli e la tecnologia ad ultrasuoni è comunemente usata per pulire arterie intasate e disintegrare calcoli renali. Inoltre, da anni, si sa che piazzare una bobina elettrica attorno ad una frattura che non si ricompone aiuta l’osso a crescere e a rigenerarsi.

Lo stesso effetto si rispecchia nella persona che riceve un trattamento reiki e il Dott. Becker ritiene che sia questo effetto, più di ogni altro che regola la rigenerazione dalle ferite e il riequilibrio dell’intero sistema. Ciò evidenzia una delle caratteristiche speciali del Reiki (e terapie simili) che lo rendono particolarmente efficiente, vale a dire il fatto che sia il praticante che il ricevente beneficiano del trattamento. Il Dott. Becker spiega come le onde cerebrali non siano confinate al cervello ma viaggino in tutto il corpo attraverso il sistema perineurale, costituito dalle guaine dei tessuti connettivi che circondano tutti i nervi. Nel corso di un trattamento, queste onde iniziano come pulsazioni relativamente deboli nel talamo del cervello del praticante e accumulano forza mentre fluiscono ai nervi periferici del corpo, incluse le mani. È interessante notare che il Dott. Becker basò il proprio studio su un campione di soggetti di diverse culture e indipendentemente dai loro sistemi di credenze o usanze e tutti i test portarono ai medesimi risultati.

Una parte della crescente popolarità del Reiki, anche fra gli studiosi, sta nel fatto che non impone un set di credenze e può essere liberamente utilizzato da persone di ogni cultura, formazione e fede; inoltre è ormai comprovata la sua efficacia nel rilassamento e in analgesia. Questa efficacia associata alla neutralità lo rende particolarmente appropriato anche per l’uso in ambito medico come già succede anche in Italia, tipo l’OSPEDALE SAN RAFFAELE di Milano, alcune ASL della toscana e dell’Umbria etc. In molti ospedali del mondo e’ stato dimostrato come il Reiki sia efficace nelle terapie del dolore, nell’assistenza pre e post operatoria, durante i trattamenti chemio e radioterapici del malato oncologico. E’ stato dimostrato come lo stato di rilassamento mentale che un ciclo di Reiki produce dura per piu’ settimane ed e’ in grado di alleviare sintomi fisici quali dispnea, astenia nausea e stati psichici quali ansia, insonnia, depressione.

Fonte: reikimaestrousui.it

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